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Nordio: “Interventi su affettività in carcere e separazione delle carriere”

Il Guardasigilli risponde a sei interrogazioni alla Camera.

Separazione delle carriere

«La separazione delle carriere dei magistrati è nel programma di governo e sarà presentata entro il mese di aprile, al massimo di maggio di questo stesso anno. Sarà consustanziale alla riforma del Csm per ovvie ragioni che una separazione delle carriere comporta, quindi due Csm separati. Per fare una riforma radicale occorre cambiare la Costituzione, trattandosi di una revisione costituzionale l’iter sarà ovviamente più lungo e intersecandosi con la riforma del premierato avrà determinati tempi».

Legge Severino

In risposta all’On. Pittalis, Nordio dichiara che la modifica della legge Severino «è all’esame di questa Camera, e speriamo che abbia una sollecita approvazione, la riforma per l’abolizione del reato di abuso di atti di ufficio, la rimodulazione del traffico di influenze e anche (diciamo) l’enfatizzazione della presunzione di innocenza attraverso la privacy dell’informazione di garanzia. Certo, anche per quanto riguarda la legge Severino, noi riteniamo che sia necessaria una rimessa a punto. Non è all’ordine del giorno ma sicuramente fa parte del nostro interesse».

Detenuti e Affettività

Parlando di affettività, il Guardasigilli afferma che «bisogna tener conto innanzitutto del comportamento della persona detenuta in carcere, delle ragioni di sicurezza, ovviamente, e delle esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina. Dovranno essere create, e stiamo già iniziando a farlo, ma non è una cosa che si possa fare dall’oggi al domani, all’interno degli istituti penitenziari degli appositi spazi. Ovviamente anche il personale deve essere addestrato su questo, perché anche questa è una novità».

Aggiunge: «Quello che posso dire è che il governo, e chiaramente questo ministero, è perfettamente consapevole dell’importanza della questione, ed è deciso a dare pienissima attuazione a quella che è la sentenza della Corte Costituzionale».

È stato istituito un gruppo di lavoro multidisciplinare, che prevede come componenti degli appartenenti del nostro ministero, del Garante nazionale per i detenuti, della magistratura di sorveglianza, dell’architettura penitenziaria. E questa direi che è più importante di tutti perché senza strutture, dovremmo convenire che questa novità sarebbe ancora più difficile da realizzare. Ci saranno anche appartenenti al consiglio nazionale forense e del consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, anche questa è una presenza estremamente importante».

Suicidi in carcere

Dichiara Nordio: «I provveditorati dovranno verificare se nei distretti di competenza siano stati stipulati i piani regionali di prevenzione, anche al fine di sollecitarne la pronta approvazione attraverso le interlocuzioni con le rispettive autorità sanitarie».

È stato, inoltre, avviato «un percorso nazionale di intervento continuo, attraverso il Dap, i provveditorati e gli istituti penitenziari. Il 22 ottobre 2022 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Consiglio nazionale degli psicologi e il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, per definire un diverso e più strutturato coinvolgimento degli esperti. Sono stati coinvolti il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, il gruppo di lavoro per lo studio degli eventi suicidari e un gruppo di lavoro che ha già reso una relazione finale».

Aiuto sociale nelle carceri

Si prevede l’istituzione di una cabina di regina interistituzionale in ogni regione, nei confronti delle iniziative inerenti all’assistenza penitenziaria e post-penitenziaria. «Sono stati approvati e sono in corso di realizzazione otto piani triennali per un importo complessivo di oltre 22 milioni e i destinatari che si prevede di raggiungere nel triennio sono circa 12.500».

Prosegue Nordio: «Stiamo lavorando, e molto, alacremente per portare il lavoro in carcere e soprattutto per trovare degli accordi con delle benemerite associazioni per trovare il lavoro ai detenuti una volta liberati. Non è sufficiente che imparino un lavoro in carcere, occorre che una volta liberati si liberino a loro volta, scusate il bisticcio, del marchio di Caino del detenuto. Che vengano assorbiti nella società civile possibilmente attraverso un lavoro che già hanno appreso in carcere».

Laureati 29 detenuti in carcere

«Sono stati organizzati 952 corsi scolastici di primo livello cui hanno partecipato 11.025 detenuti. Sono stati promossi alla classe successiva 4.140 detenuti. Sempre nell’anno scolastico 2022-2023, sono stati attivati 808 corsi di secondo livello cui hanno partecipato 8.347 detenuti. Sono stati promossi alla classe successiva 5.115 detenuti».

Il numero «complessivo dei detenuti coinvolti in percorsi di istruzione nell’anno scolastico 2022-2023 è quindi di 19.372, con un incremento, rispetto all’anno scolastico precedente, di oltre 2.000 unità. Per ciò che concerne gli studi universitari, nell’anno 2022, negli istituti sede di Poli universitari, 608 detenuti risultavano iscritti a corsi universitari».

«Nel 2022 hanno conseguito la laurea 39 detenuti. Per quanto riguarda i corsi di formazione professionale segnalo che, nel primo semestre del 2023, sono stati attivati 274 corsi professionali, cui sono stati iscritti 3.359 detenuti. I detenuti impiegati alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria risultano essere 17.042, mentre i detenuti impiegati non alle dipendenze risultano essere 2.848. I fondi assegnati per le retribuzioni e i detenuti lavoranti sono 123 milioni di euro», conclude.


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