“Di carcere ci si ammala”: la crisi della sanità colpisce anche i detenuti

Anche la salute dei detenuti è a rischio. A lanciare l’appello il notiziario dei detenuti della Casa di reclusione di Rebibbia, che ricorda come negli istituti penitenziari i medici destinati alle cure dei detenuti «sono pochi. Sempre meno. Capita che il medico di base o lo specialista che va in pensione non venga sostituito e che i bandi indetti dalle Asl vadano deserti, oppure che si debba aspettare molto tempo prima che arrivi la nuova nomina e questo significa ulteriori forti disagi per noi “ristretti” che già subiamo gli effetti nefasti del sovraffollamento».

A Rebibbia, per esempio, che conta 300 detenuti, ci sono soltanto due medici di base, al posto dei quattro previsti.

L’appello vuole ricordare che siamo di fronte a cittadini che hanno sbagliato, e proprio per questo scontano la loro condanna, ma «non per questo abbiamo perso il diritto alla salute e alla dignità di persona. Un diritto vero, non solo scritto sulla carta».

Continua l’appello: «Senza di voi, senza la vostra competenza, professionalità e generoso impegno nelle carceri, infatti, il nostro diritto costituzionale alla “cura” resta vuoto». Quello che chiedono ai medici è di far sì che i giovani li affianchino con dei tirocini, e che sia consentito «al medico o specialista di prolungare la sua attività professionale nel carcere anche se in pensione e a chi opera nelle strutture pubbliche di poter dedicare del tempo ulteriore anche al servizio della popolazione reclusa».

Necessarie molte «più ore e più specialisti per seguire chi ha patologie psichiatriche. Più risorse destinate alla sanità penitenziaria e alle attività di cura. Luoghi adeguati sul territorio per accogliere chi soffre di patologie psichiatriche o di dipendenza che non possono essere affrontate nei penitenziari».

L’appello, inoltre, ricorda come «di carcere ci si ammala. Uno studio recente attesta che una percentuale compresa tra il 60% e l’80% della popolazione detenuta è affetta da almeno una patologia. In carcere ci si ammala tanto, e curarsi è sempre più difficile, malgrado l’encomiabile impegno dei medici presenti nei penitenziari».

Tuttavia, i medici «sono sempre meno. La crisi della sanità pubblica e la mancanza di risorse, infatti, colpiscono in modo diretto e pesante i livelli di assistenza sanitaria, le condizioni di vita e di lavoro dei medici, ma anche quelli della popolazione detenuta che già oggi sconta la carenza di assistenza sanitaria, la difficoltà a usufruire in tempi efficaci di esami clinici e prestazioni specialistiche».

Anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, risponde all’appello: «Il grido di allarme sulla carenza di assistenza sanitaria in carcere dei detenuti di Rebibbia (ma che vale anche per gli altri istituti di pena) non può restare inascoltato. Attiveremo le istituzioni per quanto possiamo fare noi. E siamo disponibili a sollecitare un tavolo, a trovare soluzioni e per tutto quello che può servire a migliorare il livello di assistenza nelle carceri».


LEGGI ANCHE:

La durata del Processo Penale è scesa sotto i mille giorni

Quishing: attenzione alle truffe che utilizzano i QR Code

La durata del Processo Penale è scesa sotto i mille giorni

Un processo penale, in media, ora dura meno di mille giorni. Accelera anche l’abbattimento dell’arretrato, perfettamente in linea con gli obiettivi prefissati dal Pnrr.

Se confrontiamo i valori del 30 giugno 2023 con quelli del 2019 notiamo una decisa riduzione della durata dei processi, che viene calcolata basandosi sul disposition time, ovvero l’indicatore di durata che va a misurare il rapporto presente tra i processi pendenti e tra quelli definiti: nel civile si registra un -19,2%, mentre nel penale un -29%.

Questo è quanto emerge dai dati del monitoraggio del primo semestre del 2023, a seguito dell’entrata in vigore delle riforme del processo penale e civile, dati che attestano i cambiamenti a livello organizzativo degli uffici giudiziari.

La tendenza che è stata registrata nel primo trimestre del 2023 è perfettamente in linea con gli obiettivi concordati con la Commissione Europea, ovvero una riduzione entro giugno 2026 del 25% della durata dei processi penali.

Un po’ più contenuto il calo dei procedimenti in ambito civile, ovvero -1% rispetto al 2022, anche se è positivo l’andamento del Tribunale (-8,9%) e della Corte d’Appello (-7,8%). Se verrà rispettato questo andamento, l’obiettivo prefissato con la Commissione europea circa la riduzione del disposition time del 40% entro giugno 2024 risulta facilmente raggiungibile.

Circa l’arretrato civile, invece, i dati segnalano un’accelerazione per quanto riguarda la tendenza allo smaltimento, in particolar modo nel Tribunale. Le variazioni rispetto al 2019 alla data del 30 giugno 2023 sono: -19,7% in Tribunale; -33,7% in Corte di appello.

Lo smaltimento dell’arretrato resta al di sotto di quello necessario per il raggiungimento degli obiettivi che sono stati concordati con la Commissione Europea, che prevedono un -90% per giugno 2026.


LEGGI ANCHE:

Quishing: attenzione alle truffe che utilizzano i QR Code

Se gli allegati della notifica via Pec sono illeggibili il destinatario deve informare il mittente

Quishing: attenzione alle truffe che utilizzano i QR Code

Sono presenti dappertutto: nelle vetrine dei negozi, nei tavoli dei ristoranti, nelle reception degli alberghi. I QR Code sono molto utilizzati per accedere a varie informazioni, ma sono anche un ottimo bersaglio da parte degli hacker.

Secondo una ricerca effettuata da Harmony Email si registra un aumento del 587% delle truffe attraverso i QR Code. Questo fenomeno ha anche un nome, il quishing, derivante dall’unione tra QR Code e phishing (ovvero la truffa telematica che estrapola informazioni personali attraverso la simulazione di finte pagine web che ingannano gli utenti).

Leggi anche: Esempi di Mail di Phishing

Per il ricercatore e analista Jeremy Fuchs, i malintenzionati creano dei falsi QR Code, così il malcapitato, una volta inquadrato il codice con la fotocamera, viene reindirizzato ad un sito nel quale dovrà inserire credenziali e dati sensibili, incluse informazioni di tipo bancario.

Questi tipi di QR Code solitamente arrivano tramite mail, accompagnati da un testo contenente finte istruzioni per l’accesso ai loro account, che risultano disattivati temporaneamente. Dichiara Fuchs: «Abbiamo implementato, rapidamente, una protezione per i QR Code. Bisogna disporre di diversi strumenti per poter reagire tempestivamente ai cambiamenti nel panorama degli attacchi. Non possiamo sempre sapere in quale direzione si muoveranno gli hacker. Ma abbiamo gli strumenti fondamentali per combatterli».

Il QR Code è un’immagine quadrata con dei moduli neri su uno sfondo bianco, contenente informazioni specifiche. È una specie di codice a barre, che, dopo essere scansionato, reindirizza verso un altro sito oppure un’altra app.

Durante la pandemia i QR Code hanno cominciato a spopolare, e per questo i criminali informatici hanno cominciato a sfruttarli. Spiega Fuchs: «Sono un ottimo modo per ingannare gli utenti. L’immagine può nascondere un collegamento dannoso e se l’immagine originale non viene scansionata e analizzata, apparirà semplicemente come un’immagine normale. E poiché gli utenti finali sono abituati a scansionare i Codici QR, riceverne uno via mail non è necessariamente motivo di preoccupazione».

Fondamentale seguire alcune semplici regole per evitare di cadere vittima degli hacker. Come prima cosa, se un QR Code arriva da uno sconosciuto evitiamo di scansionarlo, e soprattutto non condividiamo dati personali, codici di sicurezza e numeri delle carte di credito.

Controllare sempre molto attentamente anche il mittente, così come il link in allegato: prima di cliccarlo, meglio copiarlo nella barra del browser. Un altro indizio utile per comprendere se la mail arriva da malintenzionati sono gli errori grammaticali, spesso presenti in questo tipo di messaggi.


LEGGI ANCHE:

Se gli allegati della notifica via Pec sono illeggibili il destinatario deve informare il mittente

Nessun diritto alla pensione di anzianità se l’Avvocato resta nell’Albo

Se gli allegati della notifica via Pec sono illeggibili il destinatario deve informare il mittente

Nelle notificazioni tramite Pec, se il messaggio che perviene regolarmente al destinatario riporta gli estremi fondamentali per la notificazione, si denota la «nullità», e non la «inesistenza» della notificazione in caso di presenza di anomalie che rendano illeggibili gli allegati.

Il destinatario dovrà informare il mittente di eventuali difficoltà per quanto concerne la presa visione di tali allegati. Questo è quanto affermato dalla Corte di Cassazione, ordinanza 30082/2023 del 30/10/2023.

Leggi anche: Spunta Blu per la PEC: di che cosa si tratta?

La Corte d’Appello aveva già dichiarato l’improcedibilità dell’appello da parte del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca contro una sentenza nella quale il Tribunale aveva accolto le richieste avanzate da impiegati amministrativi per quanto concerne il diritto all’assunzione con contratto a tempo indeterminato.

Il ricorso in appello era stato depositato in cancelleria, ed integrato con il decreto di fissazione dell’udienza. L’Avvocatura dello Stato aveva trasmesso al difensore dei ricorrenti un messaggio a mezzo Pec, che conteneva la menzione degli atti notificati allegati al messaggio.

Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ritenuto, vista la dimensione degli atti, ovvero di 1 byte, che si trattasse di file vuoti. Dunque, per il giudice, la notificazione dell’atto era «inesistente», a causa della «totale mancanza materiale dell’atto da notificare».

Il Ministero ha proposto ricorso per Cassazione, contestando di non aver preso in considerazione anche il dovere del destinatario della notificazione di procedere con la segnalazione al notificante di anomalie per quanto concerne l’invio degli atti tramite Pec, oltre ad aver trattato come «inesistente» una «mera irregolarità, o, al più, di nullità della notificazione».

Più volte la Cassazione ha messo in guardia il giudice circa la necessità di considerare la «inesistenza» della notificazione in quanto residuale, poiché è «configurabile, oltre che in caso di totale mancanza materiale dell’atto, nelle sole ipotesi in cui venga posta in essere un’attività priva degli elementi costitutivi essenziali idonei a rendere riconoscibile quell’atto» (Cassazione, Sezioni Unite, 14916/2016).

Nello specifico, la trasmissione degli atti, così come la consegna, sono avvenuti correttamente. Si rileva, tuttavia, la «totale mancanza materiale dell’atto, perché gli allegati, pur menzionati nel messaggio di posta elettronica certificata, risultano inconsistenti, come desumibile dall’indicazione delle dimensioni pressoché nulle dei relativi documenti informatici».

La Corte di legittimità, viste le dimensioni degli allegati, ribadisce il dovere del destinatario di «informare il mittente della difficoltà nella presa visione degli allegati trasmessi via Pec, onde fornirgli la possibilità di rimediare a tale inconveniente» (Cassazione 4624/2020).

Per la Cassazione è decisivo il fatto che la Pec trasmessa al difensore riportava precisamente l’oggetto della notificazione, la sua provenienza, i nomi degli appellati e il numero di iscrizione a ruolo del processo presso la Corte d’Appello.

Viene dunque esclusa la «inesistenza» della notificazione vista l’idoneità della conoscenza dell’oggetto. Per concludere, la Cassazione, «obbliga il giudice d’appello a fissare un termine perentorio per la rinnovazione che “impedisce ogni decadenza” secondo la regola generale contenuta nell’articolo 291 codice procedura civile, che prescinde da qualsiasi valutazione sulla incolpevolezza del notificante».


LEGGI ANCHE:

Nessun diritto alla pensione di anzianità se l’Avvocato resta nell’Albo

Testamenti olografi, nasce il registro informatico dei notai

Nessun diritto alla pensione di anzianità se l’Avvocato resta nell’Albo

Secondo l’ordinanza 27049/2023, la Cassazione stabilisce che, nel caso in cui un avvocato continui ad esercitare la libera professione, non è legittimato alla richiesta di un risarcimento per danno derivato dalla mancanza della percezione della pensione di anzianità, di cui non ha diritto a causa della mancata cancellazione dall’albo.

Un avvocato, basandosi sulla legge 45/1990, era riuscito ad ottenere il ricongiungimento dei contributi previdenziali presso Inps. Successivamente lo stesso ha deciso di intentare una causa contro Cassa Forense e contro Inps per rivalutare, a fini previdenziali, i periodi trascorsi in quanto dipendente dell’Ilva, dunque con esposizione all’amianto.

In prima istanza, il Tribunale di Taranto ha approvato la rivalutazione dei contributi, e l’Inps avrebbe dovuto versarli a Cassa Forense. Successivamente, il professionista richiede alla Cassa di risarcire il danno causato dal mancato riconoscimento alla pensione di anzianità.

Secondo il Tribunale il professionista era in possesso di tali requisiti per l’ottenimento della pensione di anzianità, concedendo il risarcimento del danno sulla mancata costituzione della pensione da parte dalla Cassa. Conferma la decisione anche la Corte d’Appello.

La difesa di Cassa Forense, di fronte alla Suprema Corte, solleva tre questioni.

Per prima cosa, viene sottolineato come la pensione di anzianità sia subordinata alla cancellazione dall’albo, e dunque anche dal termine della professione. Successivamente si afferma che in assenza del trasferimento dei contributi dell’Inps, Cassa Forense non avrebbe avuto modo di completare la procedura per la ricongiunzione.

La terza questione riguarda il fatto che il professionista aveva proseguito la sua attività lavorativa in quanto avvocato con pieno reddito, con introiti ingiustificati circa la pensione e il reddito da lavoro.

La Cassazione ammette il ricorso presentato dalla Cassa, valutando se il comportamento da parte dell’Ente previdenziale fosse contro legge, tanto da poter giustificare un eventuale risarcimento.

La sentenza, in primo luogo, non ha ritenuto che la Cassa non avesse rispettato la legge, specificando anche come la 45/1990 abbia degli obblighi procedurali ben precisi al fine della gestione previdenziale; in secondo luogo, invece, è stata esclusa la possibilità di configurare un danno risarcibile che corrisponda alla pensione di anzianità che non è stata erogata dalla Cassa.

Infatti, affinché un danno possa essere considerato risarcibile, il diritto dovrà essere pregiudicato irrimediabilmente, e il titolare non potrà procedere alla richiesta del riconoscimento di questo diritto. Nello specifico, il diritto alla pensione di anzianità non era stato permanentemente negato, poiché i contributi non erano nemmeno stati trasferiti.

Mancava anche una condizione essenziale per poter ottenere la pensione di anzianità, ovvero la cancellazione dall’albo degli avvocati. La Cassazione stabilisce pertanto che, nel caso in cui un avvocato continui nell’esercizio della professione, senza raggiungere la pensione di anzianità, non potrà richiedere un risarcimento su tale pensione, nel caso in cui non sia avvenuta la cancellazione dall’albo.


LEGGI ANCHE:

Testamenti olografi, nasce il registro informatico dei notai

Elon Musk presenta la sua nuova intelligenza artificiale: si chiama Grok e «ha un animo ribelle»

Testamenti olografi, nasce il registro informatico dei notai

Dal 6 novembre 2023 diventa pienamente operativo il Registro Volontario dei Testamenti Olografi, che ha visto la realizzazione da parte del Consiglio Nazionale del Notariato attraverso Notartel Spa, che si occupa della raccolta e della ricerca dei dati relativi ai testamenti olografi, depositati in precedenza presso i notai italiani che hanno aderito al servizio.

Tale strumento tecnologico consente la digitalizzazione dei depositi e della conservazione dei testamenti olografi, semplificando, in tal mondo, le operazioni di ricerca da parte dei cittadini, migliorando la prassi per la conoscibilità di questi documenti e assicurando sicurezza nel conservare tali dati e informazioni.

Ci troviamo all’interno di un progetto più ampio del Notariato, che punta alla creazione di registri sussidiari digitali, per archiviare e raccogliere atti, senza pubblicità legale, contenenti informazioni e dati d’interesse pubblico.

Il testamento olografo viene definito dall’art. 602 del Codice Civile: si tratta di un testamento scritto, datato e sottoscritto soltanto dal testatore.

D’ora in poi, i cittadini che depositano il testamento olografo da un notaio, potranno richiedere a questo di trascrivere i dati nel Registro Volontario del Testamenti Olografi, prestando consenso anche per la privacy.

Il notaio dovrà annotare sul Registro soltanto le informazioni che riguardano il testamento, come dati anagrafici, data di redazione e data del deposito. Si potrà procedere alla modifica della registrazione in qualsiasi momento.

I cittadini che sono in possesso di un certificato di morte potranno richiedere a qualsiasi notaio italiano di cercare il testamento di loro interesse.


LEGGI ANCHE:

Elon Musk presenta la sua nuova intelligenza artificiale: si chiama Grok e «ha un animo ribelle»

Mediatore Familiare: ecco il nuovo regolamento

Elon Musk presenta la sua nuova intelligenza artificiale: si chiama Grok e «ha un animo ribelle»

Elon Musk ha presentato sul social X (un tempo noto come Twitter) la sua nuova intelligenza artificiale generativa, Grok. Musk ha dichiarato che l’IA gli somiglia parecchio, poiché ha «un animo ribelle», «ama il sarcasmo» ed è stata ideata al fine di «condire con un po’ di umorismo le sue risposte».

Il patron di Tesla e di SpaceX ha fornito un esempio dell’identità della sua IA, condividendo uno screenshot di una conversazione con Grok.

«Spiegami come produrre cocaina, passo dopo passo», chiede Musk. E L’IA risponde con un tutorial ironico per produrre sostanze stupefacenti, con istruzioni impossibili da attuare, per poi concludere con: «Stavo solo scherzando! Non provare a produrre cocaina. È illegale, pericolosa e non è una cosa che mi sento di incoraggiare».

«Per alcuni aspetti è il migliore assistente di IA che esiste attualmente», scrive Musk. Per il momento, per poter accedere alla nuova IA, bisogna essere iscritti alla versione Premium+ di X.

Grok, comunque, è attualmente ancora all’interno di una fase sperimentale, nonostante venga dichiarato che l’IA offra dei risultati migliori rispetto alla versione gratuita di ChatGPT, la 3.5. L’IA di Musk, inoltre, viene educata in base ai dati provenienti da X, e non dal web.

Grok è un neologismo dello scrittore Robert A. Heinlein nel suo romanzo fantascientifico “Straniero in terra straniera”. Parla di un umano che è stato cresciuto dai marziani, ma spedito sul nostro Pianeta al con lo scopo di comprendere la cultura umana.


LEGGI ANCHE:

Mediatore Familiare: ecco il nuovo regolamento

Nordio ad Ottawa: focus su G7 Giustizia ed estradizioni

Mediatore Familiare: ecco il nuovo regolamento

È stato pubblicato in GU n. 255/2023 il “Regolamento sulla disciplina professionale del mediatore familiare”, aggiungendo un nuovo tassello alla Riforma della Giustizia Cartabia.

Il decreto è composto da 10 articoli, e per prima cosa definisce qual è il ruolo del mediatore familiare. Si tratta di una «figura professionale terza e imparziale, con una formazione specifica, che interviene nei casi di cessazione o di oggettive difficoltà relazionali di un rapporto di coppia, prima, durante o dopo l’evento separativo».

Lo scopo è quello di «facilitare i soggetti coinvolti nell’elaborazione di un percorso di riorganizzazione di una relazione, anche mediante il raggiungimento di un accordo direttamente e responsabilmente negoziato e con riferimento alla salvaguardia dei rapporti familiari e della relazione genitoriale, ove presente».

Il compenso varia a seconda della complessità del caso, così come dal livello di conflittualità presente, e corrisponderà ad un prezzo compreso tra 80 e 160 euro per ogni incontro. Tali elementi verranno specificati al cliente prima dell’assunzione dell’incarico in forma scritta da parte del mediatore.

In questa cifra non troviamo le spese forfettarie, oneri o contributi. Nel compenso saranno considerate soltanto le «attività accessorie alla prestazione professionale», mentre nel caso degli incarichi non conclusi si terrà conto soltanto «dell’opera effettivamente svolta».

Si legge nel decreto: «Ciascuno dei mediandi si impegna a corrispondere al mediatore familiare per ogni incontro effettivamente svolto la somma di € 40,00 oltre oneri di legge». Tale somma viene moltiplicata tenendo presente alcuni parametri:

  • Complessità e conflittualità bassa: moltiplicato 1;
  • Complessità e conflittualità media: moltiplicato 1,5;
  • Complessità e conflittualità alta: moltiplicato 2.

Per l’esercizio della professione, oltre ad essere in possesso di requisiti di onorabilità, sarà necessario possedere anche una laurea triennale in ambito umanistico-sociale, un’attestazione rilasciata dalle associazioni professionali e una certificazione di conformità relativa alla normativa UNI 11644. È sempre possibile esercitare l’attività se in «possesso dell’attestato di mediatore familiare».

Per quanto concerne il corso di formazione iniziale sarà necessario svolgere «non meno di duecentoquaranta ore di lezioni teorico-pratiche, di cui almeno il 70% dedicato alle materie della mediazione familiare».

Il 75% delle ore dovrà essere svolto in presenza, oppure in collegamento audiovisivo. Previste, inoltre, «non meno di ottanta ore di pratica guidata con un formatore con pluriennale esperienza di mediatore familiare, di cui almeno quaranta in affiancamento in procedimenti di mediazione familiare».

L’esame finale comprenderà:

  • Una prova scritta composta da domande a risposte aperte;
  • Una prova pratica con un “role playing”;
  • Una prova orale con colloquio valutativo, con presentazione di un elaborato scritto che riguarda il percorso formativo che è stato svolto.

LEGGI ANCHE:

Nordio ad Ottawa: focus su G7 Giustizia ed estradizioni

Notifiche fiscali sulla Pec e scadenza immediata dalla notifica

Nordio ad Ottawa: focus su G7 Giustizia ed estradizioni

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si è recato ad Ottawa, in Canada, per incontrare Arif Virani, Attorney general e ministro della Giustizia del Canada, e Richard Wagner, il presidente della Corte suprema.

Il Guardasigilli, visto l’imminente G7 Giustizia, previsto per il prossimo maggio 2024 a Venezia, ha deciso di invitare anche il collega canadese, che ha garantito la sua presenza.

Nel summit si discuterà circa il coordinamento delle indagini per quanto concerne i crimini commessi in Ucraina contro l’umanità, così come la prevenzione della corruzione nella fase di ricostruzione.

Ulteriore focus del G7 Giustizia riguarderà la lotta al traffico internazionale di stupefacenti, comprese anche le droghe sintetiche, che nel Nord America rappresentano una vera e propria emergenza.

Nordio, inoltre, durante il colloquio con il collega canadese, ha inviato ad una maggior cooperazione a livello giudiziario tra l’Italia e il Canada per quanto riguarda l’estradizione. Sono numerose, infatti, le richieste per estradizione di indagati, soprattutto per associazione criminale di stampo mafioso, pendenti da troppo tempo.

Il Guardasigilli inoltre ha incontrato le principali autorità istituzionali canadesi con origini italiane, e ha discusso sui sistemi giudiziari dei rispettivi Paesi con Richard Wagner, il presidente della Corte Suprema.

Nordio, dopo aver fatto tappa a Washington e ad Ottawa, ora si recherà a New York City.


LEGGI ANCHE:

Notifiche fiscali sulla Pec e scadenza immediata dalla notifica

Facebook e Instagram diventano a pagamento

Notifiche fiscali sulla Pec e scadenza immediata dalla notifica

Tutta le notifiche fiscali, come contestazioni e cartelle esattoriali, saranno spedite al contribuente sul proprio domicilio digitale, e nel caso in cui la cartella risulti satura, sarà previsto anche un secondo invio.

Scatterà immediatamente, ovvero nel momento in cui il gestore della pec o del domicilio digitale certificherà la consegna, la decorrenza dei termini per quanto riguarda i pagamenti, la prescrizione o la decadenza.

Tutto ciò è previsto dalla bozza dello schema del decreto legislativo che esegue una parte della delega fiscale per quanto riguarda accertamenti e controlli.

Nel caso in cui gli atti siano destinati a persone fisiche, professionisti oppure enti di diritto privato verranno inviati al domicilio digitale professionale presente nell’Indice. Se inesistente, al solo domicilio digitale presente.

Consentite, nell’amministrazione, la consultazione telematica, così come l’estrazione degli indirizzi. Per quanto concerne atti, avvisi e provvedimenti, che devono essere notificati secondo legge, nel caso in cui il domicilio digitale in questione è saturo, l’ufficio prova a fare un nuovo tentativo di consegna passati sette giorni dopo il primo invio.

Se anche dopo il secondo tentativo l’operazione non va in porto a causa di una cartella di posta elettronica e pec satura, si ricorrerà alle classiche disposizioni per quanto riguarda la notificazione.

Nella norma si specifica che, per rispettare i termini di prescrizione e decadenza, la notificazione verrà perfezionata nel momento in cui il gestore delle pec o del recapito certificato qualificato trasmette la ricevuta di accettazione, con tanto di attestazione temporale che dimostra che la spedizione del messaggio è effettivamente avvenuta.


LEGGI ANCHE:

Facebook e Instagram diventano a pagamento

Lockdown: risarcimento di mille euro per un minore chiuso in casa

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Acn
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto