Avvocati Liberi scrivono a Mattarella: basta restrizioni

Il 31 marzo è veramente la fine dello stato d’emergenza? Il messaggio dell’associazione legale

Secondo l’associazione Avvocati Liberi il termine del 31 marzo 2022 per lo stato d’emergenza non è trasparente. Infatti, sembra loro che la scusa dell’uscita graduale dall’emergenza sia in realtà un modo di mascherare il perpetrare delle restrizioni. Questo il tema principale della lettera che inviano al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a seguito dell’ultimo comunicato stampa del Governo.

Basta restrizioni anticostituzionali: Avvocati Liberi inviano una lettera aperta a Sergio Mattarella

Si sa, la “fine dello stato d’emergenza” ha nel tempo avuto diverse dateprorogate poi più e più volte. Ma in particolare ce né una che fa storcere il naso a molti e soprattutto all’associazione Avvocati Liberi, che decide di non restare in silenzio. Quindi, decidono di scrivere una lettera aperta a Sergio Mattarellagarante della Costituzione, chiedendo che la storia non si ripeta ancora.

Qual è il contenuto della lettera che Avvocati Liberi inviano a Mattarella

Innanzitutto, partono dalla considerazione che la proroga dello stato di emergenza sanitaria avrebbe il limite massimo di 24 mesi – art. 24 D. Lvo. 1/18Dunque, la fine coincideva con la data del 31 gennaio 2022 mentre è illegittimamente posticipata al 31 marzo senza che vi siano presupposti a motivare l’adozione e le proroghe. Tuttavia, l’ultimo provvedimento del governo obbliga nuovamente all’uso di mascherine e all’esibizione del Green Pass, anche dopo la fine dello stato emergenziale.

Ebbene, il governo è pronto ad emanare l’ennesimo decreto legge, dopo la redazione della bozza d’esito al Consiglio dei Ministri dello scorso 17 marzo. Quindi, l’associazione sottolinea che:

“la democrazia è stata sospesa invocando l’emergenza sanitaria ed il Presidente della Repubblica ha nominato il Presidente del Consiglio nella persona di Mario Draghi, cui è stata conferita la “delega” espressa di risolvere le urgenze pandemiche e del PNRR, invitando l’intero Parlamento ad abdicare al patto elettorale e rimettersi alla volontà del Presidente del Consiglio onde permettere allo stesso di poter assolvere al mandato ricevuto”.

In altre parole, Sergio Mattarella, come garante della Costituzione Italiana è l’ultima speranza per far sì che le cose si sistemino. E perché:

“dinnanzi ad un atto normativo che limita, condiziona o addirittura priva le persone dei diritti costituzionali ed inviolabili dell’essere umano, in assenza di concrete e attuali condizioni di urgenza od emergenza sanitaria, il Presidente della Repubblica deve rifiutarne l’emanazione”

I firmatari della lettera

L’iniziativa di “Avvocati Liberi – United Lawyers for Freedom” registra molti sostenitori che ora andremo ad elencare:

  • Avvocati Ultima Linea;
  • Diritti Umani e Salute;
  • Comitato Ascoltami;
  • Isabella Loiodice – Professoressa Ordinaria presso l’Università di Foggia;
  • Onorevoli Senatori Bianca Laura Granato, Carlo Martelli, Gianluigi Paragone e Mario Michele Giarrusso.

Oltre a questi nomi di spicco, aderiscono anche numerosi avvocatimediciinsegnantiprofessionisti e liberi cittadini. Ognuno di loro manifesta così il proprio dissenso verso una decretazione d’urgenza non più giustificata e lesiva dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Costituzione Repubblicana Italiana.

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CNF avvia “corsi Help” per la formazione di legali e magistrati in diritto umano

In questi giorni, il Consiglio Nazionale Forense supporta il Programma HELP del Consiglio d’Europa (coE). Questo ha come fine un miglioramento della conoscenza della Convenzione europea per i diritti dell’uomo (CEDU) e degli altri strumenti del Consiglio. Nel sito ufficiale del CNF il bando con tutte le indicazioni, delle quali ne riportiamo alcune.

Programma HELP del Consiglio d’Europa per la conoscenza della giurisprudenza CEDU

Innanzitutto, chiariamo che il Programma HELP coadiuva gli Stati membri del CoE nell’assicurare l’implementazione e l’applicazione della CEDU a livello nazionale. Nello specifico, si tratta di corsi professionalizzanti, per la formazione in materia di diritti umani di:

  • professionisti del diritto;
  • magistrati;
  • avvocati.

L’iniziativa si conforma alla Dichiarazione di Interlaken del 2010 e alla Dichiarazione di Brighton del 2012Oltre alla conoscenza della CEDU il programma intende formare anche nelle seguenti categorie:

  • la Carta sociale europea;
  • altre convenzioni relative a tematiche attuali come: la protezione dei dati, la violenza contro le donne o la bioetica.

Inoltre, ha come obiettivo migliorare la conoscenza del sistema giuridico dell’Unione Europea. Ergo, inclusa la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea.

Avvocati per i diritti umani: requisiti e la domanda da inoltrare per la partecipazione ai corsi

A questo punto, ecco una carrellata di requisiti che sono d’obbligo per poter effettuare l’iscrizione al Programma:

  • Iscrizione all’Albo degli avvocati;
  • Conoscenza base o interesse (da verificare) per la CEDU e i diritti umani europei;
  • Buona conoscenza informatica;
  • Conoscenza almeno di livello B2 di inglese;

Il numero totale di posti disponibile è di 35 per gli avvocati italiani. Inoltre, si darà priorità ai soggetti che svolgono un ruolo all’interno degli Ordini degli avvocati o delle associazioni professionali con particolare impegno nella formazione forense. In caso di parità di caratteristiche, si darà priorità all’avvocato più giovane di iscrizione.

Ora, per quanto riguarda la domanda di partecipazione, essa si dovrà presentare alla sezione apposita entro il 7 aprile 2022. C’è da prestare attenzione ai documenti da allegare, in quanto costituiranno criterio per la selezione delle stesse. Comunque, la partecipazione del corso è gratuita.

Le tematiche dei quattro corsi in partenza nel Programma Help: avvocati per i diritti umani

Per concludere, ecco l’elenco dei primi quattro corsi in partenza per il Programma HELP:

  1. Asilo e diritti umani: concetti chiave ONUCdE e UE sul tema dell’asilo assieme alla giurisprudenza CEDU e CGUE. In particolare, qui verrà utilizzato il Manuale sul diritto europeo relativo all’asilo, alle frontiere e all’immigrazione;
  2. Etica per giudici, procuratori e avvocati: comprende i principali standard internazionali per ogni professione e altre principali norme e linee guida cui si riferiscono i materiali della Commissione europea per l’efficienza della giustizia (CEPEJ). Il fine del corso è aiutare i professionisti a comprendere lo scopo e l’importanza dell’etica nell’amministrazione della giustizia a beneficio delle persone. Così, permette di identificare concetti chiave e comprendere valori comuni, principi etici e virtù;
  3. Diritti dei lavoratori come diritti umani: per conoscere e comprendere il contesto e i fondamenti razionali all’origine dei diritti fondamentali dei lavoratori in Europa. Si parlerà di strumenti giuridici e di autorità nazionali e in generale della comprensione del ruolo degli attori europei;
  4. Violenza contro le donne e violenza domestica: si affrontano in modo interattivo i principi chiave e la giurisprudenza relativa alla prevenzione della violenza di genere. In particolare, il corso s’incentra sulla Convenzione di Istanbul con approccio che s’incentra sulla vittima.

 

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Ecco la copertura assicurativa per i legali con iscrizione a Cassa Forense

Recentemente, Cassa Forense aderisce all’Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani (Emapi) per assicurare una polizza infortuni agli avvocati a essa iscritti. Nello specifico, si tratta di coperture assicurative in forma collettiva – Polizza LTC (long term care) e copertura TCM (temporanea caso morte). Ora, vediamo qui di seguito tutte le specifiche.

Cassa Forense aderisce all’Emapi per permettere agli avvocati iscritti di avere una polizza infortuni

Dunque, Cassa Forense attiva a proprie spese per tutti gli iscritti le due polizze sopracitate e permettono così agli avvocati delle assicurazioni collettive vantaggiose. Quest’ultima si eroga sotto forma di indennizzo che entra in gioco a seguito di un infortunio professionale e non che scaturisce in una condizione di invalidità permanente o morte. Inoltre, la copertura opera in aggiunta e cumulo ad eventuali ulteriori polizze e si elargisce senza limiti d’età.

È dallo scorso 1° marzo – e fino al 28 febbraio 2023 – che tramite Emapi è possibile sottoscrivere tale polizza infortuni. La garanzia assicurativa poi dura un anno, la assicura Reale Mutua Assicurazioni e si rivolge agli avvocati e pensionati iscritti a Cassa Forense. I beneficiari potranno attivarla volontariamente e avranno la possibilità di estenderla al proprio nucleo famigliare.

Tuttavia, per i soggetti ultraottantenni, l’adesione potrà avvenire esclusivamente dietro presentazione di certificato medico che attesti una condizione di buona salute. Tale regola si applica anche ai componenti del nucleo familiare dell’iscritto. Infine, ricordiamo che l’adesione per l’intera annualità deve avvenire entro il 31 marzo 2022. Poi, sarà ugualmente possibile aderirvi e vi corrisponderà un premio in proporzione ai mesi di operatività della garanzia.

Costi e copertura della polizza assicurativa Empi

Nello specifico, la polizza prevede diversi livelli di copertura di cui figurano 4 distinte opzioni, sia per l’individuo che per il proprio nucleo famigliare. Quest’ultima specifica include il coniuge o convivente more uxorio nonché i figli che risultano dallo stato di famiglia al momento del sinistro. Inoltre, tali opzioni prevedono una diaria da convalescenza domiciliare o immobilizzazione. Poi, anche:

  • Spese mediche – che differiscono per gli importi di massimali assicurati;
  • Premio annuale minimo per l’adesione del singolo professionista pari a 109 euro;
  • Un premio annuale minimo per adesione estesa al nucleo familiare di 172 euro.

Polizza infortuni per gli avvocati in caso di invalidità permanente

Infine, che succede se si verifica un caso di infortunio permanente? Innanzitutto, si prevede una franchigia fissa del 3%. Tuttavia, in caso di invalidità con grado superiore al 20% la franchigia si annullerà. Inoltre, si contempla la supervalutazione dell’invalidità permanente al 60% che si considera sempre come al 100%.

Poi, oltre alle quattro opzioni base si prevedono ulteriori garanzie da destinarsi esclusivamente ai singoli professionisti come:

  • Aumento della diaria da immobilizzazione;
  • Rischio professionale HIVepatite B o C;
  • Inabilità temporanea da infortunio.

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Aggiornamento macOS 12.3 può bloccare MacBook M1

Il rilascio del nuovo aggiornamento per il sistema operativo Mac, ovvero macOS Monteray 12.3, sta causando problemi ad alcuni Mac sui quali è stata sostituita la scheda logica, impedendo di avviare normalmente il computer.

L’update a macOS Monterey 12.3 blocca alcuni MacBook Pro

Dopo l’aggiornamento il Mac si riavvia all’infinito impedendo di portare a termine il boot, oppure nella peggiore delle ipotesi, un blocco totale del Mac.

Il problema sembra riguardare gli utenti che hanno effettuato degli interventi nei centri di assistenza, sostituendo la scheda logica di MacBook Pro con M1  e i più recenti MacBook Pro 14″ e 16″.

A causare questi problemi sarebbe un bug presente nel nuovo firmware e l’unico modo per “risolvere”, nel caso in cui il Mac non si riavvi, è quello di provare ad effettuare un recupero mettendo il computer in DFU (Device Firmware Update) manualmente e reinstallando la versione 12.2.1 che consente pure di mantenere tutti i dati. Per l’attuazione della procedura, però, è necessario avere a propria disposizione un secondo Mac.

Sconsigliamo vivamente di procedere con l’aggiornamento alla versione 12.3 finché Apple non rilasci un ulteriore aggiornamento per risolvere questo bug.

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Cassa Forense: bando contributi per strumenti informatici

Cassa Forense pubblica il bando per l’assegnazione di contributi agli avvocati per digitalizzarsi

Cassa Forense pubblica online il bando n. 1/2022 per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di strumenti informatici per lo studio legaleDestinatari dell’iniziativa sono gli avvocati e i praticanti avvocati iscritti o in fase di iscrizione a Cassa Forense. Ora, vediamo assieme tutte le specifiche in merito, come ad esempio i requisiti necessari per usufruirne e come presentare quindi domanda.

Bando n. 1/2022 per l’acquisto di strumentazione digitale per lo studio legale dell’avvocato

Il presidente avv. Valter Mitti pubblica in Cassa Forense il bando per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di strumenti informatici per lo studio legale, come da art. 14 lett. a7 Reg. Assistenza. In questo modo gli avvocati parte di Cassa potranno usufruire del 50% della spesa complessiva per l’acquisto della strumentazione. Precisamente, i beneficiari dei contributi sono avvocati e praticanti che:

  • Sono iscritti a Cassa Forense;
  • non sospesi ai sensi dell’art. 20 della Legge n° 247/12;
  • In fase di iscrizione alla Cassa;
  • non cancellati dall’Albo/Registro dei Praticanti Avvocati e in possesso dei requisiti di cui all’art. 4.

Inoltre, sono esclusi coloro che percepivano il contributo dei bandi n. 9/2019III/2020 e n. 4/2021.

Cosa comprende il bando per strumenti informatici per lo studio legale

Come anticipavamo, il contributo è pari al 50% della spesa complessiva, al netto dell’IVA per l’acquisto di strumenti informatici. Questi ultimi, che siano stati utilizzati per la propria professione nel periodo dal 1° gennaio 2021 alla data di pubblicazione di tale bando. Inoltre, non si riconoscono contributi di importo inferiore a 300 euro o superiore a 1.500 euro.

Sono rimborsabili esclusivamente le spese relative all’acquisto dei seguenti strumenti informaticiuno per tipologia:

  • computer fisso;
  • computer portatile;
  • monitor;
  • tablet;
  • cuffie;
  • auricolari, microfono;
  • webcam;
  • stampante multifunzione;
  • sistema per videoconferenze;
  • licenza antivirus e software per la gestione degli studi legali e relativi applicativi e aggiornamenti;
  • firewall;
  • abbonamento per l’utilizzo di piattaforme per videoconferenze;
  • dispositivi per l’archiviazione, protezione e/o condivisione dei dati dello studio.

Requisiti e come fare domanda

Essenzialmente, per poter partecipare al bando si dovrà essere in regola con le comunicazioni di reddito della Cassa – Modello 5. Questo discorso vale per l’intero periodo di iscrizione alla Cassa e per i pensionati dall’anno successivo al pensionamento. Infine, non bisogna aver beneficiato del rimborso totale o parziale per le medesime causali ma da parte di altri Enti.

Per quanto riguarda l’invio della domanda, questa deve inviarsi – a pena di inammissibilità – entro le ore 24.00 del 15 giugno 2022. È da fare esclusivamente tramite la procedura on-line sul sito internet di Cassa Forense. Assieme a questo chiunque richieda il contributo dovrà dare prova di fattura dei prodotti acquistati.

In seguito alla ricezione delle richieste, Cassa Forense provvederà a stilare una graduatoria online fino ad esaurimento dell’importo complessivo. La graduatoria renderà pubblici i codici meccanografici/numero di protocollo della domanda. Infine, il rilascio dei contributi avverrà dando precedenza in base ad alcuni criteri consultabili nelle specifiche del bando.

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Se l’avvocato pubblica online un fac-simile della procura è accaparramento di clienti?

Ecco la Sentenza della Cassazione sull’accaparramento di clientela da parte di un avvocato. In particolare, quest’ultimo pubblica online il fac-simile della procura per la sua nomina, incitando a contattarlo. Perciò, la Suprema Corte interviene con la Sentenza n. 7501/2022 che si basa sull’ambito applicativo dell’art. 37 del Codice deontologico forense (CDF).

La Sentenza della Cassazione sull’accaparramento di clientela dell’avvocato sull’ambito applicativo del CDF

L’articolo 37comma 4, del Codice Deontologico Forense vieta proprio il fenomeno di accaparramento della clientela. Ossia, procacciamento di clienti attraverso un comportamento non corretto. Nello specifico, la disposizione contiene un elenco completo di comportamenti che non sono leciti per il professionista.

Ma andiamo per gradi.

La vicenda di specie

Nello specifico, la vicenda coinvolge il procacciamento di clientela nell’ambito di un procedimento penale in corso per disastro ambientale a carico di una società. Il legale della persona offesa pubblicava online sul sito del Comitato apposito un modulo fac-simile di procura alle liti. Qui, invitava chiunque volesse a fare causa alla detta azienda.

Poi, su istanza della tale società il COA di Trento avvia un procedimento disciplinare a scapito dell’avvocato in questione. E, all’esito dell’istruttoria, ritiene il legale colpevole della violazione di cui all’art. 37, comma 4 CDF. Di conseguenza, commina la sanzione disciplinare dell’avvertimento.

Dunque, per il COA la pubblicazione del fac-simile online corrisponde al voler raggiungere nuovi seguaci in maniera strumentale e anomala. Infatti, l’Ordine Avvocati di Trento rileva nell’istruttoria che l’avvocato era a conoscenza che i propri recapiti e i moduli di procura erano reperibili sul sito del Comitato.

La sentenza della Cassazione sull’accaparramento di clientela dell’avvocato in maniera strumentale

Perciò, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite conferma con la Sentenza n. 7501 la violazione e sanzione dell’avvertimento all’avvocato. Come dicevamo, la condotta del legale integra la fattispecie di accaparramento della clientela, ai sensi dell’art. 37 comma 4 del CDF. Difatti, quest’ultimo afferma che:

“è vietato offrire, sia direttamente che per interposta persona, le prestazioni professionali di avvocato al domicilio degli utenti, nonché nei luoghi di lavoro, di riposo, di svago e, in generale, in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.

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Suicidio assistito, ok della Camera

Arriva l’ok della Camera alla possibilità di porre volontariamente fine alla vita

Lo scorso 10 marzo la Camera approva con 253 sì117 no, e 1 astenuto la proposta di legge sul fine vita. Ora, il testo passerà al giudizio del Senato, dove la percezione del ddl varia e, in particolare, a essere contrario alla legge è il centrodestra. Comunque, la mediazione riguarda l’introduzione dell’obiezione di coscienza per i medici e per il personale sanitario. Poi, l’introduzione a condizioni più stringenti per poter accedere al suicidio assistito.

Testo sul suicidio medico assistito, cosa prevede e a chi si riferisce

Il testo sul suicidio medico assistito recepisce la Sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale l’art. 580 del Codice Penale. Quindi, non sarà più punibile il suicidio del paziente assistito dal medico, pratica comunque differente dall’eutanasia. Infatti, in quest’ultima i medici si occupano anche della somministrazione di sostanze che causano la morte o la avvicinano, che rimane illegale.

Inoltre, ricordiamo che la Sentenza del 2019 stabiliva che non si può punire chi agevola il suicidio di una persona malata terminale. Però, questa pratica rimane lecita a patto di alcune precise condizioni. Ovvero, che ci sia:

  • l’irreversibilità della malattia, e che questa sia fonte di gravi sofferenze per il paziente;
  • la piena coscienza del paziente nel merito, così come la sua volontà dichiarata di morire;
  • in atto un trattamento specifico di sostegno per il paziente.

Chi può farne richiesta di suicidio medico assistito

Dunque, con questa proposta di legge può chiedere il suicidio assistito il paziente che è:

  • maggiorenne;
  • in grado di intendere e di volere;
  • coinvolto in un percorso di cure palliative, da lui rifiutate;
  • soggetto di una patologia irreversibile – una prognosi infausta che causa sofferenze fisiche e psicologiche che il paziente ritiene intollerabili;
  • tenuto in vita rigorosamente da trattamenti sanitari di sostegno vitale. Quindi, l’interruzione di questi provocherebbe la morte del paziente stesso.

Poi, a fare richiesta sarà il medico di medicina generale o il medico che ha in cura il paziente. In seguito, deciderà il comitato di valutazione clinica. Comunque, i medici potranno opporsi al trattamento, sollevando l’obiezione di coscienza.

Ad ogni modo, gli ospedali pubblici dovranno assicurare l’esercizio del diritto al suicidio assistito. Poi, il controllo spetterà alle Regioni. I medici che accetteranno di sottoporre un paziente al suicidio medicalmente assistito non potranno essere accusati di istigazione o aiuto al suicidio, né di omissione di soccorso.

Sanatoria retroattiva per chi è stato condannato

Infine, una specifica: per coloro che disponevano il suicidio medicalmente assistito prima dell’entrata in vigore di tale legge, si prevede una sanatoria retroattiva. Ebbene, come si anticipava la morte assistita non equivale all’eutanasia, al momento in giudizio in referendum. Tuttavia, tra le mille polemiche della Consulta quest’ultima riceve la bocciatura.

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Sanzione di 20 milioni di euro alla società americana di riconoscimento facciale

A seguito della richiesta d’intervento da parte di Privacy Network, il Garante della Privacy impone una pesante sanzione di 20 milioni di euro a Clearview AI. L’accusa che volge alla società americana specializzata in riconoscimento facciale è di aver messo in atto un monitoraggio biometrico. Dall’istruttoria del Garante emerge che i dati personali – biometrici e di geolocalizzazione – sono trattati senza base giuridica.

Garante Privacy: maxi-multa a Clearview AI per l’illecito uso dei dati biometrici

Clearview AI è una società di riconoscimento facciale statunitense, che offre tecnologie di sorveglianza a forze dell’ordine e aziende private. In pratica, per allenare i suoi algoritmi di riconoscimento facciale inizia a raccogliere un archivio di volti direttamente dai social network. Lo fa in modo automatico, attraverso tecniche di scraping – estrazione dati grazie a software.

Pare che il database sia di oltre 100 miliardi di foto, che corrisponde a circa 14 scatti per ogni abitante del Pianeta. Dunque, è ovvia la deduzione che la società non può aver chiesto a tutte le persone il consenso per l’uso della propria immagine. Tra l’altro, tra questi volti figurano diversi italiani ed europei.

Il Garante rammenta la normativa europea

Perciò, il Garante fa notare che Clearview ignorava la gran parte dei principi del Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati. Ma Clearview cerca di difendersi sostenendo che il diritto europeo non sarebbe applicabile alla propria attività imprenditoriale. In pratica, secondo Clearview niente clienti europei equivale a niente applicazione del GDPR.

Tuttavia, il Garante evidenzia che la norma europea non fa perno sul concetto di cliente, bensì su quello di interessato. L’interessato non è colui che compra un servizio, ma è colui i cui dati vengono utilizzati per un trattamento. Quindi, a prescindere dal rapporto commerciale tra azienda e interessato.

Tra l’altro, ricordiamo che in Italia esiste il D.l. 139/2021, convertito con modificazioni nella L. 205/2021 – “Decreto Capienze”. Ossia, una moratoria dei sistemi biometrici di riconoscimento facciale in luoghi pubblici o aperti al pubblico fino al 31 dicembre 2023. Si escludono solo quei trattamenti che le autorità effettuano a fini di prevenzione e repressione dei reati, o di esecuzione di sanzioni penali di cui al D.lgs. 51/2018.

 

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Interruzione programmata dei servizi informatici settore penale in tutti i distretti di Corte di Appello.

Al fine di consentire l’installazione di modifiche correttive sui sistemi di cognizione penale, in tutti i distretti di Corte di Appello si procederà

all’interruzione dei relativi servizi dalle 15:00 di mercoledì 16 marzo alle 11:00 di giovedì 17 marzo p.v.

In detto arco temporale i servizi di deposito sul Portale del Processo Penale Telematico e sul Portale NDR non saranno disponibili, anche se fosse rilasciata la relativa ricevuta di deposito.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi del civile.

Ricordiamo che sarà possibile depositare telematicamente con Service1, creando un nuovo fascicolo ed inserendo il numero di RG.

E’ arrivato il primo ok allo Ius Scholae

Ecco il testo della riforma sulla scuola: dopo 5 anni cittadinanza agli studenti extracomunitari

Recentemente, si presenta in Commissione Affari costituzionali il testo unificato della Riforma della cittadinanza. Il relatore è Giuseppe Brescia del M5S e il fine è eliminare dal tavolo il tema “ius soli”, fonte di divisioni in Parlamento. In particolare, il punto chiave della Riforma è attribuire agli studenti stranieri la cittadinanza dopo cinque anni di scuola in Italia.

Ius scholae: cittadinanza ai minori stranieri dopo 5 anni e secondo alcuni criteri

La riforma si chiama “Ius Scholae” e prevede l’acquisizione della cittadinanza italiana a coloro che:

  • Nascono in Italia;
  • Fanno il loro ingresso nel Bel Paese entro il compimento del 12esimo anno d’età;
  • Risiedono legalmente e senza interruzioni in Italia

che frequentano regolarmente in Italia per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici o percorsi d’istruzione. La cittadinanza si acquista a seguito “di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa entro il compimento della maggiore età dell’interessato, da entrambi i genitori legalmente residenti in Italia”. Tale richiesta dovrà elargirsi all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, che lo annoterà nel registro dello stato civile.

Inoltre, il testo prosegue illustrando delle specifiche:

Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l’interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza”. Qualora genitori del minore, pur essendoci i requisiti per chiedere la cittadinanza italiana per il figlio non la abbiano richiesta, “l’interessato acquista la cittadinanza se ne fa richiesta all’ufficiale dello stato civile entro due anni dal raggiungimento della maggiore età”.

In CommissioneBrescia sottolinea che tale riforma parte dall’incongruenza dell’attuale norma dello “ius sanguinis”. Infatti, secondo quest’ultima ha la cittadinanza italiana chiunque abbia un avo italiano, anche se è nato e vive all’estero, e non parla l’italiano.

Il parere dei partiti politici

La proposta riceve apprezzamenti da Movimento 5 Stelle e PD mentre Lega non è d’accordo. E, ricordiamo che in Commissione si presentavano anche tre proposte di legge che s’incentrano sullo “ius soli temperato”. A presentare tali proposte sono: Matteo Orfini (PD), da Renata Polverini (Fi) e Laura Boldrini.

Dunque, Brescia sostiene che:

È una scelta di fiducia non solo negli stranieri che vogliono integrare i loro figli, ma nel lavoro della comunità didattica, nella dedizione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che in classe costruiscono la nostra Repubblica e insegnano i valori della nostra Costituzione”.

Tra l’altro, si tratta di un concetto che sottolinea anche la capogruppo di M5s in CommissioneVittoria Baldino. Il responsabile cittadinanza del PD, l’ex viceministro all’Interno Matteo Mauri, ha espresso “apprezzamento” per il testo Brescia:

Faremo di tutto per farla passare e perché sia la più avanzata possibile”, aggiunge. Al contrario, il maggiore oppositore è il leghista Igor Iezzi, che parla di “ius soli mascherato”. Invece, al momento Fdi e Fi non si schierano. Ora, la seduta della Commissione durante la prossima settimana darà l’opportunità di chiarire tutte le posizioni.

 

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Adozione in particolari casi

Iso 27017
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