Conseguenze degli allegati pdf illeggibili nella pec

Notifica atto a mezzo pec con allegato in pdf illeggibile: cosa succede?

La Cassazione torna ad occuparsi delle conseguenze della notifica di un atto a mezzo pec con allegati pdf illeggibili o vuoti.
Nello specifico, un ricorso è dichiarato inammissibile perché, una volta fornita la prova via pec, è onere del destinatario contestarne l’eventuale irregolarità. Infatti: “spetta al destinatario […] rendere edotto il mittente incolpevole delle difficoltà di cognizione del contenuto della comunicazione […]”.

Spetta al destinatario promuovere le contestazioni necessarie ed eventualmente fornirne la prova

Succede che l’impugnazione di una sentenza della Corte di Appello venga notificata a mezzo pec presso il difensore domiciliatario del ricorrente in Cassazione. Inoltre, succede che il controricorrente eccepisca la tardività del ricorso: la notifica sarebbe avvenuta oltre il termine breve di 60 giorni. Tuttavia, il ricorrente replica all’eccezione: il file pdf riguardante la sentenza impugnata contiene solo pagine bianche e puntini neri.

Quindi, secondo il ricorrente, non avendo raggiunto lo scopo, la notifica non potrebbe far decorrere il termine breve per il ricorso in Cassazione. A questo punto, la decisione della Cassazione è chiara e inequivocabile: il ricorso è inammissibile. Infatti, una volta fornita la prova dell’avvenuta accettazione del sistema, l’onere non è più del soggetto mittente.

Infatti, è onere della parte che contesta la regolarità della notificazione fornire la prova della disfunzione del sistema. Con parole degli Ermellini: “Una volta acquisita al processo prova della sussistenza della ricevuta telematica di avvenuta consegna, solo la concreta allegazione, da parte del destinatario, di una qualche disfunzionalità dei sistemi telematici potrebbe giustificare migliori verifiche sul piano informatico, con onere probatorio a carico del medesimo destinatario”.

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Madre condannata a risarcire il figlio

Ostacola le visite con il padre: madre condannata a risarcire direttamente il minore

L’aver ostacolato le visite del figlio con il padre le era già costato un’ammonizione, ma ora è anche stata condannata. In effetti, dopo il ricorso da parte dell’avvocato del padre, ella deve risarcire direttamente non il padre, ma proprio il minore. Questo perché il suo comportamento, rendendo difficoltose le modalità di affidamento, ha arrecato danni psicologici e psicopedagogici al piccolo.

Decisione che prosegue ed amplia la classica tutela della riservatezza del minore

Mantova, 25 maggio 2021. Succede che, visto l’ostruzionismo frapposto dalla madre alle visite padre-figlio, la madre venga ammonita dal Tribunale. Quindi, succede che l’avvocato legale del padre, depositi ricorso (ex art. 709 ter c.p.c.). Infine, accade che il Tribunale disponga una condanna risarcitoria da parte della madre: il suo comportamento arreca danni psicologici e psicopedagogici al minore.

Il punto centrale, però, non è tanto la condanna a risarcire, quanto il fatto che il soggetto beneficiario di tale risarcimento è il minore. Infatti, è la prima volta che il bambino viene riconosciuto “titolare di un autonomo diritto di ottenere direttamente […] un risarcimento in denaro”. Questo significa che in tale bambino si è riconosciuto un soggetto portatore di diritti superiori, più rilevanti di quelli dei genitori.

Non solo: la decisone include la clausola (“modello Signorini”) da sottoscriversi d’ufficio dai genitori in via di separazione. Si tratta dell’impegno a non pubblicare in rete immagini dei figli e rimuovere tutte quelle già postate. Dunque, anche questa decisione, amplia la tutela della riservatezza del minore e mette il fanciullo al centro, al di sopra delle parti.

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Interruzione servizi settore penale, in tutti i distretti di Corte di Appello

Si comunica che, al fine di consentire l’installazione di modifiche correttive sui sistemi di cognizione penale, si procederà ad attività di aggiornamento nei distretti di Corte di Appello, nel giorno 11/6/2021 dalle ore 14:00 alle ore 16:00. In detto arco temporale i servizi forniti dall’applicativo Consolle penale non saranno disponibili.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

link alla notizia: https://pst.giustizia.it/PST/it/pst_3_1.wp?previousPage=homepage&contentId=NEW9187

Esami avvocato: tracce fuori linee guida

Tracce lunghe e complesse o riguardanti materie escluse dal novero delle linee guida

Negli scorsi giorni l’Upa (Unione praticanti avvocati) ha denunciato il problema della difficoltà delle tracce d’esame. In effetti, tanto l’Upa quanto la Consulta dei praticanti dell’Aiga, sostengono che i quesiti posti non rientrino nelle linee guida ministeriali.

Non solo: le tracce variano da commissione a commissione, il che potrebbe implicare una disparità di trattamento degli esaminandi.

Tracce troppo lunghe e complesse per il poco tempo a loro disposizione

In questa sessione d’esame particolare, caratterizzata dal covid-19, gli aspiranti avvocati si sono dovuti confrontare anche con difficoltà intrinseche alle tracce. In effetti, secondo l’Unione praticanti avvocati, le tracce date agli esami non corrisponderebbero alle linee guida ministeriali. Nella fattispecie, si fa riferimento a ciò che finora è accaduto nelle Corti di appello di Genova, Firenze, Lecce e Salerno.

A tal proposito, il presidente Upa afferma che talvolta si è trattato di tracce attinenti a materie tassativamente escluse dalle linee guida. Perciò, i candidati non si sarebbero affatto preparati in quelle discipline specifiche e peculiari proprio perché sapevano che erano da escludere. Secondo la Consulta dei praticanti dell’Associazione italiana giovani avvocati, a ciò si aggiunge che le tracce siano troppo lunghe e complesse.

In effetti, in questa sessione, è capitato che ai candidati siano proposti quesiti normalmente sottoposti per la redazione degli scritti classici. Tuttavia, in questo caso non si sono potute avere a disposizione le stesse sette ore di tempo, ma solo 30 minuti. In questo quadro, a poco sembrano valere le rassicurazioni del ministro Cartabia sull’importanza fondamentale da assegnare al doppio orale.

 

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Affidamento condiviso paritetico: orientamenti di Brindisi

Dalla puglia una documentazione che completa e avvia i principi emanati 4 anni fa

Partendo dai princìpi già introdotti nel corso del 2017, il Tribunale di Brindisi introduce un nuovo Piano Genitoriale (PG). Si tratta di uno strumento atto a semplificare e facilitare ulteriormente il raggiungimento degli accordi tra i genitori. Inoltre, è utile anche nel caso di iniziative unilaterali, in quanto permette di affrontare e illustrare situazioni e ruoli più integralmente.

Piano genitoriale: espressione del diritto alla bigenitorialità, all’equilibrio e all’equità

Alla base della documentazione del Tribunale di Brindisi c’è un diritto indisponibile proprio dei figli di genitori separati. Stiamo parlando del diritto di avere con ciascuno dei genitori un rapporto “equilibrato e continuativo”, di ricevere “cura” da entrambi. Quindi, -comma 1 art.337 ter c.c.- la via prioritaria dev’essere la pariteticità teorica e pratica dei genitori, dalla quale allontanarsi solo motivatamente, per oggettivi impedimenti.

Ciò implica che entrambe le parti debbano assumersi adeguati compiti di cura, tranne in mancanza di ragionevoli e documentati impedimenti. Non solo: anche per quanto riguarda ruolo e modalità di erogazione dell’assegno di mantenimento il punto di vista cambia. In effetti, si punta alla partecipazione di entrambi i genitori agli esborsi e -in merito agli aspetti relazionali- all’effettiva utilità della spesa.

Tuttavia, in parallelo con il diritto imprescindibile del figlio, secondo il Tribunale pugliese, va il diritto della donna (madre) all’equità. Infatti, la volontà è di assicurare a uomini e donne gli stessi diritti e le stesse responsabilità come genitori. Questo, a prescindere dalla situazione matrimoniale di riferimento, in tutte le questioni che si riferiscono ai figli (in pieno accordo con la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, New York, 1979 e con la IV Conferenza mondiale sulle donne di Pechino, 1995).

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Concorso magistratura 2021: diario delle prove

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6 diverse sedi per le selezioni ai 310 posti di magistrato ordinario

Si torna a parlare del concorso, per esami, a 310 posti di magistrato ordinario pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 19 novembre 2019, n.91. Effettivamente, sono state confermate le date delle prove, che -come già anticipato lo scorso 5 maggio– si terranno il 15 e 16 luglio 2021.
Le sedi ove tali prove scritte avranno luogo sono sei, suddivise tra città del nord, del centro e del sud.

Giovedì 15 e venerdì 16 luglio in parallelo nelle sei sedi indicate

Inizialmente, il concorso per la copertura di 310 posti di magistrato era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 19 Novembre 2019. Tuttavia, la situazione pandemica da Covid-19 ha fatto la data della sua (probabile) effettiva realizzazione ai prossimi 15 e 16 luglio. Dunque, le disposizioni quali i requisiti di partecipazione rimangono invariate, ciò che cambia è -sostanzialmente- la gestione organizzativa della prova.

Infatti, sentito il comitato scientifico, per garantire il necessario distanziamento sociale le prove scritte saranno svolte su sei diverse sedi. Le città sono: Roma -Fiera di Roma, Milano -Fiera di Milano- Rho, Torino -Lingotto, Fiera di Torino, Bologna -Fiera di Bologna, Rimini -Fiera di Rimini e Bari -Nuova Fiera del Levante. Inoltre, in merito all’orario, i candidati con cognome compreso A e L entreranno alle ore 8,00, mentre tra M e Z alle 9,00.

Per parteciparvi, i candidati dovranno portare ed esibire un documento di riconoscimento valido e il codice identificativo contenuto nella ricevuta della domanda. Inoltre, sarà loro possibile consultare i testi dei codici e delle leggi e il dizionario della lingua italiana. Infine, ogni candidato dovrà controllare tali testi, per evitare il loro scarto da parte della Commissione proprio come l’esclusione del candidato dal concorso.

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Interruzione Portale Processo Penale Telematico per modifiche correttive e migliorative

Si comunica che, al fine di consentire l’installazione di modifiche correttive e migliorative sul Portale Processo Penale Telematico, si procederà ad attività di aggiornamento dello stesso, nel giorno 07/06/2021 dalle ore 14:00 alle ore 15:00.
In detto arco temporale i servizi di deposito non saranno disponibili.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

Link alla notizia: https://pst.giustizia.it/PST/it/pst_3_1.wp?previousPage=pst_3&contentId=NEW9164

Interruzione servizi informatici settore civile del Distretto di Palermo

Si comunica che nell’ambito dell’ordinaria attività di aggiornamento, miglioramento ed upgrade dei sistemi del civile del distretto di Palermo si procederà alla interruzione degli stessi di tutti gli uffici giudiziari del distretto di Corte di Appello di Palermo dalle ore 13:00 del giorno 04 Giugno 2021 e sino, presumibilmente, alle ore 11:00 del giorno 08 Giugno 2021.

Si precisa che, durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi.

Durante la summenzionata interruzione programmata non sarà pertanto possibile consultare i fascicoli degli uffici del distretto coinvolto dal fermo dei sistemi.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

Link alla notizia: https://pst.giustizia.it/PST/it/pst_3_1.wp?previousPage=pst_3&contentId=NEW9165

divorzi e separazioni veloci

Separazione e divorzio veloci: cosa cambia

Il Governo mira ad un rito unico per separazioni, divorzi e figli

La volontà del maxiemendamento del Governo al disegno di legge sul processo civile è di introdurre un rito unico. Il fine è ridurre i tempi processuali e dar spazio alla negoziazione assistita e alla mediazione familiare. Inoltre, il fattore “tempo” è fondamentale anche per l’approvazione delle riforme, secondo la Guardasigilli Cantabria: devono essere approvate entro autunno.

Riforma della giustizia e nuovo rito unico: come funziona e che cosa cambia?

Con il nuovo rito unico, il Governo intende unificare tutti gli attuali, frammentati procedimenti in ambito di crisi familiare. Infatti, l’idea è di riuscire a garantire trattamenti omogenei e orientamenti uniformi ad analoghe situazioni. In particolare, si intendono semplificare le procedure di separazione o divorzio, al punto tale da arrivare ad avere un solo giudice collegiale.

Inoltre, durante la separazione, si potrà proporre il divorzio: il Tribunale sarà lo stesso ed il pagamento degli assegni sarà facilitato. Quindi, arrivati in giudizio, si avranno già tutti i documenti per discutere dell’assegno di mantenimento e degli alimenti dei figli. Non solo: il magistrato potrà disporre d’ufficio dei mezzi di prova a tutela di minori e vittime di violenza familiare.

Piccolo appunto: l’iter sarà reso ancor più veloce se la separazione è consensuale: basterà una sola procedura scritta. Perciò, il rito unico intende valorizzare la negoziazione assistita; in questa sede si potrà anche trattare il pagamento di una somma unica invece dell’assegno. Ancora, la procedura di negoziazione assistita verrebbe estesa alle coppie di fatto per la gestione dei figli – affidamento, mantenimento e alimenti.

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Cassa forense: nuova causale f24


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Cassa forense: nuova causale f24

Avvocati, annunciata una nuova causale contributo per il versamento con modello f24

Dal 31 maggio, come annunciato dall’Agenzia delle Entrate, sarà operativa per gli avvocati una nuova causale per il modello f24. Si tratta di “E104”: causale contributo espressamente richiesta dall’Ente di previdenza degli avvocati in una nota del 2021. Il suo nominativo completo è “E104”, “CASSA FORENSE -Riscatto art.37 Reg. Unico Prev. Forense”, esposta nella sezione “Altri enti previdenziali e assicurativi”.

“E104”: nuova causale modello f24 avvocati per versamento ai fini del riscatto

In ambito f24, già a novembre 2020 viene stipulata una convenzione tra Agenzia delle Entrate e Cassa Forense. Il fine è di regolare il servizio di riscossione dei contributi assistenziali e previdenziali dovuti agli avvocati iscritti alla Cassa. Inoltre, nell’aprile scorso, la Cassa Forense richiede l’istituzione di una nuova causale contributo: “E104”.

In realtà, la sua denominazione completa è “E104” “CASSA FORENSE- Riscatto art. 37 Reg. Unico Prev. Forense”. Causale che va inserita, in sede di compilazione del modello f24, all’interno della sezione “Altri enti previdenziali e assicurativi”. Il campo è “causale contributo” e, considerando solo la colonna “importo a debito versati”, vanno riportati:

– il codice “0013” sul campo “codice ente”;

– nessun valore in “codice sede” e in “codice posizione”;

– in “periodo di riferimento: da mm/aaaa a mm/aaaa” vanno inseriti mese e anno di competenza del contributo da versare.

Infine, ricordiamo che sul versamento dei contributi mediante f24, la Cassa Forense ha realizzato un protocollo specifico con tutte le istruzioni. Dunque, attraverso una semplice consultazione dal sito ufficiale di Cassa Forense, gli avvocati iscritti potranno facilmente procedere con i pagamenti.

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