Maxi concorso presso il Ministero della Giustizia

Al via al nuovo maxi concorso presso il Ministero della Giustizia con 5410 posti

Grazie al PNRR si prevede la possibilità di assumere 5.410 risorse da inserire negli uffici giudiziari. Nello specifico, si tratta di più selezioni che ricercano risorse sia tecniche che amministrative, per diplomati e laureati. Il fine è quello di facilitare il contenzioso dei diversi settori della giustizia civilepenale e amministrativa.

Concorso presso il Ministero della Giustizia per l’assunzione di tecnici e amministrativi

Innanzitutto, si tratta di una procedura concorsuale straordinaria promossa dalla Commissione interministeriale Ripam, da DM 16 dicembre 2021. In particolare, i profili professionali che si ricercano sono previsti dall’art. 13 DL 9 giugno 2021, n. 90 che si converte con modificazioni dalla Legge 6 agosto 2021, n. 113. Ebbene, esso reca la dicitura: “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza -PNRR e per l’efficienza della giustizia”.

Concorso presso il Ministero della Giustizia: le figure con laurea

Quindi, si attende il bando ufficiale in uscita tra qualche settimana. Nel frattempo, ecco le figure professionali che si richiedono:

  • 1.600 unità per Tecnico di Amministrazione. Ossia, una figura con laurea in giurisprudenza, economia e commercio, scienze politiche;
  • 200 unità per Tecnico di contabilità Senior. Quindi, figure professionali con laurea in economia e commercio, scienze politiche;
  • 180 unità per Tecnico IT Senior. Dunque, si richiede per la mansione una fra le seguenti lauree: informatica, ingegneria, fisica, matematica;
  • 150 unità per Tecnico di edilizia Senior: deve possedere una laurea in – ingegneria; architettura; equipollenti;
  • 40 unità per Tecnico Statistico: il candidato deve possedere una laurea in scienze statistiche; scienze statistiche ed attuariali; equipollenti;
  • 30 unità per Analista di organizzazione: figura con laurea in – giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio, sociologia, scienze statistiche e demografiche, psicologia indirizzo psicologia del lavoro e delle organizzazioni del lavoro, ingegneria gestionale; equipollenti.

Quali invece le figure con diploma?

Invece, per quanto riguarda le figure in possesso di diploma, il bando apre la selezione a:

  • 400 unità per Tecnico di contabilità Junior: candidato con diploma di istruzione secondaria di secondo grado da Istituto tecnico – settore economico; equipollenti;
  • 280 unità per Tecnico IT Junior: figura in possesso di diploma d’istruzione secondaria di secondo grado rilasciato da Istituto tecnico – settore tecnologico – indirizzo elettronica ed elettrotecnica/informatica e telecomunicazioni; equipollenti;
  • 70 unità per Tecnico di edilizia Junior: con diploma di istruzione secondaria di secondo grado rilasciato da Istituto tecnico – settore tecnologico – indirizzo costruzioniambiente e territorio; equipollenti.

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PATCH DAY febbraio 2022 – Interruzione dei servizi informatici

Per attività di manutenzione programmata si procederà all’interruzione dei sistemi civili al servizio di tutti gli Uffici giudiziari dei distretti di Corte di Appello dell’intero territorio nazionale, nonché del Portale dei Servizi Telematici, incluso il Portale del Processo Penale Telematico, con le seguenti modalità temporali:

    dalle ore 17:00 alle ore 18:30 di venerdì 25 febbraio 2022, salvo conclusione anticipata delle operazioni.

Durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico del settore civile da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi.

Non sarà invece possibile consultare in linea i fascicoli degli uffici dei distretti coinvolti dal fermo dei sistemi.

Nuove linee guida Agid sui metadati

Nuove Linee guida Agid su formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici

Recentemente, si pubblica un documento tecnico che illustra come applicare ai documenti contabili e fiscali i metadati. Tali informazioni (metadati) racchiudono in sé un insieme di dati e vengono fissati nell’Allegato 5 delle Linee Guida Agid. Queste ultime riguardano la formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici e sono in vigore il 1° gennaio 2022.

Metadati e nuove Linee Guida Agid: come funzionano e quali sono le specifiche

Tutto inizia con lo studio dell’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano. Spetta a loro redigere la prima stesura del documento che vedrà poi la condivisione con l’Agenzia per l’Italia Digitale. Alla condivisione e integrazione del documento partecipano anche:

  • Agenzia delle Entrate;
  • Consiglio nazionale dei dottori commercialisti;
  • Assosoftware;
  • Anorc;
  • Assoconservatori;
  • Sogei come supporto tecnico.

Come anticipavamo, i metadati si configurano come quegli elementi informativi che si associano al documento informatico per favorire:

  • Il loro utilizzo;
  • La classificazione;
  • L’archiviazione;
  • Ricercabilità nel tempo.

Era il DPCM del 3 dicembre 2013 a fissare i primi 4 metadati da associare ai documenti fiscali. Ora, con le nuove Linee Guida Agid si giunge a un totale di 14 metadati obbligatori e 4 facoltativi.  Inoltre, si introduce anche la possibilità di associare gli stessi al documento anche in un momento successivo alla loro formazione.

Quest’eccezione è valida nel momento in cui:

  • Le informazioni sono già incluse nel documento informatico. Ad esempio, il numero e la data della fattura elettronica;
  • Alcuni metadati non possono essere presenti se non in una fase successiva alla formazione del documento informatico. Questo a causa di vincoli e specificità del processo di veicolazione che prevede logiche e tracciati obbligatori. Ad esempio, la Fattura elettronica, per i quali l’associazione con i metadati può essere effettuata dopo l’invio allo SDI.

Quali sono i 14 metadati obbligatori?

Ora, entriamo nel merito specifico dei 14 metadati obbligatori. Ecco alcune delle principali indicazioni a essi relative:

  1. Identificativo che si associa in modo univoco e permanente al documento informatico. Ad esempio, quello che rilascia il Sistema di Interscambio per le fatture elettroniche. Inoltre, si deve sempre accompagnare anche dall’impronta (hash) del documento;
  2. Dati di registrazione – In fase di registrazione di qualsiasi documento fiscale si rilevano almeno due date: la data del documento e la data di registrazione. Qui, si ritiene sufficiente impiegare la sola “data del documento”, che comunque è sempre associata alla data di registrazione.
  3. Soggetti: consente di individuare le informazioni relative a tutti i soggetti coinvolti e competenti sul documento a vario titolo – assegnatario, autore, destinatario, mittente, operatore, produttore, ecc.;
  4. Allegati: indicano il numero di allegati al documento. E, nell’eventualità che il numero di allegati indicati sia maggiore di zero si devono compilare i campi numero allegati e indice allegati;
  5. Identificativo del formato tra quelli dell’Allegato 2 delle Linee Guida AGID;
  6. Verifica: indica l’esito del controllo che riscontra se a) il file ha una firma digitale o un sigillo elettronico, b) se è associato o meno ad una marcatura temporale e se, c) nel caso di copia di documento analogico su immagine, esiste l’attestazione di conformità del processo effettuata da un privato, un notaio o un pubblico ufficiale;
  7. Identificativo del Documento Primario. Ad esempio, la fattura elettronica trasmessa verso lo SDI è il documento primario della ricevuta di consegna che perviene da SDI. Chiaramente, tale metadato non deve valorizzarsi nel documento primario ma solo nell’eventuale documento associato;
  8. Nome del documento/file: nel caso delle fatture elettroniche si comporrà dal codice paese + identificativo univoco + progressivo univoco del file;
  9. Versione documento che consente di tracciare nel tempo le diverse versioni che ha assunto il documento informatico;
  10. Tracciature modifiche documento che traccia la presenza di operazioni di modifica effettuate sul documento e la data in cui esse sono state effettuate.

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UE più efficiente nel combattere le frodi IVA

Verso l’introduzione di un sistema di e-fattura tra privati: le iniziative dell’UE

L’Unione Europea è a lavoro con diverse iniziative che mirano a trovare una normativa comunitaria sull’IVA. L’obiettivo è la lotta alle frodi e la riduzione dell’evasione fiscale a livello europeo attraverso l’implementazione di diverse strategie. La previsione è quella di introdurre un sistema obbligatorio di e-fattura nei rapporti tra privati.

UE: come combattere le frodi IVA? Attraverso sistema di e-fattura obbligatorio

Innanzitutto, il lavoro comunitario si sviluppa su più livelli istituzionali, ovvero, sono a cura di:

  • Commissione europea;
  • Parlamento UE.

Tuttavia, il punto comune fra questi è la volontà di adeguare la disciplina comunitaria in materia di IVA alle nuove modalità di funzionamento dell’economia. Ossia, la realtà e l’uso sempre più diffuso di piattaforme digitali di contrattazione. Di conseguenza all’innovazione si sviluppano anche modelli imprenditoriali ai quali non corrisponde un adeguato quadro legislativo.

Perciò, qualora avvengano, non si ha corretto modo di combattere le frodi. A questo punto interviene l’UE, le cui misure si possono leggere nelle indicazioni della consultazione pubblica in corso fino al 15 aprile 2022. Questa ha appunto come fine quello di individuare quegli interventi per modernizzare la normativa IVA all’era digitale.

Qui, si prevede che entro il terzo trimestre del 2022 la Commissione Europea proponga soluzioni per la realizzazione dell’iniziativa “L’IVA nell’era digitale”. A tal proposito, la DG Taxud sarà punto cardine e predisporrà un’apposita proposta legislativa.

La consultazione pubblica UE per IVA nell’era digitale

Nello specifico, la consultazione pubblica tutt’ora in corso è strumento importante per diversi enti, tra cui:

  • Imprese;
  • PMI;
  • associazioni di categoria;
  • piattaforme;
  • operatori di commercio elettronico.

Ognuno di loro ha possibilità durante la consultazione di esprimere online la propria opinione e suggerimenti rispetto ai tre settori che seguono:

  • Introduzione di obblighi di dichiarazione digitale, compresa la fatturazione elettronica. Un’ opzione potrebbe essere quella di introdurre obblighi di conservazione dei dati: i contribuenti dovrebbero così registrare i dati relativi alle operazioni transnazionali tramite un formato prestabilito e a fornire informazioni solo su richiesta;
  • Individuazione del regime IVA applicabile all’economia delle piattaforme. Infatti, si anticipava che le attuali norme in materia di IVA non riescono ad affrontare adeguatamente le sfide dell’economia delle piattaforme. Ad esempio, non possono garantire una tassazione equa delle operazioni economiche, sia online che tradizionali. Dunque, è indispensabile definire, dal punto di vista normativo, un approccio più uniforme ai nuovi modelli commerciali. Questo per quanto riguarda prestatorenatura dei serviziluogo delle prestazioni, fino alla possibilità di coinvolgere attivamente le piattaforme nella riscossione dell’imposta;
  • Registrazione unica ai fini dell’IVA nell’UE: il nuovo sportello unico consente alle imprese di evitare registrazioni IVA multiple nell’UE per le operazioni transfrontaliere. Quindi, l’auspicio è di estendere la portata dello sportello unico alle forniture tra imprese e privati. Inoltre, s’intende abbinare allo sportello unico misure di semplificazione per le forniture intra-UE tra imprese. Infine, ampliare e perfezionare lo sportello unico per le importazioni.

Come vuole combattere le frodi IVA l’UE: raccomandazioni

Oltre a ciò che ci si predispone con la consultazione, ci sono ulteriori iniziative che l’UE persegue. Innanzitutto, ecco alcune raccomandazioni alla Commissione nei confronti di un piano d’azione per una fiscalità equa e semplice. Questo per sostenere la strategia di ripresa di cui all’iniziativa 2020/2254(INL) del 28 settembre 2021.

Raccomandazione C1

In particolare, per quanto riguarda la riduzione del divario fiscale ci si interessa alla Raccomandazione C1. Essa tratta della fatturazione elettronica e il Parlamento europeo invita la Commissione europea a:

  • Istituire senza indugio una norma comune armonizzata per la fatturazione elettronica in tutta l’Unione. E, entro il 2022 ridurre i costi della creazione di sistemi frammentati e diversi nei vari Stati membri;
  • Valutare la possibilità di introdurre gradualmente la fatturazione elettronica obbligatoria in tutta l’Unione entro il 2023. Lo si fa concentrandosi su una significativa riduzione dei costi di conformità, in particolare per le PMI. Inoltre, l’emissione delle fatture si dovrebbe amministrare solo mediante “sistemi” gestiti dallo Stato;
  • Esaminare entro il 2023 la possibilità che il sistema fornisca ai contribuenti ammissibili una parte dei dati/documenti sull’adempimento degli obblighi fiscali. Quindi, compresa la responsabilità per la conformità di tali dichiarazioni. In particolare, in un’ottica di riduzione dei costi di conformità e dei rischi per le PMI.

Raccomandazione C2

Ora, per quanto riguarda la Raccomandazione C2, essa tratta l’alternativa per la riduzione del divario IVA per gli scambi transfrontalieri nell’Unione. Una o più delle iniziative che ora elenchiamo si dovrebbe realizzare entro il 2022-2023:

  • Rilanciare l’iniziativa del regime definitivo: il modo più naturale ed efficiente per contrastare la frode fiscale;
  • Proporre gradualmente ma tempestivamente un’estensione dell’attuale piattaforma OSS da B2C a B2B. L’obiettivo? semplificare il rispetto degli obblighi in materia di IVA e ricevere dati per il monitoraggio e la lotta alla frode fiscale;
  • Progettare e proporre la segnalazione online dei dati per il commercio transfrontaliero dell’Unione. Qui, si preferisce l’utilizzo di dati che provengono dalla fatturazione elettronica,  compreso un trattamento dei dati centralizzato/decentrato efficiente e altamente sicuro per l’individuazione delle frodi. I dati sostituiranno tutti gli obblighi di comunicazione vigenti in questo settore e determineranno una riduzione dei costi complessivi di conformità, in particolare per le PMI.

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Legali italiani su contenziosi virtuali tra aziende del settore moda e lusso

Oggigiorno, molte aziende commerciali si confrontano con la realtà virtuale e le possibilità che essa racchiude. Per esempio, i marchi della moda e del lusso sviluppano già prodotti e servizi specifici per battere la concorrenza anche nel metaverso. Intuibile è che ciò comporta anche nuovi contenziosi e problemi legali inediti sui quali anche gli avvocati italiani si stanno confrontando.

Avvocati difendono contenziosi NFT dell’alta moda nel metaverso, primi contenziosi in USA

Si parla di metaverso, ma sarebbe meglio parlare di metaversi, dato che ne esistono già di diversi, come ad esempio:

A questi mondi paralleli e virtuali di realtà aumentata già si affacciano le prime grandi aziende, specialmente nel settore della moda. Un esempio fra tutti è Gucci, che crea lo spazio virtuale “Vault” e diverse esperienze su Roblox. Tra queste, citiamo la versione digitale della borsa Dionysus, che è già stata venduta per circa 4.100 dollari.

primi ricorsi legali hanno luogo negli Stati Uniti e si legano agli NFT – non fungible token. Ricordiamo che si tratta di opere digitali unicheimmodificabili e la cui proprietà si certifica attraverso la blockchain. Ognuna di queste opere può potenzialmente essere venduta per cifre molto alte. Vediamo ora due casi d’esempio.

Le battaglie legali per gli NFT di Hermès e Nike

Principalmente, fa scalpore la battaglia legale tra Hermès e l’artista Mason Rotschild. Quest’ultimo viene citato in giudizio per violazione del copyright a seguito della creazione delle “Metabirkin Nft. Si tratta di una serie limitata di 100 modelli che si ispirano alla celebre borsa dell’azienda francese, che tuttavia si dice all’oscuro del progetto.

Perciò, l’artista fa appello al Primo Emendamento: ritiene che la sua creazione si possa comparare alla “Campbell’s soup cans” di Andy Warhol. Ora, la parola spetta ad un giudice di New York.

Altro caso che ruota sempre attorno agli NFT riguarda il contenzioso tra Nike e StockX. Quest’ultima è una piattaforma di rivendita dal valore di 3,8 miliardi di dollari. Al proposito, i legali di Nike sostengono che tale piattaforma vendesse oltre 500 NFT di scarpe Nike senza la loro autorizzazione. Così facendo avrebbero danneggiato il marchio di scarpe tra i più conosciuti al mondo.

L’importanza di registrare il proprio marchio nelle realtà virtuali

Nonostante il mondo NFT e il metaverso siano ancora da scoprire, molti si stanno già interessando ad occupare il proprio spazio anche in tale universo. Ad esempio, notiamo come McDonalds registrava una decina di giorni fa il proprio marchio McDelivery per aprire ristoranti virtuali. Con questi, sarà possibile prenotare i propri pasti, da degustare nel mondo reale.

Invece, per quanto riguarda il mondo della moda, molti avvocati si trovano d’accordo nel sostenere che le battaglie legali tra brand siano già molte. A tal proposito, vediamo quali sono alcuni pareri legali in merito a queste nuove realtà e concorrenze digitali. Innanzitutto, l’esperta in fashion law Daniela Ampollini afferma che:

Qualcosa si muove, sul fronte dei brand. Molti stanno cercando di ampliare o modificare la sfera di tutela del marchio e rivendicare nuove categorie o nuove diciture, come quella dei prodotti virtuali nella classe 9, quella dei software. Altri stanno approntando nuovi servizi per il monitoraggio di ciò che avviene sulle piattaforme, che per ora non sono diverse da un social ma sicuramente molto più complesse”.

A questo parere si aggiunge quello di Riccardo Traina Chiarini, associato nel medesimo studio dell’avvocatessa (Trevisan & Cuonzo):

“Un Nft è un certificato digitale di proprietà del file a esso associato, pertanto il solo fatto di creare un Nft a mio parere non costituisce, di per sé, una violazione. Né, d’altro lato, il solo fatto di creare un Nft conferisce all’immagine digitale a esso associata protezione sotto il cappello del diritto d’autore.”

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Delega fiscale per la modifica del sistema di rilevazione catastale degli immobili

La Legge delega fiscale prevede la riforma del catasto e un modo per non aumentare (ulteriormente) le tasse. Sarà un punto cruciale e di attrito politico nel prossimo periodo, dato che destra e sinistra già manifestano pareri contrastanti in merito. Dunque, si riuscirà a raggiungere un accordo e mettere in pratica ciò che la riforma vuole, una maggiore efficienza in materia?

Attrito politico sulla Riforma del catasto: la sinistra lo vuole, la destra no

È già dalle prossime settimane che i partiti al governo dovranno scendere a compromessi e discussioni in materia delega fiscale. La situazione è critica: finora, l’emendamento alla commissione Finanze alla Camera da via a schermaglie. Comunque, cosa prevede effettivamente la legge di cui si parla?

In particolare, tale norma va letta all’art. 6 – delega al Governo per l’adozione di norme per modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili. Qui, si prevedono nuovi strumenti da mettere a disposizione sia dei comuni che dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo? Semplificare l’individuazione e il corretto classamento degli immobili.

Inoltre, tale norma indica principi e criteri da utilizzare per l’integrazione delle informazioni contenute nel catasto dei fabbricati. Questo dovrà essere disponibile dal 1° gennaio 2026. Poi, tali informazioni non si dovranno usare per la determinazione della base imponibile dei tributi che derivano da risultanze catastali, nonché finalità fiscali.

I principi della delega fiscale alla riforma del catasto

Ora, entriamo più nello specifico di cosa comporta tale legge e la delega ad essa annessa. Nello specifico, all’unità immobiliare si attribuisce:

  • Valore patrimoniale;
  • Rendita attualizzata.

Entrambe le cose si rilevano in base ai valori di mercato. Inoltre, rilevante è l’intenzione di introdurre riduzioni del valore patrimoniale ordinario – gli oneri più gravosi di manutenzione e conservazione.

Ora, quali sono gli immobili parte del classamento sopracitato? Ecco l’elenco:

  • Immobili attualmente non censiti. Oppure, che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso – la categoria catastale che si attribuisce;
  • Terreni edificabili accatastati come agricoli;
  • Immobili abusivi. Per questi, si individuano specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento che i comuni svolgono in questo ambito. Inoltre, si garantisce la trasparenza delle medesime attività.

Cosa ne pensa l’Unione Europea sulla riforma del catasto?

Ridurre le agevolazioni fiscali e riformare i valori catastali non aggiornati: queste le indicazioni che l’UE da sempre da all’Italia. Il motivo? Come sempre, è la lotta all’evasione fiscale, in particolare per l’omissione della fatturazione. Quindi, innanzitutto spinge sul rafforzamento dei pagamenti elettronici obbligatori, come da Raccomandazioni all’Italia 2019. E poi, auspica di concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, come da Raccomandazioni 2020.

Attrito politico sulla Riforma del catasto: sfida più ardua sull’invarianza del gettito

La riforma a invarianza del gettito sarà la più dura sfida che il governo italiano dovrà affrontare. Al proposito, il Ministero dell’Economia afferma che dovrà tradursi in una redistribuzione del carico fiscale sulla casa. Così, si adeguano le rendite ai valori di mercato evitando di far crescere l’importo complessivo delle tasse sul mattone.

La Lega parla di patrimoniale sulla casa, mentre Mario Draghi commenta la riforma in questa maniera:

“un’operazione di trasparenza per riequilibrare il carico fiscale. Ci sono tante persone che pagano troppo e tante che pagano meno di quello dovuto”.

 

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Legge sul doppio cognome: inizia l’iter

Verso il testo unico contro l’automatismo di attribuzione del cognome del padre

Si parte da cinque disegni di legge che riguardano il medesimo argomento: la volontà di una legge unica sul doppio cognome. Si tratta di un iter che ha il suo inizio lo scorso 15 febbraio in Commissione giustizia al Senato. Qui, si esaminano i suddetti testi per eliminare la norma attuale, in particolare la parte che riguarda l’attribuzione automatica del cognome paterno ai figli.

Doppio cognome: presto una legge unica che eliminerà l’attribuzione automatica del cognome paterno

Effettivamente, si saprà che la norma attuale in assenza di accordi diversi attribuisce il cognome del padre ai figli della coppia. Al proposito, la Consulta la definisce come una supremazia, un retaggio di una concezione patriarcale della famigliaElena Bonetti (Ministra per le Pari Opportunità) annuncia quindi che le proposte di legge dovranno presto approvarsi riunite in un testo unico in Parlamento.

Dove si evince tale sistema d’attribuzione del cognome paterno? Precisamente, nell’art. 262 del Codice Civile. Questo viene più e più volte preso in esame nel corso del tempo dal giudice delle leggi. Per esempio, un’ultima pronuncia in merito risale all’11 febbraio 2021. In quest’occasione si sottolineava come l’attuale disciplina sia:

  • Fonte di squilibrio e disparità tra i genitori;
  • Una negazione del diritto all’identità del minore, che dovrebbe essere libero di tenere anche il cognome materno sin dalla nascita.

Ora, con le nuove norme da approvare la scelta del cognome potrà essere:

  • Materno;
  • Paterno;
  • Entrambi.

A stabilirlo saranno i genitori. E, nell’ipotesi di conflitto tra questi, si pensa a una soluzione di ordine alfabetico, sicuramente più imparziale e democratica.

Norma incostituzionale: dove tutto ha inizio

Nell’occasione sopracitata, la Consulta dichiarava incostituzionale la norma poiché non consente in accordo tra genitori di trasmettere eventualmente solo il cognome materno. Tuttavia, con solo questo giudizio non si risolve il potenziale problema di un disaccordo tra genitori. In questo caso, senza accordo diverso tra le parti, si finiva sempre con l’attribuzione automatica del cognome paterno.

Invece, partendo da questo, si solleva la questione di legittimità costituzionale dell’art. 262, comma 1, del Codice Civile. Lo si fa rispetto agli artt. 2, 3 e 117, comma 1, della Carta, quest’ultimo in relazione agli artt. 8 e 14 della Cedu.

Quindi, è a partire da quell’occasione che più volte si incita la Consulta a intervenire sulla questione. E ora, sembra sia arrivato concretamente il momento di cambiare.

 

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Contributi minimi avvocati: modalità di riscossione

Modalità di riscossione dei contributi per gli iscritti a Cassa Forense

Un paio di giorni fa Cassa Forense pubblica sul proprio sito web un’informativa sulle nuove modalità di riscossione dei contributi minimi dell’anno 2022. Gli avvisi di pagamento saranno disponibili a partire dal 18 febbraio, e riscossi esclusivamente con PagoPA o modelli F24. Invece, per quanto riguarda gli iscritti all’esonero contributivo per l’anno 2021 (D.M. 82/2021) ci sono delle istruzioni specifiche.

Cassa Forense: Riscossione contributi minimi previdenziali 2022, tutte le specifiche

Innanzitutto, ricordiamo che è il Consiglio d’Amministrazione (cdA) a rivalutare la contribuzione minima soggettiva obbligatoria per il 2022 nella maniera che segue:

  • € 2.945,00 contributo minimo soggettivo intero;
  • € 1.472,50 con riduzione del 50%;
  • € 736,25 con riduzione dell’ulteriore 50%;

Nello specifico, per quanto riguarda le riduzioni del secondo e terzo punto, si vedano i casi previsti dall’art. 25 comma 2 e art. 26 del Regolamento Unico della Previdenza Forense.

Ora, si attende l’approvazione da parte dei Ministeri competenti degli importi che si quantificano come sopra. Nel frattempo, le prime tre rate si riscuoteranno, a titolo di acconto, tenendo conto della contribuzione 2021 non rivalutata. Le riscossione delle prime tre rate avverrà nei seguenti giorni:

  • 28 febbraio;
  • 30 aprile;
  • 30 giugno.

Invece, per quanto riguarda la quarta rata, essa si fissa nel giorno 30 settembre 2022. E, sarà determinata a saldo, comprendendo anche la rivalutazione ISTAT dell’1,9%.

Il contributo minimo integrativo e di maternità

Il contributo minimo integrativo è ignorabile anche per l’anno in corso. Questo grazie all’abrogazione temporanea (2018-2022). Tuttavia, rimane d’obbligo il 4% sul Volume d’Affari Iva che si procede nel corso del 2022 e da dichiarare nel Mod. 5/2023.

Invece, per quanto riguarda il contributo di maternità, lo determina il Consiglio d’Amministrazione e lo si richiederà in un’unica soluzione assieme alla quarta rata. Questa sarà disponibile e generabile in tempo utile vista la scadenza del 20 settembre 2022.

Come effettuare i pagamenti per la riscossione dei contributi minimi previdenziali?

PagoPA o Modelli F24: queste le modalità valide con cui si possono riscuotere i contributi minimi obbligatori. A tal proposito, gli iscritti potranno generare le scadenze previste tramite accesso al sito ufficiale di Cassa Forense. E, seguendo questa procedura: Accessi Riservati -> Posizione Personale -> Pagamenti -> Contributi minimi 2022 scadenze ordinarie.

Cosa cambia per gli iscritti a Cassa Forense con esonero contributivo?

Come da D.M. 82/2021 si prevede una specifica per gli iscritti ammessi all’esonero contributivo per il 2021. Se questi versavano già delle somme per il 2021 da compensare col 2022 (ovvero, 2.300 avvocati) riceveranno istruzioni su misura. In esse si spiegherà come pagare l’eventuale residuo in rata unica entro il 1° ottobre 2022.

La procedura deve avvenire tramite PEC e da spedire entro la metà del mese di marzo 2022. Infine, Cassa Forense ricorda nella comunicazione che ogni dubbio riceverà risposta contattandoli direttamente. E che, a partire da oggi, saranno disponibili gli avvisi di pagamento.

 

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Interruzione servizi informatici settore Esecuzione Penale per modifiche correttive in tutti i distretti di Corte di Appello

Si comunica che, al fine di consentire l’installazione di modifiche correttive sui sistemi dell’esecuzione penale (SIES), si procederà ad attività di aggiornamento nei distretti di

Corte di Appello nel giorno 24/2/2022, a partire dalle ore 15:30.

Il servizio di ricerca tramite il Sistema SIUS Avvocati non sarà pertanto disponibile il 24/2/2022 dalle ore 15:30 fino al termine delle attività, presumibilmente entro le ore 17:00.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

Ricordiamo che sarà possibile depositare telematicamente con Service1, creando un nuovo fascicolo ed inserendo il numero di RG

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Acn
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
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