Nordio: “Saetta, esempio contro la mafia”

Roma, 25 settembre 2024 – Il 25 settembre 1988 perdeva la vita in un attentato mafioso Antonino Saetta, Presidente della Corte d’appello di Caltanissetta, mentre sulla propria vettura, in compagnia del figlio, ritornava da Canicattì verso Palermo. Da pochi giorni aveva depositato la motivazione della sentenza che aveva condannato all’ergastolo i responsabili della strage in cui aveva perso la vita il collega Rocco Chinnici.

Sono proprio magistrati come Saetta che, con il loro impegno e la loro rettitudine, hanno contribuito – pagando anche con la vita – a fermare l’espansione dei clan mafiosi. A 36 anni di distanza dal vile agguato, in cui morì anche il figlio, continuiamo a ricordare il suo coraggioso esempio che, ancora oggi, deve stimolare la diffusione della cultura della legalità”.

Così il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.


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Padre e figlio aggrediscono avvocato nel suo studio per estorcere informazioni

Un grave episodio di violenza si è verificato a Taranto, dove un avvocato è stato aggredito nel suo studio da padre e figlio, rispettivamente di 51 e 23 anni. I due, accusati di estorsione e minacce, si sarebbero finti agenti delle forze dell’ordine per ottenere informazioni riservate riguardanti la vendita all’asta della loro abitazione, precedentemente pignorata.

L’incidente risale a novembre 2022, quando i due uomini, spacciandosi per appartenenti alla Guardia di Finanza, si sono introdotti nello studio dell’avvocato incaricato dal Tribunale di gestire la procedura di pignoramento. Una volta dentro, hanno minacciato il legale di morte, costringendolo a rivelare l’identità dell’acquirente dell’immobile. L’avvocato, terrorizzato, è stato obbligato ad accedere al sistema delle aste giudiziarie e a fornire le informazioni richieste. L’aggressione è durata solo pochi minuti, ma ha lasciato il professionista in stato di shock.

Grazie alla pronta denuncia dell’avvocato, le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine rapida, coordinata dal sostituto procuratore Francesco Ciardo, che ha permesso di identificare i responsabili. Entrambi dovranno rispondere delle accuse di estorsione e violenza privata.

Attualmente, il procedimento legale è in fase avanzata, con padre e figlio che hanno venti giorni di tempo per presentare la loro versione dei fatti o memorie difensive.


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Nuovo Codice della nautica: patente a 16 anni e regole semplificate

Dal 21 ottobre 2024 entrerà in vigore il nuovo decreto del Ministero dei Trasporti (n. 133/2024), che introduce importanti novità nel Codice della nautica da diporto.

Tra le principali, il rilascio della patente nautica sarà possibile già a partire dai 16 anni per la navigazione diurna entro 6 miglia dalla costa. Inoltre, vengono introdotte regole sull’uso dei barcavelox e semplificazioni per le dotazioni di sicurezza.

Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 settembre 2024, aggiorna e snellisce la normativa esistente, rendendo più accessibile e sicura la navigazione da diporto.


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Corte Europea: la demolizione di edifici abusivi non è una pena, ma un atto di restauro ambientale

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che l’ordine di demolizione di edifici abusivi, come previsto dalla legge italiana, non è una misura punitiva, ma un atto di ripristino ambientale.

La sentenza, emessa il 12 settembre 2024 (caso n. 35780/18), chiarisce che la demolizione mira a restaurare l’ambiente violato, non a punire il proprietario. Il caso riguarda un magazzino costruito senza permesso, confermato come illegale dai tribunali italiani.

La Corte ha ribadito che il proprietario non poteva fare affidamento sulla legalità dell’edificio, sottolineando l’importanza del rispetto delle norme edilizie.


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Decreto Omnibus: scudo fiscale di cinque anni per il concordato preventivo biennale

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Inoltre, l’Agenzia delle Entrate potrà effettuare accertamenti fino al 2027, un anno in più rispetto alla versione precedente. L’emendamento alla legge di conversione del DL 113/2024 prosegue con l’obiettivo di incentivare l’adesione al concordato fiscale, pur non escludendo ulteriori modifiche.


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Record referendum, via Arenula: solo ieri ben 150mila firme

Roma, 24 settembre 2024 – Nella sola giornata di ieri la piattaforma digitale istituita dal Ministero della Giustizia per le firme per i referendum ha raccolto complessivamente oltre 155.000 mila sottoscrizioni relative a tutti i quesiti referendari attualmente inseriti nel sistema.

Si tratta di una cifra record, in una giornata nella quale si era verificata una momentanea interruzione fra le ore 13 e le 15 causata da un elevatissimo numero di accessi. I tecnici del Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica della giustizia, tramite la Direzione Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati, hanno immediatamente provveduto a ripristinare il servizio e nelle ore successive la piattaforma ha ripreso a funzionare con picchi di oltre diecimila firme per ogni ora, raggiungendo in serata, pur con fisiologici rallentamenti dovuti all’eccezionale flusso di accessi, il dato record di oltre 155.000 mila sottoscrizioni relative a tutti i referendum attualmente disponibili.


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La Corte d’Appello conferma sul caso dei Sinti: non fu diffamazione

La vicenda giudiziaria che ha coinvolto il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, si è conclusa con un’ulteriore vittoria legale per il primo cittadino. La Corte d’Appello ha infatti confermato la sentenza emessa dal tribunale di Busto Arsizio nel novembre 2023, che scagionava Cassani dall’accusa di diffamazione nei confronti dei sinti residenti nel campo nomadi di via Lazzaretto.

Il caso aveva avuto origine nel 2021, quando un gruppo di dieci persone appartenenti alla comunità sinti, che erano tornate a vivere nell’area da cui erano state sgomberate nel 2018, aveva citato il sindaco per una serie di dichiarazioni rilasciate alla stampa. Cassani aveva accusato i residenti del campo di essersi illegalmente allacciati alla rete idrica cittadina, sottraendo acqua alla collettività. Gli abitanti del campo, assistiti dall’avvocato Luca Bauccio, avevano richiesto un risarcimento di 250mila euro per danni morali, ritenendo diffamatorie le affermazioni del sindaco.

Tuttavia, sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno rigettato le richieste dei querelanti. La sentenza ha stabilito che le parole di Cassani, pur forti, non configurano il reato di diffamazione poiché non erano riferite a persone specifiche ma a un gruppo generico. Per la legge italiana, affinché si possa parlare di diffamazione, è necessaria la riconoscibilità precisa e univoca delle persone oggetto delle affermazioni. Nel caso di specie, le parole del sindaco non permettevano al pubblico di identificare chiaramente le persone coinvolte.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che le dichiarazioni rilasciate da Cassani rientravano nel legittimo esercizio della critica politica, che ammette toni più aspri rispetto a quelli tra comuni cittadini. Le parole del sindaco sono state quindi interpretate come una manifestazione di dissenso verso una situazione ritenuta illegale, ossia l’occupazione abusiva di suolo pubblico e l’uso non autorizzato delle risorse idriche comunali.

 


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Ministero: “Piattaforma referendum nuovamente in funzione”

Roma, 24 settembre 2024 – La piattaforma digitale istituita dal Ministero della Giustizia per la raccolta delle firme per i referendum ha ripreso regolarmente a funzionare. Il blocco segnalato nelle scorse ore era dovuto ad una richiesta eccezionale di accessi che ha portato ad oltre sessantamila tentativi in un’ora, causando il blocco del sistema. I tecnici del Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica della giustizia, tramite la Direzione Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati, hanno lavorato per escludere qualsiasi tentativo di hackeraggio della piattaforma e, dopo le opportune verifiche e i test, il portale ha ripreso regolarmente a funzionare.


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Caso Open Arms: la requisitoria della Procura di Palermo contro Matteo Salvini

Il 14 settembre 2024 si è tenuta una nuova udienza del processo Open Arms presso il Tribunale di Palermo. Al centro del dibattimento, l’accusa mossa al Ministro Matteo Salvini di sequestro di persona, in violazione dell’art. 605 del codice penale, per aver trattenuto 147 migranti a bordo della nave Open Arms nell’agosto 2019, privandoli della libertà personale.

La Procura, rappresentata dai PM Marzia Sabella, Calogero Ferrara e Giorgia Righi, ha sottolineato l’obbligo del Ministro dell’Interno di indicare un porto sicuro per lo sbarco dei migranti, come previsto dalle leggi internazionali del mare. La requisitoria ha esplorato approfonditamente se tale obbligo fosse venuto meno o potesse essere posticipato, evidenziando la violazione del diritto alla libertà personale garantito dall’art. 13 della Costituzione italiana.

La memoria si concentra sugli aspetti chiave del reato di sequestro di persona, sulla mancata indicazione del porto sicuro, e sul reato di rifiuto di atti d’ufficio.

E’ possibile leggere la memoria conclusionale integrale qui


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Frode fiscale nell’eredità Agnelli: il ruolo chiave degli avvocati nella residenza fittizia di Marella Caracciolo

La Procura di Torino ha emesso nei giorni scorsi un sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta per frode fiscale che coinvolge i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, insieme al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen. Al centro delle indagini vi è la presunta residenza fittizia in Svizzera di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, con l’obiettivo di sottrarre parte del suo patrimonio all’eredità spettante alla figlia Margherita e alle leggi fiscali italiane.

Secondo gli inquirenti, Marella Caracciolo, pur risultando formalmente residente in Svizzera, avrebbe vissuto stabilmente in Italia almeno dal 2010. Dal 2015, anno in cui la donna si è ammalata gravemente, fino al 2019, anno della sua morte, non sarebbero state versate tasse per un totale di 74,8 milioni di euro: 42,8 milioni di Irpef e 32 milioni di tasse ereditarie su una massa patrimoniale di circa 800 milioni di euro, composta da immobili, fondi di investimento, opere d’arte e gioielli.

La difesa dei fratelli Elkann ha subito risposto definendo il sequestro “un passaggio procedurale che non comporta alcun accertamento di responsabilità”. In merito alla posizione di Marella Caracciolo, gli avvocati dei nipoti dell’Avvocato hanno ribadito che “la signora era residente in Svizzera sin dagli inizi degli anni Settanta, ben prima della nascita dei fratelli Elkann, e non ha mai rinunciato a tale residenza nel corso della sua vita”.

Le nuove rivelazioni: il ruolo del libro di Marella Caracciolo

Tuttavia, nelle ultime ore emergono nuovi dettagli che gettano ulteriore luce sulla vicenda. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’origine di questa strategia risale a dieci anni fa, quando Marella Caracciolo stava completando il suo libro autobiografico Ho coltivato il mio giardino, scritto insieme alla nipote Chia. Durante la stesura del libro, i legali della famiglia suggerirono modifiche specifiche per “rafforzare la chiarezza” della residenza svizzera della vedova Agnelli, spostandola da Saint Moritz allo chalet «Icy» a Lauenen, nei pressi di Gstaad.

Questo dettaglio emerge da uno scambio di e-mail tra John Elkann, la segretaria Paola Montaldo e l’avvocato Peter Hafter, che gestiva i testamenti di Marella. Il giudice per le indagini preliminari, Antonio Borretta, ha ritenuto che queste comunicazioni siano prove di una “strategia articolata” per mantenere una residenza fittizia in Svizzera, volta a evitare il regime fiscale italiano.


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