Borse e premi per specializzare i giovani avvocati

Borse e premi come sostegno finanziario per i laureandi alla scelta della specializzazione

Si tratta di un’iniziativa che coinvolge laureandi del settore legale e messa a disposizione da diversi studi di piccola o grande dimensione. Il fine è quello di indirizzare l’aspirante avvocato a trovare la sua strada professionale, anche mettendo in luce discipline comunemente meno ambite. Talvolta, questi premi e borse di studio finiscono anche per diventare un ottimo strumento di recruiting.

Ecco le iniziative di diversi studi legali per specializzare i giovani avvocati

Dunque, l’iniziativa di cui parliamo intende anzitutto premiare studenti e laureandi meritevoli, indirizzandoli verso specifici settori del diritto. Spesso, mostrano le possibilità affini a percorsi meno battuti, ma che sono comunque di particolare interesse per gli studi legali. Ad esempio, tra le aree disciplinari cui s’intende indirizzare gli apprendisti troviamo:

  • proprietà intellettuale;
  • sicurezza sul lavoro;
  • ambito contrattuale societario e commerciale;
  • diritto dell’ambiente.

Solitamente, tali iniziative prevedono una contaminazione fra:

  • università;
  • aziende;
  • studi.

Lo scopo è innanzitutto quello di rendere sempre più specifica la formazione dei futuri professionisti. Inoltre, utile sarà anche entrare in contatto con eventuali menti brillanti, che possono finire per essere buoni futuri colleghi di lavoro.

Studi legali, l’iniziativa Freshfields Bruckhaus Deringer e le specializzazioni Torta e Cavallo

Come anticipavamo, tra gli studi legali che promuovono l’iniziativa figurano sia law firm internazionali che studi più legati alla dimensione territoriale. Uno degli studi apripista è Freshfields Bruckhaus Deringer, che nel 1998 avvia l’edizione italiana del premio. Nello specifico, quest’ultimo si rivolge a laureati in giurisprudenza con indirizzo in diritto commerciale e/o internazionale.

Poi, parliamo di Studio Torta e della sua personale iniziativa a portare avanti tesi di laurea o dottorato in materia di proprietà intellettuale. Nello specifico, il piano prevede premi ai primi tre classificati e 3mila euro al vincitore. Infine, l’iniziativa ha cadenza annuale e dal 2013 e registra 181 partecipanti da oltre 50 atenei.

Anche Portolano Cavallo mira ai premi di laurea – da 1000 euro – che si focalizzino su tre settori che riguardano tale studio, ossia:

  • comunicazione e tecnologie;
  • diritto societario;
  • «scienze della vita».

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Liquidazione a forfait delle spese degli avvocati: ecco l’ordinanza della Suprema Corte

Recentemente, la Corte di Cassazione interviene con l’ordinanza 6318/22 su un caso di liquidazione a forfait del compenso del professionista legale. Innanzitutto, ricordiamo che il provvedimento con il quale il giudice liquida le spese giudiziali riconosce il rimborso stesso nella misura del 15% del compenso totale. Ora, vediamo di seguito il caso che coinvolge il ricorso di un cittadino di Roma contro l’Agenzia delle Entrate.

La liquidazione omnicomprensiva lede il decoro e la dignità professionale dell’avvocato: il caso

La vicenda coinvolge il ricorso all’Agenzia delle Entrate poiché rifiuta il rimborso del 90% dei tributi che tale cittadino versava per gli anni 199019911992. Difatti, egli rammenta dell’esistenza delle agevolazioni fiscali a favore di chi risiede in specifici Comuni interessati dal sisma che colpiva la Sicilia orientale nel 1990. Quindi, la Commissione Tributaria Provinciale accoglie il ricorso della parte contribuente; mentre la Commissione Tributaria Regionale respinge l’appello dell’Agenzia delle Entrate.

Infatti, la Commissione sostiene che:

  • il contribuente possiede la ricevuta di protocollazione dell’istanza di rimborso edeposita in giudizio la certificazione delle sue somme versate;
  • in sede di cognizione non possono avere rilievo le questioni che concernano i limiti fissi del rimborso – art. 16 octies del D.L. n. 91 del 2017 (con conversione dalla Legge n. 123 del 2017)

Effettivamente, tali limiti non incidono sul titolo della ripetizione ma unicamente sull’esecuzione dello stesso.

Detto ciò, la parte contribuente proponeva ricorso avvalendosi di un unico motivo. Poi, in prossimità dell’udienza, deposita memoria insistendo per l’accoglimento del ricorso, mentre l’Agenzia delle Entrate continua a non volersi costituire.

Liquidazione a forfait del compenso dell’avvocato: la vicenda processuale

A questo punto, il ricorrente impugna come unico motivo l’aver disatteso tutti i criteri di determinazione legali delle spese di lite in sede di condanna. Nel farlo si riferisce anzitutto all’art. 360, comma 1, n. 4 del Codice di Procedura Civile denuncia la violazione del D.M. 10.3.2014 n. 55Allo stesso modo, notifica l’inosservanza degli artt:

In altre parole, accusa l’Agenzia di determinare le spese forfettaria e acritica con un importo sensibilmente inferiore rispetto ai valori minimi legali. E dunque, la decisione lede inevitabilmente il decoro professionale.

La decisione della Corte di Cassazione sulla liquidazione a forfait del compenso dell’avvocato

A questo punto, interviene la Suprema Corte che giudica valido il motivo di impugnazione. Infatti, ritiene erronea e lesiva una liquidazione:

  • Omnicomprensiva;
  • unitaria;
  • non specifica dei diritti per ciascuna delle fasi del giudizio di merito.

Inoltre, lede il decoro e la dignità professionale dell’avvocato, come anche afferma l’art. 36 della Costituzione. Dunque, la Suprema Corte chiarisce che la liquidazione delle spese processuali non può compiersi in maniera complessiva per quanto riguarda:

  • spese;
  • competenze di procuratore e avvocato

Al contrario, deve eseguirsi in modo tale da permettere alla parte interessata di controllare se il giudice rispetti i limiti che si prevedono in merito. E, darle la possibilità di denunciare eventuali violazioni della legge o delle tariffe. In conclusione, si accoglie il ricorso del contribuente e si cassa la sentenza con rinvio alla Commissione Tributaria Regionale della Sicilia, in diversa composizione. Si terrà conto che il difensore della parte contribuente chiede la distrazione delle spese relative al doppio grado di giudizio.

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Nasce “Law Camp” con percorsi formativi in ambito forense, magistratura e pubblica amministrazione

Law Camp nasce dall’unione di due realtà legate da una visione educazionale comuneAlpha Test e Raffaele Viggiani. La prima, è una rinomata azienda leader nella preparazione degli esami di accesso all’università; la seconda, un’importante scuola notarile, legale e di magistratura. A cosa porterà questa collaborazione e di quali vantaggi potrà usufruire l’avvocatura do ora in poi?

Alpha Test e Viggiani si uniscono per Law Camp: scuola digitale per legali

Dunque, l’acquisizione di Viggiani si configura come un importante progresso per Alpha Test, che amplia ulteriormente il proprio raggio d’azione. Infatti, ora mette sotto la sua ala anche la formazione forense, che si va ad aggiungere alle altre formazioni di alta qualità nei seguenti settori:

  • accesso all’università;
  • concorsi pubblici;
  • specializzazioni mediche;
  • figure professionali nel settore coding e digitale.

In generale, l’obiettivo che l’azienda persegue è quello di creare un hub EdTech europeo dedicato alla didattica e formazione di alta qualità. Al proposito, riportiamo il commento dell’amministratore delegato di Alpha TestGiuseppe Cavallaro:

“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di offrire una formazione di alto livello e di proporci come veri e propri mentori, attenti alle singole esigenze degli studenti. Li accompagniamo lungo tutto il loro percorso di formazione superiore, affiancandoli dal momento dell’accesso a università e masters internazionali sino al superamento dei concorsi di ammissione agli ordini professionali o all’inserimento nelle aziende come professionisti del digitale.

Poi, segue l’osservazione specifica sul nuovo partner:

“Per il settore legale, quindi, abbiamo individuato in Raffaele Viggiani il partner giusto per raggiungere i nostri obiettivi di eccellenza formativa e di diversificazione, in quanto condivide e persegue la nostra stessa filosofia.”

Chi è scuola Raffaele Viggiani e cosà sarà Law Camp

La scuola notarile Viggiani nasce nel 2010 e sfoggia naturale attenzione per la metodologia didattica e la strategia concorsuale. Inoltre, entrambe si caratterizzano per l’uso di strumenti originaliinnovativi e tecnologici. Tra l’altro, l’anno seguente alla sua formazione la scuola si consolida come primo istituto di formazione giuridica in Italia che si avvale della videoconferenza.

Dunque, caratteristiche peculiari che rendono unica questa scuola sono indubbiamente:

  • ricerca della più alta qualità possibile; cura maniacale dei dettagli;
  • costruzione di un rapporto diretto e individuale con gli studenti, con un’assistenza e un supporto empatici e costanti.

Ebbene, dall’unione con Alpha Test nasce Law Camp: prima scuola in Italia fortemente digitale dedicata alle professioni legali. Indubbiamente, questa offrirà nuovi percorsi formativi nell’ambito forense, della magistratura e della Pubblica Amministrazione. Un importante passo in avanti per il progresso e l’ammodernamento del settore.

Per concludere, riportiamo le parole di commento di Raffaele Viggiani:

“Sin dall’inizio di questo fantastico viaggio nel mondo dell’insegnamento il mio obiettivo è stato quello di innovare e perfezionare le metodologie adottate, rendere unica l’esperienza degli studenti e massimizzare le loro probabilità di successo. Grazie anche ai docenti che mi accompagnano quotidianamente, abbiamo raggiunto traguardi favolosi. Il progetto Law Camp, con le sinergie scaturite dall’ingresso nel Gruppo Alpha Test, rappresenta per me una stimolante sfida e ha lo scopo di migliorare ulteriormente l’efficacia e la qualità della nostra didattica, perseguendo, quindi, l’obiettivo di formare professionisti in grado di affrontare con competenza le sfide di innovazione e complessità del mercato legale.”

 

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Il 31 marzo è veramente la fine dello stato d’emergenza? Il messaggio dell’associazione legale

Secondo l’associazione Avvocati Liberi il termine del 31 marzo 2022 per lo stato d’emergenza non è trasparente. Infatti, sembra loro che la scusa dell’uscita graduale dall’emergenza sia in realtà un modo di mascherare il perpetrare delle restrizioni. Questo il tema principale della lettera che inviano al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a seguito dell’ultimo comunicato stampa del Governo.

Basta restrizioni anticostituzionali: Avvocati Liberi inviano una lettera aperta a Sergio Mattarella

Si sa, la “fine dello stato d’emergenza” ha nel tempo avuto diverse dateprorogate poi più e più volte. Ma in particolare ce né una che fa storcere il naso a molti e soprattutto all’associazione Avvocati Liberi, che decide di non restare in silenzio. Quindi, decidono di scrivere una lettera aperta a Sergio Mattarellagarante della Costituzione, chiedendo che la storia non si ripeta ancora.

Qual è il contenuto della lettera che Avvocati Liberi inviano a Mattarella

Innanzitutto, partono dalla considerazione che la proroga dello stato di emergenza sanitaria avrebbe il limite massimo di 24 mesi – art. 24 D. Lvo. 1/18Dunque, la fine coincideva con la data del 31 gennaio 2022 mentre è illegittimamente posticipata al 31 marzo senza che vi siano presupposti a motivare l’adozione e le proroghe. Tuttavia, l’ultimo provvedimento del governo obbliga nuovamente all’uso di mascherine e all’esibizione del Green Pass, anche dopo la fine dello stato emergenziale.

Ebbene, il governo è pronto ad emanare l’ennesimo decreto legge, dopo la redazione della bozza d’esito al Consiglio dei Ministri dello scorso 17 marzo. Quindi, l’associazione sottolinea che:

“la democrazia è stata sospesa invocando l’emergenza sanitaria ed il Presidente della Repubblica ha nominato il Presidente del Consiglio nella persona di Mario Draghi, cui è stata conferita la “delega” espressa di risolvere le urgenze pandemiche e del PNRR, invitando l’intero Parlamento ad abdicare al patto elettorale e rimettersi alla volontà del Presidente del Consiglio onde permettere allo stesso di poter assolvere al mandato ricevuto”.

In altre parole, Sergio Mattarella, come garante della Costituzione Italiana è l’ultima speranza per far sì che le cose si sistemino. E perché:

“dinnanzi ad un atto normativo che limita, condiziona o addirittura priva le persone dei diritti costituzionali ed inviolabili dell’essere umano, in assenza di concrete e attuali condizioni di urgenza od emergenza sanitaria, il Presidente della Repubblica deve rifiutarne l’emanazione”

I firmatari della lettera

L’iniziativa di “Avvocati Liberi – United Lawyers for Freedom” registra molti sostenitori che ora andremo ad elencare:

  • Avvocati Ultima Linea;
  • Diritti Umani e Salute;
  • Comitato Ascoltami;
  • Isabella Loiodice – Professoressa Ordinaria presso l’Università di Foggia;
  • Onorevoli Senatori Bianca Laura Granato, Carlo Martelli, Gianluigi Paragone e Mario Michele Giarrusso.

Oltre a questi nomi di spicco, aderiscono anche numerosi avvocatimediciinsegnantiprofessionisti e liberi cittadini. Ognuno di loro manifesta così il proprio dissenso verso una decretazione d’urgenza non più giustificata e lesiva dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Costituzione Repubblicana Italiana.

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Programma HELP: avvocati per i diritti umani

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CNF avvia “corsi Help” per la formazione di legali e magistrati in diritto umano

In questi giorni, il Consiglio Nazionale Forense supporta il Programma HELP del Consiglio d’Europa (coE). Questo ha come fine un miglioramento della conoscenza della Convenzione europea per i diritti dell’uomo (CEDU) e degli altri strumenti del Consiglio. Nel sito ufficiale del CNF il bando con tutte le indicazioni, delle quali ne riportiamo alcune.

Programma HELP del Consiglio d’Europa per la conoscenza della giurisprudenza CEDU

Innanzitutto, chiariamo che il Programma HELP coadiuva gli Stati membri del CoE nell’assicurare l’implementazione e l’applicazione della CEDU a livello nazionale. Nello specifico, si tratta di corsi professionalizzanti, per la formazione in materia di diritti umani di:

  • professionisti del diritto;
  • magistrati;
  • avvocati.

L’iniziativa si conforma alla Dichiarazione di Interlaken del 2010 e alla Dichiarazione di Brighton del 2012Oltre alla conoscenza della CEDU il programma intende formare anche nelle seguenti categorie:

  • la Carta sociale europea;
  • altre convenzioni relative a tematiche attuali come: la protezione dei dati, la violenza contro le donne o la bioetica.

Inoltre, ha come obiettivo migliorare la conoscenza del sistema giuridico dell’Unione Europea. Ergo, inclusa la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea.

Avvocati per i diritti umani: requisiti e la domanda da inoltrare per la partecipazione ai corsi

A questo punto, ecco una carrellata di requisiti che sono d’obbligo per poter effettuare l’iscrizione al Programma:

  • Iscrizione all’Albo degli avvocati;
  • Conoscenza base o interesse (da verificare) per la CEDU e i diritti umani europei;
  • Buona conoscenza informatica;
  • Conoscenza almeno di livello B2 di inglese;

Il numero totale di posti disponibile è di 35 per gli avvocati italiani. Inoltre, si darà priorità ai soggetti che svolgono un ruolo all’interno degli Ordini degli avvocati o delle associazioni professionali con particolare impegno nella formazione forense. In caso di parità di caratteristiche, si darà priorità all’avvocato più giovane di iscrizione.

Ora, per quanto riguarda la domanda di partecipazione, essa si dovrà presentare alla sezione apposita entro il 7 aprile 2022. C’è da prestare attenzione ai documenti da allegare, in quanto costituiranno criterio per la selezione delle stesse. Comunque, la partecipazione del corso è gratuita.

Le tematiche dei quattro corsi in partenza nel Programma Help: avvocati per i diritti umani

Per concludere, ecco l’elenco dei primi quattro corsi in partenza per il Programma HELP:

  1. Asilo e diritti umani: concetti chiave ONUCdE e UE sul tema dell’asilo assieme alla giurisprudenza CEDU e CGUE. In particolare, qui verrà utilizzato il Manuale sul diritto europeo relativo all’asilo, alle frontiere e all’immigrazione;
  2. Etica per giudici, procuratori e avvocati: comprende i principali standard internazionali per ogni professione e altre principali norme e linee guida cui si riferiscono i materiali della Commissione europea per l’efficienza della giustizia (CEPEJ). Il fine del corso è aiutare i professionisti a comprendere lo scopo e l’importanza dell’etica nell’amministrazione della giustizia a beneficio delle persone. Così, permette di identificare concetti chiave e comprendere valori comuni, principi etici e virtù;
  3. Diritti dei lavoratori come diritti umani: per conoscere e comprendere il contesto e i fondamenti razionali all’origine dei diritti fondamentali dei lavoratori in Europa. Si parlerà di strumenti giuridici e di autorità nazionali e in generale della comprensione del ruolo degli attori europei;
  4. Violenza contro le donne e violenza domestica: si affrontano in modo interattivo i principi chiave e la giurisprudenza relativa alla prevenzione della violenza di genere. In particolare, il corso s’incentra sulla Convenzione di Istanbul con approccio che s’incentra sulla vittima.

 

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Ecco la copertura assicurativa per i legali con iscrizione a Cassa Forense

Recentemente, Cassa Forense aderisce all’Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani (Emapi) per assicurare una polizza infortuni agli avvocati a essa iscritti. Nello specifico, si tratta di coperture assicurative in forma collettiva – Polizza LTC (long term care) e copertura TCM (temporanea caso morte). Ora, vediamo qui di seguito tutte le specifiche.

Cassa Forense aderisce all’Emapi per permettere agli avvocati iscritti di avere una polizza infortuni

Dunque, Cassa Forense attiva a proprie spese per tutti gli iscritti le due polizze sopracitate e permettono così agli avvocati delle assicurazioni collettive vantaggiose. Quest’ultima si eroga sotto forma di indennizzo che entra in gioco a seguito di un infortunio professionale e non che scaturisce in una condizione di invalidità permanente o morte. Inoltre, la copertura opera in aggiunta e cumulo ad eventuali ulteriori polizze e si elargisce senza limiti d’età.

È dallo scorso 1° marzo – e fino al 28 febbraio 2023 – che tramite Emapi è possibile sottoscrivere tale polizza infortuni. La garanzia assicurativa poi dura un anno, la assicura Reale Mutua Assicurazioni e si rivolge agli avvocati e pensionati iscritti a Cassa Forense. I beneficiari potranno attivarla volontariamente e avranno la possibilità di estenderla al proprio nucleo famigliare.

Tuttavia, per i soggetti ultraottantenni, l’adesione potrà avvenire esclusivamente dietro presentazione di certificato medico che attesti una condizione di buona salute. Tale regola si applica anche ai componenti del nucleo familiare dell’iscritto. Infine, ricordiamo che l’adesione per l’intera annualità deve avvenire entro il 31 marzo 2022. Poi, sarà ugualmente possibile aderirvi e vi corrisponderà un premio in proporzione ai mesi di operatività della garanzia.

Costi e copertura della polizza assicurativa Empi

Nello specifico, la polizza prevede diversi livelli di copertura di cui figurano 4 distinte opzioni, sia per l’individuo che per il proprio nucleo famigliare. Quest’ultima specifica include il coniuge o convivente more uxorio nonché i figli che risultano dallo stato di famiglia al momento del sinistro. Inoltre, tali opzioni prevedono una diaria da convalescenza domiciliare o immobilizzazione. Poi, anche:

  • Spese mediche – che differiscono per gli importi di massimali assicurati;
  • Premio annuale minimo per l’adesione del singolo professionista pari a 109 euro;
  • Un premio annuale minimo per adesione estesa al nucleo familiare di 172 euro.

Polizza infortuni per gli avvocati in caso di invalidità permanente

Infine, che succede se si verifica un caso di infortunio permanente? Innanzitutto, si prevede una franchigia fissa del 3%. Tuttavia, in caso di invalidità con grado superiore al 20% la franchigia si annullerà. Inoltre, si contempla la supervalutazione dell’invalidità permanente al 60% che si considera sempre come al 100%.

Poi, oltre alle quattro opzioni base si prevedono ulteriori garanzie da destinarsi esclusivamente ai singoli professionisti come:

  • Aumento della diaria da immobilizzazione;
  • Rischio professionale HIVepatite B o C;
  • Inabilità temporanea da infortunio.

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Aggiornamento macOS 12.3 può bloccare MacBook M1

Il rilascio del nuovo aggiornamento per il sistema operativo Mac, ovvero macOS Monteray 12.3, sta causando problemi ad alcuni Mac sui quali è stata sostituita la scheda logica, impedendo di avviare normalmente il computer.

L’update a macOS Monterey 12.3 blocca alcuni MacBook Pro

Dopo l’aggiornamento il Mac si riavvia all’infinito impedendo di portare a termine il boot, oppure nella peggiore delle ipotesi, un blocco totale del Mac.

Il problema sembra riguardare gli utenti che hanno effettuato degli interventi nei centri di assistenza, sostituendo la scheda logica di MacBook Pro con M1  e i più recenti MacBook Pro 14″ e 16″.

A causare questi problemi sarebbe un bug presente nel nuovo firmware e l’unico modo per “risolvere”, nel caso in cui il Mac non si riavvi, è quello di provare ad effettuare un recupero mettendo il computer in DFU (Device Firmware Update) manualmente e reinstallando la versione 12.2.1 che consente pure di mantenere tutti i dati. Per l’attuazione della procedura, però, è necessario avere a propria disposizione un secondo Mac.

Sconsigliamo vivamente di procedere con l’aggiornamento alla versione 12.3 finché Apple non rilasci un ulteriore aggiornamento per risolvere questo bug.

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Cassa Forense: bando contributi per strumenti informatici

Cassa Forense pubblica il bando per l’assegnazione di contributi agli avvocati per digitalizzarsi

Cassa Forense pubblica online il bando n. 1/2022 per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di strumenti informatici per lo studio legaleDestinatari dell’iniziativa sono gli avvocati e i praticanti avvocati iscritti o in fase di iscrizione a Cassa Forense. Ora, vediamo assieme tutte le specifiche in merito, come ad esempio i requisiti necessari per usufruirne e come presentare quindi domanda.

Bando n. 1/2022 per l’acquisto di strumentazione digitale per lo studio legale dell’avvocato

Il presidente avv. Valter Mitti pubblica in Cassa Forense il bando per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di strumenti informatici per lo studio legale, come da art. 14 lett. a7 Reg. Assistenza. In questo modo gli avvocati parte di Cassa potranno usufruire del 50% della spesa complessiva per l’acquisto della strumentazione. Precisamente, i beneficiari dei contributi sono avvocati e praticanti che:

  • Sono iscritti a Cassa Forense;
  • non sospesi ai sensi dell’art. 20 della Legge n° 247/12;
  • In fase di iscrizione alla Cassa;
  • non cancellati dall’Albo/Registro dei Praticanti Avvocati e in possesso dei requisiti di cui all’art. 4.

Inoltre, sono esclusi coloro che percepivano il contributo dei bandi n. 9/2019III/2020 e n. 4/2021.

Cosa comprende il bando per strumenti informatici per lo studio legale

Come anticipavamo, il contributo è pari al 50% della spesa complessiva, al netto dell’IVA per l’acquisto di strumenti informatici. Questi ultimi, che siano stati utilizzati per la propria professione nel periodo dal 1° gennaio 2021 alla data di pubblicazione di tale bando. Inoltre, non si riconoscono contributi di importo inferiore a 300 euro o superiore a 1.500 euro.

Sono rimborsabili esclusivamente le spese relative all’acquisto dei seguenti strumenti informaticiuno per tipologia:

  • computer fisso;
  • computer portatile;
  • monitor;
  • tablet;
  • cuffie;
  • auricolari, microfono;
  • webcam;
  • stampante multifunzione;
  • sistema per videoconferenze;
  • licenza antivirus e software per la gestione degli studi legali e relativi applicativi e aggiornamenti;
  • firewall;
  • abbonamento per l’utilizzo di piattaforme per videoconferenze;
  • dispositivi per l’archiviazione, protezione e/o condivisione dei dati dello studio.

Requisiti e come fare domanda

Essenzialmente, per poter partecipare al bando si dovrà essere in regola con le comunicazioni di reddito della Cassa – Modello 5. Questo discorso vale per l’intero periodo di iscrizione alla Cassa e per i pensionati dall’anno successivo al pensionamento. Infine, non bisogna aver beneficiato del rimborso totale o parziale per le medesime causali ma da parte di altri Enti.

Per quanto riguarda l’invio della domanda, questa deve inviarsi – a pena di inammissibilità – entro le ore 24.00 del 15 giugno 2022. È da fare esclusivamente tramite la procedura on-line sul sito internet di Cassa Forense. Assieme a questo chiunque richieda il contributo dovrà dare prova di fattura dei prodotti acquistati.

In seguito alla ricezione delle richieste, Cassa Forense provvederà a stilare una graduatoria online fino ad esaurimento dell’importo complessivo. La graduatoria renderà pubblici i codici meccanografici/numero di protocollo della domanda. Infine, il rilascio dei contributi avverrà dando precedenza in base ad alcuni criteri consultabili nelle specifiche del bando.

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Divieto di accaparramento, sentenza della Cassazione

Se l’avvocato pubblica online un fac-simile della procura è accaparramento di clienti?

Ecco la Sentenza della Cassazione sull’accaparramento di clientela da parte di un avvocato. In particolare, quest’ultimo pubblica online il fac-simile della procura per la sua nomina, incitando a contattarlo. Perciò, la Suprema Corte interviene con la Sentenza n. 7501/2022 che si basa sull’ambito applicativo dell’art. 37 del Codice deontologico forense (CDF).

La Sentenza della Cassazione sull’accaparramento di clientela dell’avvocato sull’ambito applicativo del CDF

L’articolo 37comma 4, del Codice Deontologico Forense vieta proprio il fenomeno di accaparramento della clientela. Ossia, procacciamento di clienti attraverso un comportamento non corretto. Nello specifico, la disposizione contiene un elenco completo di comportamenti che non sono leciti per il professionista.

Ma andiamo per gradi.

La vicenda di specie

Nello specifico, la vicenda coinvolge il procacciamento di clientela nell’ambito di un procedimento penale in corso per disastro ambientale a carico di una società. Il legale della persona offesa pubblicava online sul sito del Comitato apposito un modulo fac-simile di procura alle liti. Qui, invitava chiunque volesse a fare causa alla detta azienda.

Poi, su istanza della tale società il COA di Trento avvia un procedimento disciplinare a scapito dell’avvocato in questione. E, all’esito dell’istruttoria, ritiene il legale colpevole della violazione di cui all’art. 37, comma 4 CDF. Di conseguenza, commina la sanzione disciplinare dell’avvertimento.

Dunque, per il COA la pubblicazione del fac-simile online corrisponde al voler raggiungere nuovi seguaci in maniera strumentale e anomala. Infatti, l’Ordine Avvocati di Trento rileva nell’istruttoria che l’avvocato era a conoscenza che i propri recapiti e i moduli di procura erano reperibili sul sito del Comitato.

La sentenza della Cassazione sull’accaparramento di clientela dell’avvocato in maniera strumentale

Perciò, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite conferma con la Sentenza n. 7501 la violazione e sanzione dell’avvertimento all’avvocato. Come dicevamo, la condotta del legale integra la fattispecie di accaparramento della clientela, ai sensi dell’art. 37 comma 4 del CDF. Difatti, quest’ultimo afferma che:

“è vietato offrire, sia direttamente che per interposta persona, le prestazioni professionali di avvocato al domicilio degli utenti, nonché nei luoghi di lavoro, di riposo, di svago e, in generale, in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.

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Suicidio assistito, ok della Camera

Arriva l’ok della Camera alla possibilità di porre volontariamente fine alla vita

Lo scorso 10 marzo la Camera approva con 253 sì117 no, e 1 astenuto la proposta di legge sul fine vita. Ora, il testo passerà al giudizio del Senato, dove la percezione del ddl varia e, in particolare, a essere contrario alla legge è il centrodestra. Comunque, la mediazione riguarda l’introduzione dell’obiezione di coscienza per i medici e per il personale sanitario. Poi, l’introduzione a condizioni più stringenti per poter accedere al suicidio assistito.

Testo sul suicidio medico assistito, cosa prevede e a chi si riferisce

Il testo sul suicidio medico assistito recepisce la Sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale l’art. 580 del Codice Penale. Quindi, non sarà più punibile il suicidio del paziente assistito dal medico, pratica comunque differente dall’eutanasia. Infatti, in quest’ultima i medici si occupano anche della somministrazione di sostanze che causano la morte o la avvicinano, che rimane illegale.

Inoltre, ricordiamo che la Sentenza del 2019 stabiliva che non si può punire chi agevola il suicidio di una persona malata terminale. Però, questa pratica rimane lecita a patto di alcune precise condizioni. Ovvero, che ci sia:

  • l’irreversibilità della malattia, e che questa sia fonte di gravi sofferenze per il paziente;
  • la piena coscienza del paziente nel merito, così come la sua volontà dichiarata di morire;
  • in atto un trattamento specifico di sostegno per il paziente.

Chi può farne richiesta di suicidio medico assistito

Dunque, con questa proposta di legge può chiedere il suicidio assistito il paziente che è:

  • maggiorenne;
  • in grado di intendere e di volere;
  • coinvolto in un percorso di cure palliative, da lui rifiutate;
  • soggetto di una patologia irreversibile – una prognosi infausta che causa sofferenze fisiche e psicologiche che il paziente ritiene intollerabili;
  • tenuto in vita rigorosamente da trattamenti sanitari di sostegno vitale. Quindi, l’interruzione di questi provocherebbe la morte del paziente stesso.

Poi, a fare richiesta sarà il medico di medicina generale o il medico che ha in cura il paziente. In seguito, deciderà il comitato di valutazione clinica. Comunque, i medici potranno opporsi al trattamento, sollevando l’obiezione di coscienza.

Ad ogni modo, gli ospedali pubblici dovranno assicurare l’esercizio del diritto al suicidio assistito. Poi, il controllo spetterà alle Regioni. I medici che accetteranno di sottoporre un paziente al suicidio medicalmente assistito non potranno essere accusati di istigazione o aiuto al suicidio, né di omissione di soccorso.

Sanatoria retroattiva per chi è stato condannato

Infine, una specifica: per coloro che disponevano il suicidio medicalmente assistito prima dell’entrata in vigore di tale legge, si prevede una sanatoria retroattiva. Ebbene, come si anticipava la morte assistita non equivale all’eutanasia, al momento in giudizio in referendum. Tuttavia, tra le mille polemiche della Consulta quest’ultima riceve la bocciatura.

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