Nordio: «Da lunedì certificati penali negli uffici postali»

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, durante un’intervista al programma Quarta Repubblica in onda su Rete4 e condotto da Nicola Porro, ha parlato di certificati penali alle Poste.

«Stiamo lavorando, e l’abbiamo già fatto, affinché, se un cittadino debba chiedere un certificato penale, invece di recarsi direttamente all’ufficio giudiziario, che magari sta a 50 chilometri di distanza, vada all’ufficio postale», ha dichiarato Nordio.

Tuttavia, non stiamo affatto parlando di una novità. I certificati penali all’ufficio postale rientrano nel Progetto Polis, un’iniziativa del 2021 che è stata siglata da Poste Italiane e dall’allora ministero dello Sviluppo economico (denominato oggi ministero delle Imprese e del Made in Italy).

L’iniziativa è sostenuta dai fondi del Pnrr, ed ha l’obiettivo di trasformare gli uffici postali di quei Comuni italiani che hanno meno di 15mila abitanti. In questi Comuni, alle Poste, si potranno richiedere documenti come certificati anagrafici, passaporto, dati fiscali e anche i certificati penali.

Sembra che nessuno abbia chiesto, però, un parere in merito all’iniziativa al Garante della Privacy.

Nordio, durante l’intervista su Rete4 ha dichiarato: «Inizieremo questo progetto che è di una modernizzazione assoluta e che farà risparmiare tempo, denaro e traffico. Il cittadino avrà una giustizia di prossimità che sarà molto efficace dal punto di vista dell’economia».

Il fischio di inizio è previsto per lunedì 30 gennaio. Data in cui è prevista la presentazione del Progetto Polis organizzato da Poste Italiane, e vedrà la presenza di una parte dei 7mila sindaci dei Comuni che saranno interessati dal progetto.

Il progetto, dunque, non sembra appartenere a Nordio. Risale infatti ad una convenzione del 30 settembre 2021, sottoscritta dal Direttore Generale di Poste Italiane, Matteo Del Fante, e dall’ex ministero dello Sviluppo economico.

Il Progetto prevede un investimento di circa 800 milioni del Pnrr tra il 2022 e il 2026. Poste ha deciso di aggiungere altri 300 milioni, arrivando ad 1,1 miliardi di euro. Per il 2023 è previsto uno stanziamento complessivo di 145 milioni.

Poste ha intenzione di creare delle «case dei servizi di cittadinanza digitale»: si chiameranno così, infatti, i nuovi uffici postali multi-funzione. In totale saranno coinvolti 6.910 uffici postali, di piccoli borghi oppure in aree remote.

Il progetto comincerà in Lazio, nei Comuni di Campagnano di Roma, Fara in Sabina e San Felice Circeo, dove si starebbero già realizzando i primissimi prototipi.

Il Sole 24 Ore, lo scorso novembre, ha anticipato che, con il progetto Polis, si potranno richiedere alle Poste documenti come il passaporto, carta d’identità elettronica, certificati anagrafici e di stato civile, visure di planimetrie catastali, l’esenzione dal canone Rai, estratti conti fiscali e debitori, l’emissione del codice fiscale, dichiarazioni di trasporto o smarrimento di armi, certificati giudiziari, duplicati della patente di guida e il rilascio della patente nautica.

L’obiettivo è la riduzione delle distanze tra gli abitanti dei piccoli Comuni o delle aree più remote e gli uffici pubblici che si trovano nei grandi centri e del risparmio di tempo e denaro. Oltre a ciò, è prevista anche la creazione di 250 spazi destinati al coworking e alla formazione.

Poste Italiane, si legge nella convenzione, è titolare anche del trattamento dei dati, ed è a capo della tutela della riservatezza di tutte le informazioni. Nonostante ciò, il Garante della Privacy non è stato coinvolto in alcun modo per gestire i flussi di dati del Progetto Polis.

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