La creazione di un’Identità Digitale Europea è un’operazione complicata

Sviluppare un sistema di Identità Digitale comune all’interno dell’Unione Europea è un’operazione più complicata del previsto.

Entro il 2025, tutti i cittadini europei dovranno essere dotati di un’applicazione sul proprio smartphone dove caricare tutti i propri documenti, come patente, carta d’identità, tessera sanitaria, titoli di studio o documenti catastali della casa.

Dunque, al posto di fornire un singolo documento per dimostrare la propria identità basterà semplicemente aprire l’app europea. Il meccanismo è simile a quello del green pass, che per Bruxelles ha rappresentato quasi un banco di prova per un progetto ben più ampio.

La Commissione vorrebbe mettere in pratica già dal prossimo anno i primissimi casi d’uso. Tuttavia, la creazione di questa Identità Digitale comune europea porta con sé non poche complicazioni, tecniche, politiche e commerciali.

Appalti

Bruxelles tiene molto all’identità digitale. Proprio per questo sono stati assegnati per tempo gli appalti per lo sviluppo dell’app di identificazione digitale.

La prima gara, che riguarda la creazione vera e propria dell’applicazione, vale 26 milioni di euro. Ogni Paese potrà successivamente adattare il wallet di identità digitale.

La seconda, invece, copre le applicazioni del sistema comune di Identità Digitale, e vale 37 milioni di euro. Ci sono cinque consorzi in gara, che lo scorso 14 dicembre, come riporta Wired, hanno ricevuto il via libera all’offerta e ad un pezzo dell’appalto.

Standard

A conti fatti, dal punto di vista industriale, si potrebbe già partire. Mancano però accordi tecnici e politici.

Lo sviluppo del wallet dovrebbe basarsi su un quadro di regole comuni. Il consorzio che ha vinto lo sviluppo del wallet attualmente è ancora in fase di scrittura: una delle ultime versioni del testo è stata travolta da critiche da parte degli operatori di settore. Ci sarebbero termini poco chiari, pezzi mancanti e tempi eccessivamente ottimistici.

Inoltre, in assenza di standard già condivisi, chi oggi investe in tecnologie e innovazioni specifiche potrebbe scoprire di essere sulla strada sbagliata, dato che le cancellerie, nel frattempo, potrebbero decidere di andare in tutt’altra direzione.

SPID

Secondo il Consiglio Europeo, è necessario stabilire dei livelli di garanzia che un sistema d’identità deve assolutamente avere. La scelta è ricaduta sul livello più alto, ovvero sul rilascio in presenza e del chip crittografico presente sulla carta.

Questo taglierebbe fuori lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale italiano. Secondo Carmine Auletta di Infocert: «L’Italia non si è schierata in Consiglio e così rischiamo di buttare a mare le cose fatte con Spid. Se passa la linea del Consiglio, 33 milioni di identità Spid non potranno essere utili al wallet europeo».

Sono molti i Paesi ad aver suggerito al Consiglio di mantenersi su un livello sostanziale. Sempre secondo Auletta «Svezia, Polonia, Danimarca e Belgio erano per un livello sostanziale», e la Germania ha spinto per il livello alto.

Alcuni funzionari Agid avrebbero detto di non essere riusciti a difendere Spid a causa dell’assenza di una posizione comune con gli altri Stati. Tuttavia, quello di Spid sembrerebbe essere un falso problema, dato che il Consiglio ha lasciato comunque aperta la possibilità di effettuare il riconoscimento da remoto per chi ha questa tipologia di identità digitale.

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Esempi di Mail di Phishing

Il phishing è una tipologia di truffa esercitata attraverso l’invio di mail che sembrano provenire da istituti di credito, enti o aziende, in cui vengono comunicati presunti problemi di utilizzo dei servizi online, di fatturazione, o la conferma di dati personali.

Per renderli più credibili, i messaggi contengono i loghi dell’istituto o dell’azienda e un link che apparentemente rimanda al sito web.

Se cliccato, il link porta in realtà a un sito falso il cui aspetto è però del tutto simile all’originale.

Proprio la somiglianza dei messaggi di phishing con le comunicazioni ufficiali rende questo genere di truffa informatica particolarmente difficile da riconoscere. Molti utenti capiscono di essere caduti nella trappola troppo tardi, quando il loro computer è del tutto bloccato o a fronte di ingiustificati prelievi dal conto corrente.

 

Ecco alcuni esempi di mail di phishing che potreste ricevere:

 

1.

 

2.

 

3.

 

Per approfondimenti, ecco i nostri articoli che parlano di Phishing:

 

Attenzione al phishing via mail PEC

Dopo il phishing arriva il vishing, la nuova frontiera delle truffe telefoniche

Phishing: cos’è, come è cambiato con il COVID e come difendersi

Spear phishing: che cos’è e come possiamo difenderci

Nordio a Venezia: Servicematica partner tecnico dell’assemblea degli Ordini degli Avvocati del Triveneto

Standing ovation per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha partecipato all’assemblea degli Ordini degli Avvocati del Triveneto tenutasi il 17 dicembre a Venezia e con Servicematica come partner tecnico.

Ecco l’arrivo del Guardasigilli a Venezia:

 

Al centro del suo intervento i principi cardine del suo programma della riforma della Giustizia, inclusa la separazione delle carriere fra magistrati, inquirenti e giudicanti.

Sulla questione delle intercettazioni, «l’inchiesta di Bruxelles sta dimostrando quello che avevamo già dimostrato qui a Venezia con l’inchiesta sul Mose. Le intercettazioni devono essere solo uno strumento per la ricerca della prova, e non la prova in sè».

Infatti, «esattamente come è avvenuto a Venezia quella volta, attraverso questi pedinamenti e anche intercettazioni, si è trovata la prova del reato, che in questo caso era – fermo restando la presunzione d’innocenza – la somma di denaro trovata in possesso di questi signori».

I processi basati sulle intercettazioni, dunque, risultano fondamentali per trovare le prove, ma intesi come prova in sé finiscono nel nulla.

«Per quanto riguarda i reati di terrorismo e di mafia, sulle intercettazioni non si tocca nulla. Per tutti gli altri va fatta anche una spending review importante».

Per la giustizia «servono soldi anche a Venezia, per gli organici, per la digitalizzazione, ma anche per pagare chi svolge gratuito patrocinio a favore di chi non ha mezzi».

Interviene anche Federica Santinon, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia: «E’ un diritto che deve essere rispettato». Il problema sta nei numeri, che mettono in difficoltà gli uffici.

«Però noi contiamo assolutamente sul ministro Nordio, e siamo molto fieri che sia nostro ministro e che sia qui per la prima volta nella sede di un Ordine».

Di seguito il servizio TGR che parla dell’intervento di Nordio (che può essere visto integralmente cliccando questo link):

 

Potete trovare la diretta dell’assemblea degli Ordini degli Avvocati del Triveneto del 17 dicembre cliccando su questo link.

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Fattura elettronica: come cambierà la conservazione

Approvato il Decreto Legge contro i Rave Party

Fattura elettronica: come cambierà la conservazione

Lo scorso 24 novembre l’Agenzia delle entrate ha diffuso un provvedimento che offre alcuni spunti sul completamento del percorso digitale avviato con la fatturazione elettronica.

Il punto più importante prevede la risoluzione delle divergenze tra il Garante per la tutela dei dati personali e l’Agenzia delle Entrate. Il Garante, infatti, aveva manifestato perplessità e imposto delle limitazioni per la memorizzazione dei file xml delle fatture elettroniche.

La fatturazione elettronica era stata ritenuta sensibile rispetto alla profilazione delle scelte dei consumi dei privati. Tali dati possono essere rilevati dalla descrizione delle fatture, che dovrebbero essere tutelate e riservate.

Nel provvedimento vengono chiarite, inoltre, le procedure da parte dell’Agenzia delle Entrate che riguardano il trattamento delle fatture elettroniche e dei dati relativi.

Vengono anche presentati dei servizi innovativi, che migliorano il percorso intrapreso con l’obbligo di fatturazione elettronica e semplificano gli adempimenti a carico dei professionisti e dei contribuenti.

L’Agenzia delle Entrate dovrà memorizzare i file xml

L’Agenzia delle Entrate dovrà memorizzare i file delle fatture elettroniche fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione di riferimento.

I file delle fatture elettroniche trasmesse correttamente al SdI, invece, resteranno disponibili nell’area riservata fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in cui sono stati ricevuti i dati.

Se un contribuente non dovesse aderire a questi servizi, verranno resi disponibili per la consultazione soltanto i “dati fattura” fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione di riferimento.

Per quanto riguarda gli operatori titolari di partita IVA, la consultazione potrà essere effettuata dagli intermediari delegati (articolo 3, comma 3, DPR 322/98). Per i soggetti non titolari di partita IVA, le fatture elettroniche saranno visibili partendo dalla data di adesione al servizio di consultazione.

Il diritto di accesso alle fatture elettroniche

I file delle fatture elettroniche e delle note di variazione possono essere acquisiti e consultati dal personale delle strutture dell’Agenzia delle entrate.

L’accesso ai file xml delle fatture elettroniche che vengono emesse nei confronti dei consumatori finali è permesso per «controlli fiscali nei confronti del consumatore finale avviati esclusivamente nei casi di attività di verifica della spettanza di detrazioni, deduzioni o agevolazioni fiscali, ovvero nei casi di verifiche puntuali, qualora le stesse siano state poste in essere preliminarmente nei confronti di operatori economici, i cui beni ceduti o servizi prestati oggetto della fattura siano stati acquistati dal predetto consumatore e gli elementi della stessa siano tali da far emergere un rischio di evasione fiscale».

Per le fatture emesse da prestatori/cedenti del settore legale, i files fattura verranno cifrati e conservati in un’area separata dello “storage”. L’accesso sarà consentito soltanto con l’autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, o, in caso di contenzioso, previa richiesta del Giudice.

L’accesso e il trattamento dei dati memorizzati dal SDI verranno tracciati. Questo andrà a semplificare la procedura di acquisizione delle fatture in caso di ispezioni, accessi o verifiche.

Fatture false

In alcuni casi sono state emesse fatture elettroniche all’insaputa del titolare della partita IVA, veicolate con un canale di trasmissione differente rispetto a quello utilizzato abitualmente dall’operatore IVA.

L’Agenzia delle Entrate, per evitare che avvengano tali pratiche illecite, istituirà un servizio web di censimento che consentirà ai soggetti passivi IVA di fornire le indicazioni dei canali utilizzati abitualmente per trasmettere la fattura elettronica.

In caso di ricezione da parte del SDI di una fattura elettronica che proviene da un canale diverso da quelli dichiarati, il sistema invierà una mail di allerta all’indirizzo PEC indicato dall’operatore IVA durante il censimento.

Per concludere

Ci si interroga sulla ratio della permanenza dell’obbligo di conservazione a carico del contribuente. Le perplessità sono alimentate da molteplici ragioni.

La PA, innanzitutto, non può richiedere ai cittadini documenti o imporre obblighi di conservazione. L’Agenzia dovrebbe predisporre di un servizio di validazione delle fatture elettroniche, tramite il quale i soggetti interessati che siano in possesso di un xml relativo alla fattura elettronica possano richiedere una certificazione del transito della fattura dal SdI.

L’inesistenza dell’obbligo di conservazione è sancita da tempo dall’art. 1, comma 6 bis del DL 127/2015: «Gli obblighi di conservazione previsti dall’articolo 3 del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 17 giugno 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno 2014, si intendono soddisfatti per tutte le fatture elettroniche nonché per tutti i documenti informatici trasmessi attraverso il Sistema di Interscambio di cui all’articolo 1, comma 211, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e memorizzati dall’Agenzia delle entrate».

La soluzione della diatriba tra il Garante e l’Agenzia delle entrate ha dato il via libera definitivo all’Agenzia per la memorizzazione dei file xml riguardo le fatture elettroniche, e ha eliminato qualsiasi causa ostativa all’effettiva applicabilità della norma sopra riportata.

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Emissione e invio delle Fatture Elettroniche: le novità

Approvato il Decreto Legge contro i Rave Party

Approvato il Decreto Legge contro i Rave Party

E’ arrivato il primo sì dall’Aula del Senato al DL Rave, con 92 sì, 75 no e 1 astenuto.

Oltre all’introduzione del reato del “rave party” (art. 633 bis del Codice Penale), che punisce con la reclusione dai 3 ai 6 anni le persone che organizzano raduni musicali abusivi su terreni altrui, contiene altre norme che sollevano non poche polemiche.

Una di queste, ovvero quella che reintegra in servizio il personale sanitario non vaccinato e il rinvio delle multe, porta con sé le critiche non soltanto dell’opposizione, ma anche della maggioranza.

Licia Ronzulli ha annunciato di non votare al provvedimento, scatenando un autentico putiferio politico. La presidente dei senatori di Forza Italia, infatti, va contro ad una delle misure più identitarie del governo Meloni, non soltanto per l’introduzione al reato dei rave party, ma anche per la riforma dell’ergastolo ostativo e per la deroga agli obblighi vaccinali.

Secondo M5S, PD e AVS si tratta di un «precedente pericoloso in caso di nuove pandemie».

Secondo Roberto Scarpinato, senatore pentastellato, la Legge segna il ritorno di una concezione catastale e classista nel sistema penale italiano. «Avete soppresso il regime ostativo previsto per alcuni gravi reati contro la pubblica amministrazione e l’avete lasciato per il contrabbando di tabacchi previsto con sei anni».

Continua: «L’eliminazione è solo il preludio di un restyling del sistema penale di stampo classista, che da anni viene annunciato e riceve applausi da tutti i media padronali».

Dietro la maschera «di un garantismo di facciata, esibito come alibi da questa maggioranza, si svela il vero volto classista di questa maggioranza. Pugno di ferro per i reati della gente comune, guanti di velluto per chi sta ai piani alti della piramide sociale».

Per Andrea Giorgis, capogruppo PD in commissione Affari costituzionali, ci troviamo «di fronte ad un decreto che presenta diversi elementi di illegittimità costituzionale, a partire dalla disomogeneità delle materie trattate».

Le priorità per l’Italia «sono altre. Ci auguriamo che questo non sia il primo di una serie di provvedimenti del genere. Se questa fosse la cifra dei decreti di questo governo saremmo molto preoccupati».

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DuckDuckGo: l’alternativa a Google che non raccoglie i nostri dati

Praticanti Avvocati: sì all’iscrizione all’albo con procedimento penale pendente

PATCH DAY DICEMBRE 2022

Per attività di manutenzione programmata si procederà all’interruzione dei sistemi civili al servizio di tutti gli Uffici giudiziari dei distretti di Corte di Appello dell’intero territorio nazionale, nonché del Portale dei Servizi Telematici e del Portale delle Vendite Pubbliche, incluso il Portale del Processo Penale Telematico, con le seguenti modalità temporali:

dalle ore 16:00 di venerdì 16 dicembre 2022 alle ore 9:00 di lunedì 19 dicembre 2022, salvo conclusione anticipata delle operazioni.

Durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico del settore civile da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi.

Non sarà invece possibile consultare in linea i fascicoli degli uffici dei distretti coinvolti dal fermo dei sistemi.

Per tutti gli utenti “interni” (magistrati e cancellieri) non saranno disponibili i registri di cancelleria e quindi, per i cancellieri, non sarà possibile procedere all’aggiornamento dei fascicoli, all’invio dei biglietti di cancelleria e all’accettazione dei depositi telematici; non sarà altresì possibile aggiornare i dati dei fascicoli della Consolle del Magistrato e della Consolle del PM.

Si rammenta che l’attività di manutenzione del Portale dei Servizi Telematici renderà indisponibili tutti i servizi informatici ivi esposti e, in particolare:

  • l’aggiornamento (anche da fuori ufficio) della consolle del magistrato;
  • il deposito telematico di atti e provvedimenti da parte dei magistrati;
  • tutte le funzionalità del portale dei servizi telematici;
  • tutte le funzioni di consultazione da parte dei soggetti abilitati esterni;
  • i pagamenti telematici compreso il pagamento del contributo di pubblicazione di un’inserzione sul Portale delle Vendite;
  • l’accesso al Portale Deposito atti Penali per il deposito con modalità telematica di atti penali;
  • l’accesso al Portale di consultazione dei SIUS distrettuali per Avvocati;
  • l’accesso agli avvisi degli atti penali depositati in cancelleria.

DuckDuckGo: l’alternativa a Google che non raccoglie i nostri dati

Proteggere i propri dati e la propria privacy sta diventando sempre più importante per gli utenti, che hanno bisogno di alternative ai tradizionali motori di ricerca, come Google, Bing e Yahoo.

In molti, infatti, si stanno rivolgendo a DuckDuckGo, un motore di ricerca che si focalizza sulla privacy degli utenti, consentendo una navigazione protetta e sicura.

DuckDuckGo è un motore di ricerca pensato per gli utenti che hanno il desiderio di proteggere la propria privacy mentre utilizzano Internet. Limita le informazioni personali raccolte, rappresentando in tal senso un’eccellente soluzione per tutti gli utenti che vorrebbero mantenere i propri dati privati.

Di certo non è il motore di ricerca più popolare del mondo, anche se ha un grandissimo numero di utenti: nel 2021 contava più di 3 miliardi di ricerche al mese e oltre 5 milioni di download su smartphone e desktop.

Gli utenti sono soddisfatti di DuckDuckGo, vista la valutazione media di 4,8 sugli store Google ed Apple. Di solito le persone alzano le sopracciglia quando sentono questo strano nome: DuckDuckGo è infatti ispirato ad un gioco per bambini, “Duck Duck Goose”.

Ma in che modo DuckDuckGo mantiene al sicuro i dati degli utenti?

Privacy Essentials

L’estensione browser, Privacy Essentials, conta più di 5 milioni di utenti. Agisce sia come motore di ricerca ma anche come blocco degli annunci. Sostanzialmente, l’estensione:

  • blocca i popup e i banner pubblicitari che appaiono nei risultati di ricerca;
  • blocca il tracciamento online dei siti web;
  • cripta i risultati di ricerca nascondendoli ai fornitori di servizi web;
  • avverte i siti di non vendere o condividere eventuali dati raccolti;
  • controlla le impostazioni privacy dei siti;
  • mette in una lista di sicurezza gli annunci che provengono da particolari domini;
  • attiva SafeSearch, che consente di cambiare il paese da cui si effettuano le ricerche.

Ricerca non tracciata

La funzionalità più nota di DuckDuckGo è la ricerca non tracciata.

I motori di ricerca più famosi di solito tracciano le ricerche, i dati dei siti visitati, l’indirizzo IP e altro ancora. Anche se i dati sono anonimi, le aziende sono comunque in grado di indentificare e tracciare chi c’è dietro.

Per proteggere la privacy, DuckDuckGo non raccoglie indirizzi IP, cookie o informazioni sul browser utilizzato. Salva, invece, le ricerche in maniera anonima.

I siti web solitamente raccolgono i dati attraverso i cookie, minuscoli file di testo che ci identificano e consentono alle aziende di comprendere abitudini per fare pubblicità mirata. DuckDuckGo impedisce ai siti web di raccogliere i cookie.

Privacy Grade

Questa funzione si accorge quando un sito web traccia i nostri dati, avvisandoci durante la navigazione. DuckDuckGo attiva in maniera automatica il Privacy Grade tutte le volte in cui visitiamo un sito e analizza il grado di privacy di quest’ultimo.

Burn Bar per smartphone

La Burn Bar è una funzionalità specifica presente soltanto nell’app mobile. Consente di chiudere tutte le schede, cancellando anche i dati di navigazione al termine di ogni sessione. In tal modo non verranno memorizzati i dati, e noi avremo il controllo completo sulla cronologia di ricerca.

Per utilizzare questa funzionalità, basterà cliccare sull’icona della fiamma che si trova sulla parte inferiore dello schermo.

Social media

I social media fanno parte della vita di tutti i giorni degli utenti che navigano nel web. I siti web colgono la palla al balzo, incorporando regolarmente i contenuti che vengono pubblicati nei vari social.

Questo comporta un problema di privacy: sia il sito web sia la piattaforma social, infatti, raccolgono i nostri dati. DuckDuckGo interviene anche in questo senso, bloccando i post dei social incorporati.

Attualmente blocca soltanto i contenuti di Facebook, ma sta lavorando per estendere la funzionalità ad altre piattaforme.

Search Leakage

Search Leakage è il termine utilizzato per descrivere il modo in cui i motori di ricerca collegano i nostri dati. Quando facciamo click su un nuovo link, i motori di ricerca condividono piccoli frammenti di dati con il sito web dove abbiamo cliccato.

Per evitare ciò, DuckDuckGo, reindirizza i nostri click rendendo impossibile ai siti determinare come siamo arrivati ad un sito web, creando, essenzialmente, una sorta di muro tra noi e il sito visitato.

Nessun profilo utente

La maggior parte dei motori di ricerca genera un’immagine di chi siamo con un profilo utente, ovvero una raccolta generale di informazioni, come età, genere, dispositivo utilizzato e indirizzo IP. Tale raccolta permette loro di creare un profilo dettagliato dei nostri interessi per capitalizzarli.

Con DuckDuckGo si può navigare in Internet senza un profilo utente, schivando in tal modo gli annunci personalizzati.

Politica di sicurezza

Inoltre, DuckDuckGo protegge gli utenti grazie ad una politica di sicurezza dei contenuti (CSP). Quest’ultima ci protegge da una serie di attacchi, come:

  • attacchi Cross-Site-Scripting, nei quali un sito inietta un codice dannoso nel pc;
  • attacchi con iniezioni di codice, nei quali l’aggressore inietta un codice nel pc o nel server, alterando le nostre azioni o quelle del sito web;
  • attacchi di clickjacking, quando un soggetto, con l’inganno, ci induce a cliccare su qualcosa di dannoso.

Pubblicità e link di affiliazione

Per essere completamente trasparenti, è necessario dire che DuckDuckGo si finanzia con le pubblicità e con i link di affiliazione, ovvero, nello stesso modo di Google e Yahoo. Tuttavia, non si basa assolutamente sui nostri dati.

Per esempio, i link di affiliazione si applicano automaticamente durante gli acquisti online: la piattaforma di vendita pagherà all’azienda una commissione sul nostro acquisto. DuckDuckGo avrà accesso ai dati del nostro acquisto, ma l’azienda non potrà accedere a nessun dato identificativo.

Ancora più privacy

Anche se DuckDuckGo fornisce agli utenti un alto grado di privacy, ci sono altri modi per ottenere il massimo da questa tecnologia, come, per esempio:

  • scaricare l’estensione DuckDuckGo sul browser, attivando tutte le impostazioni sulla privacy;
  • controllare il livello di privacy dei siti web visitati più spesso;
  • scaricare l’app mobile e schiacciare il pulsante “burn” dopo qualsiasi sessione web;
  • utilizzare una VPN;
  • abbinare DuckDuckGo al browser Brave;
  • utilizzare Tor con DuckDuckGo come enclave di uscita.

DuckDuckGo rappresenta sicuramente un’ottima alternativa a Google, Bing e a chiunque volesse utilizzare Internet in maniera anonima. Provare per credere!

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La pendenza di un procedimento penale non ostacola l’iscrizione all’albo dei praticanti. Soprattutto se i fatti sono risalenti nel tempo, e l’intero procedimento fatica ad arrivare ad una conclusione.

Questo è quanto stabilito lo scorso 30 settembre dal CNF con la sentenza n. 157. A rigore, nemmeno una condanna penale comporta l’automatica inibizione dell’iscrizione all’Albo.

Il Collegio ha, dunque, accolto il ricorso di un aspirante legale contro la decisione del Coa di Roma, quando nel febbraio 2021 aveva rigettato l’istanza di iscrizione.

11 anni fa, quando si stava per laureare in giurisprudenza, l’aspirante legale frequentava lo studio di un avvocato specializzato in sinistri stradali e infortunistica. L’avvocato, un amico di famiglia, gli propose «di partecipare ai suoi affari, anticipando capitali e prospettando futuri guadagni».

Le vittime degli incidenti, tuttavia, si resero conto delle discrepanze tra le somme versate secondo gli accordi sottoscritti e le somme che invece venivano erogate dalle compagnie assicurative. Per questo, avviarono un procedimento penale.

Il CNF, nell’accogliere il ricorso, afferma che «non vi sono elementi tali da valutare, con disvalore, la condotta complessiva del richiedente negli anni successivi all’episodio di cui al procedimento penale (tuttora) pendente».

L’ordinamento professionale forense «non prevede una autonoma inibizione dell’iscrizione nei confronti di coloro che abbiano un procedimento penale in corso. Tanto più quando si tratta di episodi risalenti nel tempo».

Un’interpretazione rispettosa dell’art.27 della nostra Costituzione e dell’articolo 17 del Rdl n. 578/1933 «non può che consentire al soggetto richiedente la possibilità di dimostrare, nel corso della pratica forense, che egli è in possesso delle qualità necessarie per esercitare con decoro la professione».

Conseguentemente, «la valutazione del requisito della condotta irreprensibile, necessario ai fini dell’iscrizione all’albo avvocati e al registro dei praticanti, doveva essere compiuta dal C.O.A. in modo autonomo ed indipendente anche rispetto all’esito dell’eventuale procedimento penale che possa aver coinvolto l’interessato».

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In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato della possibilità di modificare la legge Severino: «Occorre far sì che la norma sull’incandidabilità non venga applicata ai condannati in primo grado».

«Altrimenti», aggiunge, «la norma confliggerebbe con la presunzione di innocenza. L’incandidabilità dovrebbe scattare dalla sentenza di appello in poi». Per chi ha commesso reati gravi, secondo Nordio, «si può discutere».

Per il ministro della Giustizia la norma non può essere applicata retroattivamente, in quanto si parla di un provvedimento afflittivo. «Su questo ci sono idee trasversali diverse. Credo che dobbiamo fare un dibattito trasparente e senza pregiudizi».

Intercettazioni

In materia di intercettazioni, Nordio sottolinea come «al netto di quelle per reati di mafia e terrorismo, che non vanno toccate, la norma va modificata: c’è un problema di divulgazione e uno puramente economico, perché vengono spesi centinaia di milioni che potrebbero essere utilizzati per altro».

La norma va rimodulata «per conciliare il diritto all’informazione dei cittadini e quello dei singoli a non veder divulgate notizie segrete e intime che li riguardano».

Nordio si dice aperto a «cercare un punto d’incontro tra diritto all’informazione e limiti alla graticola mediatica» e ad «aprire un tavolo di confronto tra rappresentanti dell’Anm, dell’avvocatura e del giornalismo, anche domani».

Cosa ne pensa Luigi de Magistris

Luigi de Magistris, politico ed ex-magistrato italiano, dice di essere d’accordo con alcuni dei passaggi fatti dal ministro Nordio. Per quanto riguarda la legge Severino: «E’ sicuramente una legge che va rivista, perché prevede la sospensione delle cariche elettive per condanne in primo grado addirittura per reati come l’abuso di ufficio non patrimoniale».

Va mantenuta, invece, «per i reati ben più gravi e allarmanti: mafia, corruzione, concussione, peculato. L’anticipazione rispetto alla presunzione d’innocenza dev’essere prevista solo per casi particolarmente gravi, altrimenti lasciamo che sia la magistratura a selezionare la classe dirigente».

Lo stesso de Magistris ha conosciuto gli effetti della legge Severino nel 2014, quando è stato condannato per abuso d’ufficio nell’inchiesta Why Not ed è stato sospeso dalla carica di sindaco di Napoli.

«La legge Severino per come è stata scritta dà anche delle risposte a delle esigenze giuste». Per reati particolarmente gravi «credo che l’anticipazione ad una condanna anche in primo grado ci può stare, ma per l’abuso d’ufficio non patrimoniale e altri reati minori no».

L’ex magistrato sostiene che per così com’è, la legge Severino non ha funzionato nel diminuire la corruzione, anzi.

«Credo che abbia creato delle ingiustizie, perché quando infili nella norma il reato di abuso d’ufficio non patrimoniale, di cui ci sono pochissime condanne nel nostro Paese, e si escludono reati ben più gravi, si pone anche un problema di apparente discrezionalità, che rischia di essere un eccesso di potere da parte del legislatore».

Invece, riguardo l’ipotesi di modificare o abolire il reato di abuso di ufficio, de Magistris la pensa diversamente da Nordio. Sarebbe come «togliere un’arma investigativa determinante per arrivare a reati ben più gravi».

È particolarmente controproducente «perché chiunque ha esperienza in materia investigativa sa che la gran parte dei procedimenti penali di reati gravi contro la pubblica amministrazione nascono da indagini per abuso d’ufficio».

A Renzi piace Nordio

Nordio sembra rappresentare un punto d’incontro tra il Terzo Polo e il governo Meloni. Parlando della riforma della giustizia, Matteo Renzi dichiara: «se Nordio sarà lasciato libero di andare per la sua strada, seguendo le sue idee liberali, noi saremo con lui».

Continua: «Voteremo sì alla riforma come ha detto in aula l’altro giorno Enrico Costa. Speriamo che il Guardasigilli abbia la forza di andare fino in fondo».

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L’intuizione è una capacità che consente di oltrepassare i passaggi logici nel processo di risoluzione di un problema, in modo tale da arrivare immediatamente alla soluzione.

Sviluppare il proprio intuito significa avere l’occasione di accedere ad uno degli strumenti più potenti della nostra mente. L’intuito ci aiuta ad evitare di commettere errori di cui potremmo pentirci, ad avere relazioni migliori e a dare una spinta alla nostra carriera.

Se riuscissimo ad unire intuito e logica saremmo in grado di sfruttare al 100% il nostro potenziale. Vediamo che cos’è l’intuito, come accoglierlo e svilupparlo.

Cosa blocca il nostro intuito

L’intuito è uno strumento fondamentale, necessario per risolvere alcuni problemi complessi, che ci porta velocemente verso soluzioni originali.

Per comprendere come funziona un’intuizione, dobbiamo comprendere ciò che blocca il nostro intuito.

Per esempio, potremmo non riuscire a comprendere un problema perché diamo per scontato delle ipotesi; oppure ci fossilizziamo su un’idea bloccando il pensiero “fuori dagli schemi”; o, ancora, applichiamo sempre lo stesso approccio ma in maniera differente.

Quando ci troviamo di fronte ad un nuovo problema, ad una nuova persona o ad una nuova situazione, sarà del tutto naturale avere dei pregiudizi, applicando modi di pensare ai quali siamo già abituati.

Non è cattiveria: i cosiddetti bias cognitivi aiutano il nostro cervello a risparmiare tempo ed energie. Il primo passo da compiere, in questi casi, è la consapevolezza.

I tre elementi di un’intuizione

Mark Beeman, uno dei maggiori esperti in tema, dice che ci sono tre elementi che compongono un’intuizione:

  1. la soluzione è inconscia. Abbiamo un’intuizione nel momento in cui non stiamo pensando, a livello conscio, a quel problema. Un esempio? Le idee geniali che ci vengono mentre siamo sotto la doccia;
  2. la mente deve essere rilassata. Perché abbiamo intuizioni sotto la doccia? Perché ci stiamo rilassando, allontanando stress ed energie negative grazie allo scroscio dell’acqua calda;
  3. ci sentiamo pervasi da una sensazione di sorpresa. Se la risposta emerge improvvisamente nella nostra mente e ci prende alla sprovvista, ci pervade un senso di fiducia, che si rivelerà fondamentale per ulteriori intuizioni.

Strategie per rafforzare la nostra intuizione

Rafforza il tuo vocabolario

Il linguaggio rappresenta una delle conquiste più importanti per gli esseri umani.

Tuttavia, ad oggi diamo per scontata la nostra capacità di comunicazione tramite la parola, che sia essa scritta o parlata. Nemmeno ci rendiamo conto di come sarebbe il mondo, se non avessimo la capacità di parlare!

Per questo sottovalutiamo anche l’impatto che ha il linguaggio sul nostro pensiero. Più il nostro linguaggio è povero, più i nostri pensieri si riveleranno limitati, ripetitivi.

Con un ampio vocabolario ed evolute capacità di linguaggio, invece, avremo un pensiero più profondo, articolato e variegato. Tutte caratteristiche indispensabili per la nascita di nuove intuizioni.

Come rafforzare il nostro vocabolario? Leggendo, leggendo e leggendo!

Arrenditi

Possiamo scordarci di avere la giusta intuizione continuando a prendere a capocciate il muro. Per andare avanti, dobbiamo arrenderci.

Se ci fossilizziamo sempre sulla stessa soluzione, quella sbagliata, perderemo di vista le soluzioni alternative. Per far maturare la corretta intuizione, infatti, dobbiamo assolutamente inibire le soluzioni sbagliate.

Se ci arrendiamo, temporaneamente, liberando le energie impiegate nella ricerca di una soluzione logica, la nostra mente riuscirà ad attivare il meccanismo dell’intuito.

Dunque, se ci ritroviamo ad impazzire, inseguendo un problema che ci sembra irrisolvibile, è meglio staccare la spina e fare una passeggiata in mezzo alla natura, affinché l’intuito possa fare il suo lavoro.

Comincia a meditare

La meditazione, a differenza di quello che in molti pensano, non è affatto una tecnica di rilassamento.

È, invece, una tecnica di introspezione (che aiuta anche a rilassarsi). Meditare significa osservare la propria mente evitando di emettere giudizi.

Se lo facciamo quotidianamente, cominceremo ad avere consapevolezza di come ci inganna il nostro ego e di tutti quegli schemi mentali in cui ci incastriamo e che bloccano le nostre intuizioni.

Spazio all’empatia

Le nostre intuizioni sono bloccate dell’incapacità di uscire dagli schemi mentali. Viviamo troppo nella nostra testa e non siamo abituati a metterci nei panni delle altre persone.

Se vogliamo rafforzare il nostro intuito dobbiamo cominciare a coltivare l’empatia, ovvero, a riconoscere e comprendere le emozioni delle altre persone.

Dobbiamo sforzarci di vedere veramente il mondo, le situazioni e i problemi attraverso gli occhi di chi ci circonda, ma anche approfondendo contesti e culture differenti.

Liberiamo la creatività

L’ultima strategia per coltivare l’intuito ha a che fare con la creatività: non avremo mai intuizioni originali, infatti, se soffochiamo la nostra creatività.

Da piccoli ci lasciamo guidare dall’intuito. Più cresciamo, però, più ci abbandoniamo alla ragione, che aumenta i nostri livelli di stress e ci porta a commettere errori.

Impariamo, invece, a fidarci del nostro intuito, per cominciare a dare il giusto senso alla nostra vita e al nostro lavoro.

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