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In Francia il Fisco controllerà i social network. E la privacy?

A febbraio, in Francia è stato dato il via libera a un sistema che controllerà i social network dei contribuenti per individuare incongruenze tra lo stile di vita esposto e le dichiarazioni dei redditi.

Tali incongruenze porteranno a maggiori approfondimenti per verificare eventuali forme di evasione fiscale.

COME FUNZIONA IL MONITORAGGIO DEI SOCIAL NETWORK A FINI FISCALI

Il sistema di monitoraggio dei social network non sarà ovviamente portato avanti da dipendenti in carne e ossa, ma si baserà sull’uso dell’intelligenza artificiale.

La particolarità dell’intelligenza artificiale è quella di evolversi, di “imparare” man mano che viene utilizzata. E infatti, il sistema verrà sperimentato per 3 anni, divisi in due fasi diverse:

una prima fase di apprendimento, durante la quale la tecnica di raccolta dei dati verrà affinata attraverso l’esperienza;
una seconda fase in cui i dati raccolti verranno analizzati per evidenziare le incongruenze fiscali.

E LA PRIVACY?

I social network rappresentano dei mezzi di comunicazione davvero particolari. Da un lato, sono “pubblici”, nel senso che tutto ciò che vi viene pubblicato è a disposizione di una moltitudine di utenti. Dall’altro, sono piattaforme attraverso le quali le persone condividono la propria sfera privata, spesso con poca consapevolezza.

Il sistema di monitoraggio del Fisco francese pone delle questioni sulla privacy degli utenti.

L’uso dell’intelligenza artificiale permette già in partenza una certa tutela della privacy. In più, è stato deciso che i dati che effettivamente potranno essere usati dal Fisco debbano rispondere a due caratteristiche:
– essere dati disponibili liberamente sui social;
– derivare da contenuti che l’utente ha condiviso volontariamente.

Per la conservazione dei dati, il limite massimo è di 30 giorni (un anno in caso di attività illecite).

IL FISCO ITALIANO

Anche il Fisco italiano sta puntando a un maggior uso delle tecnologie, sebbene in modi più blandi.
La digitalizzazione italiana riguarda infatti i servizi ai cittadini, l’interconnessione con la PA e altri attori esterni, la sicurezza informatica e la protezione dei dati, e anche una maggiore efficacia nelle attività di controllo.

L’intelligenza artificiale sarà usata per migliorare i processi di valutazione e individuare con più precisione quei soggetti maggiormente esposti al rischio di evasione fiscale.

Il tutto dovrà necessariamente avvenire nel rispetto del principio di proporzionalità, che indica che le attività di un’istituzione ai fini di un obiettivo debba essere svolta entro i limiti di ciò che è idoneo e necessario a raggiungere l’obiettivo stesso.

Come però dimostrano le continue rimostranze del Garante della Privacy nei confronti dell’Agenzia delle Entrate in tema di fatturazione elettronica, stabilire quali azioni siano idonee e necessarie e quali siano sproporzionate non è così semplice.

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