Legge sul doppio cognome: inizia l’iter

Verso il testo unico contro l’automatismo di attribuzione del cognome del padre

Si parte da cinque disegni di legge che riguardano il medesimo argomento: la volontà di una legge unica sul doppio cognome. Si tratta di un iter che ha il suo inizio lo scorso 15 febbraio in Commissione giustizia al Senato. Qui, si esaminano i suddetti testi per eliminare la norma attuale, in particolare la parte che riguarda l’attribuzione automatica del cognome paterno ai figli.

Doppio cognome: presto una legge unica che eliminerà l’attribuzione automatica del cognome paterno

Effettivamente, si saprà che la norma attuale in assenza di accordi diversi attribuisce il cognome del padre ai figli della coppia. Al proposito, la Consulta la definisce come una supremazia, un retaggio di una concezione patriarcale della famigliaElena Bonetti (Ministra per le Pari Opportunità) annuncia quindi che le proposte di legge dovranno presto approvarsi riunite in un testo unico in Parlamento.

Dove si evince tale sistema d’attribuzione del cognome paterno? Precisamente, nell’art. 262 del Codice Civile. Questo viene più e più volte preso in esame nel corso del tempo dal giudice delle leggi. Per esempio, un’ultima pronuncia in merito risale all’11 febbraio 2021. In quest’occasione si sottolineava come l’attuale disciplina sia:

  • Fonte di squilibrio e disparità tra i genitori;
  • Una negazione del diritto all’identità del minore, che dovrebbe essere libero di tenere anche il cognome materno sin dalla nascita.

Ora, con le nuove norme da approvare la scelta del cognome potrà essere:

  • Materno;
  • Paterno;
  • Entrambi.

A stabilirlo saranno i genitori. E, nell’ipotesi di conflitto tra questi, si pensa a una soluzione di ordine alfabetico, sicuramente più imparziale e democratica.

Norma incostituzionale: dove tutto ha inizio

Nell’occasione sopracitata, la Consulta dichiarava incostituzionale la norma poiché non consente in accordo tra genitori di trasmettere eventualmente solo il cognome materno. Tuttavia, con solo questo giudizio non si risolve il potenziale problema di un disaccordo tra genitori. In questo caso, senza accordo diverso tra le parti, si finiva sempre con l’attribuzione automatica del cognome paterno.

Invece, partendo da questo, si solleva la questione di legittimità costituzionale dell’art. 262, comma 1, del Codice Civile. Lo si fa rispetto agli artt. 2, 3 e 117, comma 1, della Carta, quest’ultimo in relazione agli artt. 8 e 14 della Cedu.

Quindi, è a partire da quell’occasione che più volte si incita la Consulta a intervenire sulla questione. E ora, sembra sia arrivato concretamente il momento di cambiare.

 

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Contributi minimi avvocati: modalità di riscossione

Modalità di riscossione dei contributi per gli iscritti a Cassa Forense

Un paio di giorni fa Cassa Forense pubblica sul proprio sito web un’informativa sulle nuove modalità di riscossione dei contributi minimi dell’anno 2022. Gli avvisi di pagamento saranno disponibili a partire dal 18 febbraio, e riscossi esclusivamente con PagoPA o modelli F24. Invece, per quanto riguarda gli iscritti all’esonero contributivo per l’anno 2021 (D.M. 82/2021) ci sono delle istruzioni specifiche.

Cassa Forense: Riscossione contributi minimi previdenziali 2022, tutte le specifiche

Innanzitutto, ricordiamo che è il Consiglio d’Amministrazione (cdA) a rivalutare la contribuzione minima soggettiva obbligatoria per il 2022 nella maniera che segue:

  • € 2.945,00 contributo minimo soggettivo intero;
  • € 1.472,50 con riduzione del 50%;
  • € 736,25 con riduzione dell’ulteriore 50%;

Nello specifico, per quanto riguarda le riduzioni del secondo e terzo punto, si vedano i casi previsti dall’art. 25 comma 2 e art. 26 del Regolamento Unico della Previdenza Forense.

Ora, si attende l’approvazione da parte dei Ministeri competenti degli importi che si quantificano come sopra. Nel frattempo, le prime tre rate si riscuoteranno, a titolo di acconto, tenendo conto della contribuzione 2021 non rivalutata. Le riscossione delle prime tre rate avverrà nei seguenti giorni:

  • 28 febbraio;
  • 30 aprile;
  • 30 giugno.

Invece, per quanto riguarda la quarta rata, essa si fissa nel giorno 30 settembre 2022. E, sarà determinata a saldo, comprendendo anche la rivalutazione ISTAT dell’1,9%.

Il contributo minimo integrativo e di maternità

Il contributo minimo integrativo è ignorabile anche per l’anno in corso. Questo grazie all’abrogazione temporanea (2018-2022). Tuttavia, rimane d’obbligo il 4% sul Volume d’Affari Iva che si procede nel corso del 2022 e da dichiarare nel Mod. 5/2023.

Invece, per quanto riguarda il contributo di maternità, lo determina il Consiglio d’Amministrazione e lo si richiederà in un’unica soluzione assieme alla quarta rata. Questa sarà disponibile e generabile in tempo utile vista la scadenza del 20 settembre 2022.

Come effettuare i pagamenti per la riscossione dei contributi minimi previdenziali?

PagoPA o Modelli F24: queste le modalità valide con cui si possono riscuotere i contributi minimi obbligatori. A tal proposito, gli iscritti potranno generare le scadenze previste tramite accesso al sito ufficiale di Cassa Forense. E, seguendo questa procedura: Accessi Riservati -> Posizione Personale -> Pagamenti -> Contributi minimi 2022 scadenze ordinarie.

Cosa cambia per gli iscritti a Cassa Forense con esonero contributivo?

Come da D.M. 82/2021 si prevede una specifica per gli iscritti ammessi all’esonero contributivo per il 2021. Se questi versavano già delle somme per il 2021 da compensare col 2022 (ovvero, 2.300 avvocati) riceveranno istruzioni su misura. In esse si spiegherà come pagare l’eventuale residuo in rata unica entro il 1° ottobre 2022.

La procedura deve avvenire tramite PEC e da spedire entro la metà del mese di marzo 2022. Infine, Cassa Forense ricorda nella comunicazione che ogni dubbio riceverà risposta contattandoli direttamente. E che, a partire da oggi, saranno disponibili gli avvisi di pagamento.

 

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Bocciato referendum su responsabilità dei magistrati

Interruzione servizi informatici settore Esecuzione Penale per modifiche correttive in tutti i distretti di Corte di Appello

Si comunica che, al fine di consentire l’installazione di modifiche correttive sui sistemi dell’esecuzione penale (SIES), si procederà ad attività di aggiornamento nei distretti di

Corte di Appello nel giorno 24/2/2022, a partire dalle ore 15:30.

Il servizio di ricerca tramite il Sistema SIUS Avvocati non sarà pertanto disponibile il 24/2/2022 dalle ore 15:30 fino al termine delle attività, presumibilmente entro le ore 17:00.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

Ricordiamo che sarà possibile depositare telematicamente con Service1, creando un nuovo fascicolo ed inserendo il numero di RG

Milleproroghe caos all’esame delle modifiche

Governo sotto quattro volte durante la valutazione delle modifiche al decreto Milleproroghe

Nella giornata di ieri, si tenevano le votazioni in commissione alla Camera rispetto alle modifiche del decreto Milleproroghe. Nella notte, il governo va sotto quattro volte e in alcuni casi la maggioranza si spacca. Comunque, passano gli emendamenti riguardo il dietrofront sull’Ilva e sul tetto al contante e si approvano alcune norme che andremo ora a vedere.

Caos all’esame delle modifiche al Milleproroghe: dietrofront sull’Ilva e sul tetto al contante

È l’unione tra i partiti della Lega e Fratelli d’Italia che rende possibile una marcia indietro sul tetto del contante. Dunque, se dal 1° gennaio doveva scendere alla soglia di 1000 euro, ora torna per la durata di un anno a 2000. Di conseguenza, la modifica fa sì che la soglia più bassa entri in vigore il 1° gennaio dell’anno prossimo. La modifica passa per un solo voto e con il parere contrario del governo.

Invece, per quanto riguarda i fondi per le bonifiche, si registrano scontri anche all’interno della stessa maggioranza. Tra l’altro, durante l’esame delle modifiche il governo dava parere contrario all’emendamento che cancella l’articolo sull’ex Ilva. Però, è stato approvato ugualmente: la norma originaria cambiava la destinazione di parte dei fondi Riva; ora, tornano a utilizzarsi per le bonifiche.

“Non avremmo potuto accettare che le risorse destinate alle bonifiche delle aree contaminate dello stabilimento ex-Ilva di Taranto venissero dirottate su altri fini. Grazie ad un emendamento del Pd abbiamo» restituito quei 575 milioni di euro agli interventi di ambientalizzazione”

Questa la dichiarazione in merito da parte di Ubaldo Paganocapogruppo democratico in commissione Bilancio a Montecitorio, che prosegue dicendo:

“Abbiamo riaffermato un principio e che è alla base delle nostre battaglie: la decarbonizzazione è un obiettivo imprescindibile ma non può essere perseguito a detrimento di altri doveri dello Stato, come il ripristino di un ambiente salubre dove l’acciaieria ha inquinato”.

Decisioni in merito a istruzione e sperimentazione degli animali

Contrariamente ai pareri d’opposizione che il governo aveva nei riguardi del contante e Ilva, si dimostra favorevole a un tema scolastico. Ossia, è favorevole ad una riformulazione sulle graduatorie per l’istruzione. Tuttavia, questa viene bocciata dalle commissioni.

Infine, il governo riceve una cocente sconfitta anche su un’altra questione, dove ancora una volta anche la maggioranza si è divisa. Ossia, la questione della sperimentazione sugli animali: sarà ancora possibile, fino a luglio 2025 procedere con la sperimentazione. In particolare, negli studi sugli xenotrapianti d’organo sulle sostanze d’abuso, tra cui rientrano i farmaci.

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Bocciato referendum su responsabilità dei magistrati

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Anomalie servizi PCT – Terza PEC

Si comunica che a causa di anomalie da parte del sistema Ministeriale (non di Servicematica), si riscontrano ritardi nella ricezione della terza pec.

Non ci sono comunicazioni da parte del Ministero sulla procedura da eseguire.

Consiglio: contattare la cancelleria di riferimento e verificare se è arrivato il deposito telematico.

Bocciato referendum su responsabilità dei magistrati

Corte Costituzionale ammette i 5 referendum della Lega e ne ferma altri 3

Tre giudizi di inammissibilità e cinque di ammissibilità: questo l’esito del secondo round alla Corte Costituzionale che si esprime sugli 8 referendum in programma. Nello specifico, si promuovono le proposte della Lega mentre si bocciano i quesiti sostenuti da radicali e associazioni. Hanno fatto maggior scalpore le bocciature a cannabis ed eutanasia legale. Ma vediamo ora nello specifico cos’è invece passato.

Bocciato referendum su responsabilità civile magistrati, cannabis ed eutanasia legale, via al dibattito

Indubbiamente, ora il dibattito politico si accenderà sulle tematiche legate all’approvazione dei quesiti del centrodestra. In particolare, tre fra i referendum ammessi sono di importanza rilevante. Ossia, i seguenti.

Innanzitutto, il raggiungimento di una separazione di fatto tra le funzioni di giudice e quelle di pubblico ministero. Si tratta di una battaglia storica del centrodestra che coinvolge in pieno il mondo dell’avvocatura. Infatti, ora sarà obbligatorio scegliere una funzione specifica dopo il superamento del concorso per l’ingresso in magistratura. E quella sarà, sempre.

Inoltre, sarebbero un evento epocale se ricevessero l’approvazione definitiva anche:

La Legge Severino

In particolare, riordiamo che la Legge Severino riguarda la decadenza per i parlamentari condannati definitivamente e per gli amministratori locali, anche in caso di condanna di primo grado. Questa specifica si annullerebbe e dunque si passerebbe alla valutazione compiuta dall’autorità giudiziaria sull’interdizione dai pubblici uffici.

La custodia cautelare

A questo proposito, la custodia cautelare resta possibile solo in questi due casi:

  • Pericolo di fuga;
  • Inquinamento delle prove.

Dunque, si cancellerebbe il pericolo di ripetizione di un altro reato della stessa specie di quello per il quale si sta procedendo. Inoltre, scatta la sanzione con pena superiore a 4 o 5 anni se la misura si eseguirà in carcere.

Inoltre, cederebbe anche la possibilità d’applicazione della misura per il reato di finanziamento illecito ai partiti.

Bocciato referendum su responsabilità civile magistrati, passano due quesiti Riforma Cartabia

Infine, ricordiamo due “minori” quesiti altrettanto ammessi alla Corte Costituzionale nella giornata di ieri. Parliamo di:

  • Voto degli avvocati nei consigli giudiziari;
  • Firme a sostegno delle candidature al Csm.

 

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Corte UE contro il ricorso di Ungheria e Polonia sullo Stato di diritto

Oggi, la Corte europea di Giustizia respinge il ricorso che i governi della Polonia e Ungheria presentavano. Esso riguardava il regolamento che condiziona l’esborso del denaro comunitario al rispetto dello stato di diritto. Nei mesi scorsi, anche l’avvocato generale si esprimeva contro il ricorso e ora la Commissione europea potrebbe agire contro i due paesi.

Respinto ricorso sullo Stato di diritto, l’esborso del denaro comunitario per Polonia e Ungheria

Ora, la magistratura ordinaria ricorda nella sua sentenza che:

Il regolamento mira […] a proteggere il bilancio dell’Unione europea da pregiudizi derivanti in modo sufficientemente diretto da violazioni dei principi dello stato di diritto, e non già a sanzionare, di per sé, violazioni del genere […] il rispetto da parte degli Stati membri dei valori comuni sui quali l’Unione si fonda […] giustifica la fiducia reciproca tra tali Stati

Poi, a questa testimonianza si aggiunge il commento della Corte europea di Giustizia, che afferma:

“Poiché tale rispetto costituisce una condizione per il godimento di tutti i diritti derivanti dall’applicazione dei Trattati, l’Unione deve essere in grado, nei limiti delle sue attribuzioni, di difendere tali valori”.

Quindi, i giudici comunitari chiedevano ai governi ungherese e polacco di assumersi i costi dell’iter processuale. Inoltre, ricordiamo che la sentenza non può essere oggetto di appello.

Il parere dei liberali: violazione dello stato di diritto? Si blocchino i fondi

A tal proposito, forti sono le voci dei liberali di Renew Europe, che spiegano in un comunicato che la Commissione non ha più scuse. Infatti, proseguono, deve ora applicare il Regolamento già approvato l’anno scorso che prevede di bloccare fondi di coesione nel caso di violazione dello stato di diritto. Effettivamente, Bruxelles si tratteneva finora nell’applicazione delle norme, in attesa della sentenza.

Nello specifico, qual è il danno che affligge i due governi?

  • Varsavia: una controversa riforma della giustizia;
  • Budapest: non rispetta la libertà d’espressione.

Respinto ricorso sullo stato di diritto per Polonia e Ungheria, uno sguardo su quest’ultima

A questo punto, ricordiamo che i piani sono propedeutici all’esborso del denaro proveniente dal Fondo per la Ripresa e la Resilienza. Dunque, alla Polonia spetterebbero sussidi per 23,9 miliardi di euro. Invece, all’Ungheria il denaro a fondo perduto ammonta a 7,2 miliardi di euro.

Tra l’altro, la sentenza aggrava ulteriormente la spaccatura nell’Unione europea in un contesto internazionale difficile. I giorni scorsi si caratterizzavano per essere in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento. Allora, il premier Viktor Orbán faceva intuire la possibilità per l’Ungheria di uscire dall’Unione europea.

Questo fa strano se si considera che nell’ultimo Eurobarometro gli ungheresi si dimostravano tra i più europeisti. Effettivamente, il 53% degli ungheresi ritiene l’Unione “un luogo di stabilità in un mondo caotico”. La media europea è del 50%.

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Tribunale di Venezia riapre un profilo Facebook chiuso per disinformazione sulla pandemia

Il caso risale all’estate scorsa: un profilo della piattaforma Facebook – ora Meta – postava un link ad un articolo in cui si negava la pandemia. Quindi, il social network seguiva la propria policy contraria alle teorie complottistiche sul Covid-19 e chiude il profilo. Successivamente, un residente di Camponogara, in provincia di Venezia, fa ricorso.

Tribunale di Venezia sostiene il ricorrente e condanna Facebook con una penale

Ebbene sì, la policy della multinazionale Meta ha regole severe contro l’incitamento e la diffusione di notizie false sulla pandemia. Ma il fatto di aver condiviso il link di cui si parlava non è la sola motivazione alla chiusura del profilo dell’individuo di cui la vicenda tratta. Infatti, ad egli viene contestato anche l’uso contemporaneo di più profili differenti nella stessa piattaforma social.

Sicché, a quest’ultima contestazione il ricorrente si giustifica affermando che i diversi profili gli servivano per gestire le attività professionali di aziende di amici. A questo punto, il Tribunale di Venezia gli dà ragione con le seguenti parole contenute nella sentenza:

“la chiusura è non giustificata sul piano contrattuale e lesiva di interessi fondamentali come quello alla vita privata e familiare ed alla libera manifestazione del pensiero”

Invece, l’apertura e la fruizione attiva dei diversi profili social non sarebbe intesa dai giudici veneziani come una “condizione adeguata e sufficiente” al blocco. Così, il Tribunale di Venezia condanna Facebook a riaprire il profilo del soggetto in questione. Inoltre, lo fa attribuendo alla condanna una penale di 100 euro al giorno per ogni giorno di ritardo.

 

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Corte Costituzionale ritiene inammissibile il referendum sull’omicidio del consenziente: non tutela la vita

Il 15 febbraio la Corte Costituzionale pubblica un Comunicato con cui afferma che il referendum sull’eutanasia è inammissibile. Secondo il parere della Corte la ragione è che l’omicidio del consenziente non tutela la vita, specialmente nei confronti della difesa dei più vulnerabili. Dunque, l’abrogazione dell’art. 579 Codice Penale non preserverebbe la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana.

Eutanasia legale? Corte Costituzionale dice no e boccia il primo dei referendum

Il referendum sull’eutanasia è il primo degli 8 presi in esame dalla Corte Costituzionale nella giornata di ieri. Nonostante si potesse pensare al raggiungimento di un cambiamento in questo delicato quesito, la Corte Costituzionale smentisce le aspettative. La Legge non cambia, non ci sarà alcuna abrogazione parziale dell’articolo del Codice Penale e tale sentenza si depositerà tra qualche giorno.

Le reazioni alla notizia dell’inammissibilità del suicidio consenziente

In linea generale, sembra che le reazioni politiche siano di dispiacere, indipendentemente dal partito di cui fanno parte. Primo fra tutti, ecco il commento di Enrico Letta, segretario del PD:

“La bocciatura da parte della Corte costituzionale del referendum sull’eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”

Al secondo posto, troviamo Matteo Salvini, segretario della Lega, che afferma di essere dispiaciuto poiché la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia. Mentre Giuseppe Conte fa notare come comunque ci fosse un vuoto normativo che il M5S avrà cura di colmare.

Per quanto riguarda personaggi dallo stretto legame con l’Associazione Luca Coscioni invece, troviamo solo sconfitta e sconforto. Infatti, queste le parole di Mina Welby:

Non me lo aspettavo. Dalla Corte costituzionale mi è arrivata una stilettata al cuore. Sono senza parole e molto triste. Sto pensando a cosa poter fare, vorrei portare avanti l’eredità di mio marito perché era lui che voleva una buona legge sul fine vita. Ora voglio far pressione sui parlamentari perché la legge su cui stanno lavorando diventi una buona legge, che includa tutte le persone che ne avranno bisogno”.

Infine, anche per Marco Cappato – tesoriere dell’Ass. Luca Coscioni – la bocciatura è una pessima notizia per la democrazia del Bel Paese. Tuttavia, sostiene che “la battaglia per l’eutanasia legale non si ferma”.

Chi invece è a favore?

Comunque, non mancano anche i pareri favorevoli alla decisione della Corte Costituzionale. Ad esempio, la senatrice di Udc Paola Binetti afferma che “sulla vita non si vota”. Invece, Alberto Gambino di Scienza e Vita commenta così la questione:

“Soddisfazione e gratitudine verso l’alto magistero dei giudici costituzionali attenti alla tutela dei principi della Carta costituzionale e delle persone più fragili”

 

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Arriva il decreto con le Linee Guida per la prima prova verso l’abilitazione forense

Ai sensi dell’art. 6 comma 4 del decreto legge n. 139/2021 Marta Cartabia adotta le Linee Guida per gli esami di abilitazione all’avvocatura. Queste arrivano alle Commissioni d’esame dei diversi distretti italiani per la formulazione dei quesiti della prima prova orale. Il fine delle linee guida è l’omogeneità su oggetto, struttura e materie.

Ecco il Decreto con le Linee Guida per l’esame orale all’abilitazione dell’avvocatura

Dunque, la prima prova orale ha come obiettivo misurare le conoscenze di diritto sostanziale e diritto processuale del candidato. E, lo fa attraverso la discussione di una questione pratico-applicativa nella forma della soluzione di un caso. Sarà il candidato a scegliere la materia, tra le seguenti possibilità:

  • Materia regolata dal codice civile;
  • “” dal codice penale;
  • Diritto amministrativo.

Per quanto riguarda lo svolgimento della prova, si assegna un’ora complessiva di tempo dal momento della dettatura del quesito. Nello specifico, mezz’ora si dedicherà all’esame preliminare del quesito e un’altra mezz’ora alla discussione. Poi, durante l’esame preliminare del quesito il candidato può consultare:

  • Codici (anche commentati esclusivamente con la giurisprudenza);
  • Leggi;
  • Decreti dello Stato.

Inoltre, il quesito non deve essere di carattere meramente teorico nonché sostanziale o esclusivamente processuale. Poi, dovranno presentare una struttura uniforme che si costituisce in questo modo:

  • Breve esposizione di un caso prospettabile nell’esperienza professionale;
  • Indicazione di circostanze utili a individuare i profili o gli elementi di valore per il diritto sostanziale e processuale;
  • Posizione del quesito al candidato, che assume le vesti del legale.

Invece, per quanto riguarda il caso, esso si dovrà formulare in maniera tale da poterlo riferire a uno o più istituti di diritto sostanziale o processuale.

La valutazione alla prima prova orale per l’abilitazione alla professione forense

A questo punto, quali sono i criteri di valutazione delle prove del candidato? Anzitutto, la prova andrà a verificare le capacità del candidato di elaborare in tempo breve il caso. E, di individuare eventuali rimedi ad esso grazie al supporto dei testi di legge con la sola annotazione della giurisprudenza. Inoltre, fondamentale è il modo di discutere il caso in questione, che dovrà essere sintetico ed efficace.

In altre parole, ecco un elenco dei criteri di valutazione ai quali le Commissioni devono riferirsi per il giudizio sui candidati:

  • Correttezza della forma espositiva, anche sotto il profilo grammaticale e sintattico, padronanza nell’uso del linguaggio giuridico;
  • Chiarezza, logicità̀, completezza, sinteticità̀, rigore metodologico dell’esposizione;
  • Capacità di individuare i nuclei problematici, le questioni di diritto, gli istituti sostanziali e processuali coinvolti, la disciplina applicabile, gli eventuali orientamenti giurisprudenziali e dottrinali;
  • Dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati, strettamente pertinenti al quesito da risolvere;
  • Capacità di stabilire nessi tra gli istituti sostanziali e processuali che vengono in rilievo;
  • Dimostrazione di concreta capacità di prospettare soluzioni plausibili di problemi giuridici, sulla base del diritto sostanziale e del diritto processuale, anche attraverso riferimenti essenziali agli orientamenti giurisprudenziali e ad eventuali esperienze maturate durante la pratica professionale;
  • Capacità di argomentare adeguatamente e in modo persuasivo la soluzione del caso prospettata all’esito dell’esame preliminare;
  • Dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarità̀.

 

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