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[AGGIORNATO 19 MAGGIO] Bonus avvocati: nuovi pagamenti ma le risorse sono terminate

Aggiornamento 19 maggio:
Lo scorso 15 maggio, Cassa Forense ha comunicato tramite il proprio sito che,
a seguito dei nuovi stanziamenti disposti con D.I. n. 10 del 4 maggio 2020, è stato possibile provvedere alla liquidazione delle rimanenti richieste di bonus da 600 euro relative al mese di marzo.
Il totale delle domande liquidate, sempre riferite al mese di marzo, ha riguardato 139.311 iscritti.

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Il 22 aprile 2020, tramite un comunicato sul suo sito, Cassa Forense ha annunciato l’erogazione di altri 28.252 ‘bonus avvocati’. 

Inoltre, ha ripreso quanto già annunciato in un precedente comunicato a proposito del pagamento del bonus da 600 euro a coloro che si sono iscritti a Cassa Forense nel periodo tra l’1 gennaio 2019 e l’1 aprile 2020 e che ne avevano fatto domanda.
Cassa Forense ha assicurato che tali soggetti non sono affatto esclusi dall’erogazione del bonus avvocati e garantisce quindi che le loro domande sono state regolarmente accettate, che la loro posizione cronologica è invariata e che si procederà coi pagamenti.

Ed è proprio qui che sorge un problema. Anzi, IL problema…

NON CI SONO PIÙ SOLDI PER IL BONUS AVVOCATI

Secondo Il Sole 24 Ore, al 19 aprile le domande per l’ottenimento del bonus di 600€ giunte a Cassa Forense erano poco più di 136.000. I bonus già erogati quasi 74.000 €.

Che le risorse economiche a disposizione per coprire il reddito di ultima istanza non fossero infinite, già si sapeva.

E infatti, sono terminate.

Nel medesimo comunicato del 22 aprile, Cassa Forense scrive: «il budget disponibile ha consentito di definire le domande degli aventi diritto presentate fino alle ore 17.00 del 2 aprile 2020.
Le circa 30.000 domande pervenute in epoca successiva sono, al momento, prive di copertura.»

E ADESSO, CHE SI FA?

Cassa Forense informa che l’Adepp solleciterà nuovamente il Ministero del Lavoro per ottenere un ulteriore finanziamento che permetta di pagare tutte le domande non ancora evase. 
Aggiunge anche che tale richiesta vuole
«porre rimedio alla già segnalata iniquità dell’esclusione dal beneficio dei titolari di pensione d’invalidità, reversibilità e indirette, nonché del criterio di “esclusività” di iscrizione ad una Cassa professionale, introdotto dall’art. 34 del D.L. 8 aprile 2020, n. 23.»

Vi aggiorneremo.

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