Internet Governance Forum Italia 2024, in programma a Roma il 5 e 6 dicembre

Intelligenza artificiale, competenze digitali e digital divide, disinformazione, cybersecurity e protezione dei minori in rete: saranno questi i principali argomenti oggetto di dibattito nel corso dell’Internet Governance Forum Italia 2024 (IGF) che si terrà il 5 e 6 dicembre 2024. La prima giornata avrà luogo presso la sede di AgID, a Roma, dalle ore 13.00 alle 18.30, ma sarà possibile partecipare anche da remoto. Venerdì 6, invece, il forum si svolgerà interamente in videoconferenza.

L’iniziativa nazionale anticipa la 19esima edizione dell’IGF mondiale, organizzata dall’Onu e in programma dal 15 al 19 dicembre a Riad, in Arabia Saudita, che verterà su alcune tematiche di grande attualità come: rafforzare il contributo digitale alla pace, allo sviluppo e alla sostenibilità, miglioramento della governance digitale.

IGF Italia, la cui edizione 2024 è intitolata “L’internet che vorrei. Costruiamo insieme il nostro futuro digitale”, è un evento annuale, organizzato dal Comitato IGF Italia, nato con l’obiettivo di facilitare il confronto tra i soggetti interessati alle politiche di gestione ed evoluzione di Internet privilegiando nel dibattito, oltre agli aspetti tecnici, anche quelli economici e sociali.

Il Comitato multi-stakeholder dell’Internet Governance Forum Italia è stato istituito presso il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri: promuove e sostiene uno spazio di dibattito per la governance di Internet nel nostro Paese, attraverso un approccio aperto, trasparente e inclusivo, definisce le linee guida strategiche per lo sviluppo di Internet collaborando con amministrazioni e organismi internazionali, come ad esempio le Nazioni Unite. Il Comitato, inoltre, promuove l’alfabetizzazione digitale e la conoscenza della Rete a tutti i livelli, facilitando la partecipazione dei giovani allo sviluppo della stessa.

All’evento prenderanno parte il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti e il Direttore Generale della DG-Connect (Commissione Europea), Roberto Viola. Inoltre, in collegamento da Ginevra, la Presidente del MAG, Carol Roach, il coordinatore del Segretariato IGF, Chengetai Masango, e la coordinatrice delle NRIs (National Regional and Youth Initiatives), Anja Gengo, offriranno una panoramica delle principali sfide di IGF e il programma delle attività in corso.

Per partecipare a una sola o a entrambe le giornate è necessario registrarsi tramite i seguenti link:


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Giudici di pace, ridotto a 12 mesi il termine per i nominati fino al 31 dicembre 2026

Roma, 3 dicembre 2024 – L’Organismo Congressuale Forense (OCF) esprime apprezzamento per la misura introdotta nel decreto legge “Misure urgenti in materia di giustizia”, che prevede una deroga importante per i giudici onorari di pace.

La disposizione, che stabilisce che “Per i giudici onorari di pace nominati fino al 31 dicembre 2026, in deroga a quanto previsto dall’articolo 9 del decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116, il termine di cui al comma 4 è ridotto a dodici mesi successivi al conferimento dell’incarico”, rappresenta un passo significativo verso il superamento delle difficoltà operative che affliggono da tempo i tribunali italiani.

L’OCF si è fatto portavoce, presso il Parlamento e il Governo, delle istanze sollevate dagli Ordini forensi del Paese, richiedendo una riduzione del termine a sei mesi. La decisione di ridurre il termine a dodici mesi costituisce comunque una risposta concreta e utile per fronteggiare la situazione emergenziale della giustizia di prossimità, che l’organismo ha rappresentato alle Istituzioni anche tramite un monitoraggio costante durante questo ultimo anno.

“Accogliamo con favore questa misura – ha dichiarato il segretario dell’OCF Accursio Gallo – perché rappresenta un passo avanti nella direzione che abbiamo auspicato. È evidente che la situazione dei GdP richiedeva un intervento rapido e mirato, e siamo soddisfatti che le nostre richieste siano state ascoltate. Continueremo il nostro impegno affinché la giustizia possa essere sempre più efficiente e rispondente ai bisogni dei cittadini.”

L’OCF ribadisce la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per monitorare l’impatto di questa misura e per individuare ulteriori strumenti utili a rafforzare l’organizzazione giudiziaria italiana.


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Avvocato Turetta minacciato, UNCP: “Il diritto di difesa non può essere mai messo in discussione”

Il difensore di Filippo Turetta che già era stato destinatario di una petizione affinché rinunciasse al mandato e l’Università ove insegna, se ne dissociasse, è in questi giorni nuovamente oggetto di pesanti attacchi a causa dell’arringa difensiva pronunciata in favore del proprio assistito. La nota della Giunta e dell’Osservatorio Avvocati Minacciati.

Dobbiamo purtroppo registrare l’ennesima aggressione alla funzione difensiva e all’avvocato che la esercita.

Il difensore di Filippo Turetta che già era stato destinatario di una petizione affinché rinunciasse al mandato e l’Università ove insegna, se ne dissociasse, è in questi giorni nuovamente oggetto di pesanti attacchi a causa dell’arringa difensiva pronunciata in favore del proprio assistito.
Occorre ancora una volta ricordare che il diritto di difesa, costituzionalmente garantito, è principio supremo dell’ordinamento. E non può essere mai messo in discussione a prescindere dall’atrocità del crimine commesso.
Ogni avvocato che si accinga alla propria discussione finale in un processo nel quale assiste un imputato di omicidio, sa bene di muoversi su un terreno delicatissimo.
Sa di doversi adoperare al meglio affinché il proprio assistito sia giudicato secondo le regole di un processo giusto ed equo; sa, nel contempo, che ogni sua parola è una freccia che può ferire, anche quando è necessaria o, addirittura, doverosa. E ferirà, sempre e comunque.
Pubblico Ministero, Difensori delle parti, Giudici non possono, però, sottrarsi per questo al loro dovere di contribuire a quel difficilissimo risultato che è l’accertamento della verità (con l’accettazione del fatto che sarà sempre e solo una verità “per approssimazione”). 

Lo debbono fare per non snaturare il loro indispensabile (e interconnesso) ruolo.

Con le esternazioni nei confronti del difensore di Filippo Turetta, alimentate dalla inevitabile gogna mediatica, si vuole mandare un messaggio violento, figlio di una subcultura populista per la quale si arriva addirittura a sostenere che vi sono imputati che non meritano la difesa.

Presunzione di non colpevolezza e inviolabilità del diritto di difesa sono invece le precondizioni perché l’accertamento penale si svolga secondo le regole del giusto processo.

Il ritenere che un imputato non meriti di essere difeso solo in ragione della gravità del reato che gli viene contestato, significa infatti dimenticare i valori costituzionali e democratici del nostro ordinamento ed accedere a pericolosi meccanismi di vendetta.

Non dobbiamo dimenticare che un paese incapace di comprendere il ruolo dell’avvocatura è un paese che mette in dubbio uno dei principi fondanti della democrazia liberale.

Si tratta di una pericolosa deriva che deve essere stigmatizzata e deprecata.

Una deriva che affonda le sue radici in un dilagante populismo giudiziario che dobbiamo con forza continuare a respingere attraverso la ferma affermazione di una cultura del processo come valore condiviso ed una capillare divulgazione dei principi e delle garanzie del processo e del ruolo, fondamentale, del difensore.

L’idea che nessun processo, per nessun titolo di reato, consenta manifestazioni di insofferenza nei confronti delle garanzie penali e processuali proprie dello stato di diritto e dei principi costituzionali è il pilastro del ragionamento che dobbiamo continuare a proporre e sostenere in ogni occasione con la forza del nostro pensiero rifiutando sempre e comunque ogni deplorevole attacco al diritto di difesa.

La Giunta
L’Osservatorio Avvocati Minacciati


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Agenzia europea per i farmaci: il Garante europeo raccomanda maggiore tutela dei dati personali

Il Garante europeo per la protezione dei dati personali (EDPS) ha emesso un parere dettagliato riguardo alla bozza di decisione dell’Agenzia europea per i farmaci (EUDA) sull’applicazione del Regolamento (UE) 2018/1725. Le raccomandazioni, pubblicate il 18 novembre 2024, mirano a rafforzare le misure per la tutela dei dati personali e migliorare la funzione del Responsabile della Protezione dei Dati (DPO).

Nomina del DPO e chiarimenti sul titolare del trattamento

L’EDPS ha accolto positivamente l’indicazione che il direttore esecutivo dell’Agenzia debba nominare il DPO tra il personale interno, basandosi su competenze professionali e conoscenza specialistica in materia di protezione dei dati. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di chiarire il ruolo del titolare del trattamento, raccomandando di precisare che il direttore agisce come rappresentante legale dell’EUDA, responsabile della conformità al Regolamento.

Risorse e supporto per il DPO

Nel parere, l’EDPS ha ribadito che il DPO deve disporre di risorse adeguate per svolgere le proprie mansioni, comprese risorse finanziarie, infrastrutture e personale qualificato. Ha inoltre suggerito che l’EUDA formalizzi la comunicazione della nomina del DPO a tutto il personale, al fine di garantire una piena consapevolezza del ruolo e promuovere una collaborazione attiva con altri dipartimenti, come il servizio legale e il team di comunicazione.

Formazione continua e aggiornamento professionale

Per mantenere alta la competenza del DPO, l’EDPS ha raccomandato di includere nella bozza di decisione l’obbligo di fornire formazione continua in ambito tecnico e giuridico. Questo aspetto, in linea con l’articolo 44(2) del Regolamento (UE) 2018/1725, è considerato cruciale per garantire che il DPO possa affrontare le sfide emergenti nella protezione dei dati.

Valutazione d’impatto e monitoraggio

L’EDPS ha suggerito di chiarire le responsabilità del DPO in merito alla Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA). Ha consigliato che il DPO debba fornire consulenza sui rischi legati a operazioni di trattamento dati, monitorarne l’attuazione e garantire l’applicazione di misure adeguate per mitigare eventuali impatti negativi sui diritti degli interessati.


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Rider e privacy: Foodinho multata per 5 milioni di euro dal Garante per il trattamento illecito dei dati di oltre 35.000 lavoratori

Il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha sanzionato Foodinho s.r.l., parte del gruppo Glovo, con una multa di 5 milioni di euro per gravi violazioni del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Oltre alla sanzione pecuniaria, l’Autorità ha imposto specifiche prescrizioni alla società e vietato ulteriori trattamenti di dati biometrici dei rider, come il riconoscimento facciale.

L’inchiesta: da una tragedia alla scoperta di violazioni sistemiche

L’indagine è stata avviata d’ufficio in seguito alla diffusione di notizie relative alla disconnessione dell’account di un rider morto durante una consegna a Firenze nel 2022. Nonostante Foodinho fosse già stata sanzionata nel 2021, l’istruttoria ha rivelato una gestione dei dati non conforme alla normativa, coinvolgendo oltre 35.000 lavoratori attivi sulla piattaforma digitale della società.

In particolare, è stato accertato che, in caso di disattivazione o blocco di un account, il sistema invia automaticamente un messaggio standard che non informa i rider della possibilità di contestare la decisione o chiedere il ripristino del profilo.

Le violazioni accertate dal Garante

Nel provvedimento n. 675 del 13 novembre 2024, il Garante ha evidenziato numerose infrazioni, tra cui:

  • Mancato rispetto dei principi generali del trattamento dei dati;
  • Trattamento illecito di dati particolari senza condizioni di liceità;
  • Carenze nell’informativa agli interessati;
  • Violazione del diritto di non essere soggetti a decisioni unicamente automatizzate;
  • Controlli a distanza in contrasto con le disposizioni dello Statuto dei lavoratori.

Trattamenti automatizzati e condivisione non trasparente

Durante l’accesso diretto ai sistemi, è emerso che Foodinho utilizza algoritmi per gestire i turni lavorativi (sistema di eccellenza) e assegnare ordini, senza garantire ai rider il diritto di intervento umano o di contestazione. Inoltre, la società condivide dati sensibili, inclusa la geolocalizzazione, con terze parti, anche quando l’app è in background o non attiva.

Le prescrizioni del Garante

Oltre alla sanzione economica, Foodinho dovrà:

  1. Riformulare i messaggi relativi alla disattivazione degli account;
  2. Assicurare che le decisioni automatizzate siano supervisionate da operatori qualificati;
  3. Attivare un’icona sui dispositivi dei rider per indicare quando il GPS è attivo, disabilitandolo in background;
  4. Adottare misure contro usi impropri dei meccanismi reputazionali basati sui feedback dei clienti.

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Il Decreto Giustizia, fra le varie misure, introduce anche una norma sui giudici onorari venendo in parte incontro alle richieste avanzate dall’avvocatura e segnatamente dall’Ordine Forense di Roma, che sul tema di recente ha indetto una manifestazione.

Il COA, insieme all’Organismo Congressuale Forense, ha chiesto al Ministero della Giustizia l’inserimento immediato nelle funzioni dei Giudici di Pace addetti all’Ufficio del Processo senza attendere il decorso del biennio. “Ora il termine è stato ridotto ad un anno con il Decreto Legge ed è un primo passo – il commento del Presidente del COA Paolo Nesta – anche se non sufficiente, per colmare il vuoto gravissimo degli organici dei Gdp”.

“Per i giudici onorari di pace nominati fino al 31 dicembre 2026 – si legge infatti nell’articolo 5 del Decreto – … il termine di cui al comma 4 è ridotto a dodici mesi successivi al conferimento dell’incarico”.

“È la riprova che l’attenzione continua e l’impegno costante possono portare a risultati concreti – conclude Nesta  – Questo evidentemente rappresenta per noi uno stimolo a continuare”.


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L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) registra ancora una volta, con rammarico, molteplici criticità circa il pagamento degli onorari dei difensori per le persone ammesse al beneficio del Patrocinio a Spese dello Stato.

“Giungono da tutta Italia segnalazioni in merito all’impossibilità ad ottenere il pagamento delle spettanze, a causa dell’esaurimento dei fondi stanziati per la difesa dei non abbienti”, denuncia Carlo Foglieni, presidente AIGA. “È un problema che si aggiunge al cronico ritardo nella corresponsione dei pagamenti, nonostante – come noto – la normativa europea preveda che le pubbliche amministrazioni siano tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento”.

“In attesa di mettere finalmente mano al Testo Unico sulle spese di giustizia per semplificare e rendere più celeri le liquidazioni dei compensi, AIGA chiede al Governo italiano di implementare i fondi per il patrocinio a spese dello Stato affinché venga dato il giusto riconoscimento al lavoro svolto dagli avvocati”, conclude il presidente Foglieni.


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Nel testo approvato, spiccano invece un potenziamento delle norme sull’uso del braccialetto elettronico per contrastare la violenza sulle donne e una modifica che consente al Commissario straordinario per l’edilizia carceraria di approvare progetti per nuove carceri senza l’intesa con le Regioni interessate.

Le esclusioni hanno generato tensioni nella maggioranza. La norma disciplinare sui magistrati, che prevedeva sanzioni per mancata astensione dai procedimenti in caso di “gravi ragioni di convenienza”, è stata accantonata. Salvatore Casciaro, segretario dell’ANM, ha espresso soddisfazione, definendola “mal formulata e pericolosa”.

Sul cybercrime, nonostante le rassicurazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano, il dissenso interno, soprattutto da Forza Italia, ha fatto naufragare la proposta. Rimane dunque un nodo irrisolto, segnalando che la piena intesa tecnica e politica è ancora lontana.


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Le nuove norme prevedono che la polizia giudiziaria effettui verifiche tecniche approfondite sulla fattibilità e funzionalità del braccialetto elettronico, con un rapporto trasmesso al giudice entro 48 ore. In caso di impossibilità tecnica, potranno essere adottate misure cautelari più severe. Inoltre, il decreto stabilisce che, in caso di trasgressioni, gli arresti domiciliari potranno essere revocati e sostituiti dalla custodia in carcere.

Altre disposizioni includono:

  • il rinvio delle elezioni dei consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione;
  • modifiche ai requisiti per incarichi direttivi e semidirettivi;
  • incentivi per i magistrati coinvolti nella creazione del nuovo tribunale delle persone, dei minorenni e della famiglia;
  • deroghe per il conferimento di incarichi e la gestione dell’emergenza carceraria tramite il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria.

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Non ci sono comunicazioni da parte del Ministero sulla procedura da eseguire.

Consiglio: contattare la cancelleria di riferimento e verificare se è arrivato il deposito telematico.


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