Pignoramento presso terzi cambia da giugno 2022

Dal 22 giugno 2022 il pignoramento presso terzi cambierà: nuovo onere per il creditore

Grazie alla Riforma del Processo Civile dal 22 giugno 2022 cambierà il sistema del pignoramento presso terzi ex art. 543 c.p.c. Infatti, il 24 dicembre scorso entra in vigore la Legge n. 206/2021 che modifica diverse norme, tra cui quella di nostro interesse. In merito, prevede a carico del creditore un onere ulteriore, nel momento in cui procede al pignoramento presso terzi.

Cosa dovrà fare il creditore dall’estate del 2022 in merito al pignoramento presso terzi?

Innanzitutto, ricordiamo che la Legge n. 206/2021 contiene la Delega al Governo per l’efficienza del processo civile. Allo stesso modo, si riferisce anche alla revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. Infine, si occupa anche di “misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata”.

Dunque, tra le varie norme che la riforma modifica troviamo anche l’art. 543 c.p.c. Questo prevede a carico del creditore un onere ulteriore, nel momento in cui procede al pignoramento presso terzi. L’efficacia di tale novità avverrà a partire dal 180° giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge delega suddetta. Ovvero, il 22 giugno 2022.

Le specifiche della riforma: come cambierà il pignoramento presso terzi quest’estate

Dunque, l’art. 543 c.p.c. si integra di altri due commi che seguono il quarto e che così decretano:

  • Il creditore deve notificare entro la data dell’udienza al debitore e al terzo l’avviso di avvenuta iscrizione a ruolo. Poi, deve indicare il numero di ruolo della procedura. Inoltre, dovrà depositare l’avviso nel fascicolo dell’esecuzione. Cosa accade se non si procede con questi passaggi? Questo determinerà l’inefficacia del pignoramento;
  • Qualora il pignoramento si esegua nei confronti di più terzi, l’inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non si notifica o deposita l’avviso. In ogni caso, gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell’udienza dell’atto di pignoramento.

Quindi, si tratta di un onere che grava ulteriormente sul creditore e che sembra contrastare le finalità di semplificazione e accelerazione del rito procedurale civile. Al contrario, finisce così per appesantire la procedura volta a tutelare il credito di un soggetto con titolo esecutivo. Oltretutto, si tratta di un onere che si prevede a pena dell’inefficacia del pignoramento.

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Continuano i tirocini ridotti a 16 mesi per gli aspiranti legali grazie al Milleproroghe

Il decreto n. 228/2021 Milleproroghe è in Gazzetta Ufficiale dal 4 gennaio scorso ed è attualmente in attesa di conversione. Si tratta di un decreto con cadenza annuale, che contiene disposizioni su differenti materie legislative. Tra esse, attenzione particolare va al settore giustizia e ancora più nello specifico notiamo che contiene una proroga che riguarda gli aspiranti avvocati che intendono fare un tirocinio.

Milleproroghe: tirocinio ridotto per aspiranti avvocati da 18 a 16 mesi

Prima di parlare del tema centrale di questo articolo, facciamo un breve excursus sulle proroghe e modifiche in materia di giustizia del Milleproroghe. In particolare, il testo tratta di:

  • Proroga di un ulteriore anno per l’esame di abilitazione forense;
  • Estensione del tirocinio professionale di 16 mesi;
  • Proroga delle regole transitorie per l’iscrizione degli avvocati all’albo delle giurisdizioni superiori;
  • Si fissano al 1° gennaio 2024 alcune modifiche delle circoscrizioni giudiziarie de l’Aquila e Chieti;
  • Proroga al 31 dicembre 2022 di alcune disposizioni riguardo il processo telematico penale e civile. Queste prevedono il deposito degli atti in modalità telematica e la partecipazione a determinate udienze da remoto.

Estensione dei tirocini dalla durata ridotta: origine e legge

A causa della pandemia Covid-19 i neolaureati dell’anno accademico 2018-2019 beneficiavano del tirocinio ridotto a 16 mesi. Ora, grazie al Milleproroghe anche coloro che effettuavano la laurea nell’anno 2019-2020 ne potranno godere.

In realtà, si parlava già di riduzione del periodo di tirocinio per l’abilitazione forense nel 2012. È all’epoca che risale la riduzione del periodo di prestazione del tirocinante a 18 mesi. Al proposito, si noti che nell’art. 41 comma 1 dell’Ordinamento Forense si dice che:

“Il tirocinio professionale consiste nell’addestramento, a contenuto teorico e pratico, del praticante avvocato finalizzato a fargli conseguire le capacità necessarie per l’esercizio della professione di avvocato e per la gestione di uno studio legale nonché a fargli apprendere e rispettare i principi etici e le regole deontologiche.”

 

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Colombia: l’aborto sarà depenalizzato

Decisione Corte Costituzionale colombiana: depenalizzazione parziale dell’aborto, possibile entro le prime 24 settimane

In questi giorni si parla di una svolta storica per il popolo sudamericano: la Corte Costituzionale cambia la sua mentalità nei confronti dell’aborto. In particolare, decide che sarà possibile richiedere l’interruzione volontaria della gravidanza entro le prime 24 settimane dall’inizio della gestazione. La decisione giunge in risposta al ricorso di cinque organizzazioni per il diritto di scelta delle donne nel 2020.

Stop alla penalizzazione dell’aborto in Colombia: come cambia la situazione per il Paese

Cinque voti in favore su nove: non male come risultato per un paese a maggioranza cattolica e storicamente conservatore. Difatti, fino a pochi giorni fa l’aborto in Colombia si consentiva solamente in circostanze specifiche, così com’erano stabilite in una precedente Sentenza che risale al lontano 2006. Qui, si affermava che l’aborto è consentito alle donne solo nelle tre situazioni che seguono:

  • Stupro;
  • Gravi malformazioni del feto;
  • Serio pericolo per la vita della donna.

Per entrare ancora di più nel merito decisionale della popolazione all’epoca, si pensi che chiunque abortiva o aiutava ad abortire al di fuori di quelle circostanze subiva pene fino a 4 anni e mezzo di carcere. Ora, non è più necessario fornire motivazione per abortire, sempre appunto che sia limitato ai sei mesi di gestazione. Inoltre, la Corte invita sin da subito governo e parlamento ad avviare i procedimenti per modificare la legge e applicare così le nuove disposizioni il prima possibile.

L’importanza di questo cambiamento

gruppi attivisti sottolineano come il diritto all’accesso all’aborto sia un essenziale passo in avanti per molte donne. In particolare, fanno notare come sarà più semplice per quelle donne che vivono ai margini, in stato di povertà e senza strutture ospedaliere adeguate. Tra l’altro, si stima che ogni anno in Colombia:

  • 400mila donne ricorrono a un aborto clandestino;
  • in media 70 di loro muoiono per complicazioni.

Inoltre, ricordiamo che in Italia, per fare un paragone, l’aborto è possibile entro le 12 settimane dall’inizio della gravidanza. Invece, l’aborto risulta ancora illegale nei seguenti Paesi:

  • Haiti;
  • Honduras;
  • Suriname;
  • Nicaragua;
  • Repubblica Dominicana;
  • El Salvador.

Vediamo quindi se il cambiamento colombiano sarà fonte d’ispirazione per altri Paesi, così come lo sono state le svolte in Argentina per i vicini Messico ed Equador nel 2020.

 

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Al via al nuovo maxi concorso presso il Ministero della Giustizia con 5410 posti

Grazie al PNRR si prevede la possibilità di assumere 5.410 risorse da inserire negli uffici giudiziari. Nello specifico, si tratta di più selezioni che ricercano risorse sia tecniche che amministrative, per diplomati e laureati. Il fine è quello di facilitare il contenzioso dei diversi settori della giustizia civilepenale e amministrativa.

Concorso presso il Ministero della Giustizia per l’assunzione di tecnici e amministrativi

Innanzitutto, si tratta di una procedura concorsuale straordinaria promossa dalla Commissione interministeriale Ripam, da DM 16 dicembre 2021. In particolare, i profili professionali che si ricercano sono previsti dall’art. 13 DL 9 giugno 2021, n. 90 che si converte con modificazioni dalla Legge 6 agosto 2021, n. 113. Ebbene, esso reca la dicitura: “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza -PNRR e per l’efficienza della giustizia”.

Concorso presso il Ministero della Giustizia: le figure con laurea

Quindi, si attende il bando ufficiale in uscita tra qualche settimana. Nel frattempo, ecco le figure professionali che si richiedono:

  • 1.600 unità per Tecnico di Amministrazione. Ossia, una figura con laurea in giurisprudenza, economia e commercio, scienze politiche;
  • 200 unità per Tecnico di contabilità Senior. Quindi, figure professionali con laurea in economia e commercio, scienze politiche;
  • 180 unità per Tecnico IT Senior. Dunque, si richiede per la mansione una fra le seguenti lauree: informatica, ingegneria, fisica, matematica;
  • 150 unità per Tecnico di edilizia Senior: deve possedere una laurea in – ingegneria; architettura; equipollenti;
  • 40 unità per Tecnico Statistico: il candidato deve possedere una laurea in scienze statistiche; scienze statistiche ed attuariali; equipollenti;
  • 30 unità per Analista di organizzazione: figura con laurea in – giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio, sociologia, scienze statistiche e demografiche, psicologia indirizzo psicologia del lavoro e delle organizzazioni del lavoro, ingegneria gestionale; equipollenti.

Quali invece le figure con diploma?

Invece, per quanto riguarda le figure in possesso di diploma, il bando apre la selezione a:

  • 400 unità per Tecnico di contabilità Junior: candidato con diploma di istruzione secondaria di secondo grado da Istituto tecnico – settore economico; equipollenti;
  • 280 unità per Tecnico IT Junior: figura in possesso di diploma d’istruzione secondaria di secondo grado rilasciato da Istituto tecnico – settore tecnologico – indirizzo elettronica ed elettrotecnica/informatica e telecomunicazioni; equipollenti;
  • 70 unità per Tecnico di edilizia Junior: con diploma di istruzione secondaria di secondo grado rilasciato da Istituto tecnico – settore tecnologico – indirizzo costruzioniambiente e territorio; equipollenti.

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Nuove linee guida Agid sui metadati

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PATCH DAY febbraio 2022 – Interruzione dei servizi informatici

Per attività di manutenzione programmata si procederà all’interruzione dei sistemi civili al servizio di tutti gli Uffici giudiziari dei distretti di Corte di Appello dell’intero territorio nazionale, nonché del Portale dei Servizi Telematici, incluso il Portale del Processo Penale Telematico, con le seguenti modalità temporali:

    dalle ore 17:00 alle ore 18:30 di venerdì 25 febbraio 2022, salvo conclusione anticipata delle operazioni.

Durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico del settore civile da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi.

Non sarà invece possibile consultare in linea i fascicoli degli uffici dei distretti coinvolti dal fermo dei sistemi.

Nuove linee guida Agid sui metadati

Nuove Linee guida Agid su formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici

Recentemente, si pubblica un documento tecnico che illustra come applicare ai documenti contabili e fiscali i metadati. Tali informazioni (metadati) racchiudono in sé un insieme di dati e vengono fissati nell’Allegato 5 delle Linee Guida Agid. Queste ultime riguardano la formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici e sono in vigore il 1° gennaio 2022.

Metadati e nuove Linee Guida Agid: come funzionano e quali sono le specifiche

Tutto inizia con lo studio dell’Osservatorio Digital B2b della School of Management del Politecnico di Milano. Spetta a loro redigere la prima stesura del documento che vedrà poi la condivisione con l’Agenzia per l’Italia Digitale. Alla condivisione e integrazione del documento partecipano anche:

  • Agenzia delle Entrate;
  • Consiglio nazionale dei dottori commercialisti;
  • Assosoftware;
  • Anorc;
  • Assoconservatori;
  • Sogei come supporto tecnico.

Come anticipavamo, i metadati si configurano come quegli elementi informativi che si associano al documento informatico per favorire:

  • Il loro utilizzo;
  • La classificazione;
  • L’archiviazione;
  • Ricercabilità nel tempo.

Era il DPCM del 3 dicembre 2013 a fissare i primi 4 metadati da associare ai documenti fiscali. Ora, con le nuove Linee Guida Agid si giunge a un totale di 14 metadati obbligatori e 4 facoltativi.  Inoltre, si introduce anche la possibilità di associare gli stessi al documento anche in un momento successivo alla loro formazione.

Quest’eccezione è valida nel momento in cui:

  • Le informazioni sono già incluse nel documento informatico. Ad esempio, il numero e la data della fattura elettronica;
  • Alcuni metadati non possono essere presenti se non in una fase successiva alla formazione del documento informatico. Questo a causa di vincoli e specificità del processo di veicolazione che prevede logiche e tracciati obbligatori. Ad esempio, la Fattura elettronica, per i quali l’associazione con i metadati può essere effettuata dopo l’invio allo SDI.

Quali sono i 14 metadati obbligatori?

Ora, entriamo nel merito specifico dei 14 metadati obbligatori. Ecco alcune delle principali indicazioni a essi relative:

  1. Identificativo che si associa in modo univoco e permanente al documento informatico. Ad esempio, quello che rilascia il Sistema di Interscambio per le fatture elettroniche. Inoltre, si deve sempre accompagnare anche dall’impronta (hash) del documento;
  2. Dati di registrazione – In fase di registrazione di qualsiasi documento fiscale si rilevano almeno due date: la data del documento e la data di registrazione. Qui, si ritiene sufficiente impiegare la sola “data del documento”, che comunque è sempre associata alla data di registrazione.
  3. Soggetti: consente di individuare le informazioni relative a tutti i soggetti coinvolti e competenti sul documento a vario titolo – assegnatario, autore, destinatario, mittente, operatore, produttore, ecc.;
  4. Allegati: indicano il numero di allegati al documento. E, nell’eventualità che il numero di allegati indicati sia maggiore di zero si devono compilare i campi numero allegati e indice allegati;
  5. Identificativo del formato tra quelli dell’Allegato 2 delle Linee Guida AGID;
  6. Verifica: indica l’esito del controllo che riscontra se a) il file ha una firma digitale o un sigillo elettronico, b) se è associato o meno ad una marcatura temporale e se, c) nel caso di copia di documento analogico su immagine, esiste l’attestazione di conformità del processo effettuata da un privato, un notaio o un pubblico ufficiale;
  7. Identificativo del Documento Primario. Ad esempio, la fattura elettronica trasmessa verso lo SDI è il documento primario della ricevuta di consegna che perviene da SDI. Chiaramente, tale metadato non deve valorizzarsi nel documento primario ma solo nell’eventuale documento associato;
  8. Nome del documento/file: nel caso delle fatture elettroniche si comporrà dal codice paese + identificativo univoco + progressivo univoco del file;
  9. Versione documento che consente di tracciare nel tempo le diverse versioni che ha assunto il documento informatico;
  10. Tracciature modifiche documento che traccia la presenza di operazioni di modifica effettuate sul documento e la data in cui esse sono state effettuate.

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UE più efficiente nel combattere le frodi IVA

Verso l’introduzione di un sistema di e-fattura tra privati: le iniziative dell’UE

L’Unione Europea è a lavoro con diverse iniziative che mirano a trovare una normativa comunitaria sull’IVA. L’obiettivo è la lotta alle frodi e la riduzione dell’evasione fiscale a livello europeo attraverso l’implementazione di diverse strategie. La previsione è quella di introdurre un sistema obbligatorio di e-fattura nei rapporti tra privati.

UE: come combattere le frodi IVA? Attraverso sistema di e-fattura obbligatorio

Innanzitutto, il lavoro comunitario si sviluppa su più livelli istituzionali, ovvero, sono a cura di:

  • Commissione europea;
  • Parlamento UE.

Tuttavia, il punto comune fra questi è la volontà di adeguare la disciplina comunitaria in materia di IVA alle nuove modalità di funzionamento dell’economia. Ossia, la realtà e l’uso sempre più diffuso di piattaforme digitali di contrattazione. Di conseguenza all’innovazione si sviluppano anche modelli imprenditoriali ai quali non corrisponde un adeguato quadro legislativo.

Perciò, qualora avvengano, non si ha corretto modo di combattere le frodi. A questo punto interviene l’UE, le cui misure si possono leggere nelle indicazioni della consultazione pubblica in corso fino al 15 aprile 2022. Questa ha appunto come fine quello di individuare quegli interventi per modernizzare la normativa IVA all’era digitale.

Qui, si prevede che entro il terzo trimestre del 2022 la Commissione Europea proponga soluzioni per la realizzazione dell’iniziativa “L’IVA nell’era digitale”. A tal proposito, la DG Taxud sarà punto cardine e predisporrà un’apposita proposta legislativa.

La consultazione pubblica UE per IVA nell’era digitale

Nello specifico, la consultazione pubblica tutt’ora in corso è strumento importante per diversi enti, tra cui:

  • Imprese;
  • PMI;
  • associazioni di categoria;
  • piattaforme;
  • operatori di commercio elettronico.

Ognuno di loro ha possibilità durante la consultazione di esprimere online la propria opinione e suggerimenti rispetto ai tre settori che seguono:

  • Introduzione di obblighi di dichiarazione digitale, compresa la fatturazione elettronica. Un’ opzione potrebbe essere quella di introdurre obblighi di conservazione dei dati: i contribuenti dovrebbero così registrare i dati relativi alle operazioni transnazionali tramite un formato prestabilito e a fornire informazioni solo su richiesta;
  • Individuazione del regime IVA applicabile all’economia delle piattaforme. Infatti, si anticipava che le attuali norme in materia di IVA non riescono ad affrontare adeguatamente le sfide dell’economia delle piattaforme. Ad esempio, non possono garantire una tassazione equa delle operazioni economiche, sia online che tradizionali. Dunque, è indispensabile definire, dal punto di vista normativo, un approccio più uniforme ai nuovi modelli commerciali. Questo per quanto riguarda prestatorenatura dei serviziluogo delle prestazioni, fino alla possibilità di coinvolgere attivamente le piattaforme nella riscossione dell’imposta;
  • Registrazione unica ai fini dell’IVA nell’UE: il nuovo sportello unico consente alle imprese di evitare registrazioni IVA multiple nell’UE per le operazioni transfrontaliere. Quindi, l’auspicio è di estendere la portata dello sportello unico alle forniture tra imprese e privati. Inoltre, s’intende abbinare allo sportello unico misure di semplificazione per le forniture intra-UE tra imprese. Infine, ampliare e perfezionare lo sportello unico per le importazioni.

Come vuole combattere le frodi IVA l’UE: raccomandazioni

Oltre a ciò che ci si predispone con la consultazione, ci sono ulteriori iniziative che l’UE persegue. Innanzitutto, ecco alcune raccomandazioni alla Commissione nei confronti di un piano d’azione per una fiscalità equa e semplice. Questo per sostenere la strategia di ripresa di cui all’iniziativa 2020/2254(INL) del 28 settembre 2021.

Raccomandazione C1

In particolare, per quanto riguarda la riduzione del divario fiscale ci si interessa alla Raccomandazione C1. Essa tratta della fatturazione elettronica e il Parlamento europeo invita la Commissione europea a:

  • Istituire senza indugio una norma comune armonizzata per la fatturazione elettronica in tutta l’Unione. E, entro il 2022 ridurre i costi della creazione di sistemi frammentati e diversi nei vari Stati membri;
  • Valutare la possibilità di introdurre gradualmente la fatturazione elettronica obbligatoria in tutta l’Unione entro il 2023. Lo si fa concentrandosi su una significativa riduzione dei costi di conformità, in particolare per le PMI. Inoltre, l’emissione delle fatture si dovrebbe amministrare solo mediante “sistemi” gestiti dallo Stato;
  • Esaminare entro il 2023 la possibilità che il sistema fornisca ai contribuenti ammissibili una parte dei dati/documenti sull’adempimento degli obblighi fiscali. Quindi, compresa la responsabilità per la conformità di tali dichiarazioni. In particolare, in un’ottica di riduzione dei costi di conformità e dei rischi per le PMI.

Raccomandazione C2

Ora, per quanto riguarda la Raccomandazione C2, essa tratta l’alternativa per la riduzione del divario IVA per gli scambi transfrontalieri nell’Unione. Una o più delle iniziative che ora elenchiamo si dovrebbe realizzare entro il 2022-2023:

  • Rilanciare l’iniziativa del regime definitivo: il modo più naturale ed efficiente per contrastare la frode fiscale;
  • Proporre gradualmente ma tempestivamente un’estensione dell’attuale piattaforma OSS da B2C a B2B. L’obiettivo? semplificare il rispetto degli obblighi in materia di IVA e ricevere dati per il monitoraggio e la lotta alla frode fiscale;
  • Progettare e proporre la segnalazione online dei dati per il commercio transfrontaliero dell’Unione. Qui, si preferisce l’utilizzo di dati che provengono dalla fatturazione elettronica,  compreso un trattamento dei dati centralizzato/decentrato efficiente e altamente sicuro per l’individuazione delle frodi. I dati sostituiranno tutti gli obblighi di comunicazione vigenti in questo settore e determineranno una riduzione dei costi complessivi di conformità, in particolare per le PMI.

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Legali italiani su contenziosi virtuali tra aziende del settore moda e lusso

Oggigiorno, molte aziende commerciali si confrontano con la realtà virtuale e le possibilità che essa racchiude. Per esempio, i marchi della moda e del lusso sviluppano già prodotti e servizi specifici per battere la concorrenza anche nel metaverso. Intuibile è che ciò comporta anche nuovi contenziosi e problemi legali inediti sui quali anche gli avvocati italiani si stanno confrontando.

Avvocati difendono contenziosi NFT dell’alta moda nel metaverso, primi contenziosi in USA

Si parla di metaverso, ma sarebbe meglio parlare di metaversi, dato che ne esistono già di diversi, come ad esempio:

A questi mondi paralleli e virtuali di realtà aumentata già si affacciano le prime grandi aziende, specialmente nel settore della moda. Un esempio fra tutti è Gucci, che crea lo spazio virtuale “Vault” e diverse esperienze su Roblox. Tra queste, citiamo la versione digitale della borsa Dionysus, che è già stata venduta per circa 4.100 dollari.

primi ricorsi legali hanno luogo negli Stati Uniti e si legano agli NFT – non fungible token. Ricordiamo che si tratta di opere digitali unicheimmodificabili e la cui proprietà si certifica attraverso la blockchain. Ognuna di queste opere può potenzialmente essere venduta per cifre molto alte. Vediamo ora due casi d’esempio.

Le battaglie legali per gli NFT di Hermès e Nike

Principalmente, fa scalpore la battaglia legale tra Hermès e l’artista Mason Rotschild. Quest’ultimo viene citato in giudizio per violazione del copyright a seguito della creazione delle “Metabirkin Nft. Si tratta di una serie limitata di 100 modelli che si ispirano alla celebre borsa dell’azienda francese, che tuttavia si dice all’oscuro del progetto.

Perciò, l’artista fa appello al Primo Emendamento: ritiene che la sua creazione si possa comparare alla “Campbell’s soup cans” di Andy Warhol. Ora, la parola spetta ad un giudice di New York.

Altro caso che ruota sempre attorno agli NFT riguarda il contenzioso tra Nike e StockX. Quest’ultima è una piattaforma di rivendita dal valore di 3,8 miliardi di dollari. Al proposito, i legali di Nike sostengono che tale piattaforma vendesse oltre 500 NFT di scarpe Nike senza la loro autorizzazione. Così facendo avrebbero danneggiato il marchio di scarpe tra i più conosciuti al mondo.

L’importanza di registrare il proprio marchio nelle realtà virtuali

Nonostante il mondo NFT e il metaverso siano ancora da scoprire, molti si stanno già interessando ad occupare il proprio spazio anche in tale universo. Ad esempio, notiamo come McDonalds registrava una decina di giorni fa il proprio marchio McDelivery per aprire ristoranti virtuali. Con questi, sarà possibile prenotare i propri pasti, da degustare nel mondo reale.

Invece, per quanto riguarda il mondo della moda, molti avvocati si trovano d’accordo nel sostenere che le battaglie legali tra brand siano già molte. A tal proposito, vediamo quali sono alcuni pareri legali in merito a queste nuove realtà e concorrenze digitali. Innanzitutto, l’esperta in fashion law Daniela Ampollini afferma che:

Qualcosa si muove, sul fronte dei brand. Molti stanno cercando di ampliare o modificare la sfera di tutela del marchio e rivendicare nuove categorie o nuove diciture, come quella dei prodotti virtuali nella classe 9, quella dei software. Altri stanno approntando nuovi servizi per il monitoraggio di ciò che avviene sulle piattaforme, che per ora non sono diverse da un social ma sicuramente molto più complesse”.

A questo parere si aggiunge quello di Riccardo Traina Chiarini, associato nel medesimo studio dell’avvocatessa (Trevisan & Cuonzo):

“Un Nft è un certificato digitale di proprietà del file a esso associato, pertanto il solo fatto di creare un Nft a mio parere non costituisce, di per sé, una violazione. Né, d’altro lato, il solo fatto di creare un Nft conferisce all’immagine digitale a esso associata protezione sotto il cappello del diritto d’autore.”

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Riforma del catasto attrito politico

Delega fiscale per la modifica del sistema di rilevazione catastale degli immobili

La Legge delega fiscale prevede la riforma del catasto e un modo per non aumentare (ulteriormente) le tasse. Sarà un punto cruciale e di attrito politico nel prossimo periodo, dato che destra e sinistra già manifestano pareri contrastanti in merito. Dunque, si riuscirà a raggiungere un accordo e mettere in pratica ciò che la riforma vuole, una maggiore efficienza in materia?

Attrito politico sulla Riforma del catasto: la sinistra lo vuole, la destra no

È già dalle prossime settimane che i partiti al governo dovranno scendere a compromessi e discussioni in materia delega fiscale. La situazione è critica: finora, l’emendamento alla commissione Finanze alla Camera da via a schermaglie. Comunque, cosa prevede effettivamente la legge di cui si parla?

In particolare, tale norma va letta all’art. 6 – delega al Governo per l’adozione di norme per modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili. Qui, si prevedono nuovi strumenti da mettere a disposizione sia dei comuni che dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo? Semplificare l’individuazione e il corretto classamento degli immobili.

Inoltre, tale norma indica principi e criteri da utilizzare per l’integrazione delle informazioni contenute nel catasto dei fabbricati. Questo dovrà essere disponibile dal 1° gennaio 2026. Poi, tali informazioni non si dovranno usare per la determinazione della base imponibile dei tributi che derivano da risultanze catastali, nonché finalità fiscali.

I principi della delega fiscale alla riforma del catasto

Ora, entriamo più nello specifico di cosa comporta tale legge e la delega ad essa annessa. Nello specifico, all’unità immobiliare si attribuisce:

  • Valore patrimoniale;
  • Rendita attualizzata.

Entrambe le cose si rilevano in base ai valori di mercato. Inoltre, rilevante è l’intenzione di introdurre riduzioni del valore patrimoniale ordinario – gli oneri più gravosi di manutenzione e conservazione.

Ora, quali sono gli immobili parte del classamento sopracitato? Ecco l’elenco:

  • Immobili attualmente non censiti. Oppure, che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso – la categoria catastale che si attribuisce;
  • Terreni edificabili accatastati come agricoli;
  • Immobili abusivi. Per questi, si individuano specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento che i comuni svolgono in questo ambito. Inoltre, si garantisce la trasparenza delle medesime attività.

Cosa ne pensa l’Unione Europea sulla riforma del catasto?

Ridurre le agevolazioni fiscali e riformare i valori catastali non aggiornati: queste le indicazioni che l’UE da sempre da all’Italia. Il motivo? Come sempre, è la lotta all’evasione fiscale, in particolare per l’omissione della fatturazione. Quindi, innanzitutto spinge sul rafforzamento dei pagamenti elettronici obbligatori, come da Raccomandazioni all’Italia 2019. E poi, auspica di concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, come da Raccomandazioni 2020.

Attrito politico sulla Riforma del catasto: sfida più ardua sull’invarianza del gettito

La riforma a invarianza del gettito sarà la più dura sfida che il governo italiano dovrà affrontare. Al proposito, il Ministero dell’Economia afferma che dovrà tradursi in una redistribuzione del carico fiscale sulla casa. Così, si adeguano le rendite ai valori di mercato evitando di far crescere l’importo complessivo delle tasse sul mattone.

La Lega parla di patrimoniale sulla casa, mentre Mario Draghi commenta la riforma in questa maniera:

“un’operazione di trasparenza per riequilibrare il carico fiscale. Ci sono tante persone che pagano troppo e tante che pagano meno di quello dovuto”.

 

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