nuove assunzioni ufficio per il processo

4 mila nuovi addetti per l’Ufficio per il processo

Arrivano 4 mila nuovi addetti all’Upp, l’Ufficio per il processo.

Infatti, sul sito del ministero della Giustizia è stato pubblicato il concorso per l’assunzione di 3.946 unità di personale a tempo determinato. I nuovi addetti si sommeranno agli attuali 5.700, anche loro a tempo determinato.

Il contratto scadrà a giugno 2026, ma ci sarà possibilità di proroga.

Il bando può essere consultato sul sito del ministero della giustizia, e per inviare le domande di ammissione, soltanto in forma telematica, si avrà tempo fino al 26 aprile. Si dovrà compilare il format che si trova sul portale InPa.

95 addetti andranno alla Corte di Cassazione e gli altri verranno suddivisi nei distretti delle Corti d’Appello di tutta Italia.

Dichiara il Comitato nazionale funzionari Upp: «Siamo contenti di poter contare sull’apporto dei nuovi colleghi. Tuttavia, non possiamo fare a meno di sottolineare come la previsione di 3.946 nuove assunzioni, non accompagnata dal necessario ampliamento della dotazione organica del personale del ministero giustizia, non fa altro che alimentare il precariato in un settore strategico come quello della giustizia».

Clicca qui sopra per visualizzare il bando pubblicato dal Ministero della Giustizia


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giovani avvocati

I giovani avvocati appendono la toga al chiodo

Nel 2022, secondo l’ultimo rapporto Censis, c’erano 240mila avvocati (-0,7% rispetto all’anno precedente). La decrescita continua ormai da tempo. Si pensi che in Toscana, 10 anni fa più di 1.300 persone sostennero l’esame di abilitazione, mentre nel 2023 ci hanno provato meno di 400 persone.

Leggiamo nel rapporto: «Ciò che emerge è la precarietà della professione forense per i più giovani e la consapevolezza relativa alle loro difficolta lavorative. A caratterizzare la condizione dei giovani avvocati è, più di ogni altro aspetto, la disparità di reddito rispetto agli avvocati senior».

Infatti, in media, «il reddito professionale Irpef dei giovani avvocati iscritti alla Cassa Forense è decisamente più basso se confrontato con quello dell’insieme degli iscritti. Particolarmente per la classe 30-34 anni e per gli under 30 si riscontra un valore del reddito che è addirittura meno della metà del reddito medio complessivo».

La principale causa del divario, per il 36,5% dei giovani, è il compenso ridotto. Di conseguenza, gli avvocati attivi diventano sempre più vecchi, perché i giovani mollano la professione.

Nel 2002, per esempio, l’età media degli avvocati era di 42,3 anni, mentre nel 2022 l’età media si è alzata a 47,7 anni. A livello internazionale, nel 2023 sono avvenute 8.698 cancellazioni: tenendo presente le 8.257 iscrizioni, sono stati “persi” 441 avvocati.

Per invertire la rotta, lo studio legale e tributario Paratore Vannini & Partner di Firenze, ha ottenuto la certificazione UNI 11871:2022, ovvero lo standard europeo «che detta i principi organizzativi e di gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione per la creazione e la protezione del valore». Insomma, un «bollino di qualità».

Secondo l’avvocato Salvatore Paratore, tale norma «tutela i collaboratori con mono committenza» trovando «un’adeguata regolamentazione. È una norma di civiltà, oltre che di qualità. Il primo punto da rispettare è la contrattualizzazione del rapporto con il collaboratore in forma scritta, cosa che di norma non accade».

Prosegue Paratore: «Gli studi certificati hanno l’obbligo di scrivere il piano formativo condiviso con il giovane collega, dove trovano regolamentazione anche le tutele. Gli studi devono fare un passo di serietà, allo stesso tempo i giovani devono sapere che questa è una professione di sacrificio e impegno, servono anni per formare un avvocato».


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13 esperti selezionati dal Governo, assieme ad AGID, hanno creato un nuovo documento, che sarà valido per il periodo 2024/2026.

Presenti 10 punti che qualificano le aree di attenzione, ma soprattutto le azioni che si dovranno intraprendere a livello di PA, supporto della ricerca scientifica, infrastrutture, formazione e imprese.

I 13 esperti sono stati nominati da Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione:

  • Gianluigi Greco, professore di informatica all’Università della Calabria e presidente di AixIA, l’associazione italiana per l’intelligenza artificiale;
  • Viviana Acquaviva, astrofisica e docente al Physics Department del Cuny Nyc College of Technology e al Cuny Graduate Center;
  • Paolo Benanti, consigliere di papa Francesco sull’IA ed esperto di etica digitale, è professore alla Pontificia università gregoriana;
  • Guido Boella, vice Rettore vicario dell’Università di Torino;
  • Marco Camisani Calzolari, divulgatore scientifico;
  • Virginio Cantoni, professore emerito presso l’Università di Pavia;
  • Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr;
  • Rita Cucchiara, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia;
  • Agostino La Bella, professore ordinario di Ingegneria economico-gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata;
  • Silvestro Micera, docente presso Ecole polytechnique fédérale de Lausanne;
  • Giuliano Noci, professore di Strategia e Marketing al Politecnico di Milano;
  • Edoardo Carlo Raffiotta, professore di Diritto costituzionale nell’Università di Milano Bicocca e avvocato;
  • Ranieri Razzante, professore di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio presso l’Università di Bologna e Docente di Tecniche e regole della cybersecurity presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa.

Il documento punta alla promozione di un ecosistema nazionale dell’Intelligenza Artificiale, che competa a livello internazionale ma al tempo stesso rispetti le norme e i valori UE.

In particolar modo, il piano prevede delle azioni per attrarre talenti in ambito IA, sviluppare Large Multimodal Model italiani e creare un ecosistema che favorisca l’innovazione tecnologica all’interno delle PMI.

Si parla anche dell’importanza della formazione a livello scolastico e universitario.

Al fine di rendere maggiormente efficace attuare tale strategia, gli esperti incaricati hanno proposto di creare una Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, che supervisionerà le azioni, gestirà i fondi e monitorerà i vari progressi.

Per approfondire l’argomento, è possibile consultare l’executive summary:

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Dal prossimo 11 aprile WhatsApp cambierà molte cose. Infatti, entreranno in vigore i nuovi Termini di servizio supplementari, basati sul Digital Services Act, sul Digital Markets Acts e sul EU-US Data Privacy Framework.

Sostanzialmente Meta, che possiede WhatsApp, si è ritrovata a sottostare ai regolamenti comunitari destinati ai gatekeeper, e per questo deve obbligatoriamente introdurre alcuni strumenti per salvaguardare la concorrenza. Inoltre, Meta dovrà tutelare e garantire conformità circa le norme sulla protezione dei dati.

Tutti coloro che sono iscritti a WhatsApp da prima del 15 febbraio riceveranno una notifica contenente i dettagli delle novità dell’11 aprile.

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Una delle novità più importanti è collegata all’interoperabilità tra le piattaforme di comunicazione, e dunque la possibilità di WhatsApp di ricevere messaggi da altri servizi, come Signal, Telegram oppure Session.

In ogni caso, la data dell’11 aprile segnerà il primo passaggio per attivare questa possibilità, poiché bisognerà aspettare l’ok delle richieste avanzate da Meta verso gli altri servizi.

Dopo aver completato il percorso tecnico che condurrà all’interoperabilità tra i servizi, gli utenti ritroveranno nelle Impostazioni dell’app la voce “chat di terze parti”. Se verrà abilitata, il proprio numero di telefono verrà condiviso con i servizi prescelti, senza condividere foto o nome del profilo.

I messaggi condivisi con le altre piattaforme, inoltre, potranno essere visionabili soltanto sull’app di WhatsApp. I messaggi e le chiamate rimarranno protetti dalla crittografia end-to-end. Ricorda l’azienda: «Nessuno, nemmeno WhatsApp, può leggerne o ascoltarne il contenuto».

Un’altra news riguarda l’età minima per usufruire del servizio, che verrà ridotta a 13 anni in tutto il territorio europeo, al fine di uniformare le regole globalmente.

Nella nota ufficiale si parla anche dei nuovi meccanismi destinati al trasferimento internazionale dei dati: «Per gli utenti della regione europea, adotteremo il nuovo EU-US Data Privacy Framework». Sono state anche aggiunte «informazioni relative al nostro trattamento in conformità agli obblighi di natura legale previsti dal Digital Services Act».

Meta sottolinea come l’Informativa Privacy per i canali WhatsApp integra l’Informativa sulla privacy di Whatsapp. L’app, inoltre, «non controlla in altro modo ciò che gli utenti fanno o dicono sui Canali e non si ritiene responsabile delle loro azioni o dei loro comportamenti (sia online che offline) o contenuti (inclusi contenuti illegali o sgradevoli)».


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La modifica apportata all’art. 187 del Codice della Strada ha abolito la necessità di accertamento dello stato di alterazione psico-fisica del conducente. Secondo la modifica, la condotta illecita avverrà «dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope».

Questo porta ad alcune criticità non indifferenti. La tipologia e il numero di sostanze sotto la lente, infatti, sono tantissime, e sono sia illegali che prescrivibili legalmente, come medicinali a base di morfina, benzodiazepine, sostanze analgesiche oppiacee, barbiturici e medicinali a base di cannabis di origine vegetale.

La loro rilevabilità nei liquidi biologici, come la saliva, potrebbe avvenire anche a distanza di giorni dal momento della loro assunzione, ovvero quando sono terminati gli effetti sperimentati dalla persona.

In particolar modo, i dubbi si concentrano sull’assunzione di farmaci psicoattivi. Inoltre, si rileva che il Ddl stesso va a modificare il Codice penale agli articoli 589-bis (omicidio stradale) e 590-bis (lesioni personali stradali).

Affinché si configurino tali reati, è necessario verificare lo stato di «alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope». Esiste, dunque, una discrepanza a livello di verifica della condotta censurata tra Codice Penale e Codice della Strada.

Problematiche e dubbi a livello interpretativo saranno argomento di discussione in ambito giudiziario, giuridico, sanitario, e non solo.


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Donazzan: “Il Veneto è la Regione più avanzata in Italia nell’attivazione degli Uffici di Prossimità”

Dichiara Elena Donazzan, assessora regionale del Veneto all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità: «Il Veneto è la Regione più avanzata in Italia nell’attivazione degli Uffici di Prossimità, la rete di sportelli territoriali che avvicina la giustizia ai cittadini, offrendo una serie di servizi di consulenza e deposito nell’ambito della Volontaria Giurisdizione senza doversi recare nelle Cancellerie degli Uffici giudiziari».

«Sono 35 gli Enti», prosegue, «che hanno risposto all’avviso pubblico di manifestazione di interesse e confermato la partecipazione al progetto attivato dalla Regione del Veneto e realizzato con il supporto del Raggruppamento Temporaneo d’impresa, di cui è capofila Intellera Consulting, coinvolgendo un bacino di utenza di oltre 860mila persone, e che si è occupato della configurazione degli UdP e delle attività di formazione del personale addetto».

Sul territorio regionale sono stati attivati 27 Uffici di Prossimità, e nei prossimi mesi ne verranno aggiunti altri 8.

«Quella del Veneto rappresenta l’esperienza più avanzata tra le 15 Regioni aderenti al Progetto Complesso degli Uffici di Prossimità promosso dal Ministero della Giustizia nell’ambito del Programma Operativo Complementare al PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020».

Si tratta di un’esperienza «di successo di semplificazione dell’accesso dei cittadini al Sistema Giustizia che mira a fornire concreto supporto alle fasce deboli e a coloro che vivono aree geograficamente distanti dai Tribunali di riferimento. Oltre ad erogare un servizio di prossimità, gli Uffici consentono di decongestionare le attività dei Tribunali delegando al territorio l’attività di ricezione e accoglienza del pubblico e di interazione con le Cancellerie».

Gli Uffici di Prossimità forniscono informazioni e orientamento circa gli istituti di protezione giuridica, offrono modulistica e supporto per quanto riguarda la predisposizione degli atti che le parti redigono senza aiuto di un legale.

Permettono anche il deposito telematico degli atti da parte degli utenti e forniscono informazioni circa lo stato delle procedure di Volontaria Giurisdizione.

Gli Uffici di Prossimità già attivi in Veneto si trovano:

  • Albignasego;
  • Bovolenta;
  • Adria;
  • Badia Polesine;
  • San Martino di Venezze;
  • Taglio di Po;
  • Castelfranco Veneto;
  • Montebelluna;
  • Oderzo;
  • Pieve del Grappa;
  • Dolo;
  • Unione dei Comuni del Miranese;
  • Unione dei Comuni di San Donà di Piave;
  • Vigonovo;
  • Caprino Veronese;
  • Cerea;
  • San Pietro in Cariano;
  • Arzignano;
  • Brendola;
  • Cassola;
  • Chiampo;
  • Roana;
  • San Vito di Leguzzano;
  • Sossano;
  • Thiene;
  • Unione Montana Alto Astico;
  • Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti.

Nel corso dei prossimi mesi verranno aperti:

  • Unione Montana Agordina;
  • Camponogara;
  • Chioggia;
  • San Martino di Lupari;
  • Unione Adige Gua’;
  • San Bonifacio;
  • Scorzè;
  • Este.

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Cassetto Fiscale: il nuovo servizio dell’Agenzia delle Entrate

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Cassetto Fiscale: il nuovo servizio dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha creato il “cassetto fiscale”, un archivio online in cui il contribuente può consultare tutti i documenti fiscali. Il nuovo servizio consente di consultare documenti così come di effettuare pratiche quali pagamenti di modelli, dichiarazione dei redditi, comunicazioni di irregolarità e di mancati pagamenti.

Con il cassetto fiscale il contribuente potrà consultare la propria situazione fiscale direttamente online. L’operazione potrà essere svolta dallo stesso contribuente oppure da un delegato, come, per esempio, un commercialista.

Nel cassetto sono contenute le informazioni fiscali suddivise per periodi, ed è possibile reperirne alcune come:

  • Dati anagrafici;
  • Dichiarazioni fiscali;
  • Dati patrimoniali;
  • Dati di versamento o di rimborsi;
  • Affidabilità fiscale.

Per accedere al cassetto bisogna essere in possesso di SPID, CNS oppure delle credenziali d’accesso che verranno fornite una volta registrati al sito.

Per accedere al servizio clicca qui sopra


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Una lettera aperta da parte di 108 toghe, rivolta ai componenti del Consiglio superiore della magistratura, laici e togati, «affinché, nell’esercizio delle loro prerogative ordinamentali, esprimano, a tutela del prestigio e del valore costituzionale dell’indipendenza dell’Ordine giudiziario, un motivato e deciso parere contrario» rispetto all’approvazione dello schema di decreto attuativo inerente ai test psicoattitudinali.

Il Presidente della Repubblica ha già firmato il decreto, che ora attende soltanto di essere pubblicato in GU. Il 27 marzo, il Csm ha deciso di aprire una pratica con oggetto la disamina dell’introduzione «della verifica dell’idoneità psicoattitudinale di coloro che abbiano superato le prove scritte e orali del concorso in magistratura; verifica non contemplata nello schema di decreto legislativo e sulla quale, quindi, il Csm non ha avuto modo di esprimersi».

Della richiesta se ne occuperà la Sesta commissione, e valuterà «se e in che misura il Consiglio potrà fare valere le sue attribuzioni in materia almeno di proposta di modifica legislativa».

Leggiamo nella lettera: «Si è al cospetto di un progetto di riforma, di cui non si comprende la necessità nell’attuale contesto normativo, che, lungi dal realizzare un efficace metodo di verifica dell’idoneità dei futuri magistrati, si prospetta come inutile, dannoso, incoerente, insidioso, pericoloso, preoccupante, offensivo».

«L’equilibrio dei magistrati si misura sul campo, […] e non certo alla vigilia della loro assunzione». Oltre a ciò, vengono appesantite le procedure concorsuali, e la riforma entra in contraddizione con alcuni «progetti governativi di introduzione di procedure semplificate di selezione, dichiaratamente finalizzate a fronteggiare la drammatica scopertura di organico».

«Si inserisce all’esito del positivo superamento di difficilissime prove tecniche, al culmine di un lungo e defatigante percorso di studio, in una fase di delicatissima tensione alla massima potenza delle capacità di resistenza fisica, psicologica e caratteriale del candidato, con esiti di cui sarà senz’altro prevedibile la sistematica contestazione, dinanzi al giudice amministrativo, per la volatilità dei criteri di valutazione di una prova dissonante, rispetto alla già sperimentata abilità tecnica dell’aspirante magistrato».

Non soltanto i magistrati che hanno sottoscritto la lettera manifestano «sin da ora la nostra disponibilità ad intraprendere le più efficaci iniziative di mobilitazione, ivi compreso lo sciopero a oltranza, al fine di dare la giusta risonanza, anche nella Società Civile, alle nostre preoccupazioni, come sopra argomentate».

La magistratura indipendente, per il momento, non ha ancora preso una decisione. Starebbe prendendo piede la strada dell’affidare a costituzionalisti e giuristi l’analisi del come è stata modificata e approvata tale norma.


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La PEC è uno strumento sostenibile, economico ed eco-friendly.

Grazie alla PEC, in quanto strumento che sostituisce la raccomandata cartacea, nel periodo tra il 2008 e il 2022 lo Stato ha risparmiato circa 3,5 miliardi di euro.

Questo è quanto emerso dallo studio “Benefici e opportunità della PEC: pilastro dei servizi digitali fiduciari del futuro”, realizzato da Idc in collaborazione con Aruba, InfoCert-Tinexta Group e Tim Enterprise.

Si stima che tra il 2023 e il 2026 la PEC produrrà 2,5 miliardi di benefici a livello economico. Nel 2026 ci saranno 20 milioni di caselle PEC attive, che produrranno ben 3 miliardi e mezzo di messaggi.

Questo consentirà una grossa riduzione fisica verso uffici pubblici, uffici postali e sedi aziendali, eliminando 349 milioni di km di tragitti in auto o altri mezzi di trasporto. Il risparmio, in questo caso, ammonterà circa a 107mila tonnellate di CO2.

La PEC è lo strumento di notifica con valore legale più utilizzato in Europa. Nel 2022, secondo i dati Agid, in Italia erano attive 15 milioni di caselle PEC, con uno scambio di più di 2,5 miliardi di messaggi.

Dichiara Erica Spinoni di Idc: «La posta elettronica certificata si consolida come pilastro dei servizi digitali fiduciari in Italia e si avvia a evolvere nel quadro di nuovi framework e casi d’uso, anche per l’intera Europa, abbracciando molteplici sfere della vita economica e sociale. I benefici derivanti dalla Pec vanno ben oltre la semplificazione delle procedure e delle pratiche amministrative, includendo tematiche di carattere economico e di sostenibilità rilevanti per il futuro».

Per Antonio Morabiti di Tim, lo studio di Idc «mette in luce l’importanza che la Pec ricopre nello sviluppo dei servizi digitali in Italia e in ambito europeo, grazie a uno standard uniforme nelle comunicazioni e nell’utilizzo delle tecnologie che promuovono inclusività e sostenibilità. Confermiamo l’impegno per la diffusione delle tecnologie di identità e validazione digitale, che contribuiranno alla transizione digitale di cittadini e imprese. Il settore vede l’Italia all’avanguardia e sarà ulteriormente rafforzato negli altri Paesi Ue con il nuovo regolamento europeo eIDAS 2, che introdurrà nel panorama normativo i servizi fiduciari già attivi in Italia da diversi anni».

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Nordio: “Interventi su affettività in carcere e separazione delle carriere”

Il Guardasigilli risponde a sei interrogazioni alla Camera.

Separazione delle carriere

«La separazione delle carriere dei magistrati è nel programma di governo e sarà presentata entro il mese di aprile, al massimo di maggio di questo stesso anno. Sarà consustanziale alla riforma del Csm per ovvie ragioni che una separazione delle carriere comporta, quindi due Csm separati. Per fare una riforma radicale occorre cambiare la Costituzione, trattandosi di una revisione costituzionale l’iter sarà ovviamente più lungo e intersecandosi con la riforma del premierato avrà determinati tempi».

Legge Severino

In risposta all’On. Pittalis, Nordio dichiara che la modifica della legge Severino «è all’esame di questa Camera, e speriamo che abbia una sollecita approvazione, la riforma per l’abolizione del reato di abuso di atti di ufficio, la rimodulazione del traffico di influenze e anche (diciamo) l’enfatizzazione della presunzione di innocenza attraverso la privacy dell’informazione di garanzia. Certo, anche per quanto riguarda la legge Severino, noi riteniamo che sia necessaria una rimessa a punto. Non è all’ordine del giorno ma sicuramente fa parte del nostro interesse».

Detenuti e Affettività

Parlando di affettività, il Guardasigilli afferma che «bisogna tener conto innanzitutto del comportamento della persona detenuta in carcere, delle ragioni di sicurezza, ovviamente, e delle esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina. Dovranno essere create, e stiamo già iniziando a farlo, ma non è una cosa che si possa fare dall’oggi al domani, all’interno degli istituti penitenziari degli appositi spazi. Ovviamente anche il personale deve essere addestrato su questo, perché anche questa è una novità».

Aggiunge: «Quello che posso dire è che il governo, e chiaramente questo ministero, è perfettamente consapevole dell’importanza della questione, ed è deciso a dare pienissima attuazione a quella che è la sentenza della Corte Costituzionale».

È stato istituito un gruppo di lavoro multidisciplinare, che prevede come componenti degli appartenenti del nostro ministero, del Garante nazionale per i detenuti, della magistratura di sorveglianza, dell’architettura penitenziaria. E questa direi che è più importante di tutti perché senza strutture, dovremmo convenire che questa novità sarebbe ancora più difficile da realizzare. Ci saranno anche appartenenti al consiglio nazionale forense e del consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, anche questa è una presenza estremamente importante».

Suicidi in carcere

Dichiara Nordio: «I provveditorati dovranno verificare se nei distretti di competenza siano stati stipulati i piani regionali di prevenzione, anche al fine di sollecitarne la pronta approvazione attraverso le interlocuzioni con le rispettive autorità sanitarie».

È stato, inoltre, avviato «un percorso nazionale di intervento continuo, attraverso il Dap, i provveditorati e gli istituti penitenziari. Il 22 ottobre 2022 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Consiglio nazionale degli psicologi e il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, per definire un diverso e più strutturato coinvolgimento degli esperti. Sono stati coinvolti il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, il gruppo di lavoro per lo studio degli eventi suicidari e un gruppo di lavoro che ha già reso una relazione finale».

Aiuto sociale nelle carceri

Si prevede l’istituzione di una cabina di regina interistituzionale in ogni regione, nei confronti delle iniziative inerenti all’assistenza penitenziaria e post-penitenziaria. «Sono stati approvati e sono in corso di realizzazione otto piani triennali per un importo complessivo di oltre 22 milioni e i destinatari che si prevede di raggiungere nel triennio sono circa 12.500».

Prosegue Nordio: «Stiamo lavorando, e molto, alacremente per portare il lavoro in carcere e soprattutto per trovare degli accordi con delle benemerite associazioni per trovare il lavoro ai detenuti una volta liberati. Non è sufficiente che imparino un lavoro in carcere, occorre che una volta liberati si liberino a loro volta, scusate il bisticcio, del marchio di Caino del detenuto. Che vengano assorbiti nella società civile possibilmente attraverso un lavoro che già hanno appreso in carcere».

Laureati 29 detenuti in carcere

«Sono stati organizzati 952 corsi scolastici di primo livello cui hanno partecipato 11.025 detenuti. Sono stati promossi alla classe successiva 4.140 detenuti. Sempre nell’anno scolastico 2022-2023, sono stati attivati 808 corsi di secondo livello cui hanno partecipato 8.347 detenuti. Sono stati promossi alla classe successiva 5.115 detenuti».

Il numero «complessivo dei detenuti coinvolti in percorsi di istruzione nell’anno scolastico 2022-2023 è quindi di 19.372, con un incremento, rispetto all’anno scolastico precedente, di oltre 2.000 unità. Per ciò che concerne gli studi universitari, nell’anno 2022, negli istituti sede di Poli universitari, 608 detenuti risultavano iscritti a corsi universitari».

«Nel 2022 hanno conseguito la laurea 39 detenuti. Per quanto riguarda i corsi di formazione professionale segnalo che, nel primo semestre del 2023, sono stati attivati 274 corsi professionali, cui sono stati iscritti 3.359 detenuti. I detenuti impiegati alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria risultano essere 17.042, mentre i detenuti impiegati non alle dipendenze risultano essere 2.848. I fondi assegnati per le retribuzioni e i detenuti lavoranti sono 123 milioni di euro», conclude.


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Servicematica

Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

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