Responsabilità degli enti: il rappresentante legale imputato non può nominare il difensore della società

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10930/2025, ha stabilito che il rappresentante legale di una società, se imputato del reato da cui deriva la responsabilità amministrativa dell’ente, non può nominarne il difensore. L’incompatibilità scatta dal momento in cui gli viene notificata l’informazione di garanzia e si estende anche alla fase cautelare.

Nel caso esaminato, il ricorrente, amministratore e socio unico di una Srl, aveva impugnato un sequestro preventivo sia a titolo personale sia per conto dell’ente. Tuttavia, la nomina dell’avvocato della società da parte sua è stata dichiarata illegittima, poiché in conflitto di interessi con l’ente stesso. Secondo l’articolo 39 del Dlgs 231/2001, un ente deve essere rappresentato dal proprio legale rappresentante, salvo che questi sia imputato del reato presupposto.

La Cassazione ha anche respinto l’argomento del ricorrente secondo cui, essendo unico socio della Srl, avrebbe dovuto essere equiparato a una ditta individuale. La Corte ha ribadito che una società a responsabilità limitata, anche unipersonale, mantiene la propria autonomia patrimoniale rispetto alla persona fisica che la gestisce, diversamente da una ditta individuale.

Questa decisione rafforza il principio secondo cui la difesa della società deve essere garantita da un soggetto indipendente, evitando possibili conflitti di interesse tra l’imputato e l’ente coinvolto nel procedimento.


LEGGI ANCHE

Intercettazioni. Il CNF si esprime

Intercettazioni. Il CNF si esprime sul caso dell’indagine giudiziaria della Procura di Trapani

Con una specifica delibera inviata alla Min. Cartabia, il CNF si esprime sull’indagine giudiziaria della Procura di Trapani durante la quale diverse sarebbero state eseguite…

pagamenti contributi

Scadenze dei pagamenti dei contributi obbligatori 2020

Riportiamo le scadenze dei pagamenti contributi obbligatori 2020 come segnalati nel sito ufficiale di Cassa Forense. Quelli indicati sono i termini ultimi. 28 febbraio 2020…

Procura generica e su foglio separato: ricorso inammissibile e spese a carico dell’avvocato

Procura generica e su foglio separato: ricorso inammissibile e spese a carico dell’avvocato

È valida la procura scritta su un foglio separato e poi allegato al ricorso? E se nella stessa mancasse un qualsiasi riferimento alla sentenza impugnata,…

Vulnerabilità presunta per le vittime di violenza sessuale: la Cassazione chiarisce i limiti del Gip

Con la sentenza n. 10869/2025, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno posto fine a un contrasto giurisprudenziale sulla legittimità del diniego dell’incidente probatorio da parte del giudice per le indagini preliminari (Gip) nei casi di reati di violenza sessuale. Secondo la Suprema Corte, la vulnerabilità della vittima – sia essa minorenne o maggiorenne – è presunta per legge, e il giudice non può escluderla con una propria valutazione discrezionale.

La decisione si fonda sull’interpretazione dell’articolo 392, comma 1-bis, del codice di procedura penale, introdotto con la legge sul “codice rosso”. Questa norma prevede l’anticipazione della testimonianza della vittima nei procedimenti per reati di particolare gravità, come la violenza sessuale e la tratta di esseri umani, proprio per tutelare i soggetti più fragili ed evitare il trauma del processo.

La Cassazione ha stabilito che il Gip, quando si trova di fronte a una richiesta di incidente probatorio per questi reati, non ha margine di discrezionalità nel valutare la vulnerabilità della vittima. Tale condizione è presunta iuris et de iure, e l’unico motivo per negare l’anticipazione della testimonianza può essere la sua superfluità ai fini del processo.

Questa pronuncia rafforza le tutele per le vittime di violenza sessuale e ribadisce l’importanza di evitare inutili esposizioni processuali che potrebbero aggravare il loro stato di fragilità.


LEGGI ANCHE

diritto all'oblio

Diritto all’oblio: Google può non applicarlo fuori dai confini dell’Unione Europea

Tra le tutele inserite nel GDPR, il Regolamento UE n. 2016/679, compare anche il diritto all’oblio, ovvero la possibilità di far cancellare i nostri dati…

banco di scuola

Stop ai cellulari in classe da settembre per elementari e medie

Il Ministero dell'Istruzione ha emanato una direttiva che vieta l'utilizzo degli smartphone in classe, anche a fini didattici.

Dibattito sulla giustizia a Ceglie Messapica: il presidente dell’ANM Santalucia critica le riforme del governo

Affrontati diversi temi del mondo della giustizia e delle riforme proposte dal governo.

Privacy e terzo settore: il Garante riduce le sanzioni per gli enti non profit

Il Garante della Privacy ha applicato una sanzione ridotta a un’associazione non profit coinvolta in un data breach, riconoscendo la natura giuridica non lucrativa dell’ente. Con l’ingiunzione n. 759 del 13 novembre 2024, l’autorità ha imposto una multa di 6 mila euro per violazioni del GDPR, una cifra comunque significativa per organizzazioni con risorse economiche limitate.

Nonostante il GDPR non preveda esplicite semplificazioni per il terzo settore, il Garante ha considerato lo status dell’associazione nella determinazione della sanzione, sottolineando l’importanza di questo fattore nelle memorie difensive. Il provvedimento evidenzia come le associazioni debbano comunque rispettare obblighi complessi, dalla protezione dei dati alla notifica delle violazioni, con il rischio di pesanti sanzioni anche per errori non intenzionali.

La decisione del Garante offre una chiave di lettura per il futuro: gli enti del terzo settore potranno invocare la loro natura non lucrativa e le loro difficoltà finanziarie per ottenere una riduzione delle sanzioni. Tuttavia, resta essenziale adottare misure di sicurezza adeguate per evitare multe che potrebbero risultare insostenibili per molte associazioni.


LEGGI ANCHE

contributi per i canoni di locazione degli studi legali

I bandi per l’assegnazione di contributi per i canoni di locazione degli studi legali

Tra le misure a favore degli avvocati, Cassa Forense ha previsto l’elargizione di contributi per i canoni di locazione degli studi legali che si sono…

scrivania con fogli

Rimborso IRAP: termine di due anni dalla sentenza passata in giudicato

Il caso esaminato riguardava un contribuente che, vincendo un procedimento contro un ex dipendente, aveva versato IRAP su emolumenti successivamente restituiti.

Riforma delle pensioni per gli avvocati: calcolo contributivo “pro rata” dal 2025

Approvata la riforma di Cassa Forense: le novità entreranno in vigore dal 1° gennaio

Intercettazioni, il governo tira dritto: limite di 45 giorni senza eccezioni

Rush finale alla Camera sulla norma che restringe l’uso delle intercettazioni giudiziarie a un massimo di 45 giorni, salvo proroghe motivate da elementi “specifici e concreti”. La misura, voluta dal governo Meloni e promossa dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, non prevede eccezioni nemmeno per reati gravi come femminicidi, pedopornografia e revenge porn.

Nel corso della discussione parlamentare, tutte le proposte di modifica avanzate dalle opposizioni sono state respinte, scatenando proteste in aula. Deputati del PD, M5S e AVS hanno accusato la maggioranza di indebolire la lotta alla criminalità, con accuse di “vergogna”, “scempio giuridico” e “gioco sulla pelle delle donne”. Federico Gianassi (PD) ha denunciato: “Non siamo contro una regolamentazione delle intercettazioni, ma questo è un provvedimento assurdo. Vi accanite contro le indagini necessarie, ma non contro le intercettazioni abusive”.

A difesa della norma, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto ha ribadito che non si tratta di uno stop alle intercettazioni, ma di una regolamentazione per evitare abusi e derive come la cosiddetta “pesca a strascico”. Tuttavia, l’ex procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho (M5S) ha duramente contestato il provvedimento: “Senza intercettazioni per più di 45 giorni, molte indagini cruciali rischiano di fallire. Questa norma è un regalo ai delinquenti”.

L’opposizione ha anche criticato la presunta incoerenza del governo, che da un lato limita gli strumenti investigativi contro crimini gravi, dall’altro aumenta le restrizioni nel ddl Sicurezza. Valentina D’Orso (M5S) ha attaccato: “Ieri avete sancito la resa dello Stato contro il grande spaccio, oggi vietate persino le infiorescenze di canapa. Una schizofrenia legislativa pericolosa”.

La giornata alla Camera si è chiusa con una sconfitta per le opposizioni e l’approvazione della norma, che ora passerà al Senato per il via libera definitivo. Una riforma destinata a far discutere, con possibili ripercussioni sulle indagini più delicate del Paese.


LEGGI ANCHE

Cassa Forense: 19 nuovi bandi per il 2025 a sostegno di professione, salute e famiglia

Stanziati oltre 20 milioni di euro per interventi destinati ad avvocati, praticanti e pensionati. Tra le novità, contributi per praticanti, alloggi in studentato e sostegno…

Per il sottosegretario alla Giustizia i tossicodipendenti devono andare in comunità, e non in carcere

«Tossicomani in comunità: così svuotiamo le carceri». Il sottosegretario alla Giustizia di FdI, Andrea Delmastro delle Vedove, in un’intervista al Messaggero ha esposto la sua…

Cosa pensano gli avvocati dello smart working?

In un articolo del 5 aprile 2022, pubblicato su The Law Society, viene riportato un sondaggio sullo Smart Working. A quanto pare, la maggior parte degli avvocati…

Mobbing e trasferimenti: il giudice chiarisce i limiti

Un datore di lavoro può trasferire un dipendente in un’altra sede per incompatibilità ambientale, a patto che tale decisione non sia una ritorsione per denunce di mobbing o altre contestazioni. È quanto emerge dalla sentenza n. 95 del 10 febbraio 2028 del Tribunale del Lavoro di Milano, che si è pronunciato su un caso sollevato da una dipendente di un istituto di credito.

La lavoratrice sosteneva di essere stata trasferita come ritorsione per aver denunciato in precedenza azioni vessatorie e persecutorie da parte dei superiori. Inoltre, lamentava un peggioramento della propria salute a seguito di tali comportamenti e chiedeva il riconoscimento di un inquadramento superiore, oltre al risarcimento dei danni subiti.

Il giudice, tuttavia, ha ritenuto legittimo il trasferimento, accogliendo la tesi difensiva dell’istituto di credito, secondo cui lo spostamento era una misura necessaria per risolvere una situazione di incompatibilità ambientale accertata. La sentenza sottolinea che, anche prescindendo dalla fondatezza delle accuse di mobbing – successivamente respinte – il mutamento di sede era giustificato dalla necessità di eliminare le tensioni sul luogo di lavoro, tutelando sia la salute della dipendente che il buon funzionamento dell’ufficio e l’integrità degli altri colleghi.

In questo contesto, il trasferimento non è stato considerato un atto ritorsivo, ma una decisione organizzativa volta a garantire un ambiente di lavoro più sereno. Il giudice ha richiamato l’articolo 2087 del Codice Civile, che impone al datore di lavoro l’obbligo di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei dipendenti, anche attraverso interventi come il trasferimento in caso di comprovata incompatibilità ambientale.

La pronuncia del Tribunale di Milano conferma dunque che il trasferimento per motivi organizzativi è legittimo, purché non nasconda intenti punitivi o discriminatori.


LEGGI ANCHE

santalucia anm

Santalucia (Anm): “Se la giustizia è malata, la causa è il ministero”

“Noi abbiamo bisogno del ministro e del ministero, l’organo preposto ad assicurare alla giustizia i servizi necessari. Quando il ministro dice che la giustizia è…

Accaparramento di clientela e avvocati che sfruttano COVID-19

Accaparramento di clientela e avvocati che sfruttano COVID-19

Iniziamo questo articolo ricordandovi cosa dice l’art.37 del Codice Deontologico Forense a proposito dell’accaparramento di clientela: 1.L’avvocato non deve acquisire rapporti di clientela a mezzo…

coniugi Agnelli

Frode fiscale nell’eredità Agnelli: il ruolo chiave degli avvocati nella residenza fittizia di Marella Caracciolo

Al centro delle indagini vi è la presunta residenza fittizia in Svizzera di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, con l'obiettivo di sottrarre parte del…

L’IA ridefinisce i confini del lavoro: il documento della Commissione Lavoro della Camera

L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il mondo del lavoro, rendendo sempre più sfumati i confini tra lavoro autonomo e dipendente. A evidenziarlo è il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul rapporto tra IA e lavoro, approvato dalla Commissione Lavoro della Camera. L’obiettivo dell’indagine era approfondire le implicazioni delle nuove tecnologie nelle dinamiche occupazionali e individuare possibili interventi normativi.

Uno dei punti chiave riguarda la necessità di aggiornare gli attuali criteri che identificano la natura del rapporto di lavoro. L’uso crescente dell’IA nei processi produttivi, infatti, ha reso i lavoratori dipendenti più autonomi nelle modalità, nei tempi e nei luoghi di svolgimento della loro attività, mentre molti lavoratori autonomi operano ormai all’interno di sistemi di controllo basati sull’intelligenza artificiale, rendendoli in alcuni casi assimilabili ai dipendenti.

Altri temi cruciali emersi dall’indagine riguardano la formazione e la sicurezza. Il documento sottolinea la necessità di avviare percorsi di aggiornamento professionale diffusi, partendo dalle scuole, per garantire conoscenza e consapevolezza nell’uso dell’IA. Si propone inoltre un piano Industria 6.0, che vincoli l’accesso ai finanziamenti pubblici all’obbligo di formazione per i dipendenti.

Sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro, si evidenzia l’importanza di incentivare l’uso di dispositivi di protezione individuale di ultima generazione, integrati con tecnologie IA, per migliorare la tutela dei lavoratori e promuovere investimenti aziendali in soluzioni innovative.

Infine, il documento propone misure per rendere trasparente l’uso dell’IA nelle imprese, garantendo ai lavoratori e alle loro rappresentanze la possibilità di conoscere le finalità e le modalità di utilizzo di questi strumenti. Tuttavia, si avverte il rischio di un’eccessiva regolamentazione che potrebbe ostacolare la competitività delle aziende in un contesto globale.

La relazione della Commissione si chiude con un appello a un utilizzo dell’IA responsabile e antropocentrico, con la supervisione umana in ogni fase del processo. Un equilibrio necessario per coniugare innovazione, diritti dei lavoratori e sviluppo economico.


LEGGI ANCHE

Sentenza Cgue: Facebook non può usare senza limiti i dati personali degli utenti

La Cgue ha ribadito che la protezione dei dati personali degli utenti è un diritto fondamentale e che le piattaforme digitali devono rispettare rigorosamente i…

Il Ministero attiva i primi servizi sulla piattaforma digitale nazionale dati (PDND) per l’ANAC

Un passo in avanti significativo verso la digitalizzazione dei processi amministrativi e la semplificazione delle procedure che rientra fra le priorità dell’azione di Governo

Risparmio energetico per Studi Legali e Professionali: una mini-guida

Il risparmio è amico della sostenibilità. Visti i tempi recenti, non sorprende che Studi legali e professionali abbiamo aumentato la loro consapevolezza per quanto riguarda…

Meta AI sbarca in Italia: l’intelligenza artificiale di Zuckerberg su WhatsApp, Instagram e Messenger

Meta AI è pronta a fare il suo debutto in Italia e in Europa. Dopo essere stata messa in pausa lo scorso giugno a seguito delle osservazioni dell’Autorità irlandese per la privacy, l’intelligenza artificiale di Meta verrà progressivamente introdotta in 41 Paesi europei e in 21 territori d’oltremare. Il rollout inizierà nelle prossime settimane con una funzione di chat intelligente disponibile su WhatsApp, Instagram e Messenger.

“La nostra più grande espansione globale di Meta AI fino ad oggi – già utilizzata da oltre 700 milioni di utenti attivi al mese – sta finalmente arrivando in Europa”, ha dichiarato l’azienda di Mark Zuckerberg, sottolineando che il sistema non è stato addestrato con dati degli utenti europei.

L’AI di Meta sarà accessibile direttamente nelle chat: basterà cliccare sull’icona del cerchio blu oppure digitare “@MetaAI” seguito da una domanda all’interno di una conversazione. Tra le sue funzioni, la possibilità di organizzare viaggi, suggerire ristoranti, arricchire le chat con contenuti pertinenti e fornire informazioni in tempo reale dal web.

Meta si dice entusiasta di portare la sua AI anche nel Vecchio Continente: “Guardando al futuro, la nostra ambizione è rendere i prodotti di intelligenza artificiale accessibili a un numero sempre maggiore di persone in tutto il mondo. Siamo impazienti di scoprire come Meta AI trasformerà le esperienze social in Europa”.


LEGGI ANCHE

Linguaggio e parità di genere negli atti giudiziari: l’intervento della Crusca

L’Accademia della Crusca ha fornito delle indicazioni per quanto riguarda la parità di genere negli atti giudiziari, in risposta al Comitato Pari Opportunità del Consiglio…

Affitto d’azienda e licenziamenti: la Cassazione conferma la legittimità

L’affittuario subentra negli accordi sindacali e può procedere a licenziamenti collettivi

sistemi di intercettazione

Intercettazioni, D’Orso e Lopreiato (M5s): via tagliola per reati codice rosso o Meloni complice

Le dichiarazioni delle capogruppo M5S in commissione giustizia alla Camera e al Senato Valentina D'Orso e Ada Lopreiato

Chiusura degli Uffici Giudice di Pace Aversa, l’appello di Del Noce (UNCC) a Nordio

L’Unione Nazionale Camere Civili esprime forte preoccupazione per la chiusura degli Uffici del Giudice di Pace di Aversa, determinata da una grave carenza di personale amministrativo che rende impossibile l’erogazione dei servizi di cancelleria.

La situazione è paradossale: finora è stato possibile scongiurare la paralisi totale soltanto grazie allo straordinario impegno dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, che ha provvidenzialmente stipulato una convenzione con i volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Questi volontari, infatti, hanno consentito la pubblicazione di circa 16.000 sentenze che giacevano inevase proprio a causa della carenza cronica di personale.

La criticità riscontrata non è episodica o locale, ma – come già scritto – deriva direttamente da una riforma ereditata e che ha trasferito numerose competenze ai giudici di pace con l’obiettivo di alleggerire i tribunali ordinari e raggiungere così i parametri imposti dall’Unione Europea, senza tuttavia procedere ad un necessario e parallelo rafforzamento degli organici. Attualmente, in tutta Italia, la copertura della pianta organica di tali uffici giudiziari è inferiore alla metà del necessario.

L’Unione Nazionale Camere Civili, pur riconoscendo ed apprezzando la sensibilità e la comprensione dimostrate dal Ministro della Giustizia, il quale, dopo il nostro incontro, ha deciso di posticipare dal 31 ottobre 2025 al 30 giugno 2026 l’entrata in vigore delle nuove competenze dei giudici di pace, rinnova con fermezza il proprio appello affinché il Governo intervenga immediatamente con azioni volte a restituire piena efficienza alla giustizia civile italiana ed assicurare ai cittadini il fondamentale diritto ad una giustizia tempestiva ed efficace, diritto per il quale continueremo a batterci con determinazione. Senza un intervento tempestivo, assisteremo inevitabilmente a una paralisi della giustizia civile che equivarrà, di fatto, a chiedere ai cittadini di rinunciare ad ottenere giustizia per i prossimi due anni.

Così in una lettera indirizzata al ministro della giustizia Nordio a firma del presidente UNCC Alberto Del Noce.


LEGGI ANCHE

Gazzoni (Manuale di Diritto privato) risponde alle polemiche: “Non sono misogino, ecco cosa penso davvero delle giudici”

Dopo le accese polemiche scatenate dall'introduzione del suo “Manuale di diritto privato”, il professor Francesco Gazzoni ha deciso di rispondere personalmente attraverso un lungo intervento.

donna con salvadanaio

Avvocati: Cassa Forense apre le domande per contributi e sostegno

Cassa Forense ha dato il via alle domande per richiedere i contributi previsti da diversi bandi a sostegno della professione forense e delle famiglie numerose…

Moduli pagamento contributi minimi 2024

Moduli pagamento contributi minimi 2024 sul sito di Cassa Forense

Cassa Forense informa che dal 22 febbraio 2024 sarà possibile generare e stampare i moduli di pagamento dei contributi minimi 2024 per le scadenze previste…

Esame di avvocato, immediata applicazione della modifica del punteggio minimo all’orale

L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) esprime soddisfazione per la conferma dell’applicazione, anche alla sessione in corso, della recente modifica introdotta dal decreto “Milleproroghe”, che elimina l’obbligo di conseguire un punteggio minimo di 105 per il superamento della prova orale dell’esame di abilitazione alla professione forense.

La nota ministeriale inviata alle commissioni esaminatrici conferma l’applicazione immediata della modifica normativa, fortemente sostenuta da AIGA, che elimina il requisito della “sufficienza qualificata”, considerato incompatibile con la Legge Professionale Forense.

In questo modo, si garantisce maggiore equità nella valutazione dei candidati, prevedendo il superamento della fase orale dell’esame a fronte del conseguimento di un punteggio complessivo non inferiore a 90 punti, purché venga raggiunta almeno la sufficienza in ciascuna materia d’esame.


LEGGI ANCHE

Sempre più investitori scelgono l’assistenza legale per le controversie finanziarie

Dati stabili sulle dispute all’Arbitro per le Controversie Finanziarie, ma i risarcimenti calano a 9,4 milioni. Cresce il rischio delle truffe online.

Residenza virtuale, cosa dice la legge?

Come richiedere la residenza virtuale, collegamento tra territorio e soggetti senza fissa dimora La residenza virtuale assicura un collegamento tra il territorio e i soggetti, qualora questi ultimi si trovino in condizioni particolari. Ovvero, quelle…

Intelligenza Artificiale: una partnership con gli Avvocati

La diffusione dell’IA nel mondo legale non significa affatto che i computer sostituiranno le persone in un tribunale! L’intelligenza artificiale, l’automazione e la data analysis…

Avvocato sospeso dall’albo: inammissibile il ricorso al CNF senza l’assistenza di un legale abilitato

Il Consiglio Nazionale Forense (CNF), con la sentenza n. 359 del 7 ottobre 2024, ha ribadito il principio secondo cui un avvocato sospeso dall’albo, a seguito di un provvedimento esecutivo, non può proporre ricorso in proprio contro una sanzione disciplinare. In particolare, l’impugnazione deve essere necessariamente proposta tramite un avvocato iscritto all’albo delle giurisdizioni superiori, munito di procura speciale.

Nel caso in esame, un avvocato, sospeso dalla professione per una sanzione disciplinare divenuta definitiva, aveva deciso di ricorrere al CNF senza l’assistenza di un collega legale. Tuttavia, il CNF ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso per “difetto di jus postulandi”, in quanto, al momento della proposizione del ricorso, l’avvocato non aveva più il diritto di agire autonomamente in giudizio a causa della sua sospensione.

La decisione del CNF conferma l’importanza di seguire le procedure corrette nel ricorso contro le sanzioni disciplinari, evidenziando che un avvocato sospeso dalla professione non può agire personalmente, ma è obbligato a farsi assistere da un legale abilitato.


LEGGI ANCHE

studenti italiani chatgpt

L’Intelligenza Artificiale nel mirino degli hacker: una corsa agli armamenti digitali

L'AI Generativa ha portato con sé nuove opportunità, ma anche nuove sfide in termini di sicurezza informatica. Le aziende devono essere consapevoli di questi rischi…

Fisco, stretta sui forfettari: in arrivo una campagna di controlli serrati

L'Agenzia delle Entrate ha annunciato una serie di verifiche mirate per il 2024, con l'obiettivo di intensificare i controlli sui contribuenti che adottano il regime…

Aiga: necessarie correzioni su un errore sul voto minimo

Secondo AIGA, è «necessario un intervento urgente nell’interesse dei giovani praticanti». L’Associazione mostra particolare interesse per il punteggio minimo necessario per l’accesso alla seconda prova…

Servicematica

Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Agid
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto