Risorse, Claudia Ratti (Confintesa FP): “Si investa sul personale interno, non solo su consulenze esterne”

“Non è chiaro perché, quando ci sono fondi extra per risolvere problemi, questi vengano destinati all’esterno invece di investire sul personale già in servizio, l’unico che conosce tutti i meccanismi del sistema”, dichiara Claudia Ratti, Segretario Generale di Confintesa Funzione Pubblica.

L’affermazione si riferisce alla recente decisione del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e del suo staff di affidare al Formez l’assunzione di 59 nuove unità a tempo determinato per il progetto PINTOPAGA, con un costo stimato tra i 43.200 e i 69.120 euro per persona.

“Queste risorse esterne sanno già cosa fare o dovranno essere formate dal personale interno, che guadagna circa la metà per le stesse funzioni?” sottolinea Ratti, evidenziando una gestione poco efficiente delle risorse disponibili.

Questa scelta si aggiunge a quella dei recenti bandi pubblici per esperti destinati alla Struttura di missione per la valutazione delle politiche pubbliche e la revisione della spesa del Ministero della Giustizia. “I nuovi bandi prevedono stipendi fino a 50mila euro lordi per consulenti esterni, mentre il personale interno, che quotidianamente si occupa di funzioni analoghe, resta sottopagato e non valorizzato”, aggiunge Ratti.

Confintesa Funzione Pubblica chiede trasparenza e una strategia chiara per l’ottimizzazione delle risorse umane interne, già di base formate e competenti, e ribadisce l’importanza di investire su chi lavora da anni per il buon funzionamento della macchina amministrativa.


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Processo telematico, AIGA: Imprescindibile il “doppio binario” anche per gli avvocati per il deposito degli atti

Il Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA), Carlo Foglieni, ieri mattina ha partecipato all’audizione in Commissione Giustizia Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge n. 766 sul Processo telematico. In tale occasione, dopo aver evidenziato che molte delle proposte contenute nel DDL in esame sono state successivamente recepite dal D. Lgs. n. 164/2024 (cd. “Correttivo Cartabia Civile”) e dai diversi atti normativi e specifiche tecniche del DSGIA succedutesi nel tempo, il Presidente ha evidenziato le criticità legate al mancato funzionamento del processo penale telematico.

Quello che gli operatori del diritto auspicano più di tutto è la piena funzionalità del processo telematico – afferma il Presidente – altrimenti vi è il serio rischio di ledere il diritto di difesa costituzionalmente garantito, come sta accadendo con il processo penale telematico, allorquando risulta telematicamente impossibile il deposito di atti nei termini perentori previsti dalla legge. A tal fine sarebbe auspicabile prevedere anche per gli avvocati la possibilità di depositare in modalità non telematiche (cd. “doppio binario”) in caso di malfunzionamento e/o mancata autorizzazione al fascicolo telematico, nonché nel corso delle udienze in camera di consiglio e dibattimentali.

Al fine di raggiungere la piena funzionalità del processo telematico – conclude il Presidente – sarebbe inoltre auspicabile l’istituzione di un “Osservatorio permanente” che coinvolga tutti gli operatori del diritto, in primis la giovane avvocatura, che è quella più avvezza all’uso dei sistemi telematici e che più crede nella digitalizzazione del processo.


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Nordio e la separazione delle carriere: “Un riequilibrio, non una rivalsa”

La riforma della separazione delle carriere nella magistratura è al centro del dibattito politico e istituzionale. Dopo il primo via libera in Consiglio dei Ministri, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si prepara a presentare il progetto con “la serenità di chi sta adempiendo al mandato elettorale”.

“Riequilibrio dei poteri, non una rivalsa”

In un’intervista, Nordio ha chiarito la filosofia alla base della riforma: “Non è una rivalsa contro la magistratura, ma un riequilibrio dei poteri. Ho visto molte interferenze politiche da parte di magistrati che poi pronunciano sentenze. Un magistrato che definisce il presidente del Consiglio pericoloso non può giudicarlo: serve un’Alta Corte indipendente”.

Tuttavia, il Ministro ha respinto le critiche secondo cui questa riforma sarebbe un attacco all’indipendenza della magistratura: “La separazione delle carriere rafforzerà il principio del giudice terzo e imparziale, lontano da vincoli correntizi”.

Referendum per la riforma

Nordio ha sottolineato che la riforma sarà sottoposta a referendum: “È una materia delicata, e la sovranità appartiene al popolo. Il referendum fugherà ogni sospetto di baratterie politiche. Tuttavia, spero che non diventi uno scontro tra governo e magistratura, ma un momento di informazione e confronto”.

Critiche e opposizioni

L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) si è dichiarata in allarme, definendo la riforma un pericolo per le garanzie costituzionali. Nordio, però, ha ribattuto: “L’indipendenza della magistratura è nella Costituzione, ma finora ho visto giudici troppo vicini alla politica. Non stiamo togliendo garanzie ai cittadini, le stiamo rafforzando”.

Rispondendo alle accuse di svolta autoritaria, il Ministro ha aggiunto: “Ogni modifica costituzionale sarà coerente con i principi democratici. La separazione delle carriere allontanerà l’inquisitore dal giudice imparziale, prevenendo abusi e garantendo un processo più equo”.

Non uno scudo penale, ma più garanzie per tutti

Nordio ha anche smentito l’ipotesi di introdurre uno scudo penale per le forze dell’ordine: “Non so chi l’abbia inventato. Stiamo lavorando per tutelare tutti i cittadini, eliminando il marchio di infamia che deriva dall’essere indagati. Studiamo strumenti che consentano a chiunque abbia interessi legittimi di partecipare agli atti di indagine, senza però compromettere i principi di giustizia”.


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La Lega si compatta attorno a Zaia e rilancia sull’elezione diretta delle Province

Si è conclusa ieri alla Camera, dopo circa due ore di discussione, la riunione del consiglio federale della Lega, alla presenza del segretario Matteo Salvini e dei suoi vice Claudio Durigon, Alberto Stefani e Andrea Crippa. Presenti anche i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e delle Autonomie, Roberto Calderoli.

“Totale sintonia e condivisione degli obiettivi fra Matteo Salvini, Luca Zaia e l’intero consiglio federale. Il Veneto è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale. Per la Lega, squadra che vince non si cambia”, si legge nella nota diffusa al termine dell’incontro.

Zaia verso il terzo mandato?

Uno dei temi centrali della riunione è stato il futuro del governatore veneto Luca Zaia, che potrebbe ricandidarsi per un terzo mandato alle prossime regionali. Un’ipotesi che ha trovato il sostegno dei vertici leghisti, come confermato dal ministro Giorgetti: “Si trova, si trova…”, ha dichiarato con ottimismo, riferendosi a un possibile accordo con gli alleati di centrodestra.

Anche Claudio Durigon, vicesegretario del partito, ha espresso il proprio sostegno: “Zaia è un bravissimo amministratore. Se sarà lui il candidato del centrodestra unito? Speriamo”.

Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ha sottolineato l’importanza di mantenere il controllo delle Regioni governate dal partito: “La Lega, essendo un partito del territorio, vuole tenersi le Regioni dove governa, assicurando il buon governo. È interesse della premier Meloni trovare una soluzione soddisfacente per gli alleati leali e collaborativi”.

Focus sull’elezione diretta dei presidenti di Provincia

Tra i temi discussi, il consiglio federale ha dato il via libera all’elezione diretta dei presidenti di Provincia. “In particolare, è stata espressa la volontà di renderlo possibile in Sicilia già dalla prossima primavera”, si legge nella nota ufficiale.

La proposta, inclusa nel programma elettorale del presidente siciliano Renato Schifani, punta a migliorare la manutenzione di scuole e strade. Per raggiungere questo obiettivo, sarà presentato un emendamento ad hoc alla Camera, con l’intento di ottimizzare il coordinamento tra i livelli di governo, soprattutto nelle situazioni di emergenza.

Il Friuli Venezia Giulia, intanto, ha già avviato l’iter per reintrodurre le Province elettive, votando la modifica in Consiglio. Ora si attende il passaggio parlamentare per approvare le necessarie modifiche statutarie.

Con questa compattezza di intenti, la Lega si prepara a rilanciare la sua azione politica sul territorio, puntando su amministratori solidi e su una maggiore autonomia decisionale per le istituzioni locali.


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Un passo in avanti significativo verso la digitalizzazione dei processi amministrativi e la semplificazione delle procedure che rientra fra le priorità dell’azione di Governo

Riforma della giustizia: l’Anm pronta allo sciopero contro la separazione delle carriere

L’Assemblea generale straordinaria dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), riunitasi ieri nell’Aula Magna della Cassazione, ha espresso un forte dissenso nei confronti della riforma costituzionale sull’ordinamento giudiziario, definita “una riforma della magistratura, non della giustizia, che porterà solo effetti negativi per i cittadini”.

Sciopero e sensibilizzazione

Tra le iniziative più rilevanti della mozione approvata dall’assemblea spicca la proclamazione di “una o più giornate di sciopero” per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma, in relazione all’iter parlamentare del disegno di legge costituzionale.

L’Anm prevede anche l’istituzione di un comitato operativo per la difesa della Costituzione, aperto a rappresentanti dell’avvocatura, dell’università e della società civile, indipendente da ogni influenza politica. Questo comitato avrà l’obiettivo di informare i cittadini e organizzare una manifestazione nazionale in un luogo istituzionale significativo, subito dopo la prima approvazione della riforma.

Proteste e strategie

La mozione include ulteriori azioni:

  • Proteste simboliche in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025.
  • Incontri e sinergie con le altre magistrature.
  • Rafforzamento della strategia comunicativa attraverso esperti del settore.
  • Coinvolgimento delle istituzioni europee per monitorare l’indipendenza della magistratura e, se necessario, attivare procedure di infrazione.

L’assemblea ha invitato la Giunta esecutiva centrale a stanziare le risorse necessarie per realizzare queste iniziative.

Santalucia contro Meloni: “Paternalismo non richiesto”

Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha risposto duramente alle dichiarazioni del premier Giorgia Meloni, che aveva definito la separazione delle carriere una “riforma necessaria per tutelare i magistrati e i cittadini”.

“Non abbiamo bisogno di paternalismo. Il governo autonomo è una caratteristica della magistratura. Servono buone leggi e risorse adeguate, non che ci si liberi da qualcosa o qualcuno”, ha dichiarato Santalucia, sottolineando che l’associazionismo tra magistrati è vivo e vitale, come dimostrato dall’ampia partecipazione di oggi, inclusi molti giovani magistrati.

Un clima teso

La partecipazione straordinaria all’assemblea, secondo l’Anm, riflette il clima di tensione che si respira nei tribunali italiani, in particolare riguardo al tema della separazione delle carriere, che molti magistrati considerano una minaccia all’autonomia e all’indipendenza del sistema giudiziario.

Un dibattito che si preannuncia acceso, con l’Anm pronta a mobilitarsi su tutti i fronti per difendere l’ordinamento giudiziario e la Costituzione.


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Sicurezza, formazione e infrastrutture: il decreto Giustizia passa ora alla Camera

Con 93 voti favorevoli, nessun contrario e 62 astensioni, il Senato ha dato il via libera al decreto legge 29 novembre 2024, n. 178, noto come decreto Giustizia. Tra le principali novità, una stretta sull’utilizzo del braccialetto elettronico: oltre alla manomissione, anche condotte gravi e reiterate che ne ostacolano il funzionamento porteranno il giudice a revocare la misura, sostituendola con la custodia cautelare in carcere.

Altra misura significativa è l’introduzione della copertura Inail per chi svolge lavori di pubblica utilità come pena sostitutiva per reati con condanne non superiori a tre anni.

Organizzazione della giustizia

Il decreto, che ora passa all’esame della Camera, prevede il rinvio delle elezioni per i Consigli giudiziari e il Consiglio direttivo della Corte di Cassazione ad aprile 2025. Inoltre, equipara le funzioni direttive superiori di giudici e procuratori di legittimità, richiedendo almeno due anni di servizio prima del pensionamento.

Un’altra modifica riguarda la riforma Cartabia del processo civile: per i magistrati assegnati a procedimenti familiari in via esclusiva o prevalente, il limite di permanenza nell’incarico presso lo stesso ufficio sarà sospeso a partire da ottobre 2025.

Formazione obbligatoria e magistratura onoraria

I corsi di formazione diventeranno obbligatori per i magistrati già titolari di incarichi direttivi. Si riduce da 24 a 12 mesi il periodo di assegnazione all’Ufficio del processo per i giudici onorari di pace nominati entro il 31 dicembre 2026, con la garanzia della copertura finanziaria.

Nuove carceri e edilizia penitenziaria

Il provvedimento stanzia 95,7 milioni di euro per la costruzione di nuove carceri, attingendo risorse da tre fondi: quello per la riforma della magistratura onoraria (73,5 milioni), il rimborso delle spese legali agli imputati assolti (13,2 milioni), e il fondo per la giustizia riparativa (8,9 milioni).

In tema di edilizia penitenziaria, la gestione commissariale sarà prorogata fino al 31 dicembre 2026 per completare il piano straordinario di interventi.

Disciplina transitoria

L’articolo 8 introduce una norma di interpretazione autentica sulle disposizioni transitorie del decreto legislativo n. 136 del 2024, chiarendo i termini di applicazione della disciplina del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.


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Cassazionisti, AIGA chiede una proroga per l’iscrizione all’albo speciale

Una proposta di emendamento al decreto “Milleproroghe” volta a prorogare, anche per l’anno 2025, la “vecchia” modalità di iscrizione all’albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, con la previsione dell’automatica abilitazione come avvocato cassazionista al decorrere del dodicesimo anno di iscrizione all’albo circondariale ordinario, è stata inviata dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) alle forze politiche parlamentari.

Carlo Foglieni, presidente nazionale AIGA, afferma: “Rispetto agli altri anni, dove avevamo evidenziato l’iniquità di applicare retroattivamente la nuova norma per tutti coloro che erano iscritti prima dell’entrata in vigore della Legge Professionale, ossia il 2 febbraio 2013, quest’anno la proroga si rende invece ancor più necessaria in attesa dell’approvazione della nuova Legge professionale, attualmente in fase di redazione e discussione presso la costituente istituita all’indomani del Congresso Nazionale Forense tenutosi nel dicembre 2023: riteniamo infatti che sia irragionevole far entrare in vigore una norma che verrà a breve abrogata e rivista.

Peraltro proprio in occasione del Congresso 2023, AIGA aveva presentato la mozione n. 73 che prevedeva la reintroduzione, accanto a nuovi requisiti introdotti con la Legge 247/2012, quello dei dodici anni di iscrizione all’Albo ordinario. Mozione che aveva in quell’occasione ottenuto la maggioranza dei voti (47,95% favorevoli, 42,43 % contrari e 3,21% astenuti) ma non era stata approvata in quanto non aveva raggiunto la maggioranza dei presenti (232 a fronte dei 222 voti favorevoli ricevuti), segno evidente che si tratta di una richiesta condivisa non solo dalla giovane avvocatura. Un motivo in più per accogliere la proposta di proroga”.


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“Con la pubblicazione del bando per 3246 nuovi allievi agenti della Polizia Penitenziaria, diamo un segnale forte e concreto. Questo Governo investe sulla sicurezza del Paese e sul potenziamento di un Corpo che svolge un ruolo fondamentale per la giustizia italiana.

Il bando prevede: 1947 posti riservati ai volontari che prestano o hanno prestato servizio nelle Forze Armate e 1299 posti aperti a tutti i cittadini italiani.

L’obiettivo che ci poniamo è quello di avviare i corsi entro dicembre 2025 al fine di garantire l’entrata in servizio tra aprile e maggio 2026, una volta concluso l’iter formativo del 185° corso che a breve inizierà la formazione prevista.

Il Governo Meloni continua a mantenere le promesse: più sicurezza, più lavoro, più futuro.”

È quanto dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, Sottosegretario di Stato alla Giustizia.


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Ricorso inammissibile per errore PEC: la protesta dei penalisti

La decisione della prima sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 47557/2024, ha suscitato indignazione tra i penalisti. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato a una presunta casella PEC “sbagliata”, basandosi su un’erronea interpretazione normativa.

La denuncia dell’UCPI
In una nota, l’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI) ha espresso incredulità verso la decisione, evidenziando che il provvedimento istitutivo del 9 novembre 2020, aggiornato il 16 giugno 2021, attribuiva alle PEC solo una funzione generica per il deposito degli atti, senza specificare una destinazione vincolante per il tipo di documento.

L’UCPI sottolinea che eventuali suddivisioni interne delle caselle PEC sono frutto di provvedimenti organizzativi adottati dai capi degli uffici giudiziari, privi di forza normativa e dunque non vincolanti. Pertanto, una loro inosservanza non può giustificare la grave conseguenza di dichiarare inammissibile un ricorso.

Un pericoloso precedente
La giunta dell’UCPI ha messo in luce l’incoerenza rispetto a precedenti pronunce, anche della stessa sezione della Cassazione, dove erano stati ritenuti validi depositi inviati a caselle genericamente attribuite agli uffici giudiziari, senza penalizzare errori formali del tutto irrilevanti per il diritto di difesa.

L’appello dei penalisti
L’UCPI ha ribadito la necessità di garantire uniformità nell’applicazione delle norme del processo penale telematico, a tutela dei diritti fondamentali della persona e del ruolo dell’avvocato difensore. “Non possiamo accettare – si legge nella nota – che il diritto alle impugnazioni venga compromesso da formalismi procedurali che non hanno alcuna giustificazione sostanziale”.

Un invito al ripensamento
I penalisti auspicano che questa sentenza rimanga un episodio isolato e che sia trovata una soluzione per mitigarne gli effetti negativi. “La transizione al processo penale telematico deve essere accompagnata da regole chiare e applicate in modo uniforme, evitando che indebiti formalismi ledano i diritti di difesa”, conclude l’UCPI.


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Consulta, nuova fumata nera: elezione dei giudici ancora bloccata

La tredicesima seduta comune del Parlamento per eleggere quattro giudici costituzionali si è conclusa con un altro nulla di fatto. Dalle urne di Montecitorio sono emerse 377 schede bianche, seguite da 15 nulle e 9 voti dispersi, mentre la maggioranza richiesta dei tre quinti dell’assemblea – pari a 363 voti – rimane lontana.

La prossima convocazione, che sarà decisa dalla conferenza dei capigruppo in mattinata, rappresenta un momento cruciale: la Corte Costituzionale deve infatti essere al completo entro lunedì, giorno in cui è chiamata a riunirsi in camera di consiglio per decidere sull’ammissibilità dei referendum, tra cui quello sull’Autonomia.

La corsa contro il tempo
L’iter per la nomina è complesso e i tempi strettissimi. Dopo l’elezione, i nuovi giudici devono essere sottoposti alla verifica di requisiti e incompatibilità, prestare giuramento davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e assumere ufficialmente le loro funzioni. Mettere insieme tutti i tasselli entro lunedì appare sempre più una sfida ardua.

Nonostante le difficoltà, Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, si mostra ottimista: “Il problema è il quarto nome, da concordare con l’opposizione, che non è una forza unica. La maggioranza ha già trovato l’intesa al proprio interno. Questa settimana si chiude”.

Il nodo dei nomi
Il rebus delle candidature si trascina da mesi. La maggioranza ha proposto Francesco Saverio Marini, costituzionalista e consigliere giuridico di Palazzo Chigi, mentre l’opposizione sostiene Massimo Luciani, altro costituzionalista di rilievo. Il secondo nome della maggioranza, spettante a Forza Italia, oscilla tra Pierantonio Zanettin e Francesco Paolo Sisto, ma non si esclude un profilo tecnico come Andrea Di Porto, Gabriella Palmieri Sandulli o Valeria Mastroiacovo.

Il quarto giudice, una figura super partes condivisa tra maggioranza e opposizione, resta il vero scoglio. La premier Giorgia Meloni, in conferenza stampa, aveva dichiarato che la presenza di quattro giudici da eleggere con il medesimo quorum “potrebbe agevolare l’intesa con le opposizioni”. Tuttavia, le trattative non sembrano ancora vicine a una conclusione.

Speranze e incertezze
Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, mantiene un tono fiducioso: “Serve un nome di alto profilo condiviso con le opposizioni, ma la situazione si sbloccherà”.

Con le elezioni che si avvicinano al quattordicesimo scrutinio per un giudice e al quinto per tre, la politica corre contro il tempo per evitare un pericoloso vuoto istituzionale nella Corte Costituzionale.


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Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

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