Una giustizia più rapida, moderna e indipendente per rilanciare l’economia nazionale. È questa la visione al centro della riforma costituzionale promossa dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che, in un’intervista a margine della celebrazione per il 44° anniversario del quotidiano economico, ha spiegato come i principali interventi normativi in cantiere siano pensati non solo per rafforzare lo Stato di diritto, ma anche per rendere l’Italia più attrattiva agli occhi degli investitori internazionali.
Separazione delle carriere e giudice terzo
Il punto cardine resta la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, considerata essenziale per assicurare la piena imparzialità del giudice e garantire quella distanza istituzionale che, secondo Nordio, è necessaria per tutelare il principio del giusto processo.
«La riforma – spiega il Guardasigilli – punta a liberare la magistratura dai condizionamenti interni, riducendo il peso delle correnti e rafforzando la fiducia dei cittadini nella terzietà del giudice». Una misura che, secondo il ministro, non indebolisce il sistema, ma lo rende più trasparente e coerente con le migliori pratiche europee.
Processo più veloce, Stato più competitivo
Altro tassello fondamentale è la riduzione dei tempi processuali, tanto nel civile quanto nel penale. Il ministro rivendica i progressi già compiuti e annuncia ulteriori interventi per tagliare i tempi della giustizia. «Abbattere i ritardi significa dare certezze a cittadini e imprese», osserva Nordio. «Una giustizia che funziona è un incentivo diretto per chi vuole investire nel nostro Paese».
La svolta digitale
Accanto agli interventi ordinamentali, la riforma prevede anche un forte potenziamento della digitalizzazione del sistema giudiziario. «La piena efficienza – sottolinea il ministro – non può prescindere dall’adeguamento tecnologico. Abbiamo già avviato un piano per informatizzare i procedimenti e semplificare l’accesso ai servizi giudiziari, a beneficio anche delle pubbliche amministrazioni».
Una modernizzazione che non riguarda solo gli uffici giudiziari, ma l’intero impianto organizzativo del Ministero della Giustizia, che punta a divenire un modello di efficienza nel contesto della pubblica amministrazione.
Carceri e legalità diffusa
Il ministro ha ribadito anche l’impegno nella lotta al sovraffollamento carcerario, altro punto critico del sistema giustizia. In questo senso, la riforma prevede un insieme di misure volte a coniugare rigore, sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali.
Il dialogo con Anm e Csm
Sulle critiche mosse dall’Associazione Nazionale Magistrati e sul dibattito interno al Consiglio Superiore della Magistratura, Nordio tende la mano: «Il confronto è sempre aperto. Nonostante le divergenze, il rapporto con Anm e Csm è costante e cordiale. Tutti condividiamo l’obiettivo di rafforzare la giustizia italiana».
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