braccia alzate

Cgil, il Ministero della Giustizia sotto accusa: “Produce licenziamenti invece che lavoro”

Si è svolto a Roma nei giorni scorsi il presidio dei lavoratori dell’appalto del Ministero della Giustizia, a piazzale Clodio. A manifestare c’erano dipendenti provenienti da Lazio, Umbria e Toscana, impiegati nelle attività di documentazione degli atti processuali della Procura e del Tribunale. La protesta è contro le nuove condizioni lavorative proposte dall’azienda subentrante, che – secondo la Cgil – “umiliano l’esperienza e la professionalità” dei lavoratori.

Una situazione insostenibile

La mobilitazione, organizzata da Cgil, Fiom Cgil, Fp Cgil e Nidil Cgil di Roma e Lazio, è nata per opporsi al rischio di peggioramento delle condizioni retributive e occupazionali. Le nuove proposte prevedono riduzioni di orario, livelli di inquadramento non specificati e contratti a tempo determinato. “Parliamo di lavoratori che da oltre vent’anni svolgono attività delicate e fondamentali per il sistema giudiziario,” si legge in una nota della Cgil.

L’appello della Cgil: “Il sistema attuale è inaccettabile”

“Oltre a chiedere il rispetto dei loro diritti, è chiaro che la situazione attuale dipende da un sistema che continua a favorire il ribasso economico nelle gare pubbliche, peggiorando la qualità dei servizi e le condizioni di lavoro. Tutto questo è inaccettabile,” dichiarano i sindacati.

Di Cola: “L’appalto non produce lavoro, ma licenziamenti”

“Siamo qui perché c’è un appalto sbagliato del ministero che, su un tema cruciale come la digitalizzazione del processo, non produce lavoro, ma licenziamenti,” ha dichiarato Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio. La protesta coinvolge lavoratori del Lazio, Umbria e Toscana, sia assunti dall’azienda appaltante che dall’agenzia di somministrazione. “Un appalto dello Stato che prevede tagli e non include clausole sociali per garantire il passaggio del personale,” ha aggiunto Di Cola.

L’impatto sui cittadini

“In questo clima di incertezza, oltre ai lavoratori, sono i cittadini a pagare: i processi sono bloccati, compromettendo la necessaria digitalizzazione,” ha continuato Di Cola. La richiesta è di sospendere il bando di gara e “aprire un tavolo di confronto per garantire servizi ai cittadini e continuità salariale ai lavoratori”.

Le condizioni dei lavoratori precari

Fabrizio Maramieri, segretario della Fiom Cgil, ha sottolineato la situazione dei precari: “Sono atti delicati e non è accettabile affidare questi compiti a lavoratori precari. Vanno tutti assunti”. Luigi Chiapparino, funzionario della Cgil Perugia, ha raccontato che con il cambio di appalto, la nuova azienda offrirà condizioni peggiori: “Contratti di multiservizi invece che da metalmeccanico e part-time a 30 ore anziché 40. Molti lavoratori non accetteranno il nuovo incarico”.


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ANM: “Comportamenti Natoli manifestano assoluta inadeguatezza”

ROMA, 25 luglio – “I fatti emersi negli scorsi giorni e riguardanti la componente di nomina politica del Consiglio Superiore della Magistratura e della sua sezione disciplinare, avv. Rosanna Natoli, sono di spiccata gravità e manifestano l’assoluta inadeguatezza al ruolo istituzionale ricoperto.
Il tentativo di minimizzare tali condotte è inaccettabile, poiché esse minano in profondità il prestigio dell’istituzione e offendono la magistratura nel suo complesso. Auspichiamo che il senso di responsabilità dell’interessata, che finora non si è registrato, prevalga, affinché si giunga in tempi rapidi alla soluzione di una inevitabile crisi istituzionale dagli esiti imprevedibili”. Così la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati in una nota.


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Rapporto UE critico sull’Italia: bocciata la riforma del premierato e preoccupazioni sulla giustizia

La Commissione Europea ha pubblicato il suo rapporto annuale sullo Stato di diritto, riservando critiche significative all’Italia. Il documento, redatto dal commissario alla Giustizia UE Didier Reynders, esprime perplessità sulla riforma costituzionale del premierato e preoccupazioni riguardo alla riforma della giustizia proposta dal ministro Carlo Nordio. Il rapporto, la cui pubblicazione era stata posticipata alla vigilia delle elezioni europee, viene oggi anticipato da Repubblica, rivelando dettagli critici per il nostro Paese.

La riforma del premierato

La riforma del premierato, approvata in prima lettura al Senato, è oggetto di approfondita analisi nel rapporto. La Commissione Europea riconosce l’obiettivo della maggioranza di garantire «più stabilità» al sistema istituzionale, ma evidenzia preoccupazioni: «Con questa riforma, il Presidente della Repubblica non potrà più cercare una maggioranza alternativa o individuare un Primo ministro al di fuori del Parlamento». Diversi stakeholders hanno espresso timori per le modifiche proposte, in particolare per l’alterazione dell’equilibrio dei poteri e il ruolo ridimensionato del Capo dello Stato. La Commissione sottolinea inoltre l’assenza di una legge elettorale adeguata e critica l’eccessivo ricorso a decreti legge da parte dell’esecutivo.

Le criticità sulla giustizia

Il rapporto evidenzia anche problemi riguardanti la riforma della giustizia proposta dal ministro Nordio. La Commissione Europea osserva preoccupazioni per l’eccessiva pressione sulla magistratura da parte della politica e per l’abolizione dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze, che potrebbero compromettere le indagini su frodi e corruzione. La restrizione sull’uso delle intercettazioni è vista come un possibile ostacolo ai processi, anche in casi di corruzione. Inoltre, la mancanza di una legge sul conflitto di interessi e sulla regolamentazione delle lobby, insieme alla persistente eccessiva durata dei processi, rappresentano ulteriori sfide per il sistema giudiziario italiano.

Libertà di stampa sotto esame

Un altro punto critico riguarda l’informazione. La Commissione rileva che diversi stakeholders vedono una restrizione della libertà di stampa e del diritto dei cittadini di essere informati. Particolare preoccupazione è rivolta all’«effetto agghiacciante» sulle attività giornalistiche a causa delle querele per diffamazione. Il rapporto ricorda che già lo scorso anno era stata raccomandata una riforma della legge sulla diffamazione per introdurre misure di salvaguardia del segreto professionale, ma finora non sono stati compiuti progressi.


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Nordio sul caso Toti: «Molte anomalie, valuteremo cosa fare»

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si è espresso sul caso Toti, governatore della Liguria, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Durante la sua partecipazione alla trasmissione televisiva “Quarta Repubblica”, Nordio ha dichiarato: «Stiamo seguendo una situazione, che ha molte anomalie, con estrema attenzione e alla fine valuteremo quello che dovrà essere fatto».

Nordio ha risposto alle domande riguardanti la possibile invio di ispettori al tribunale di Genova: «Un amministratore e un politico ha il diritto e dovere di restare al suo posto fino alla sentenza definitiva».

Nel frattempo, il legale di Toti, Stefano Savi, ha criticato duramente le motivazioni del Tribunale del Riesame di Genova, che ha confermato la misura cautelare per Toti. Savi ha descritto tali motivazioni come «irragionevoli e illogiche», basate su una visione «medioevale» dell’interrogatorio, secondo cui Toti avrebbe dovuto «confessare».

Nel ricorso in Cassazione, composto di quaranta pagine, l’avvocato Savi ha stigmatizzato quella che ha definito una «malcelata considerazione del diritto processuale penale in termini squisitamente inquisitori» da parte dei magistrati liguri. La decisione del Riesame di mantenere Toti agli arresti domiciliari è stata motivata dal rischio di reiterazione del reato, non solo in contesti elettorali specifici, come le elezioni Europee e Regionali del 2025, ma in qualsiasi «competizione elettorale di sorta».

Secondo i giudici, Toti potrebbe replicare le condotte considerate «illecite» in vari contesti, ma tali scenari sono stati definiti dal legale come «astratti» e «vaghi», insufficienti a soddisfare i requisiti di concretezza e attualità del pericolo di reiterazione necessari per le esigenze cautelari: «Così il pericolo viene legato a qualsivoglia possibile circostanza nella quale Toti possa entrare in contatto con un interesse privatistico».


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Santalucia (ANM): “Aumento dell’incidenza della politica non risolverà i problemi della giustizia”

Durante un’audizione alla commissione parlamentare Affari Costituzionali, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Giuseppe Santalucia, ha espresso forti dubbi sull’incremento dell’incidenza politica nel sistema giudiziario come soluzione ai problemi della giustizia.

Santalucia ha sottolineato: “Si pensa di risolvere i problemi della giustizia aumentando l’incidenza della politica, ma io dico che non è la strada da percorrere. Non che la magistratura non abbia sbagliato, ma fatta una diagnosi bisogna vedere se la terapia che si mette in campo risponde. Io dico che questo aggraverà il problema”.

Il presidente dell’Anm ha poi criticato la proposta di separazione delle carriere tra magistratura giudicante e inquirente, definendola “un grande passo indietro”. Secondo Santalucia, tale separazione “non rafforza l’autonomia e l’indipendenza né della magistratura giudicante né di quella inquirente”.

Santalucia ha inoltre avvertito che, con la separazione delle carriere, nei Consigli Superiori della Magistratura (Csm) la maggioranza numerica sarà composta da magistrati inquirenti. Questo, ha spiegato, “rafforzerà il pm a danno del giudicante, e questo creerà uno squilibrio nei fatti, con una magistratura inquirente che sarà autoreferenziale”.


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Avvocati: Cassa Forense apre le domande per contributi e sostegno

Cassa Forense ha dato il via alle domande per richiedere i contributi previsti da diversi bandi a sostegno della professione forense e delle famiglie numerose degli avvocati iscritti.

Contributi per studi legali e famiglie numerose

Dallo scorso 16 luglio è possibile presentare domanda per ottenere:

  • Contributi per gli studi legali: sia per persone fisiche che giuridiche.
  • Contributi per famiglie numerose: con almeno tre figli minori a carico.

Sospensione per disabilità e sale conferenze

Cassa Forense ha inoltre aperto i bandi dedicati a:

  • Sospensione della contribuzione soggettiva minima obbligatoria per gli iscritti con disabilità grave.
  • Finanziamento per l’attrezzatura di una sala videoconferenze nello studio legale.

Come presentare domanda

Le domande per tutti i bandi possono essere presentate esclusivamente online, accedendo alla piattaforma MyCassaForense con le proprie credenziali. Per maggiori informazioni e per consultare i bandi completi, è possibile consultare il sito web di Cassa Forense all’indirizzo https://www.cassaforense.it/.


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Falsità all’assunzione: la Cassazione fa chiarezza su sanzioni e licenziamento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16994 del 2024, ha fatto chiarezza sulle conseguenze di produrre documenti falsi o rilasciare dichiarazioni mendaci al momento dell’assunzione nel pubblico impiego.

Decadenza e nullità del contratto per requisiti mancanti

Secondo la Corte, se le false dichiarazioni o la documentazione fasulla riguardano un requisito essenziale per l’assunzione, che se veritiero avrebbe impedito l’inserimento in servizio, questo comporta la decadenza del dipendente dal pubblico impiego e la nullità del contratto di lavoro.

Licenziamento disciplinare per altre false dichiarazioni

Invece, per le falsità che non incidono su requisiti essenziali, la sanzione non è automatica. In questi casi, il datore di lavoro può comunque procedere al licenziamento disciplinare del dipendente, ma deve seguire un apposito procedimento e la sanzione deve essere proporzionata alla gravità del comportamento. La Corte stabilisce che il giudice, nel valutare la proporzionalità del licenziamento, deve tenere conto di tutte le circostanze del caso concreto.


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Corte Costituzionale: no al genere non binario sui documenti, ma via libera alle operazioni chirurgiche trans senza autorizzazione del giudice

La Corte Costituzionale ha respinto la richiesta del Tribunale di Bolzano di riconoscere il “genere non binario” nei documenti d’identità, ma ha sollecitato il Parlamento a legiferare sulla materia.

Nessun terzo genere, per ora

La Consulta ha ritenuto inammissibile la questione sollevata dal Tribunale di Bolzano, chiarendo che il riconoscimento del genere “non binario” comporterebbe “un impatto generale che postula necessariamente un intervento legislativo di sistema”.

Via libera alle operazioni trans senza autorizzazione del giudice

Nonostante la mancata apertura al genere non binario, la Corte ha accolto un altro importante aspetto del ricorso. Dichiarando incostituzionale l’articolo 31, comma 4, del decreto legislativo 150/2011, la Consulta ha eliminato l’obbligo per le persone transgender di ottenere l’autorizzazione del tribunale per sottoporsi ad interventi chirurgici di riassegnazione del sesso.

Una norma irragionevole

La Corte ha infatti rilevato che, se la transizione di genere può avvenire anche solo con ormoni e supporto psicologico, l’autorizzazione giudiziale per l’intervento chirurgico appare “irragionevole”, specie se questo dovesse avvenire “dopo la già disposta rettifica anagrafica”.


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Giustizia, Consiglio dei Ministri: le misure illustrate

Roma, 23 luglio 2024 – Ieri pomeriggio, durante la seduta del Consiglio dei Ministri, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha svolto una informativa sull’iter parlamentare del disegno di legge di conversione del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante “Misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia”. Tra le misure illustrate, che costituiranno oggetto di emendamenti governativi, l’immissione in servizio di nuovi dirigenti penitenziari, l’introduzione di una indennità di specificità organizzativa penitenziaria, l’istituzione del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria e l’ampliamento delle opportunità di accesso alle misure alternative per i detenuti tossicodipendenti.


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Si tratta del primo trattato internazionale vincolante in questa importante materia e assicurerà protezione agli avvocati e, in generale, a tutta l’attività difensiva.

Congedo parentale 2024: INPS pubblica FAQ aggiornate per lavoratori e addetti ai lavori

L’INPS ha pubblicato le FAQ aggiornate sul congedo parentale per il 2024, con l’obiettivo di fornire chiarimenti e delucidazioni a lavoratori, lavoratrici e addetti ai lavori. Il documento si propone di fare luce su dubbi e perplessità relativi al quadro normativo vigente, offrendo indicazioni precise sulle procedure per la presentazione delle domande, sui tempi previsti e sui requisiti necessari per accedere al beneficio.

Le FAQ affrontano diverse tematiche, tra cui:

  • Durata del congedo: Viene chiarita la durata del congedo parentale, specificando i differenti casi e le relative proroghe.
  • Requisiti: Sono elencati nel dettaglio i requisiti necessari per fruire del congedo parentale, con particolare attenzione ai requisiti di lavoro e di reddito.
  • Indennità: Vengono fornite informazioni complete sulle modalità di calcolo e pagamento dell’indennità di congedo parentale, specificando le diverse ipotesi e le relative percentuali di retribuzione riconosciute.
  • Presentazione della domanda: Il documento illustra nel dettaglio le procedure per la presentazione della domanda di congedo parentale, specificando i termini, la modulistica e la documentazione da allegare.

Ecco il link: https://ln.run/faq-congedo-parentale-2024


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