Riforma del catasto attrito politico

Delega fiscale per la modifica del sistema di rilevazione catastale degli immobili

La Legge delega fiscale prevede la riforma del catasto e un modo per non aumentare (ulteriormente) le tasse. Sarà un punto cruciale e di attrito politico nel prossimo periodo, dato che destra e sinistra già manifestano pareri contrastanti in merito. Dunque, si riuscirà a raggiungere un accordo e mettere in pratica ciò che la riforma vuole, una maggiore efficienza in materia?

Attrito politico sulla Riforma del catasto: la sinistra lo vuole, la destra no

È già dalle prossime settimane che i partiti al governo dovranno scendere a compromessi e discussioni in materia delega fiscale. La situazione è critica: finora, l’emendamento alla commissione Finanze alla Camera da via a schermaglie. Comunque, cosa prevede effettivamente la legge di cui si parla?

In particolare, tale norma va letta all’art. 6 – delega al Governo per l’adozione di norme per modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili. Qui, si prevedono nuovi strumenti da mettere a disposizione sia dei comuni che dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo? Semplificare l’individuazione e il corretto classamento degli immobili.

Inoltre, tale norma indica principi e criteri da utilizzare per l’integrazione delle informazioni contenute nel catasto dei fabbricati. Questo dovrà essere disponibile dal 1° gennaio 2026. Poi, tali informazioni non si dovranno usare per la determinazione della base imponibile dei tributi che derivano da risultanze catastali, nonché finalità fiscali.

I principi della delega fiscale alla riforma del catasto

Ora, entriamo più nello specifico di cosa comporta tale legge e la delega ad essa annessa. Nello specifico, all’unità immobiliare si attribuisce:

  • Valore patrimoniale;
  • Rendita attualizzata.

Entrambe le cose si rilevano in base ai valori di mercato. Inoltre, rilevante è l’intenzione di introdurre riduzioni del valore patrimoniale ordinario – gli oneri più gravosi di manutenzione e conservazione.

Ora, quali sono gli immobili parte del classamento sopracitato? Ecco l’elenco:

  • Immobili attualmente non censiti. Oppure, che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso – la categoria catastale che si attribuisce;
  • Terreni edificabili accatastati come agricoli;
  • Immobili abusivi. Per questi, si individuano specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento che i comuni svolgono in questo ambito. Inoltre, si garantisce la trasparenza delle medesime attività.

Cosa ne pensa l’Unione Europea sulla riforma del catasto?

Ridurre le agevolazioni fiscali e riformare i valori catastali non aggiornati: queste le indicazioni che l’UE da sempre da all’Italia. Il motivo? Come sempre, è la lotta all’evasione fiscale, in particolare per l’omissione della fatturazione. Quindi, innanzitutto spinge sul rafforzamento dei pagamenti elettronici obbligatori, come da Raccomandazioni all’Italia 2019. E poi, auspica di concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, come da Raccomandazioni 2020.

Attrito politico sulla Riforma del catasto: sfida più ardua sull’invarianza del gettito

La riforma a invarianza del gettito sarà la più dura sfida che il governo italiano dovrà affrontare. Al proposito, il Ministero dell’Economia afferma che dovrà tradursi in una redistribuzione del carico fiscale sulla casa. Così, si adeguano le rendite ai valori di mercato evitando di far crescere l’importo complessivo delle tasse sul mattone.

La Lega parla di patrimoniale sulla casa, mentre Mario Draghi commenta la riforma in questa maniera:

“un’operazione di trasparenza per riequilibrare il carico fiscale. Ci sono tante persone che pagano troppo e tante che pagano meno di quello dovuto”.

 

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