emergenza suicidi nelle carceri

Emergenza suicidi nelle carceri: quest’anno già 29

Dall’inizio dell’anno sono già avvenuti 29 suicidi nelle carceri italiane. È un numero terribile, che ricorda il 2022, quando ci sono stati 84 suicidi, ovvero uno ogni 4 giorni.

Qualche giorno fa il Guardasigilli Nordio ha deciso di firmare un decreto per lo stanziamento di 5 milioni di euro per prevenire il fenomeno del suicidio in carcere e diminuire il disagio psicologico provato dai detenuti.

L’ultimo suicidio in carcere è avvenuto il 2 aprile, a Cagliari: un 32enne si è impiccato nella sua cella.

Tuttavia, l’allarme non coinvolge soltanto i detenuti, ma anche la polizia penitenziaria. 3 agenti, infatti, si sarebbero uccisi nel corso dei primi mesi dell’anno.

Dichiara Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone: «Il ritmo delle morti in questi primi mesi dell’anno è impressionante. Sicuramente l’intervento del governo va nella direzione di maggiore disponibilità di risorse umane, in questo caso di psicologi e questo va bene. Così come va bene l’aumento della paga per gli stessi psicologi che operano nelle carceri».

«Però», prosegue, «non è minimamente sufficiente poiché occorre investire sulla qualità della vita. La metà dei suicidi avvengono nei primi sei mesi di detenzione, ciò significa che bisogna intervenire in quel momento, non solo con gli psicologi e il sostegno del personale, ma evitando che in quel periodo finiscano nelle peggiori celle del carcere».

«Aumentare le telefonate con i familiari e più in generale riempire di vita il carcere perché la maggior parte delle ore i detenuti le trascorrono in cella e questo è devastante dal punto di vista psico-fisico. Occorre modernizzare e rendere la vita in carcere meno medievale», conclude Gonnella.

Dichiara all’AGI Donato Capece, segretario del Sappe: «Speriamo quest’anno di non dover superare i numeri del 2022, il suicidio di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato. Le cause sono da ricondurre sempre al sovraffollamento e alla carenza del personale».

«I suicidi purtroppo, nonostante tutto il nostro sforzo, non si riesce a impedirli. A Teramo a marzo, ad esempio, un giovane detenuto di vent’anni ha dialogato con un agente fino alle 4 della mattina e sembrava che non ci fossero problemi, poi alle 5.30 è stato trovato impiccato».


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Legge europea sullo stipendio trasparente: ecco da quando sarà in vigore

Secondo una nuova normativa dell’UE, dal 2027 verrà introdotta la legge sullo stipendio trasparente. In sostanza, se prima le aziende non avevano alcun obbligo a comunicare pubblicamente le proprie politiche salariali, grazie alle nuove normative Ue dovranno sia comunicare le differenze retributive presenti tra uomini e donne sia intraprendere azioni concrete per risolverle.

Spiega Patrizia Biscaro di Alight Solutions: «Le differenze potranno essere basate sui ruoli, sull’esperienza e sulle categorie di lavoro, ma non sul genere e su altri criteri ingiustificati e ingiustificabili».

Dunque, dal 2027 le società dovranno rendere pubbliche le informazioni relative allo stipendio con un report che riguarda il 2026. Nel report non ci dovranno essere differenze retributive che superano il 5%: in caso contrario, le aziende saranno soggette ad analisi maggiormente approfondite e avranno l’obbligo di porre fine alle disparità.

Se ciò non verrà eseguito, dichiara Biscaro, si rischiano sanzioni finanziarie il cui importo «non è ancora stato definito. […] È certo che la reputazione di un’azienda risulterà danneggiata».

«Sebbene molte aziende credano di essere trasparenti ed esenti da gap salariali, attraverso la semplice rendicontazione di ruoli e stipendi potrebbero scoprire di non essere in linea con gli standard: pertanto, è opportuno che inizino ad approfondire le conoscenze di questi aspetti attraverso l’analisi e la rendicontazione», conclude Biscaro.


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Poste Italiane: tirocinio per praticanti avvocati

Poste Italiane ha deciso di aprire le porte anche ai praticanti avvocati, offrendo loro l’opportunità di svolgere un tirocinio professionale in varie città italiane.

Con la collaborazione dei Consigli degli Ordini degli Avvocati, l’iniziativa punta all’attivazione dei tirocini per i praticanti a Roma, Cagliari, Napoli, Venezia, Catanzaro e Bologna, presso la Funzione di Affari Legali di Poste Italiane, al fine di raggiungere l’abilitazione alla professione.

Per accedere alla selezione, i candidati dovranno avere i seguenti requisiti:

  • cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione Europea o di uno Stato non appartenente all’Unione Europea in possesso dei requisiti previsti dall’art. 17 comma 2 della Legge n. 247 del 2012;
  • laurea magistrale in giurisprudenza con la massima votazione conseguita da non più di 24 mesi;
  • iscrizione al registro dei praticanti presso il Consiglio dell’Ordine di Roma, Napoli, Bologna, Cagliari, Catanzaro o Venezia da non più di 2 mesi.

Il rimborso spese previsto equivale a 600 euro lordi, e il tirocinio avrà durata compresa tra 6 e 12 mesi.

La domanda potrà essere inviata fino al 30 aprile 2024.

Clicca qui sopra per accedere alla domanda per il tirocinio

Per ulteriori informazioni consigliamo di visitare il sito di Poste Italiane.


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Nuova guida sulla riforma della volontaria giurisdizione

Il Consiglio Nazionale del Notariato, assieme alle associazioni dei consumatori, ha presentato una nuova guida alla Camera, Volontaria giurisdizione. Il notaio e le fragilità sociali: una nuova disciplina per i minori e i soggetti incapaci.

La guida, che può essere scaricata dal sito www.notariato.it, descrive la nuova procedura che è stata introdotta grazie al dlgs 149/2022, che, con il fine di alleggerire il carico di lavoro dei Tribunali, prevede la possibilità di affidarsi ad un notaio per compiere alcuni atti di amministrazione da parte di minori o soggetti fragili, per i quali è necessario che intervenga il giudice.

In Italia aumentano i soggetti fragili. Secondo il ministero della Giustizia, le amministrazioni di sostegno in questo momento sono 350.000, circa 140.000 persone hanno subito l’interdizione e le persone con disabilità sono quasi 13 milioni.

Il notaio, grazie a questa riforma, potrà rilasciare le autorizzazioni per stipulare gli atti pubblici e le scritture autenticate in cui interviene un minore, un inabilitato, un interdetto o un soggetto beneficiario di amministrazione di sostegno. Potranno, inoltre, essere rilasciate le autorizzazioni circa gli atti con oggetto beni ereditari.

Dichiara il Consiglio durante la presentazione: «Il vademecum, nato dalla sinergia tra Notariato e associazioni dei consumatori, spiega passo per passo come funziona la nuova procedura e fornisce un primo aiuto concreto con l’obiettivo di supportare il sistema Giustizia. La fragilità non è più solo un problema giudiziario, ma è diventato un vero e proprio tema sociale. Occorre fare un lavoro di rete, valorizzare le attività di volontariato, il terzo settore e tutti gli enti intermedi, per rendere effettivo l’esercizio dei diritti da parte dei soggetti più fragili».


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Vi arriva una telefonata da parte di un parente, che dice di essere stato coinvolto in un bruttissimo incidente stradale, e che ha bisogno che voi gli inviate dei soldi.

Il numero di telefono e la voce sembrano quelli del vostro parente; tuttavia, percepite che c’è qualcosa di strano. Se riagganciate e richiamate il numero, la persona dall’altra parte del telefono vi dirà di non avere la minima idea di che cosa state parlando.

Ebbene, era una chiamata truffa, realizzata per mano dell’intelligenza artificiale. Infatti, con i passi in avanti da parte degli strumenti di IA generativa, creare degli audio tanto fake quanto convincenti diventa sempre più semplice e abbordabile economicamente.

I malintenzionati sfruttano le innovazioni per trarre in inganno le vittime, al fine di convincerle di parlare con una persona a loro cara. Ma che cosa possiamo fare per correre ai ripari da queste truffe?

Secondo gli esperti di sicurezza, far sì che una telefonata sembri provenire da un numero di telefono reale non è un’operazione così complicata. Spiega Michael Jabbara di Visa: «Molte volte i truffatori falsificano il numero da cui vi chiamano. Dovete essere proattivi».

Infatti, che sia la banca o un parente, se ricevete una telefonata nella quale vi vengono richiesti soldi oppure informazioni personali, chiedete se potete richiamare l’interlocutore. Cercate online o tra i vostri contatti il numero, e richiamate. In alternativa, inviate una mail o avviate una videochat con il presunto interlocutore.

Secondo Steve Grobman di McAfee, una buona strategia è quella di trovare una parola di sicurezza da condividere soltanto con i parenti più stretti, che potete richiedere durante la telefonata: «Potete accordarvi su una parola o una frase che i vostri cari possono usare per dimostrare chi sono veramente».

In assenza di una parola di sicurezza, potete anche optare per una domanda personale: «Va bene anche una cosa semplice, come una domanda a cui solo il vostro caro saprebbe rispondere. Per esempio: ‘Ehi, voglio essere sicuro che sei davvero tu. Puoi ricordarmi cosa abbiamo mangiato a cena ieri sera?’ Assicuratevi che la domanda sia abbastanza specifica per fare in modo che un eventuale truffatore non possa indovinare la risposta».

I cloni audio fatti con l’intelligenza artificiale non colpiscono solo le persone famose. Per Rahul Sood di Pindrop «un errore comune è pensare che non possa succedere a te, che nessuno possa clonare la tua voce. Quello che la gente non capisce è che bastano solo 5-10 secondi della vostra voce presi da una clip di TikTok o da un video su YouTube per creare facilmente il vostro clone».

In ogni caso, i truffatori sono abili nel guadagnarsi la vostra fiducia, insistendo sui vostri punti deboli. Per evitare di cadere nella trappola, dice Jabbara, «diffidate di qualsiasi situazione che susciti in voi emozioni forti, perché i migliori truffatori non sono necessariamente gli hacker più abili tecnicamente».


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4 mila nuovi addetti per l’Ufficio per il processo

Arrivano 4 mila nuovi addetti all’Upp, l’Ufficio per il processo.

Infatti, sul sito del ministero della Giustizia è stato pubblicato il concorso per l’assunzione di 3.946 unità di personale a tempo determinato. I nuovi addetti si sommeranno agli attuali 5.700, anche loro a tempo determinato.

Il contratto scadrà a giugno 2026, ma ci sarà possibilità di proroga.

Il bando può essere consultato sul sito del ministero della giustizia, e per inviare le domande di ammissione, soltanto in forma telematica, si avrà tempo fino al 26 aprile. Si dovrà compilare il format che si trova sul portale InPa.

95 addetti andranno alla Corte di Cassazione e gli altri verranno suddivisi nei distretti delle Corti d’Appello di tutta Italia.

Dichiara il Comitato nazionale funzionari Upp: «Siamo contenti di poter contare sull’apporto dei nuovi colleghi. Tuttavia, non possiamo fare a meno di sottolineare come la previsione di 3.946 nuove assunzioni, non accompagnata dal necessario ampliamento della dotazione organica del personale del ministero giustizia, non fa altro che alimentare il precariato in un settore strategico come quello della giustizia».

Clicca qui sopra per visualizzare il bando pubblicato dal Ministero della Giustizia


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Nel 2022, secondo l’ultimo rapporto Censis, c’erano 240mila avvocati (-0,7% rispetto all’anno precedente). La decrescita continua ormai da tempo. Si pensi che in Toscana, 10 anni fa più di 1.300 persone sostennero l’esame di abilitazione, mentre nel 2023 ci hanno provato meno di 400 persone.

Leggiamo nel rapporto: «Ciò che emerge è la precarietà della professione forense per i più giovani e la consapevolezza relativa alle loro difficolta lavorative. A caratterizzare la condizione dei giovani avvocati è, più di ogni altro aspetto, la disparità di reddito rispetto agli avvocati senior».

Infatti, in media, «il reddito professionale Irpef dei giovani avvocati iscritti alla Cassa Forense è decisamente più basso se confrontato con quello dell’insieme degli iscritti. Particolarmente per la classe 30-34 anni e per gli under 30 si riscontra un valore del reddito che è addirittura meno della metà del reddito medio complessivo».

La principale causa del divario, per il 36,5% dei giovani, è il compenso ridotto. Di conseguenza, gli avvocati attivi diventano sempre più vecchi, perché i giovani mollano la professione.

Nel 2002, per esempio, l’età media degli avvocati era di 42,3 anni, mentre nel 2022 l’età media si è alzata a 47,7 anni. A livello internazionale, nel 2023 sono avvenute 8.698 cancellazioni: tenendo presente le 8.257 iscrizioni, sono stati “persi” 441 avvocati.

Per invertire la rotta, lo studio legale e tributario Paratore Vannini & Partner di Firenze, ha ottenuto la certificazione UNI 11871:2022, ovvero lo standard europeo «che detta i principi organizzativi e di gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione per la creazione e la protezione del valore». Insomma, un «bollino di qualità».

Secondo l’avvocato Salvatore Paratore, tale norma «tutela i collaboratori con mono committenza» trovando «un’adeguata regolamentazione. È una norma di civiltà, oltre che di qualità. Il primo punto da rispettare è la contrattualizzazione del rapporto con il collaboratore in forma scritta, cosa che di norma non accade».

Prosegue Paratore: «Gli studi certificati hanno l’obbligo di scrivere il piano formativo condiviso con il giovane collega, dove trovano regolamentazione anche le tutele. Gli studi devono fare un passo di serietà, allo stesso tempo i giovani devono sapere che questa è una professione di sacrificio e impegno, servono anni per formare un avvocato».


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13 esperti selezionati dal Governo, assieme ad AGID, hanno creato un nuovo documento, che sarà valido per il periodo 2024/2026.

Presenti 10 punti che qualificano le aree di attenzione, ma soprattutto le azioni che si dovranno intraprendere a livello di PA, supporto della ricerca scientifica, infrastrutture, formazione e imprese.

I 13 esperti sono stati nominati da Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione:

  • Gianluigi Greco, professore di informatica all’Università della Calabria e presidente di AixIA, l’associazione italiana per l’intelligenza artificiale;
  • Viviana Acquaviva, astrofisica e docente al Physics Department del Cuny Nyc College of Technology e al Cuny Graduate Center;
  • Paolo Benanti, consigliere di papa Francesco sull’IA ed esperto di etica digitale, è professore alla Pontificia università gregoriana;
  • Guido Boella, vice Rettore vicario dell’Università di Torino;
  • Marco Camisani Calzolari, divulgatore scientifico;
  • Virginio Cantoni, professore emerito presso l’Università di Pavia;
  • Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr;
  • Rita Cucchiara, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia;
  • Agostino La Bella, professore ordinario di Ingegneria economico-gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata;
  • Silvestro Micera, docente presso Ecole polytechnique fédérale de Lausanne;
  • Giuliano Noci, professore di Strategia e Marketing al Politecnico di Milano;
  • Edoardo Carlo Raffiotta, professore di Diritto costituzionale nell’Università di Milano Bicocca e avvocato;
  • Ranieri Razzante, professore di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio presso l’Università di Bologna e Docente di Tecniche e regole della cybersecurity presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa.

Il documento punta alla promozione di un ecosistema nazionale dell’Intelligenza Artificiale, che competa a livello internazionale ma al tempo stesso rispetti le norme e i valori UE.

In particolar modo, il piano prevede delle azioni per attrarre talenti in ambito IA, sviluppare Large Multimodal Model italiani e creare un ecosistema che favorisca l’innovazione tecnologica all’interno delle PMI.

Si parla anche dell’importanza della formazione a livello scolastico e universitario.

Al fine di rendere maggiormente efficace attuare tale strategia, gli esperti incaricati hanno proposto di creare una Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, che supervisionerà le azioni, gestirà i fondi e monitorerà i vari progressi.

Per approfondire l’argomento, è possibile consultare l’executive summary:

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WhatsApp: importanti novità dall’11 aprile

Whatsapp novità 11 aprile

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Dal prossimo 11 aprile WhatsApp cambierà molte cose. Infatti, entreranno in vigore i nuovi Termini di servizio supplementari, basati sul Digital Services Act, sul Digital Markets Acts e sul EU-US Data Privacy Framework.

Sostanzialmente Meta, che possiede WhatsApp, si è ritrovata a sottostare ai regolamenti comunitari destinati ai gatekeeper, e per questo deve obbligatoriamente introdurre alcuni strumenti per salvaguardare la concorrenza. Inoltre, Meta dovrà tutelare e garantire conformità circa le norme sulla protezione dei dati.

Tutti coloro che sono iscritti a WhatsApp da prima del 15 febbraio riceveranno una notifica contenente i dettagli delle novità dell’11 aprile.

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Una delle novità più importanti è collegata all’interoperabilità tra le piattaforme di comunicazione, e dunque la possibilità di WhatsApp di ricevere messaggi da altri servizi, come Signal, Telegram oppure Session.

In ogni caso, la data dell’11 aprile segnerà il primo passaggio per attivare questa possibilità, poiché bisognerà aspettare l’ok delle richieste avanzate da Meta verso gli altri servizi.

Dopo aver completato il percorso tecnico che condurrà all’interoperabilità tra i servizi, gli utenti ritroveranno nelle Impostazioni dell’app la voce “chat di terze parti”. Se verrà abilitata, il proprio numero di telefono verrà condiviso con i servizi prescelti, senza condividere foto o nome del profilo.

I messaggi condivisi con le altre piattaforme, inoltre, potranno essere visionabili soltanto sull’app di WhatsApp. I messaggi e le chiamate rimarranno protetti dalla crittografia end-to-end. Ricorda l’azienda: «Nessuno, nemmeno WhatsApp, può leggerne o ascoltarne il contenuto».

Un’altra news riguarda l’età minima per usufruire del servizio, che verrà ridotta a 13 anni in tutto il territorio europeo, al fine di uniformare le regole globalmente.

Nella nota ufficiale si parla anche dei nuovi meccanismi destinati al trasferimento internazionale dei dati: «Per gli utenti della regione europea, adotteremo il nuovo EU-US Data Privacy Framework». Sono state anche aggiunte «informazioni relative al nostro trattamento in conformità agli obblighi di natura legale previsti dal Digital Services Act».

Meta sottolinea come l’Informativa Privacy per i canali WhatsApp integra l’Informativa sulla privacy di Whatsapp. L’app, inoltre, «non controlla in altro modo ciò che gli utenti fanno o dicono sui Canali e non si ritiene responsabile delle loro azioni o dei loro comportamenti (sia online che offline) o contenuti (inclusi contenuti illegali o sgradevoli)».


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La modifica apportata all’art. 187 del Codice della Strada ha abolito la necessità di accertamento dello stato di alterazione psico-fisica del conducente. Secondo la modifica, la condotta illecita avverrà «dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope».

Questo porta ad alcune criticità non indifferenti. La tipologia e il numero di sostanze sotto la lente, infatti, sono tantissime, e sono sia illegali che prescrivibili legalmente, come medicinali a base di morfina, benzodiazepine, sostanze analgesiche oppiacee, barbiturici e medicinali a base di cannabis di origine vegetale.

La loro rilevabilità nei liquidi biologici, come la saliva, potrebbe avvenire anche a distanza di giorni dal momento della loro assunzione, ovvero quando sono terminati gli effetti sperimentati dalla persona.

In particolar modo, i dubbi si concentrano sull’assunzione di farmaci psicoattivi. Inoltre, si rileva che il Ddl stesso va a modificare il Codice penale agli articoli 589-bis (omicidio stradale) e 590-bis (lesioni personali stradali).

Affinché si configurino tali reati, è necessario verificare lo stato di «alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope». Esiste, dunque, una discrepanza a livello di verifica della condotta censurata tra Codice Penale e Codice della Strada.

Problematiche e dubbi a livello interpretativo saranno argomento di discussione in ambito giudiziario, giuridico, sanitario, e non solo.


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