bonus sostegni: prima casa under 36

Decreto sostegni: bonus prima casa agli under 36

Decreto Sostegni bis: per gli under 36, garanzia all’80% del capitale

Dal 26 maggio, è entrato in vigore il Bonus prima casa, che sarà valido fino al 30 giugno 2022. Il beneficio riguarda i giovani, under 36, in possesso di un ISEE inferiore o uguale a 40.000 euro. I vantaggi, per chi ne beneficerà, riguarderanno: la garanzia all’80% del capitale ed esoneri di pagamenti imposte ipotecarie e catastali.

Esenzione imposte di registro, ipotecaria e catastale se Isee sotto i 40.000euro

Il Bonus prima casa ha l’obiettivo di sostenere i giovani, spesso alle prese con contratti precari e prospettive a breve termine. Infatti, nel caso degli immobili, nella maggior parte dei casi, i giovani preferiscono rimandarne l’acquisto per rimanere a casa con i genitori. Perciò, ora, la volontà è che per gli under 36 sia più semplice e meno oneroso procedere all’acquisto della prima casa.

Dunque, beneficiari potranno essere i giovani -under 36, appunto- in possesso di un indicatore ISEE non superiore ai 40.000euro. Per tutti loro, infatti, il decreto dispone che la misura della garanzia sia elevata all’80% della quota capitale. Inoltre, per tutti quegli immobili non A1, A8 e A9, essi potranno essere esonerati dai pagamenti dell’imposta di registro e ipotecaria e catastale.

In più, riguardo l’Iva, qualora la transazione ne fosse soggetta, scatta un ristoro pari all’ammontare dell’Iva versata. Tale esenzione interessa gli atti di compravendita di immobili stipulati tra il 26 maggio 2021 ed il 30 giugno 2022. Infine, sul lungo periodo, viene rafforzata di altri 250milioni la dote del Fondo di garanzia prima casa -Consap-.

 

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Strisce blu: sosta limitata al pagamento

Strisce blu: sosta limitata al pagamento

Se la sosta è a pagamento, sforare l’orario è illecito amministrativo

Nei parcheggi a strisce blu, il tempo di sosta dell’auto deve necessariamente essere limitato all’orario indicato sul ticket del pagamento. In effetti, la Cassazione ha recentemente chiarito quali siano le conseguenze di un mancato rispetto del Codice. Infatti, si tratta di illecito amministrativo: evasione tariffaria in violazione delle prescrizioni della sosta regolamentata.

Evasione tariffaria se si parcheggia in zona a pagamento oltre il limite

Succede che un conducente tenga la propria auto parcheggiata sulle strisce blu oltre il tempo previsto dal ticket. Quindi, tale conducente viene sanzionato per la violazione dell’art. 7 del Codice della Strada. Accade infine che egli si opponga contro tale infrazione prima davanti al Giudice di Pace, poi -successivamente al ricorso del Comune- in Tribunale.

Proprio in Cassazione, viene ribaltato il giudizio espresso dal Giudice di Pace e si accoglie il ricorso del Comune. Il conducente si difende sostenendo che il lasso di tempo stabilito dal Comune per il pagamento fosse di trenta minuti. Infatti, nel caso in esame, non si sarebbe dovuta applicare la sanzione perché la sosta eccedente il pagamento era inferiore ai suddetti trenta minuti.

Tuttavia, il ragionamento del conducente non convince gli Ermellini: si tratta di evasione tariffaria. Infatti la sosta a pagamento su suolo pubblico protratta oltre l’orario per cui si è pagato il ticket è illecito amministrativo. Dunque, “[…] [la] violazione delle prescrizioni della sosta regolamentata per incentivare la rotazione e razionalizzazione dell’offerta […]” va sanzionata -art.7, comma 15, C.d.S.

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IL RIMBORSO DELLE SPESE LEGALI PER GLI ASSOLTI

L’idea del rimborso è arrivata con la proposta da parte di Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione.

L’emendamento Costa alla Manovra 2021 doveva introdurre il nuovo articolo 177 bis al codice penale (Risarcimento economico degli imputati assolti con sentenza penale passata in giudicato):

«nel processo penale, all’imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, è riconosciuto un rimborso delle spese legali nel limite massimo di importo pari a 10.500 euro».

Il rimborso sarebbe stato ripartito in tre quote di pari importo, con scadenza annuale, a partire dall’anno successivo a quello in cui la sentenza fosse divenuta irrevocabile. Le somme non avrebbero inciso sul reddito dell’individuo.

I MOTIVI DEL RITARDO

È lo stesso Enrico Costa, sul Sole 24 Ore, a spiegare che al momento non sono ancora arrivate le somme per il rimborso delle spese legali per chi è assolto in via definitiva.
Il motivo? Nonostante l’approvazione della norma a dicembre 2020, semplicemente non è giunto alcun decreto da parte del Ministro della Giustizia e del MEF. I Ministeri avevano due mesi di tempo, ma ne sono passati più del doppio.
Senza decreto i rimborsi non possono essere concessi, anche perché manca la definizione dei criteri e delle modalità di erogazione.

Costa commenta così: «Auspichiamo che il quotidiano, silenzioso e certosino lavoro del Governo si estenda anche a questi atti che, ove ritardati ulteriormente, manderebbero in fumo l’applicazione di norme di civiltà, che non sono bandierine identitarie, approvate dal Parlamento».

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Anomalie servizi PCT – Terza PEC

Si comunica che a causa di anomalie da parte del sistema Ministeriale (non di Servicematica), si riscontrano ritardi nella ricezione della terza pec.

Non ci sono comunicazioni da parte del Ministero sulla procedura da eseguire.

Consiglio: contattare la cancelleria di riferimento e verificare se è arrivato il deposito telematico.

Decreto sostegni: professionisti e partite iva

Oltre 15 miliardi a fondo perduto per i titolari di partita iva

Il Decreto Sostegni Bis stanzia 40 miliardi di euro per imprese e lavoratori autonomi che hanno subìto ulteriori perdite economiche nel 2021. Distribuito tra imprese e professionisti (17 miliardi), imprese per la liquidità (9 miliardi) e lavoratori in difficoltà (4 miliardi), rappresenta un importante fondo perduto cui poter beneficiare. Tale misura di sostegno sarà distribuita sulla base di due diversi fattori: il fatturato, e l’utile -o “più giusto”.

La finalità perequativa: oltre al fatturato, contano i risultati economici dei contribuenti

Un’ulteriore novità rispetto alle anticipazioni fatte ad inizio maggio riguarda la platea di beneficiari. In effetti, essa viene ampliata ad ulteriori 370mila titolari di altre partite iva, senza alcuna ulteriore limitazione settoriale o classificazione delle attività. L’obiettivo è di fornire un ristoro concreto, in linea con gli effettivi disagi e danni concreti subìti a causa della pandemia.

Complessivamente, lo stanziamento previsto ammonta ad oltre 15 miliardi di euro, e si articolerà su tre diverse componenti. Innanzitutto, la replica del precedente bonus previsto dal primo decreto sostegni, poi il calo mensile medio del fatturato, infine la finalità perequativa. Secondo quest’ultima, infatti, il contributo verrà assegnato sulla base del risultato economico e tenendo conto dei ristori già recentemente percepiti.

Tra l’altro, sia nel caso suddetto che in quello delle partite iva più in difficoltà, l’importo del contributo cui poter beneficiare non supererà i 150mila euro. Infatti, anche i lavoratori autonomi più colpiti dall’emergenza potranno beneficiare del supporto offerto dal fondo dl Sostegni. Infine, nel caso delle partite Iva, la percentuale del contributo verrà definita con apposito decreto del MEF.

 

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Decreto sostegni e bonus famiglie 2021

Fermo dei servizi informatici di area penale per messa in esercizio dei moduli applicativi EPPO

Si comunica che, ai fini di cui sopra in tutti i distretti di Corte di Appello non saranno disponibili il sistema di cognizione penale, il portale NDR e il portale Processo Penale Telematico in data 31/5/2021 fino alle ore 11:00, salvo complicazioni.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

link alla notizia: https://pst.giustizia.it/PST/it/pst_3_1.wp?previousPage=pst_3&contentId=NEW9147

Decreto sostegni e bonus famiglie 2021

Arriva il bonus per genitori separati ed il contributo per genitori con figli disabili

All’interno del Decreto Sostegni recentemente approvato sono state inserite nuove misure a sostegno delle famiglie italiane. Nello specifico, sono stati introdotti un fondo per aiutare i genitori separati ed un contributo per i genitori con figli disabili. Tali agevolazioni sono da intendersi comprese negli aiuti e incentivi per fronteggiare l’emergenza Covid-19, in attesa dell’assegno unico per i figli.

10 milioni di euro per assegno di mantenimento e bonus figli disabili

Tra le conseguenze del Covid-19, vi è la cessazione, sospensione o riduzione dell’attività lavorativa di genitori sigle con figli a carico. Da qui, innanzitutto la necessità di istituire un fondo specifico, di 10 milioni di euro, a sostegno proprio di quei genitori in difficoltà. Si tratta di una misura che permetterà di erogare l’assegno integralmente o parzialmente, con un tetto massimo di 800euro mensili.

Il decreto attuativo sarà emanato entro un paio di mesi, e ne definirà altresì criteri e modalità di erogazione. Tuttavia, è già chiaro che si tratta di una misura riservata esclusivamente al mantenimento dei figli. Dunque, ne sono esclusi gli assegni per il coniuge o ex coniuge, in qualsiasi situazione economica ci si trovi.

Infine, il Decreto Sostegni introduce il bonus figli disabili 2021: contributo mensile rivolto solo a madri single disoccupate o monoreddito. Nello specifico: la disabilità del figlio deve essere riconosciuta almeno al 60%; il contributo -al massimo- sarà di 500euro al mese. Tuttavia, alla misura in questione manca ancora il decreto attuativo: bisogna continuare ad attendere anche soltanto per conoscerne criteri e modalità di accesso.

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Decreto sostegni: Enti locali e regioni

Fondi per oltre 1 miliardo a sostegno di Enti locali e regioni

L’aumento dei Fondi agli enti locali e alle Regioni è una delle misure più importanti all’interno del Decreto Sostegni. Infatti, si tratta di contribuiti destinati anche a città d’arte e borghi, per il rilancio del loro patrimonio artistico e culturale. Inoltre, parte andrà ai comuni: verranno colmate le perdite sulle tasse di soggiorno, potenziati asili nido e impianti sportivi comunali.

1,26 miliardi di euro da ripartire con successivo decreto entro giugno 2021

La pandemia scoppiata lo scorso anno ha lacerato il tessuto socio economico già parzialmente compromesso dalle crisi del primo decennio del XXIesimo secolo. Infatti, Comuni, Provincie autonome e Regioni hanno dovuto fornire servizi alla loro cittadinanza, nonostante le loro entrate fossero ridotte prepotentemente. Dunque, appare evidente la necessità di aumentare i fondi per l’esercizio delle funzioni degli Enti locali e delle Regioni.

In particolare, tra il dl Sostegni e la legge di Bilancio, in ballo ci sono 1,5miliardi di euro. Quindi, entro il prossimo 30 giugno, tale ammontare complessivo andrà suddiviso tra Comuni (1,35miliardi) da una parte e Province e Città metropolitane (150milioni) dall’altra. In particolare, 250 milioni andranno al ristoro parziale dei Comuni, che per il crollo del turismo, non hanno potuto riscuotere l’imposta di soggiorno.

Inoltre, particolare importanza assume lo stanziamento di 800 milioni di euro per le imprese di trasporto pubblico locale. Poi c’è il Fondo, di 1 miliardo di euro, previsto per le Regioni a rimborso degli acquisti di DPI e altri beni sanitari. Infine, sempre ai Comuni, 330milioni dal Fondo per la mancata riscossione del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitari nonché occupazione aree mercati.

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Avvocatura italiana a congresso sulle riforme

Anomalie Servizi PCT – Consultazioni

Si comunica che a causa di anomalie da parte del sistema Ministeriale (non di Servicematica), si stanno verificando delle interruzioni temporanee. Consigliamo di ripetere l’operazione in un secondo momento, se non dovesse andare a buon fine.

Ricordiamo che sarà possibile depositare telematicamente con Service1, creando un nuovo fascicolo ed inserendo il numero di RG.

Avvocatura italiana a congresso sulle riforme

L’OCF e congresso nazionale alla fiera di Roma: affrontare subito problemi della Giustizia

L’avv. Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, richiede la convocazione di un congresso nazionale, da calendarizzare non oltre il prossimo luglio. L’urgenza e la necessità dell’evento scaturirebbero dall’impellenza delle nuove riforme ed investimenti che – a stretto giro- coinvolgeranno l’intero sistema. Le giornate potrebbero essere quelle del 23 e 24 luglio, molto probabilmente in presenza, magari con un numero definito di delegati.

Occasione irripetibile per affrontare problemi strutturali della giustizia e riforme ordinamento giudiziario

12 maggio 2021, l’OCF richiede la convocazione del Congresso Nazionale Forense, da tenersi entro il prossimo luglio. Inoltre, il documento recante in calce la firma del coordinatore avv. Malinconico, specifica che la sessione dovrà tenersi a Roma. Nello specifico, l’area individuata (Fiera di Roma) permetterebbe di realizzare un evento in presenza, seppur ridotta, nei limiti dell’osservanza delle norme anti-Covid.

Dal punto di vista dei temi, ci si concentrerà soprattutto sull’impiego delle risorse del Recovery Fund in ambito giuridico. Infatti, la volontà è di partecipare attivamente ad un’azione condivisa e unitaria, di concerto con le forze politiche. Precisamente, l’intento è di esprimersi riguardo 4 punti stabiliti:

  • L’utilizzo del fondo Recovery Fund per la sostenibilità della giurisdizione e della professione forense;
  • riforma dell’ordinamento forense;
  • riforma dell’ordinamento giudiziario;
  • modifiche statutarie.

Dunque, se è chiaro l’intento dell’OCF di andare al di là delle bandiere politiche, altrettanto chiare sono le tempistiche dettate. In effetti, è lo stesso a specificare: “Vista l’accelerazione [del] Governo […] il Congresso dovrebbe essere convocato subito, entro […] dieci giorni dalla richiesta […]”.

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