La Corte Costituzionale ha respinto la richiesta del Tribunale di Bolzano di riconoscere il “genere non binario” nei documenti d’identità, ma ha sollecitato il Parlamento a legiferare sulla materia.
Nessun terzo genere, per ora
La Consulta ha ritenuto inammissibile la questione sollevata dal Tribunale di Bolzano, chiarendo che il riconoscimento del genere “non binario” comporterebbe “un impatto generale che postula necessariamente un intervento legislativo di sistema”.
Via libera alle operazioni trans senza autorizzazione del giudice
Nonostante la mancata apertura al genere non binario, la Corte ha accolto un altro importante aspetto del ricorso. Dichiarando incostituzionale l’articolo 31, comma 4, del decreto legislativo 150/2011, la Consulta ha eliminato l’obbligo per le persone transgender di ottenere l’autorizzazione del tribunale per sottoporsi ad interventi chirurgici di riassegnazione del sesso.
Una norma irragionevole
La Corte ha infatti rilevato che, se la transizione di genere può avvenire anche solo con ormoni e supporto psicologico, l’autorizzazione giudiziale per l’intervento chirurgico appare “irragionevole”, specie se questo dovesse avvenire “dopo la già disposta rettifica anagrafica”.
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