Interruzione servizi informatici settore civile del Distretto di Palermo

Si comunica che nell’ambito dell’ordinaria attività di aggiornamento, miglioramento ed upgrade dei sistemi del civile del distretto di Palermo si procederà alla interruzione degli stessi di tutti gli uffici giudiziari del distretto di Corte di Appello di Palermo dalle ore 13:00 del giorno 04 Giugno 2021 e sino, presumibilmente, alle ore 11:00 del giorno 08 Giugno 2021.

Si precisa che, durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi.

Durante la summenzionata interruzione programmata non sarà pertanto possibile consultare i fascicoli degli uffici del distretto coinvolto dal fermo dei sistemi.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

Link alla notizia: https://pst.giustizia.it/PST/it/pst_3_1.wp?previousPage=pst_3&contentId=NEW9165

divorzi e separazioni veloci

Separazione e divorzio veloci: cosa cambia

Il Governo mira ad un rito unico per separazioni, divorzi e figli

La volontà del maxiemendamento del Governo al disegno di legge sul processo civile è di introdurre un rito unico. Il fine è ridurre i tempi processuali e dar spazio alla negoziazione assistita e alla mediazione familiare. Inoltre, il fattore “tempo” è fondamentale anche per l’approvazione delle riforme, secondo la Guardasigilli Cantabria: devono essere approvate entro autunno.

Riforma della giustizia e nuovo rito unico: come funziona e che cosa cambia?

Con il nuovo rito unico, il Governo intende unificare tutti gli attuali, frammentati procedimenti in ambito di crisi familiare. Infatti, l’idea è di riuscire a garantire trattamenti omogenei e orientamenti uniformi ad analoghe situazioni. In particolare, si intendono semplificare le procedure di separazione o divorzio, al punto tale da arrivare ad avere un solo giudice collegiale.

Inoltre, durante la separazione, si potrà proporre il divorzio: il Tribunale sarà lo stesso ed il pagamento degli assegni sarà facilitato. Quindi, arrivati in giudizio, si avranno già tutti i documenti per discutere dell’assegno di mantenimento e degli alimenti dei figli. Non solo: il magistrato potrà disporre d’ufficio dei mezzi di prova a tutela di minori e vittime di violenza familiare.

Piccolo appunto: l’iter sarà reso ancor più veloce se la separazione è consensuale: basterà una sola procedura scritta. Perciò, il rito unico intende valorizzare la negoziazione assistita; in questa sede si potrà anche trattare il pagamento di una somma unica invece dell’assegno. Ancora, la procedura di negoziazione assistita verrebbe estesa alle coppie di fatto per la gestione dei figli – affidamento, mantenimento e alimenti.

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Cassa forense: nuova causale f24


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Cassa forense: nuova causale f24

Avvocati, annunciata una nuova causale contributo per il versamento con modello f24

Dal 31 maggio, come annunciato dall’Agenzia delle Entrate, sarà operativa per gli avvocati una nuova causale per il modello f24. Si tratta di “E104”: causale contributo espressamente richiesta dall’Ente di previdenza degli avvocati in una nota del 2021. Il suo nominativo completo è “E104”, “CASSA FORENSE -Riscatto art.37 Reg. Unico Prev. Forense”, esposta nella sezione “Altri enti previdenziali e assicurativi”.

“E104”: nuova causale modello f24 avvocati per versamento ai fini del riscatto

In ambito f24, già a novembre 2020 viene stipulata una convenzione tra Agenzia delle Entrate e Cassa Forense. Il fine è di regolare il servizio di riscossione dei contributi assistenziali e previdenziali dovuti agli avvocati iscritti alla Cassa. Inoltre, nell’aprile scorso, la Cassa Forense richiede l’istituzione di una nuova causale contributo: “E104”.

In realtà, la sua denominazione completa è “E104” “CASSA FORENSE- Riscatto art. 37 Reg. Unico Prev. Forense”. Causale che va inserita, in sede di compilazione del modello f24, all’interno della sezione “Altri enti previdenziali e assicurativi”. Il campo è “causale contributo” e, considerando solo la colonna “importo a debito versati”, vanno riportati:

– il codice “0013” sul campo “codice ente”;

– nessun valore in “codice sede” e in “codice posizione”;

– in “periodo di riferimento: da mm/aaaa a mm/aaaa” vanno inseriti mese e anno di competenza del contributo da versare.

Infine, ricordiamo che sul versamento dei contributi mediante f24, la Cassa Forense ha realizzato un protocollo specifico con tutte le istruzioni. Dunque, attraverso una semplice consultazione dal sito ufficiale di Cassa Forense, gli avvocati iscritti potranno facilmente procedere con i pagamenti.

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Decreto sostegni: bonus prima casa agli under 36

bonus sostegni: prima casa under 36

Decreto sostegni: bonus prima casa agli under 36

Decreto Sostegni bis: per gli under 36, garanzia all’80% del capitale

Dal 26 maggio, è entrato in vigore il Bonus prima casa, che sarà valido fino al 30 giugno 2022. Il beneficio riguarda i giovani, under 36, in possesso di un ISEE inferiore o uguale a 40.000 euro. I vantaggi, per chi ne beneficerà, riguarderanno: la garanzia all’80% del capitale ed esoneri di pagamenti imposte ipotecarie e catastali.

Esenzione imposte di registro, ipotecaria e catastale se Isee sotto i 40.000euro

Il Bonus prima casa ha l’obiettivo di sostenere i giovani, spesso alle prese con contratti precari e prospettive a breve termine. Infatti, nel caso degli immobili, nella maggior parte dei casi, i giovani preferiscono rimandarne l’acquisto per rimanere a casa con i genitori. Perciò, ora, la volontà è che per gli under 36 sia più semplice e meno oneroso procedere all’acquisto della prima casa.

Dunque, beneficiari potranno essere i giovani -under 36, appunto- in possesso di un indicatore ISEE non superiore ai 40.000euro. Per tutti loro, infatti, il decreto dispone che la misura della garanzia sia elevata all’80% della quota capitale. Inoltre, per tutti quegli immobili non A1, A8 e A9, essi potranno essere esonerati dai pagamenti dell’imposta di registro e ipotecaria e catastale.

In più, riguardo l’Iva, qualora la transazione ne fosse soggetta, scatta un ristoro pari all’ammontare dell’Iva versata. Tale esenzione interessa gli atti di compravendita di immobili stipulati tra il 26 maggio 2021 ed il 30 giugno 2022. Infine, sul lungo periodo, viene rafforzata di altri 250milioni la dote del Fondo di garanzia prima casa -Consap-.

 

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Strisce blu: sosta limitata al pagamento

Strisce blu: sosta limitata al pagamento

Se la sosta è a pagamento, sforare l’orario è illecito amministrativo

Nei parcheggi a strisce blu, il tempo di sosta dell’auto deve necessariamente essere limitato all’orario indicato sul ticket del pagamento. In effetti, la Cassazione ha recentemente chiarito quali siano le conseguenze di un mancato rispetto del Codice. Infatti, si tratta di illecito amministrativo: evasione tariffaria in violazione delle prescrizioni della sosta regolamentata.

Evasione tariffaria se si parcheggia in zona a pagamento oltre il limite

Succede che un conducente tenga la propria auto parcheggiata sulle strisce blu oltre il tempo previsto dal ticket. Quindi, tale conducente viene sanzionato per la violazione dell’art. 7 del Codice della Strada. Accade infine che egli si opponga contro tale infrazione prima davanti al Giudice di Pace, poi -successivamente al ricorso del Comune- in Tribunale.

Proprio in Cassazione, viene ribaltato il giudizio espresso dal Giudice di Pace e si accoglie il ricorso del Comune. Il conducente si difende sostenendo che il lasso di tempo stabilito dal Comune per il pagamento fosse di trenta minuti. Infatti, nel caso in esame, non si sarebbe dovuta applicare la sanzione perché la sosta eccedente il pagamento era inferiore ai suddetti trenta minuti.

Tuttavia, il ragionamento del conducente non convince gli Ermellini: si tratta di evasione tariffaria. Infatti la sosta a pagamento su suolo pubblico protratta oltre l’orario per cui si è pagato il ticket è illecito amministrativo. Dunque, “[…] [la] violazione delle prescrizioni della sosta regolamentata per incentivare la rotazione e razionalizzazione dell’offerta […]” va sanzionata -art.7, comma 15, C.d.S.

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Come è andata a finire la storia del rimborso delle spese legali per chi è assolto in via definitiva?

IL RIMBORSO DELLE SPESE LEGALI PER GLI ASSOLTI

L’idea del rimborso è arrivata con la proposta da parte di Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione.

L’emendamento Costa alla Manovra 2021 doveva introdurre il nuovo articolo 177 bis al codice penale (Risarcimento economico degli imputati assolti con sentenza penale passata in giudicato):

«nel processo penale, all’imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, è riconosciuto un rimborso delle spese legali nel limite massimo di importo pari a 10.500 euro».

Il rimborso sarebbe stato ripartito in tre quote di pari importo, con scadenza annuale, a partire dall’anno successivo a quello in cui la sentenza fosse divenuta irrevocabile. Le somme non avrebbero inciso sul reddito dell’individuo.

I MOTIVI DEL RITARDO

È lo stesso Enrico Costa, sul Sole 24 Ore, a spiegare che al momento non sono ancora arrivate le somme per il rimborso delle spese legali per chi è assolto in via definitiva.
Il motivo? Nonostante l’approvazione della norma a dicembre 2020, semplicemente non è giunto alcun decreto da parte del Ministro della Giustizia e del MEF. I Ministeri avevano due mesi di tempo, ma ne sono passati più del doppio.
Senza decreto i rimborsi non possono essere concessi, anche perché manca la definizione dei criteri e delle modalità di erogazione.

Costa commenta così: «Auspichiamo che il quotidiano, silenzioso e certosino lavoro del Governo si estenda anche a questi atti che, ove ritardati ulteriormente, manderebbero in fumo l’applicazione di norme di civiltà, che non sono bandierine identitarie, approvate dal Parlamento».

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Procedure fallimentari: gli effetti del lockdown sulle prestazioni dei tribunali

Anomalie servizi PCT – Terza PEC

Si comunica che a causa di anomalie da parte del sistema Ministeriale (non di Servicematica), si riscontrano ritardi nella ricezione della terza pec.

Non ci sono comunicazioni da parte del Ministero sulla procedura da eseguire.

Consiglio: contattare la cancelleria di riferimento e verificare se è arrivato il deposito telematico.

Decreto sostegni: professionisti e partite iva

Oltre 15 miliardi a fondo perduto per i titolari di partita iva

Il Decreto Sostegni Bis stanzia 40 miliardi di euro per imprese e lavoratori autonomi che hanno subìto ulteriori perdite economiche nel 2021. Distribuito tra imprese e professionisti (17 miliardi), imprese per la liquidità (9 miliardi) e lavoratori in difficoltà (4 miliardi), rappresenta un importante fondo perduto cui poter beneficiare. Tale misura di sostegno sarà distribuita sulla base di due diversi fattori: il fatturato, e l’utile -o “più giusto”.

La finalità perequativa: oltre al fatturato, contano i risultati economici dei contribuenti

Un’ulteriore novità rispetto alle anticipazioni fatte ad inizio maggio riguarda la platea di beneficiari. In effetti, essa viene ampliata ad ulteriori 370mila titolari di altre partite iva, senza alcuna ulteriore limitazione settoriale o classificazione delle attività. L’obiettivo è di fornire un ristoro concreto, in linea con gli effettivi disagi e danni concreti subìti a causa della pandemia.

Complessivamente, lo stanziamento previsto ammonta ad oltre 15 miliardi di euro, e si articolerà su tre diverse componenti. Innanzitutto, la replica del precedente bonus previsto dal primo decreto sostegni, poi il calo mensile medio del fatturato, infine la finalità perequativa. Secondo quest’ultima, infatti, il contributo verrà assegnato sulla base del risultato economico e tenendo conto dei ristori già recentemente percepiti.

Tra l’altro, sia nel caso suddetto che in quello delle partite iva più in difficoltà, l’importo del contributo cui poter beneficiare non supererà i 150mila euro. Infatti, anche i lavoratori autonomi più colpiti dall’emergenza potranno beneficiare del supporto offerto dal fondo dl Sostegni. Infine, nel caso delle partite Iva, la percentuale del contributo verrà definita con apposito decreto del MEF.

 

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Decreto sostegni e bonus famiglie 2021

Fermo dei servizi informatici di area penale per messa in esercizio dei moduli applicativi EPPO

Si comunica che, ai fini di cui sopra in tutti i distretti di Corte di Appello non saranno disponibili il sistema di cognizione penale, il portale NDR e il portale Processo Penale Telematico in data 31/5/2021 fino alle ore 11:00, salvo complicazioni.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

link alla notizia: https://pst.giustizia.it/PST/it/pst_3_1.wp?previousPage=pst_3&contentId=NEW9147

Decreto sostegni e bonus famiglie 2021

Arriva il bonus per genitori separati ed il contributo per genitori con figli disabili

All’interno del Decreto Sostegni recentemente approvato sono state inserite nuove misure a sostegno delle famiglie italiane. Nello specifico, sono stati introdotti un fondo per aiutare i genitori separati ed un contributo per i genitori con figli disabili. Tali agevolazioni sono da intendersi comprese negli aiuti e incentivi per fronteggiare l’emergenza Covid-19, in attesa dell’assegno unico per i figli.

10 milioni di euro per assegno di mantenimento e bonus figli disabili

Tra le conseguenze del Covid-19, vi è la cessazione, sospensione o riduzione dell’attività lavorativa di genitori sigle con figli a carico. Da qui, innanzitutto la necessità di istituire un fondo specifico, di 10 milioni di euro, a sostegno proprio di quei genitori in difficoltà. Si tratta di una misura che permetterà di erogare l’assegno integralmente o parzialmente, con un tetto massimo di 800euro mensili.

Il decreto attuativo sarà emanato entro un paio di mesi, e ne definirà altresì criteri e modalità di erogazione. Tuttavia, è già chiaro che si tratta di una misura riservata esclusivamente al mantenimento dei figli. Dunque, ne sono esclusi gli assegni per il coniuge o ex coniuge, in qualsiasi situazione economica ci si trovi.

Infine, il Decreto Sostegni introduce il bonus figli disabili 2021: contributo mensile rivolto solo a madri single disoccupate o monoreddito. Nello specifico: la disabilità del figlio deve essere riconosciuta almeno al 60%; il contributo -al massimo- sarà di 500euro al mese. Tuttavia, alla misura in questione manca ancora il decreto attuativo: bisogna continuare ad attendere anche soltanto per conoscerne criteri e modalità di accesso.

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