bonus per gli avvocati

Ulteriori notizie sul Bonus per gli Avvocati

Vi riportiamo un riassunto dei contenuti presenti dei comunicati pubblicati  fino al 17 aprile 2020 sul sito di Cassa Forense a proposito dell’erogazione del bonus per gli avvocati da 600 €.

Per leggere i comunicati originali vi basta cliccare sul titolo del paragrafo.

IL CRITERIO DELL’ESCLUSIVITÀ 

L’ottenimento del bonus è vincolato ad alcuni criteri. In particolare, gli avvocati:
non devono essere pensionati,
devono essere iscritti a Cassa Forense in via esclusiva.

Solo coloro che prima dell’iscrizione obbligatoria a Cassa Forense versavano i contributi alla Gestione Separata INPS e che al momento non svolgono altre attività con contribuzione versata altrove, potevano presentare (o possono integrare) la domanda per l’ottenimento del bonus di 600€.

Queste precisazioni sono però arrivate dopo l’avvio della presentazione delle domande, generando un blocco nei pagamenti di cui parleremo più avanti.

L’INTEGRAZIONE NECESSARIA

Lo scorso 9 aprile gli iscritti che avevano già presentato la domanda per il bonus avvocati sono stati invitati, tramite un comunicato ufficiale, a integrare la pratica con una dichiarazione che attestasse la loro iscrizione in via esclusiva a Cassa Forense.
L’integrazione va presentata tramite la procedura nell’area riservata del sito entro il 30 aprile.

Cassa Forense specifica che la dichiarazione integrativa non va a modificare la graduatoria delle domande ricevute, ma che la sua mancanza inficia l’accoglimento della stessa.
Questo però genera un problema di cui gli avvocati devono essere consapevoli.

Se la mancata integrazione di una domanda non modifica la graduatoria ma blocca il pagamento, significa che le domande complete successive in graduatoria non possono essere soddisfatte.

In altre parole, gli avvocati devono premurarsi di integrare la domande il prima possibile per non ostacolare la soddisfazione delle domande dei propri colleghi.

QUANDO I PAGAMENTI DEL BONUS PER GLI AVVOCATI?

L’aggiunta dei nuovi criteri visti sopra ha comportato il restringimento improvviso della platea di coloro che potevano aspirare al reddito di ultima istanza. Questo ha, a sua volta, bloccato l’erogazione dei pagamenti.

Nonostante ciò, nel sito ufficiale Cassa Forense comunica che il pagamento del bonus per gli avvocati è già partito e proprio in questi giorni (16,17 aprile) i primi 74.000 aventi diritto stanno ricevendo i 600€.

L’erogazione dei pagamenti segue l’ordine di presentazione delle domande e proseguirà fino all’esaurimento delle risorse disponibili come stabilito dal D.M. del 28 marzo 2020.

Se non aveste ancora ricevuto alcun pagamento, non preoccupatevi.
Può dipendere dal fatto che siano in corso verifiche sui redditi o che si sia in attesa di chiarimenti da parte del Ministero o, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, che vi siano delle domande sospese a causa della mancanza della dichiarazione di esclusività che occupano una posizione più alta della vostra in graduatoria.

Un’ultima interessante notizia è che il Ministero del Lavoro ha chiarito che il Bonus di 600 € è disponibile anche ai giovani professionisti iscritti alle Casse di categoria nel 2019 o nel 2020. Qui il testo originale.

Servicematica è l’alleato degli studi legali e aziende nello sviluppo del loro potenziale informatico e digitale. Scopri il nostri prodotti

———

LEGGI ANCHE:

Bonus avvocati: nuovi pagamenti ma le risorse sono terminate

I bandi per l’assegnazione di contributi per i canoni di locazione degli studi legali


Attacchi informatici al settore sanitario

Attacchi informatici al settore sanitario: perché i nostri dati interessano tanto

Gli attacchi informatici al settore sanitario acquisiscono ancora più rilevanza nel contesto straordinario venutosi a creare con l’epidemia da Coronavirus.
L’attacco ai danni dell’Istituto Spallanzani che si è verificato ad inizio aprile, attacco fortunatamente non riuscito, è solo il più recente a livello nazionale.

Il problema della sicurezza informatica non riguarda solo il settore sanitario e certamente non colpisce solo l’Italia. Al contrario, il Rapporto Clusit 2020 sulla sicurezza ICT pubblicato il 5 marzo riporta 10.087 attacchi noti di particolare gravità su scala globale nell’arco del 2019.
Un numero in aumento rispetto agli anni precedenti ma che non offre un quadro completo della situazione poiché non considera gli attacchi falliti.

PERCHÈ IL SETTORE SANITARIO È NEL CENTRO DEL MIRINO?

È in questo contesto di crescenti cyber minacce che va considerata la situazione del settore sanitario che segna un aumento del 17% degli attacchi informatici.

Ma che interesse può avere un cyber criminale nell’attaccare l’infrastruttura informatica di un ospedale o di un sistema sanitario locale?

Come fanno notare Riccardo Berti, avvocato presso il Centro Studi sul Processo Telematico, e Simone Zanetti, avvocato di Verona, in un articolo su Agenda Digitale, ci sono almeno 4 concause che rendono gli attacchi informatici al settore sanitario molto allettanti.

  1. LA TIPOLOGIA DI ATTACCHI
    Al momento, la quasi totalità di attacchi informatici ha lo scopo di estorcere denaro.
    Si fa in modo che la vittima scarichi un malware che “sequestra” i file contenuti nel device e che li rende inutilizzabili fintantoché non viene pagato un riscatto (cryptolocker).
  1. LE CARATTERISTICHE DEI DATI SANITARI
    I dati bancari possono essere modificati. I dati sanitari no: la nostra storia clinica non può essere bloccata, cancellata o modificata come si può fare con un pin so una carta se ci si accorge di movimenti sospetti nel conto bancario.
  2. I COSTI DEI DATA BREACH
    Secondo il report “Cost Of A Data Breach” (2019) dal Ponemon Institute, la sanità è il settore con i più alti costi in caso di data breach.
    Questo significa che quando si verificano attacchi estorsivi le strutture sanitarie sono sempre disponibili a pagare il riscatto, perché questo è con tutta probabilità inferiore ai danni provocati dall’attacco stesso.
  3. MANCANZA DI INVESTIMENTI
    Il settore sanitario è spesso sottomesso a logiche di risparmio che non permettono di investire come si deve nella digitalizzazione, nella sicurezza informatica e nella relativa formazione del personale.
    Ciò significa che è più facile che un attacco informatico possa avere successo.
  4. LA FRAMMENTAZIONE
    In Italia, le differenze fra le infrastrutture, gli strumenti e le procedure dei sistemi sanitari regionali, ma anche semplicemente l’uso di macchinari diversi che producono documenti in formato diverso e che sono connessi alla rete, impediscono di avere un’omogeneità che favorirebbe la sicurezza informatica generale.

In sostanza, i cyber criminali hanno gioco facile perché si trovano davanti un sistema con dati molto stabili, con difese informatiche più deboli di quello bancario o assicurativo ma ben disposto a pagare.
Dunque perché un hacker dovrebbe rompersi la testa nel tentativo di “bucare” il sistema di una banca quando può fare molta meno fatica “bucando” quello di una clinica e ottenendo addirittura di più?

Lo stato d’emergenza generato da COVID-19 non ha fatto altro che esasperare questa situazione già critica.

L’errore che non dobbiamo fare è credere che gli attacchi informatici al settore sanitario o ad altri settori non riguardino noi comuni cittadini.
Sebbene le grandi aziende rimangano prede molto più interessanti, durante il 2019 qui in Servicematica abbiamo ricevuto numerose richieste di assistenza informatica da parte di avvocati, imprenditori e privati che si sono visti bloccare i loro computer a causa di cryptolocker.

Prestare massima attenzione alla sicurezza informatica è davvero importante, soprattutto in questo periodo durante il quale siamo costretti a passare su Internet molto più tempo di prima.

Se volete migliorare la vostra sicurezza informatica, Servicematica può aiutarvi con servizi e prodotti ad hoc. Per info, contattateci.

 

———

LEGGI ANCHE:

Sicurezza informatica: un problema non solo dell’INPS

Vantaggi e limiti dei servizi in cloud

modifiche ai procedimenti civili e penali

Corte di Cassazione: modifiche ai procedimenti civili e penali

Con il decreto n. 47 del 31 marzo 2020 la Cassazione ha diffuso le modifiche ai procedimenti civili e penali che si tengono davanti alla Corte di legittimità.
Il documento è stato poi seguito dal decreto n.55 del 10 aprile che ne ha variato in parte il contenuto.

Ecco quanto stabilito.

PROCEDIMENTI CIVILI

1) Le cause fissate per la trattazione in pubblica udienza fino al 30 giungo vengono rinviate a data successiva.
Dal suddetto rinvio sono escluse le udienze indicate nell’art. 83 comma 3 del d.l n. 18/2020, che varranno fissate con priorità.

2) Le cause fissate per la trattazione in adunanza camerale fino al 31 maggio sono rinviate a nuovo ruolo.
Dal suddetto rinvio sono ancora una volta escluse le udienze indicate nell’art. 83 comma 3 del d.l n. 18/2020, che varranno fissate con priorità.

3) Nel periodo 1-19 giugno la Sesta Sezione potrà tenere per ogni Sottosezione un numero di adunanze camerali che sia compatibile con il rispetto degli adempimenti di legge e con la disponibilità di personale amministrativo.

4) Durante il mese di giugno le Sezioni Unite terranno 2 adunanze camerali in date che dovranno essere fissate.

5) Dal 22 al 30 giugno le Sezioni Prima, Seconda, Terza, Lavoro e Quinta terranno un numero di adunanze camerali compatibile con il rispetto degli adempimenti di legge e l’effettiva presenza di personale amministrativo.

PROCEDIMENTI PENALI

1) Le cause fissate nelle udienze e nelle camere di consiglio fino all’11 maggio vengono rinviate d’ufficio e fuori udienza in data successiva al 30 giugno.
Dal suddetto rinvio sono escluse le cause indicate dall’art. 83 comma 3 del d.l n. 18/2020.

2) I presidenti titolari dovranno scegliere 1 sola udienza a settimana per la trattazione dei procedimenti nei quali scadono i termini indicati nell’art.304 cpp e per quelli in cui sono state richieste o applicate misure detentive. Il collegio andrà composto seguendo le modalità indicate nel decreto n. 47.

3) Nell’udienza verranno trattati anche i ricorsi per i quali i difensori di detenuti, imputati e proposti hanno fatto richiesta tramite PEC alla Cancelleria della competente Sezione penale della Corte di Cassazione entro 3 giorni dalla pubblicazione del presente decreto sul sito ufficiale.

4) I procedimenti in udienza e in Camera di Consiglio già fissati dal 12 maggio al 30 giugno sono rinviati d’ufficio o fuori udienza a data successiva.
Dal suddetto rinvio sono escluse i procedimenti indicati nell’art. 83 comma e dl. n. 18/2020, salvo eccezioni. Il calendario settimanale di tali udienze è indicato nel decreto.

5) Potranno essere fissate massimo 2 camere di consiglio non partecipare e de plano mensili, come previsto nel decreto n.47.

6) L’avviso di cui all’art.610, comma 1, e 611 c.p.p. verrà inviato a decorrere dal 12 maggio fatti salvi i ricorsi per cui ricorrono le ipotesi previste dall’art.83 comma 3 del d.l.n. n.18 del 2020.

Oltre alle modifiche ai procedimenti civili e penali, nei decreti si segnalano alcune disposizioni comuni a entrambi

DISPOSIZIONI COMUNI

  • – Le adunanze civili e penali non partecipate e de plano saranno tenute in remoto.
  • – I presidenti stabiliscono i nuovi calendari.
  • – Le cancellerie possono inviare gli atti regolamentari ai magistrati anche via posta tradizionale.
  • – Prima di fissare udienze e camere di consiglio i presidenti devono verificare se la disponibilità del personale sia compatibile con i procedimenti da affrontare.
  • Le conclusione e gli altri atti della Procura generale potranno essere inviati via mail dalla casella della competente segreteria civile o penale alla cancelleria della Corte di Cassazione competente, allegando un pdf  che rispetti le disposizioni indicate nell’art.83 del d.l.n n.18 del 2020.
  • – I presidenti titolari possono proporre al presidente di aumentare il numero delle udienze e delle camere di consiglio solo se le condizioni lo permettono e se il personale a disposizione è sufficiente.
  • – Per quanto riguarda i ricorsi da trattare entro il 30 giugno, i difensori possono inviare motivi aggiuntivi e memorie alla Corte e alla controparte via PEC agli indirizzi tratti dal Re.G.Ind.E

Per i dettagli, vi invitiamo a leggere il testo originale del Decreto n.47 e il testo originale del Decreto n.55.


Hai problemi con il PCT o con il tuo computer? Scegli l’assistenza in remoto di Servicematica!

———

LEGGI ANCHE:

Cassazione: il protocollo per la trattazione delle adunanze civili e penali

L’impatto del Coronavirus sull’esame per diventare avvocato e la pratica forense


LEGGI ANCHE

la prescrizione per i debiti contributivi (2)

La prescrizione per i debiti contributivi

La prescrizione quinquennale deve ritenersi applicabile anche successivamente alla notifica della cartella esattoriale Tribunale di Foggia: il caso di prescrizione quinquennale per i debiti contributivi…

Italiani fiduciosi nella magistratura, ma poca conoscenza del suo funzionamento

Secondo un sondaggio YouTrend per "La Magistratura", il 58% dei cittadini ha fiducia nei magistrati, più che nel Parlamento e nel governo. Solo l’1% ritiene…

L’importanza di conoscere le opinioni dei clienti per innovare i servizi

Internet ha reso il cliente una parte fondamentale per l’innovazione di aziende e studi. Attraverso l’analisi dei dati si possono identificare le aree di miglioramento, soprattutto…

servizi in cloud

Vantaggi e limiti dei servizi in cloud

I servizi in cloud sono strumenti ancora poco usati dagli avvocati che però possono concorrere in maniera massiccia al miglioramento della loro professione.
In che modo? Ve lo spieghiamo subito.

COSA SONO I SERVIZI IN CLOUD

Con Cloud ci si può riferire a due servizi diversi: il Cloud Storage e il Cloud Computing.

Cloud Storage

Con Cloud Storage si intende uno spazio di archiviazione presente in un server (un computer ad elevate prestazioni) che può trovarsi anche a migliaia di km di distanza dal proprio ufficio.

A differenza di una chiavetta usb o di un hard disk esterno, questo spazio di archiviazione ci appare come un servizio completamente digitale, accessibile da qualsiasi computer o smartphone connesso a internet attraverso un nome utente e una password.

Al suo interno si possono raccogliere documenti digitalizzati o originali informatici di qualsiasi tipo che possono, all’occorrenza, essere anche condivisi con altri utenti.

Esempi di Cloud Storage sono Google Drive e Dropbox.

Cloud Computing

Con Cloud Computing si intende invece la possibilità di utilizzare in remoto software installati in altri computer o server.

Molti gestionali funzionano in questo modo, con un’interfaccia “scaricata” nel proprio computer o accessibile via internet e il programma vero e proprio che “gira” altrove

In questo modo il computer personale non viene appesantito da tutti i dati necessari al funzionamento del software nella sua totalità. 

VANTAGGI DEL CLOUD E DELLA DEMATERIALIZZAZIONE

L’utilizzo dei servizi in Cloud è uno dei pilastri della dematerializzazione, ovvero il passaggio da supporti cartacei/fisici al digitale. Il Processo Telematico è un esempio di dematerializzazione.

La dematerializzazione non è un fenomeno limitato solo agli strumenti e alle procedure, ma prevede un cambio nella mentalità con cui si affronta l’organizzazione del proprio lavoro, poiché il digitale permette di operare in luoghi, tempi e modi non accessibili con le modalità tradizionali.

I vantaggi di questa evoluzione sono molteplici:

ACCESSIBILITÀ: i file, i dati e le informazioni digitalizzate e conservate in cloud sono disponibili in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo.
Questo significa che si può lavorare anche da casa o in orari diversi da quelli “da ufficio”.

CONDIVISIONE: l’accesso ai documenti può essere concesso facilmente ad altri utenti, che possono anche modificare le informazioni contenute. Non è necessario stampare e spedire i documenti, e nemmeno inviarli via mai: ognuno può lavorare su un unico file condiviso.
Questo permette di velocizzare moltissimo alcuni processi.

RISPARMIO DI TEMPO: la comunicazione fra i soggetti è velocizzata e facilitata. Tutti sono aggiornati in modo immediato, preciso e costante. Tutti sanno cosa devono fare e quando. È facile tenere traccia dei processi. I tempi morti e i rallentamenti sono ridotti e la produttività aumenta.
Con l’uso della firma elettronica anche le decisioni e le comunicazioni ufficiali sono velocizzate.

REPERIBILITÀ: la digitalizzazione dei documenti permette di trovare specifiche informazioni molto più rapidamente di a un archivio cartaceo. Questo è possibile grazie all’uso di parole chiavi che, inserite in un sistema di ricerca, permettono di scovare rapidamente i documenti di interesse.

STORICITÀ: i grandi spazi di archiviazione consentono di conservare moltissimi documenti. Non si può più perdere traccia di eventi, comunicazioni e decisioni prese in passato.

TUTELA: la funzione di back up (copia di sicurezza dei file) permette di recuperare sempre i propri file.

RIDUZIONE DEI COSTI: si usa meno carta, quindi l’archiviazione fisica dei documenti cartacei è ridotta. Anche gli spostamenti di documenti e persone sono minimi.

BIG DATA: la dematerializzazione dei documenti e l’archiviazione in digitale permettono di raccogliere, ordinare e analizzare un’enorme mole di dati utili ad analizzare i processi interni, a profilare i clienti, a individuare e correggere falle e, in conclusione, a individuare quali comportamenti o strumenti debbano essere migliorati per massimizzare i risultati.

RISCHI DEI SERVIZI IN CLOUD E MISURE DI SICUREZZA

Come tutti gli strumenti, anche i servizi in Cloud presentano dei rischi.
Per affrontarli, basta però agire nello stesso modo in cui si affrontano i rischi connessi all’uso di altri strumenti informatici ai quali siamo già abituati e che sono essi stessi servizi in cloud.
Qualche esempio? Le piattaforme per il Processo Telematico o la fatturazione elettronica, come Service1, alle agende e ai calendari digitali, alle caselle email, alle app di messaggistica, alle banche dati online e o altri gestionali.

A differenza di ciò che si potrebbe pensare, difendere i documenti digitali da accessi non autorizzati o da usi impropri è molto più economico e semplice di quanto sia difendere da incidenti, furti o manomissioni i documenti su carta o altri supporti fisici (usb, hard disk, ecc.).

Senza scendere in discorsi troppo tecnici, le buone abitudini da seguire per tutelare i propri documenti in cloud sono:

– affidarsi ad un buon fornitore di servizi cloud,

-scegliere una password valida (qui trovi un articolo su come creare una buona password),

cambiare periodicamente la password di accesso,

– gestire con attenzione i ruoli degli utenti che possono accedervi e scegliere con cautela le loro autorizzazioni,

– fare un back-up periodico in locale (per esempio su un hard disk esterno o su un server proprio).

L’INCOGNITA DELLA PRIVACY

Uno dei motivi principali per i quali i servizi in cloud non sono ancora particolarmente popolari tra gli avvocati è la privacy.

Molti si chiedono infatti quanto i servizi in cloud siano in grado di tutelare le informazioni personali e sensibili dei clienti.
Dove vanno a finire i dati e le informazioni una volta caricate?
Il server del servizio a chi appartiene? È soggetto alle regole dell’Unione Europea oppure no?
I dati salvati vengono condivisi con altre aziende? Se sì, chi sono e che uso ne fanno?
Quali protezioni da attacchi informatici sono presenti?

Per limitare al massimo i rischi è importante valutare i servizi in cloud partendo da alcuni criteri.
Un buon servizio cloud:

– è adeguato alla normativa GDPR,

– indica chiaramente dove si trovino i suoi server,

  indica se si appoggia a server propri o a server esterni (potrebbe succedere che un servizio cloud si appoggi in realtà a Google Drive o Dropbox).

Il passaggio al cloud e alla dematerializzazione è rivoluzionario ma non deve e non può avvenire dal giorno alla notte.
È importante fare un passo alla volta, individuando innanzitutto ciò di cui si ha bisogno, quali obiettivi si vuole raggiungere e implementando poi piano piano gli strumenti necessari.

 

Servicematica è l’alleato degli studi legali e aziende nello sviluppo del loro potenziale informatico e digitale. Scopri il nostri prodotti

———

LEGGI ANCHE:

Sicurezza informatica: un problema non solo dell’INPS

Dati e privacy: pseudonimizzazione e anonimizzazione

[EVENTO ONLINE 14 aprile] Il diritto di famiglia al tempo del Coronavirus

Segnaliamo l’evento online “Il diritto di famiglia al tempo del Coronavirus” in programma martedì 14 aprile 2020, ore 16:00, organizzato dalla rivista AVVOCATI in collaborazione con Servicematica.

Il webinar verrà trasmesso in diretta sul canale YouTube e sulla pagina Facebook di AVVOCATI.

Introducono:

Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense

Alessandra Stella, presidente dell’Unione Triveneta dei COnsigli dell’Ordine degli Avvocati

Roberta Altavilla, vicepresidente dell’Unione Curie della Puglia

Victor Rampazzo, del Foro di Venezia ed esperto in tecnologie applicare alla formazione forense.

Relaziona e dialoga con gli spettatori:

Rosanna Rovere, del Foro di Pordenone, componente dell’Organismo Congressuale Forense

Presenta e conduce:

Rosa Colucci, direttore responsabile della rivista Avvocati

———

LEGGI ANCHE:

[AGGIORNATO 22 APRILE] L’impatto del Coronavirus sull’esame per diventare avvocato e la pratica forense

INPS: attenzione alla nuova truffa via sms


LEGGI ANCHE

Sanità in sciopero: adesioni all’85%, rischio per 1,2 milioni di prestazioni

La protesta, che ha portato i sanitari in piazza a Roma, denuncia condizioni di lavoro insostenibili, contratti inadeguati e insufficienti risorse per la sanità pubblica.

Luci e ombre nel pubblico impiego: la Corte dei Conti lancia l’allarme su costi, età media e smart working

Nel 2025 la spesa per il lavoro pubblico raggiunge i 201 miliardi. La magistratura contabile invita a garantire l’efficienza e il merito. E sullo smart…

ANM: per avere un giudice terzo non occorre andare a Berlino

L'associazione nazionale magistrati: "Il caso dimostra, come l’Anm sostiene da sempre, che il pm può chiedere l’assoluzione, nonostante la sua carriera non sia separata da…

pratica forense

[AGGIORNATO 22 APRILE] L’impatto del Coronavirus sull’esame per diventare avvocato e la pratica forense

Le misure di contenimento dell’epidemia da COVID-19 stanno avendo un impatto massiccio sulla giustizia e sulla realtà forense; di conseguenza, anche l’esame per diventare avvocato e la pratica forense devono essere ripensati.

Se nel primo caso si parla ancora di proposte, nel secondo il Decreto Scuola ha già apportato dei cambiamenti.

ESAME PER DIVENTARE AVVOCATO

L’UNAEP, Unione Nazione Avvocati Enti Pubblici, sottolinea la difficoltà di correggere le prove scritte tenutesi lo scorso dicembre entro giugno e, pertanto, propone di abbandonare la correzione e passare alle prove orali tramite videoconferenza.

La presidente Avv. Antonella Trentin spiega che «il governo nel convertire in legge il dl Cura Italia potrebbe riportare ad equità e dare speranza ai tanti giovani futuri professionisti, rimuovendo emergenzialmente, a valere solo sul 2020, l’esame di abilitazione sostenuto nel 2019, dopo aver ottenuto il giudizio di idoneità sul tirocinio svolto al fine di salvaguardare la forza lavoro».

Un’altra proposta di riforma dell’esame per diventare avvocato viene dall’ANPA, Associazione Nazionale Praticanti Avvocati.

Sebbene l’ANPA sia un’associazione non riconosciuta ufficialmente, i suoi rappresentanti sono stati già in grado di ottenere un incontro col presidente del CNF Mascherin. 

La proposta di legge di ANPA prevede un esame semplificato sotto forma di test a risposta multipla (5 risposte possibili di cui una sola esatta), della durata di 180 minuti, composto da 90 quesiti ripartiti tra le materie di studio.

Le domande vengono selezionate tramite procedura automatizzata da un archivio composto da almeno 5000 quesiti . L’archivio deve essere reso pubblico almeno 60 giorni prima dell’esame in modo che i partecipanti possano prepararsi.

Durante l’esame non è possibile consultare alcun testo, tranne i codici non commentati.

Il punteggio è così strutturato:
+1 punto per ogni risposta esatta,
0 per ogni risposta non data,
– 0,25 per ogni risposta errata.
Per superare la prova bisogna ottenere almeno 60 punti.

PRATICA FORENSE/TIROCINIO

Gli studi legali figurano tra le attività che possono continuare a operare durante il lock down, ma le udienze sono sospese e il lavoro è comunque limitato. Questo ha costretto molti praticanti a sospendere il tirocinio.

Il Decreto Scuola ha però trattato anche il tema della pratica forense, istituendo nuove regole.
Ecco quanto deciso:

1) NUMERO DELLE UDIENZE
Il tirocinio è valido anche se il praticante non ha assistito al numero minimo di 20 udienze per ciascuno dei 3 semestri (art. 8, comma 4, del d.m. n. 70/2016).
Più precisamente, il Decreto Scuola si riferisce al semestre nel quale ricade la sospensione delle udienze dovute al Coronavirus.

2) ATTIVITÀ FORMATIVE
Sempre a causa delle misure di contenimento non si potranno svolgere le attività formative presso gli uffici giudiziari. Il Ministro della Giustizia è chiamato a predisporre gli strumenti perché le attività possano essere condotte a distanza.

3) DURATA DELLA PRATICA FORENSE
Per coloro che si sono laureati durante l’ultima sessione di laurea dell’anno accademico 2018/2019, la durata della pratica forense sarà di 16 mesi e non di 18 mesi.

Qui il testo completo del Decreto n.22 dell’8 aprile 2020.

AGGIORNAMENTO 22 APRILE 2020: L’emendamento sostenuto da UNAEP è stato dichiarato inammissibile dalla presidenza della commissione bilancio alla Camera. Pertanto, l’idea di un’ammissione all’esame orale di tutti i candidati alle prove orali, con la correzione delle prove scritte in sede di colloquio è definitivamente archiviata. 

Servicematica è l’alleato degli studi legali e aziende nello sviluppo del loro potenziale informatico e digitale. Scopri i nostri servizi

———

LEGGI ANCHE:

Esame Avvocato: il Decreto “Rilancio” sblocca la situazione

Ulteriori notizie sul Bonus per gli Avvocati

truffa via sms

INPS: attenzione alla nuova truffa via sms

Dopo i recenti problemi al sito dell’INPS, segnaliamo l’aumento di tentativi di truffa via sms che sembrano inviati dall’Istituto stesso.

Questa attività, denominata phishing, ha l’obiettivo di rubare informazioni personali, password di accesso, numeri di carte di credito e altre informazioni sensibili degli utenti.

Si chiede pertanto di prestare particolare attenzione.

TRUFFA VIA SMS INPS: I DETTAGLI

È stata la stessa INPS a dare notizia delle recenti attività di phishing tramite un comunicato stampa e la pubblicazione di un avviso sul suo sito tra il 6 e il 7 aprile 2020.

Il tentativo di truffa via sms avviene proprio tramite messaggi recapitati sul proprio smartphone che:
– fanno riferimento alla richiesta di aggiornare le domande presentate per ottenere le misure di sostegno previste durante l’epidemia da COVID-19 (bonus da 600 euro, bonus baby sitting o altri servizi dell’istituto),
– contengono un link a un sito esterno dal quale viene scaricata una app malevola.

Gli SMS non sono realmente inviati dall’INPS, sebbene sia facile cadere nell’inganno.

COSA FARE SE SI RICEVE UN SMS DALL’INPS SOSPETTO

Gli SMS inviati realmente dall’INPS non contengono MAI link.
Va inoltre ricordato che l’unico modo per controllare l’avanzamento della propria domanda di indennità o di altri servizi è tramite il sito dell’INPS.

Quindi, cosa fare se si riceve un SMS sospetto?

Bisogna assolutamente NON cliccare sul link e cancellare il messaggio.
Chi desidera, può segnalare l’accaduto alla Polizia Postale.

IL PHISHING

Il tentativo di truffa via sms è solo una delle possibili forme di phishing.
Generalmente avviene tramite mail ben costruite, con tanto di loghi ufficiali di banche, enti o aziende, nelle quali si chiede al destinatario di comunicare dati personali e riservati o di cliccare su un link malevolo adducendo a importanti motivi tecnici, alla possibilità di ottenere rimborsi o altro.

Vi invitiamo nuovamente a prestare grande attenzione ai messaggi e alle mail che ricevete in questo periodi di emergenza in cui l’emotività può trarre più facilmente in inganno.

Servicematica è l’alleato degli studi legali e aziende nello sviluppo del loro potenziale informatico e digitale. Scopri i nostri servizi
———

LEGGI ANCHE:

Decreto Liquidità: potenziato il Fondo di Garanzia per le PMI e i professionisti

Sicurezza informatica: un problema non solo dell’INPS

giustizia

Settore giustizia: tutto rinviato all’11 maggio

Dopo un prima sospensione fissata al 22 marzo, una seconda al 15 aprile, il settore della giustizia si trova davanti a un ulteriore rinvio delle udienze e alla sospensione dei termini fino al prossimo 11 maggio 2020.

Così è scritto nel comunicato n.30 del Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2020 relativo al Decreto Liquidità. Il comunicato contiene le “misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e di giustizia”.
Il settore della giustizia è trattato al punto 5 del comunicato.

La proroga all’11 maggio non tocca le udienze urgenti, per esempio:
– udienze civili che riguardano minorenni e questioni familiari,
– convalide di arresto e fermo nel penale,
– udienze che coinvolgono detenuti se gli avvocati difensori chiedono di procedere.

Queste udienze potranno essere svolte da remoto.

A subire lo slittamento all’11 maggio sono:

– il termine per il rinvio d’ufficio delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari,
– il decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili e penali,
– la sospensione dei termini per la notifica del ricorso in primo grado innanzi alle Commissioni tributarie.

E DOPO L’11 MAGGIO?

Come fa notare Il Sole 24 Ore, lo slittamento aumenterà il carico di lavoro quando l’operatività del settore giustizia tornerà al 100%.
Gli arretrati, infatti, bisognerà pur smaltirli prima o poi, con tutto ciò che ne conseguirà in termini di efficienza ed efficacia del sistema.
Ironicamente, ciò accadrebbe proprio in un periodo in cui, almeno negli ultimi anni, si era assistito a una riduzione degli arretrati e dei tempi dei processi.

Quando sarà possibile, il ritorno alla normalità sarà comunque molto lento.
I capi degli uffici giudiziari dovranno infatti garantire che vengano evitati assembramenti nei palazzi di giustizia per evitare il diffondersi del contagio, ma questo complicherà lo svolgimento di quelle attività che necessitano della presenza delle parti e degli operatori della giustizia.

D’altro canto, l’attuale ricorso alle udienze da remoto ha dei limiti, come l’impossibilità di assumere le testimonianze o le dichiarazioni di consulenti e periti, mentre sul fronte delle tecnologie telematiche si fa notare che il personale delle Cancellerie che opera in smart working non ha la possibilità di accedere ai registri civili e penali e di depositare gli atti.

Staremo a vedere come si evolve la situazione generale e vi terremo informati.

Servicematica è l’alleato degli studi legali nello sviluppo del loro potenziale informatico e digitale. Scopri i nostri servizi

———

LEGGI ANCHE:

Corte di Cassazione: modifiche ai procedimenti civili e penali

Accaparramento di clientela e avvocati che sfruttano COVID-19


LEGGI ANCHE

Scadenza della firma digitale

Scadenza firma digitale: cosa fare degli atti già firmati?

Nella dimensione telematica, la durata dei processi cozza con la durata della firma digitale Il passaggio al processo telematico presenta indubbiamente numerosi vantaggi, ma anche…

Rimini, carceri al collasso: penalisti in sciopero

Tribunale fermo per due giorni contro il sovraffollamento. Gli avvocati chiedono un intervento immediato

Parcelle degli avvocati, il giudice non può scendere sotto il 50% dei parametri forensi

La Cassazione ribadisce: compensi dignitosi e minimi inderogabili sono una garanzia di ordine pubblico e tutela della professionalità forense. La sentenza conferma il valore costituzionale…

Accaparramento di clientela e avvocati che sfruttano COVID-19

Accaparramento di clientela e avvocati che sfruttano COVID-19

Iniziamo questo articolo ricordandovi cosa dice l’art.37 del Codice Deontologico Forense a proposito dell’accaparramento di clientela:

1.L’avvocato non deve acquisire rapporti di clientela a mezzo di agenzie o procacciatori o con modi non conformi a correttezza e decoro.

2.L’avvocato non deve offrire o corrispondere a colleghi o a terzi provvigioni o altri compensi quale corrispettivo per la presentazione di un cliente o per l’ottenimento di incarichi professionali.

3. Costituisce infrazione disciplinare l’offerta di omaggi o prestazioni a terzi ovvero la corresponsione o la promessa di vantaggi per ottenere difese o incarichi.

4. E’ vietato offrire, sia direttamente che per interposta persona, le proprie prestazioni professionali al domicilio degli utenti, nei luoghi di lavoro, di riposo, di svago e, in generale, in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

5.E’ altresì vietato all’avvocato offrire, senza esserne richiesto, una prestazione personalizzata e, cioè, rivolta a una persona determinata per uno specifico affare.

6.La violazione dei doveri di cui ai commi precedenti comporta l’applicazione della sanzione disciplinare della censura.

TUTTO GRATIS AL TEMPO DEL CORONAVIRUS?

Se frequentate i social, sopratutto LinkedIn, vi sarete accorti anche voi che in questo periodo di lock down molti sono le aziende e i professionisti che stanno concedendo servizi o corsi di formazione gratuiti.
Il motivo -apparente- è la solidarietà, la voglia di dare una mano a chi si trova a casa con il lavoro fermo. In realtà, è chiaro che sotto ci sia anche una finalità meno nobile, ovvero catturare gli utenti potenzialmente interessati ai servizi/beni offerti con l’esca del regalo e poi, quando sarà, trasformarli in clienti paganti.

Questa attività di acquisizione clienti esisteva anche prima del Coronavirus e non è necessariamente una cattiva cosa: l’utente ha la possibilità di provare gratis qualcosa per la quale non avrebbe probabilmente mai pagato e il fornitore può entrare in contatto con un numero maggiore di potenziali clienti.
È una situazione win-win, in cui tutti vincono.

Ma quando a sfruttare questa tecnica è un avvocato, la storia potrebbe complicarsi proprio perché vi è il rischio di scadere nell’accaparramento di clientela vietato dal Codice Deontologico.
Ancor peggio se l’avvocato in questione fa leva sulla sofferenza di chi ha perso una persona cara a causa dell’epidemia da COVID-19.

L’ACCAPARRAMENTO DI CLIENTELA E LA LEVA COVID-19

A quanto pare, questo è ciò che sta succedendo.

Studi di avvocati (e non solo) hanno pensato che fosse una mossa furba offrire consulenze legali gratuite o altri servizi per aiutare i cittadini in:
– cause di divorzio provocati dalla convivenza forzata,
– ricorsi in caso di rifiuto di concessione delle misure di sostegno del decreto legge “Cura Italia”,
cause contro il personale medico colpevole di presunti errori e mancanze.

Quest’ultima è forse la peggiore delle tre ipotesi, poiché va davvero a sfruttare l’emotività dei parenti delle vittime e lo fa contro una categoria, quella dei medici, che è in prima linea nel gestire l’emergenza COVID-19.

Dunque, dove sono la correttezza, il decoro, l’onestà e il senso di responsabilità più volte indicati nel Codice Deontologico Forense e non solo nell’articolo dedicato all’accaparramento di clientela?

LE REAZIONI DAL MONDO FORENSE

Davanti a questi attacchi ai medici, Filippo Anelli, presidente della FNOMCEO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha scritto una lettera ad Andrea Mascherin, presidente del Consiglio Nazionale Forense, per chiedere maggiore vigilanza su comportamenti scorretti. 

Intanto, alcuni ordini forensi locali, come Napoli, Palermo e Roma, hanno già preso posizione contro questi professionisti che, per fortuna, rappresentano una minima parte della classe forense ma rischiano di comprometterne la reputazione.

Infine, anche l’Organismo Congressuale Forense, per voce dell’Avv. Malinconico, esprime la sua opinione sulle segnalazioni di «atti di indebito accaparramento della clientela».
In un protocollo inviato ai Presidenti dei COA scrive:
«Si tratta di comportamenti rapaci e inaccettabili, posti in palese e grave violazione delle elementari regole deontologiche, con cui pochi “avvocati” scorretti agiscono in modo da indurre in errore gli utenti meno avveduti, così procurando un incalcolabile danno di immagine e di credibilità all’intera Avvocatura Italiana» e invita i presidenti a valutare i singoli casi proprio alla luce dei provvedimenti disciplinari previsti per l’accaparramento di clientela.

Servicematica è l’alleato degli studi legali nello sviluppo del loro potenziale informatico e digitale. Scopri i nostri servizi

———

LEGGI ANCHE:

Nuovi provvedimenti di Cassa Forense a favore degli avvocati

Decreto Liquidità: potenziato il Fondo di Garanzia per le PMI e i professionisti

Fondo di Garanzia per le PMI

Decreto Liquidità: potenziato il Fondo di Garanzia per le PMI e i professionisti

Chi è imprenditore forse già conosce il Fondo di Garanzia per le PMI, ma se siete professionisti, probabilmente non sapete che anche voi potete accedere ai suoi servizi. 

Il D.M del 18.4.2015 ha infatti equiparato i liberi professionisti alle piccole e medie imprese, con tutti i benefici che ne possono derivare.

Ma perché ne parliamo?

Perché il decreto legge n. 18/2020 “Cura Italia” contiene al suo interno misure di sostegno economico per le famiglie, i lavoratori e anche le imprese obbligati a fare i conti con le ripercussioni generate dall’epidemia da COVID-19.

Tra queste misure vi è anche il rafforzamento del Fondo Centrale di Garanzia per l’accesso al credito da parte delle PMI.

Anche il comunicato stampa n.39 del 6 aprile, legato al cosidetto decreto “Liquidità”, ribadisce il potenziamento del Fondo.

IL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI

Il Fondo di Garanzia per le PMI è stato istituito con la Legge n. 662/96 ed è operativo dall’anno 2000.

Il suo scopo è facilitare l’accesso delle PMI ai finanziamenti concedendo loro una garanzia pubblica che affianca o sostituisce le garanzie offerte dalle imprese stesse.

La garanzia del Fondo è alimentata anche grazie a risorse europee e si attiva solo in caso di finanziamenti concessi da banche, società di leasing o altri intermediari.

A poterne beneficiare non solo solo le PMI, piccole o medie imprese (fino a 499 dipendenti), ma anche le microimprese, le start up e i professionisti che sono iscritti a ordini professionali o parte di associazioni professionali inserite nell’apposito elenco del Ministero dello Sviluppo Economico. 

Chiaramente, la garanzia, così come i finanziamenti, non viene concessa a tutti ma solo a coloro che appaiono in grado di rimborsare il finanziamento garantito, pertanto viene sempre analizzata la stabilità economica e finanziaria del richiedente.

Le imprese la cui situazione economia-finanziaria le faccia ricadere nelle classificazioni “sofferenze” o “inadempienze probabili” o che rientrino nella definizione di “impresa in difficoltà” (art. 2 punto 18 del Reg. UE n. 651/2014) non possono accedere al fondo.

LE NOVITÀ INTRODOTTE DAL DECRETO CURA ITALIA

Il Decreto contiene una parte dedicata alle “Misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario” (Titolo III) e all’art.49 si parla specificatamente del Fondo di Garanzia per le PMI.

Nel testo è indicato che per 9 mesi dall’entrata in vigore del Decreto, quindi fino al 17 dicembre 2020, vengono attuati diversi potenziamenti.
Qui di seguito ve ne citiamo solo alcuni.
Per un approfondimento completo, vi invitiamo a leggere il testo originale del Decreto Cura Italia.

PROROGA DEI TERMINI

Tutti i termini relativi agli adempimenti amministrativi di operazioni garantite del Fondo sono prorogati per 3 mesi.

ACCESSO AL FONDO FACILITATO

L’accesso al Fondo di Garanzia per le PMI è concesso in base alla sola valutazione economico-finanziaria, senza considerare i dati di Centrale Rischi e credit bureau e gli eventi pregiudizievoli.

GARANZIA GRATUITA

La garanzia diventa gratuita per tutte le operazioni e viene annullato il pagamento delle commissioni per il mancato perfezionamento delle operazioni finanziarie presentate dalla data di entrata in vigore del decreto.

AUMENTO DEL TETTO MASSIMO

L’ammontare massimo dei finanziamenti sale da 2,5 milioni a 5 milioni di euro.

AUMENTO DELLA PERCENTUALE MASSIMA DI GARANZIA

Per interventi di garanzia diretta la percentuale potrà essere anche dell’80% in caso di finanziamenti sotto 1,5 milioni di euro.
Per interventi di riassicurazione la percentuale può raggiugnere il 90% dell’importo già garantito da Confidi o altri consorzi, sempre fino a un massimo di 1,5 milioni di euro a impresa.

AMMESSE LE OPERAZIONI DI RINEGOZIAZIONE DEL DEBITO

Possono essere garantite le rinegoziazioni del debito a patto che il finanziatore conceda un nuovo finanziamento per almeno il 10% del debito residuo.

ALLUNGAMENTO AUTOMATICO DELLA GARANZIA

È estesa la durata della garanzia sui finanziamenti già garantiti che hanno subito la sospensione delle rate o della quota capitale da parte delle banche o altri intermediari a causa degli effetti di COVID-19.

ACCESSO ALLE PERSONE FISICHE

Le persone fisiche che esercitano attività di impresa, arti o professioni la cui attività economica sia stata danneggiata dagli effetti di COVID-19 possono accedere alla garanzia, gratuitamente e senza alcuna valutazione, per finanziamenti inferiori a 18 mesi e fino a un importo di 3000 euro:

COME ACCEDERE AL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI

Per accedere alla garanzia non bisogna rivolgersi direttamente al Fondo ma

  • – alla banca alla quale si intende chiedere il finanziamento chiedendo anche l’attivazione della garanzia del Fondo,

oppure

  • – a un Confidi che offra la garanzia e che richieda la controgaranzia al Fondo.

Per tutte le info potete visitare www.fondidigaranzia.it e il sito del Ministero dello Sviluppo Economico

Servicematica è l’alleato di aziende e professionisti nello sviluppo del loro potenziale informatico e digitale. Scopri i nostri servizi

———

LEGGI ANCHE:

Livelli occupazionali e accordi sindacali: la pesante clausola del Decreto Liquidità

Il diritto di visitare i figli e gli ostacoli del Coronavirus

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Acn
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto