Il superiore inoltra al datore mail di malattia: è violazione privacy

Un recente caso ha portato l’attenzione sulla gestione dei dati personali in ambito lavorativo, soprattutto nel settore sanitario. Una dipendente di un’azienda ospedaliera ha presentato un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali, lamentando che il suo superiore gerarchico aveva inoltrato una sua email, contenente dati personali relativi alla salute, anche al Direttore Generale dell’ospedale.

Nell’email, la dipendente aveva richiesto una sostituzione per il turno di lavoro a causa di un forte dolore cervicale e brachiale. Il superiore, rispondendo, ha esteso la comunicazione anche al Direttore Generale, il quale è il titolare del trattamento dei dati dell’azienda.

L’ospedale ha sostenuto che la comunicazione fosse legittima, ritenendo che il Direttore Generale, in qualità di datore di lavoro, avesse il diritto di essere informato su tali dati per gestire l’assenza della dipendente. Tuttavia, il Garante ha ribadito che le informazioni relative allo stato di salute rientrano nella categoria dei dati sensibili e che il datore di lavoro può trattare esclusivamente le informazioni strettamente necessarie, come la prognosi, senza accedere a dettagli sui sintomi o sulla diagnosi.

Il Garante ha quindi giudicato illecita la comunicazione di tali dettagli al Direttore Generale, affermando che il superiore avrebbe dovuto limitarsi a richiedere un certificato medico formale e non inoltrare l’email con i dettagli della sintomatologia. Pur confermando la violazione della normativa sulla privacy, il Garante ha deciso di non imporre una sanzione pecuniaria, limitandosi a un ammonimento nei confronti dell’azienda ospedaliera.


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Digitalizzazione giustizia, Nordio: “Stiamo procedendo senza indugi”

Il percorso di digitalizzazione della giustizia italiana procede senza indugi. Il governo è fortemente impegnato a promuovere una giustizia sempre più digitale, inclusiva e trasparente, che metta la tutela dei diritti al centro di ogni innovazione tecnologicaSiamo consapevoli che il cammino è ancora lungo e siamo pronti ad affrontare le molteplici sfide che ci attendono”. Lo ha dichiarato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo al convegno sulla digitalizzazione della giustizia a Capri.

Nel suo intervento il Ministro Nordio ha toccato, fra l’altro, il tema preminente della tutela della privacy dei cittadini: “l’identità e il domicilio digitale sono presupposti necessari per il funzionamento efficace dei negozi giuridici e dei procedimenti digitali. Stiamo attualmente lavorando per rafforzare questi strumenti e garantire che siano accessibili, sicuri e rispettosi della privacy dei cittadini, in coerenza con la cornice normativa europea”.

Il Ministro della Giustizia ha poi affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, definita “un’opportunità straordinaria che implica una serie di rischi. Per questo il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che propone una regolamentazione – tra le prime in Europa – dell’impiego dell’IA in numerosi campi, compresa l’attività giudiziaria, per utilizzarne le potenzialità nell’organizzazione degli uffici giudiziari e, ad esempio, attraverso sistemi di analisi ed elaborazione dei documenti legali e l’automatizzazione di aspetti organizzativi. Questi temi li abbiamo messi anche al centro dell’agenda del G7 Giustizia svoltosi a Venezia nel maggio scorso. Da quel vertice è nato il “Venice Justice Group” per rafforzare e coordinare le iniziative dei paesi membri del G7 rispetto alle nuove sfide globali nel campo della giustizia e della difesa dello Stato di diritto. Un solo limite però vorrei sottolineare: l’Intelligenza Artificiale non potrà e non dovrà sostituire la libertà di giudizio dell’uomo e dei giudici”.

Il Guardasigilli si è, infine, soffermato sull’impatto della rivoluzione digitale nei luoghi di lavoro: “da parte del Ministero della Giustizia c’è grande attenzione rispetto alle delicate implicazioni che queste trasformazioni comportano per i lavoratori. L’utilizzo di strumenti digitali e di Intelligenza Artificiale nel mondo produttivo offre, infatti, nuove opportunità, ma richiede anche un quadro normativo chiaro, allo scopo di evitare abusi e discriminazioni. Lavoreremo, pertanto, in collaborazione con esperti e istituzioni accademiche, per definire linee guida e normative che assicurino una tutela effettiva dei diritti dei lavoratori nell’era digitale”.


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Riapertura Giudice di Pace di Capri, Covelli: “Restituito alla comunità importante presidio di legalità”

Sull’isola di Capri si è svolta lo scorso 4 ottobre, la cerimonia inaugurale per la riapertura della sede dell’Ufficio del Giudice di Pace, dopo quasi due anni di chiusura dovuta all’inagibilità dei locali. Completati i lavori di ristrutturazione, a cura del Comune di Capri, e le operazioni tecnico-informatiche coordinate dal Tribunale di Napoli, gli uffici, situati in via Roma n. 62, tornano ad essere pienamente operativi, restituendo all’isola il suo prezioso presidio di giustizia nei locali dell’ex pretura.

Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, la Presidente della Corte di Appello Maria Rosaria Covelli, la Presidente del Tribunale Elisabetta Garzo, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Carmine Foreste, il Presidente dell’Ordine locale Mario Coppola, il Sindaco di Capri Paolo Falco, e altre autorità civili e militari.

Durante l’evento, la Presidente Garzo ha annunciato che le udienze riprenderanno il prossimo 4 novembre, restituendo così alla comunità locale un importante punto di riferimento per la giustizia. Inoltre, la presenza del Ministro Nordio ha confermato l’attenzione del dicastero verso la giustizia di prossimità, oltre a segnare l’apertura dell’annuale convegno sulla digitalizzazione della giustizia, che si è tenuto durante il week-end sull’isola.

La Presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, è intervenuta alla cerimonia di riapertura del Giudice di Pace di Capri: “La riapertura di un ufficio giudiziario in un contesto insulare assume una valenza particolare, visto che la distanza dal continente può rappresentare un ostacolo all’accesso alla giustizia.  Si tratta non solo della restituzione alla cittadinanza di un importante presidio di legalità, ma anche di un segnale di attenzione delle istituzioni verso la comunità”.
“E’ un obiettivo conseguito – ha evidenziato Covelli – grazie a una sinergia istituzionale fra l’autorità politica, ossia l’Amministrazione Comunale, la Magistratura, il Ministero, le Forze dell’ordine e Militari, nonché l’Avvocatura isolana e di Napoli”.
La Presidente ha ringraziato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, “per la sua presenza e la sua vicinanza al Distretto di Napoli”.
La massima carica del Distretto di Napoli ha, inoltre, evidenziato il prezioso lavoro svolto dalla Presidente del Tribunale di Napoli, Elisabetta Garzo per il raggiungimento del traguardo odierno.
La Presidente ha voluto, infine, rimarcare l’importante lavoro del “Coordinamento Interdistrettuale per i Sistemi Informativi Automatizzati, fondamentale per il buon funzionamento dell’attività di giurisdizione” ha concluso Maria Rosaria Covelli.


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Multe ai giornalisti, la Corte Ue: stop se violano la libertà di stampa

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che l’esecuzione di una sentenza di condanna contro giornalisti e editori deve essere rifiutata se viola la libertà di stampa, specialmente quando il risarcimento richiesto è sproporzionato e potrebbe scoraggiare la stampa dal trattare temi di legittimo interesse pubblico.

La decisione della Corte fa riferimento a un caso riguardante un articolo pubblicato da Le Monde nel 2006, in cui venivano denunciati i legami tra il Real Madrid e un’organizzazione di doping nel ciclismo. La giustizia spagnola ha condannato l’editore e il giornalista al pagamento di 390 mila euro a favore del Real Madrid e di 33 mila euro per un membro del suo staff medico, per diffamazione. Tuttavia, nel 2020, la Corte d’appello di Parigi ha negato l’esecuzione di questa condanna in Francia, sottolineando che avrebbe avuto un effetto dissuasivo sulla libertà di stampa.

La Corte Ue ha confermato che una sentenza che impone un risarcimento manifestamente sproporzionato e in violazione della libertà di stampa, tutelata dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, non può essere eseguita. Inoltre, ha ribadito che le decisioni di risarcimento devono mantenere un rapporto proporzionato tra il danno alla reputazione e l’importo richiesto, per evitare effetti intimidatori sulla stampa.


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Normativa doganale: al via la riforma fiscale

Oggi, 4 ottobre 2024, entra ufficialmente in vigore il riordino della normativa doganale, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 232 del decreto legislativo 141/2024, che attua la riforma fiscale.

Tra le principali novità introdotte spicca l’abolizione della controversia doganale, una misura volta a semplificare i rapporti tra cittadini e autorità. Viene inoltre garantita la possibilità di ripetere le analisi durante le fasi di controllo, con l’obiettivo di rendere il processo più trasparente e affidabile.

Il decreto potenzia lo Sportello unico doganale e dei controlli (Sudoco), uno strumento cruciale per agevolare le operazioni doganali, e introduce l’estensione del contraddittorio anche nella fase procedimentale. Infine, è previsto l’obbligo di motivazione rafforzata in caso di rigetto delle difese presentate dalle parti, al fine di garantire maggiori tutele ai contribuenti.

Queste misure segnano un significativo passo avanti verso una maggiore efficienza e trasparenza nel settore doganale, in linea con gli obiettivi della riforma fiscale.


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Rimborso IRAP: termine di due anni dalla sentenza passata in giudicato

L’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 186 del 26 settembre 2024, ha chiarito i termini per la richiesta di rimborso dell’IRAP versata in eccesso a seguito della rideterminazione della base imponibile stabilita da una sentenza definitiva. Il caso esaminato riguardava un contribuente che, vincendo un procedimento contro un ex dipendente, aveva versato IRAP su emolumenti successivamente restituiti.

L’Agenzia ha precisato che non si applicano le previsioni ordinarie di rimborso in quanto il versamento dell’imposta era inizialmente dovuto. In tali casi, il termine per richiedere il rimborso è di due anni, a partire dalla data della sentenza passata in giudicato. Questa interpretazione si aggiunge ad altre situazioni in cui è stata riconosciuta l’applicazione della disciplina dei cosiddetti “rimborsi anomali.”

La giurisprudenza in materia, confermata anche da recenti sentenze della Cassazione, ribadisce che la richiesta di rimborso può essere presentata entro due anni dal momento in cui si è verificato il presupposto per la restituzione dell’imposta, come stabilito dall’art. 21, c. 2, del D.Lgs. 546/92.


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Cassazione: sequestro nell’ufficio di un professionista coinvolto in un reato non richiede notifica all’Ordine

Con la sentenza n. 36775 del 3 ottobre 2024, la Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che, in caso di sequestro eseguito nell’ufficio di un professionista coinvolto in un reato, non è necessario avvisare il Consiglio dell’Ordine, come previsto dall’art. 103 del Codice di Procedura Penale. Questo perché la tutela delle attività difensive non è rilevante quando il reato è attribuito allo stesso professionista.

Il caso riguardava F.G., un commercialista indagato per aver contribuito, insieme ad altri, a una fittizia residenza all’estero per evadere le imposte su una rendita vitalizia da oltre 8 milioni di euro. Il Pubblico Ministero aveva disposto il sequestro di beni elettronici e documenti nell’ufficio di F.G., ma il difensore aveva contestato la violazione del segreto professionale.

La Corte ha chiarito che, in situazioni simili, l’avviso all’Ordine è superfluo, poiché non si tratta di proteggere la funzione difensiva ma di indagare su reati commessi dal professionista stesso.


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Foto di Nordio

Nordio a Tirana per bilaterale Italia-Albania

Roma, 4 ottobre 2024 – Visita istituzionale del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ieri a Tirana per un bilaterale con l’omologo della Repubblica d’Albania, Ulsi Manja.

Fra i temi affrontati, il rafforzamento degli strumenti di cooperazione giudiziaria, con particolare riguardo al trasferimento delle persone condannate; l’avvio di un dialogo per la nascita di uno strumento di mutuo riconoscimento, simile al mandato di arresto europeo che possa sostituire il tradizionale meccanismo della estradizione; lo scambio di best practice per garantire il funzionamento e l’efficienza dei sistemi giudiziari.

Nella dichiarazione congiunta dei due Ministri si confermano le eccellenti relazioni fra i due Paesi, con l’impegno a sviluppare la cooperazione in materia di funzionamento delle istituzioni giudiziarie, cooperazione giudiziaria, sostegno alle libere professioni, esecuzione della pena, amministrazione penitenziaria, formazione del personale penitenziario. Priorità è data anche all’assistenza giudiziaria reciproca nella lotta alla criminalità transnazionale organizzata e al terrorismo internazionale, nel contrasto al riciclaggio dei capitali illegali e nella lotta al traffico illegale di esseri umani e di droga.

Questo incontro rappresenta un ulteriore passo nello sviluppo delle relazioni Italia – Albania in materia di giustizia, campo nel quale la nostra collaborazione è assolutamente intensa e proficua. L’Albania è uno dei Paesi extra UE con il quale più stretti sono i rapporti di collaborazione giudiziaria e prova ne è il frequente ricorso alle squadre investigative comuni, il più innovativo tra gli strumenti a nostra disposizione

ha dichiarato il ministro Nordio, sottolineando la disponibilità italiana a promuovere riunioni annuali o semestrali tra delegazioni tecniche dei due dicasteri della giustizia.

Potete contare sulla collaborazione del nostro magistrato di collegamento presente a Tirana, oltre che, ovviamente, sulla nostra Ambasciata. Spero che questi scambi possano aiutare nel trovare soluzioni alle problematiche tecniche riscontrate nelle procedure di trasferimento, nonché nell’adottare best practices che consentano il consolidamento ed il miglioramento dei rapporti bilaterali

ha concluso il Guardasigilli.


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Piattaforma referendum, in due mesi 1,5 milioni di firme digitali

Roma, 4 ottobre 2024 – Oltre un milione e mezzo di firme digitali, una media di mille ogni ora, in appena due mesi di attività. A fornire i dati è il report del Ministero della Giustizia, che traccia un bilancio dei primi sessanta giorni di vita della nuova piattaforma per la raccolta in modalità digitale delle sottoscrizioni da parte dei cittadini delle proposte di legge di iniziativa popolare (LIP), nonché dei referendum abrogativi e costituzionali.

Si tratta di risultati importanti che confermano l’impegno del governo per la digitalizzazione della giustizia, anche attraverso la promozione di strumenti altamente innovativi volti a facilitare la partecipazione attiva dei cittadini e garantire processi democratici totalmente accessibili e trasparenti.

Secondo i dati elaborati dalla Direzione generale per i Sistemi informativi automatizzati del Dipartimento per l’Innovazione tecnologica della giustizia, dal 25 luglio 2024 al 30 settembre 2024, sono state apposte un totale di ben 1.548.656 firme digitali, di cui 872.944 rese da donne e 675.712 da uomini. Fra i dati più significativi, emerge che il 41% delle firme (632.940) è stato sottoscritto da giovani nella fascia 18-32 anni.

In questi primi due mesi di funzionamento le attività del Ministero hanno avuto come obiettivo quello di garantire la stabilità e l’efficienza del sistema. Durante alcune fasi di picco si sono verificati sporadici rallentamenti, specialmente in caso di accessi simultanei da dispositivi mobili, che non hanno, tuttavia, determinato alcun blocco della piattaforma.


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Incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Brad Smith: Microsoft investe nei data center italiani per l’IA

Ieri, presso Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato Brad Smith, Presidente di Microsoft, per discutere dell’importante investimento che il colosso tecnologico americano ha deciso di realizzare in Italia. Al centro del colloquio, l’annuncio della creazione di nuovi data center destinati a supportare la crescente domanda di servizi legati all’intelligenza artificiale.

Meloni ha espresso soddisfazione per l’impegno di Microsoft, sottolineando come il potenziamento delle infrastrutture digitali rappresenti un passo cruciale per consolidare la posizione dell’Italia come hub tecnologico nel Mediterraneo. L’iniziativa si allinea anche con le priorità del Piano Mattei per l’Africa e con la Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII), promossa nell’ambito del G7. Questi progetti mirano a rafforzare il ruolo dell’Italia non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, grazie a un’integrazione sempre più stretta tra innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile.

Durante l’incontro, Meloni e Smith hanno affrontato anche le prospettive legate allo sviluppo globale dell’intelligenza artificiale, discutendo delle opportunità offerte da questa tecnologia emergente e delle sfide da affrontare, tra cui la gestione dei rischi legati alla sicurezza e all’etica. L’incontro si inserisce in una serie di confronti tra il governo italiano e i leader del settore dell’innovazione, finalizzati a fare dell’Italia un punto di riferimento nel panorama digitale internazionale.


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