AI Act: la prima legge che regolamenta le intelligenze artificiali

Il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento sono riusciti a trovare un accordo per l’approvazione dell’AI Act, la prima legge in assoluto che regolamenta l’utilizzo e lo sviluppo dei sistemi di IA. Lo scopo della legge è quello di indicare quali sono gli usi consentiti e quali sono quelli vietati per quanto concerne la tutela della privacy dei cittadini Ue.

Dopo aver trovato un accordo di tipo politico, il testo verrà perfezionato dai tecnici, che scriveranno la versione ultima della legge. Successivamente, verrà approvato dal Consiglio e dal Parlamento Ue.

La proposta era stata avanzata dalla Commissione Ue già nel 2021; tuttavia, ha richiesto tantissimo tempo, soprattutto perché c’è stato un enorme sviluppo tecnologico negli ultimi due anni. Tutto questo ha costretto l’Ue a tenere in considerazione di nuove problematiche di un settore che si sta espandendo velocemente, ma senza delle regole precise.

L’iniziativa avanzata dalla Commissione copre vari ambiti e applicazioni dell’IA: per esempio, si tratta il tema delle assunzioni del personale, ma anche degli algoritmi che governano le auto a guida autonoma, così come dei sistemi di riconoscimento facciale.

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Il riconoscimento facciale è stato completamente vietato, tranne nei casi in cui sussista una minaccia per un attacco terroristico, per ricercare delle vittime e nel corso di indagini importanti (sequestri, omicidi, violenza sessuale).

Non sarà permesso, inoltre, utilizzare delle tecnologie al fine di calcolare il «punteggio sociale» degli individui. Si tratta di una pratica molto diffusa in Cina, visto che a tutti i cittadini vengono assegnati dei punti a seconda dei loro comportamenti.

Vietati anche i sistemi per il riconoscimento biometrico che si basano su dati sensibili, quali religione, idee politiche e orientamento sessuale. Non potranno nemmeno essere utilizzate immagini prese dal web al fine di creare un database per il riconoscimento facciale.

Divieto di riconoscere le emozioni negli ambienti scolastici e nei posti di lavoro, ma anche di sviluppare algoritmi capacci di manipolare i comportamenti degli individui.

Nella legge si descrive anche un’IA ad alto impatto, ovvero sistemi che hanno una grandissima potenza di calcolo. Per il momento, soltanto ChatGPT rientra nella categoria, che dovrà impegnarsi nel rispettare regole riguardanti la trasparenza nei processi per l’addestramento dell’IA e della condivisione della documentazione tecnica.


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