Confintesa FP: “Il personale giudiziario non può essere il capro espiatorio del fallimento del Processo Penale Telematico”

Ancora una volta, il personale del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria si trova a fronteggiare accuse che puntano a individuare un capro espiatorio per i problemi del sistema. Confintesa Funzione Pubblica denuncia come, anche in questa occasione, la responsabilità venga scaricata su lavoratori già provati da anni di insufficienze strutturali e demansionamento.

Secondo il sindacato, il personale vive una condizione di disagio cronico: progressioni di carriera promesse ma mai realizzate, collocazioni inadeguate e accordi siglati, spesso disattesi. Nonostante ciò, viene ora additato dall’avvocatura come principale responsabile delle criticità legate al Processo Penale Telematico (PPT), un sistema che non funziona come dovrebbe.

Formazione inesistente e strategie lacunose

Confintesa punta il dito contro una gestione ministeriale priva di programmazione. “La mancanza di una formazione adeguata è lampante. In molti casi, non si è mai avuta una preparazione concreta e mirata”, denuncia il comunicato, evidenziando come il Ministero abbia dato priorità al lancio del PPT, trascurando aspetti fondamentali come la formazione del personale.

È legittimo, si chiedono i sindacalisti, imputare ai dipendenti la responsabilità di un progetto male impostato sin dall’inizio?

Il personale: dedizione silenziosa ma senza riconoscimenti

Il comunicato riflette anche sull’atteggiamento del personale, spesso caratterizzato da uno stoicismo che rischia di diventare un’arma a doppio taglio. “I dipendenti continuano a lavorare con professionalità, sopportando difficoltà crescenti e abbassando la testa, senza mai reagire in modo costruttivo,” osserva Confintesa. Questo atteggiamento, pur encomiabile per la tenacia dimostrata, potrebbe aver contribuito a perpetuare una situazione di immobilismo.

Riforme e valorizzazione per un sistema efficiente

Per il sindacato, il punto di partenza per superare l’attuale impasse è il riconoscimento dell’impegno e della dedizione del personale giudiziario. “Non si può continuare a scaricare le colpe su chi lavora nel sistema, ma occorre affrontare le vere problematiche con una visione di insieme”, sottolinea il comunicato.

La strada per il miglioramento passa da riforme radicali, che comprendano una reale valorizzazione delle risorse umane, il rispetto degli accordi, e una formazione mirata e coerente. Solo così, conclude Confintesa, sarà possibile garantire l’efficienza del Processo Penale Telematico e il buon funzionamento dell’intera organizzazione giudiziaria.


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Il ministro Nordio all’Aja per bilaterale con l’omologo olandese

Roma, 19 novembre – Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha incontrato oggi pomeriggio l’omologo olandese, David van Weel. È il primo incontro fra i due ministri dopo l’insediamento del nuovo governo neerlandese. Al centro del colloquio la lotta alla criminalità organizzata transnazionale, la difesa delle democrazie e la tutela dello stato di diritto come priorità per l’UE, l’impegno comune nel contrasto al traffico illegale di droghe sintetiche nei porti europei.

La lotta alla criminalità organizzata transnazionale è una priorità per i nostri governi”, ha affermato il ministro Nordio, sottolineando la recente visita in Italia di una delegazione di procuratori olandesi nell’ambito di un’attività di confronto in materia di cooperazione giudiziaria con i colleghi italiani. Il riferimento al modello italiano dell’antimafia è previsto dall’accordo di coalizione dell’esecutivo olandese.

I due ministri hanno poi condiviso la necessità di unire le forze per combattere il crimine organizzato finalizzato alla tratta di esseri umani e all’immigrazione illegale. Essi hanno inoltre discusso sulla competenza riguardo alla definizione di paese sicuro nelle rispettive legislazioni. “Il problema della lotta alla immigrazione irregolare – ha spiegato il ministro Nordio – non è solo italiano e olandese, ma europeo”. Per questo i due ministri hanno condiviso l’opportunità di affrontare il tema già alla prossima riunione della Consiglio europeo giustizia che si terrà il 13 dicembre.

L’Italia e l’Olanda, hanno condiviso i due ministri, sono allineate anche nel contrasto a tutti i reati derivanti dall’utilizzo illegale delle nuove tecnologie, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale: “l’obiettivo principale è regolamentare l’uso di queste nuove tecnologie sulla base di una visione antropocentrica, in cui l’uomo è protagonista dello sviluppo delle capacità dell’IA”, ha sottolineato Nordio.

I due ministri hanno infine confermato il loro sostegno alla coalizione di Paesi europei contro il crimine organizzato per intensificare il contrasto alle attività criminali dei Narcos nei porti europei.


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Innovazione tecnologica e giustizia: il contributo di Servicematica e le sfide del processo civile telematico

Si è tenuto un incontro di alto profilo sull’innovazione tecnologica applicata alla giustizia, moderato da Rosa Colucci. L’evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali ed esperti del settore, tra cui Ettore Sala, Capo dipartimento Innovazione tecnologica del Ministero della Giustizia, Federica Santinon della Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense, e Matteo Zandonà e Gianluca Zandonà di Servicematica, azienda leader nel campo della digitalizzazione giudiziaria.

Tra gli interventi, quello di Gianluca Zandonà ha illustrato il ruolo pionieristico di Servicematica nel processo civile telematico (PCT). “Servicematica ha seguito fin dall’inizio il PCT, contribuendo a creare le infrastrutture nei tribunali e supportando costantemente gli aggiornamenti del sistema”, ha spiegato Zandonà. L’azienda ha inoltre sviluppato software innovativi per pubbliche amministrazioni, ordini professionali, organismi di mediazione e di composizione della crisi.

Un esempio emblematico del loro impegno è il progetto nato in Veneto durante la pandemia, grazie alla collaborazione con l’avvocata Federica Santinon, ex Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia, e l’avvocato Alessandro Moscatelli, Presidente dell’Ordine di Vicenza. Il progetto, avviato nei tribunali di Venezia e Vicenza, ha introdotto monitor informativi dislocati nei piani e presso le stanze dei giudici, permettendo agli avvocati di visualizzare in tempo reale il ruolo d’udienza.

“Abbiamo successivamente realizzato un’app dedicata agli avvocati, che consente loro di monitorare il ruolo d’udienza direttamente dal proprio dispositivo. L’app invia notifiche sullo stato delle udienze, avvisando l’utente quando arriva il proprio turno,” ha aggiunto Zandonà. Questo sistema ha rappresentato una svolta per la gestione dei tribunali, tanto che il Tribunale di Venezia ha richiesto di implementarlo anche nella nuova sede della Cittadella della Giustizia.

Zandonà ha poi affrontato il tema delle novità introdotte dalla riforma Cartabia, che ha esteso il PCT agli uffici del giudice di pace. Questa evoluzione ha portato vantaggi significativi all’avvocatura, ma ha anche posto nuove sfide per le pubbliche amministrazioni, che devono ora adeguarsi al deposito telematico delle comparse di costituzione e risposta.

“La procedura di accreditamento è stata semplificata, ma persistono criticità,” ha sottolineato. Tra queste, la difficoltà per alcune amministrazioni di accedere a tutti i fascicoli in cui risultano costituite, a causa di dati incompleti inseriti nel sistema. Inoltre, Zandonà ha evidenziato l’importanza di utilizzare i codici IPA per distinguere le articolazioni territoriali delle amministrazioni centrali, una funzionalità prevista ma ancora poco utilizzata.

L’incontro si è concluso con un confronto costruttivo tra i relatori e il pubblico, focalizzandosi sulle prospettive di ulteriore sviluppo tecnologico per migliorare l’efficienza e l’accessibilità del sistema giudiziario italiano.

Guarda qui l’intervento di Gianluca Zandonà

Guarda qui la registrazione integrale dei lavori


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Giustizia, Santinon (CNF): “Accesso alla banca dati di merito del Ministero anche per gli avvocati”

 

“Auspichiamo l’accesso degli avvocati nella banca dati di merito del Ministero”: così l’avvocata Federica Santinon durante l’incontro “L’informatizzazione della giustizia: innovazioni e sfide nel processo di digitalizzazione” l’ultimo appuntamento della rassegna “Dialoghi sui diritti”, organizzata dalla testata “Avvocati”, che si è tenuto ieri presso Montecitorio.

L’incontro ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali ed esperti di settore, tra cui Ettore Sala, Capo dipartimento Innovazione tecnologica del Ministero della Giustizia, Federica Santinon, Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense, Matteo Zandonà e Gianluca Zandonà di Servicematica, azienda all’avanguardia nell’innovazione tecnologica applicata al settore giustizia. Ha moderato Rosa Colucci, direttrice di Avvocati.

“La questione della banca dati di merito per l’Avvocatura è un tema particolarmente delicato – ha spiegato l’avvocata Santinon. Ad oggi, infatti, gli avvocati non hanno accesso alla banca dati ministeriale, quella riservata ai magistrati. Sarebbe giusto poter usufruire di tale strumento. Si tratta di una risorsa fondamentale, che include circa 10 milioni di provvedimenti e 4 milioni di sentenze. Inoltre, questa banca dati potrebbe integrarsi con l’intelligenza artificiale, offrendo funzionalità avanzate come prompt e interrogazioni rapide. Per garantire una parità effettiva tra avvocato e magistrato, è quindi indispensabile che anche noi possiamo accedervi, con le stesse possibilità di utilizzo”.

La BDM consente la consultazione telematica di tutti i provvedimenti civili (sentenze, ordinanze e decreti), pubblicati a partire dal 1° gennaio 2016 e fino all’attualità nei Tribunali e nelle Corti d’appello:  un patrimonio informativo di circa 3,5 milioni di sentenze.


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L'”intima gioia” di Delmastro e le reazioni di politica e avvocatura

Nuova polemica per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro dopo un discorso pronunciato durante la presentazione di un’auto della polizia penitenziaria, destinata al trasporto di detenuti sottoposti al regime del 41 bis. “È per il sottoscritto un’intima gioia l’idea di far sapere ai cittadini come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro”, ha dichiarato Delmastro, suscitando un’ondata di critiche.

Il video dell’intervento, rapidamente diffuso online, ha scatenato l’indignazione dell’opposizione. Matteo Renzi (Italia Viva) ha definito le parole “vergognose” e ha chiesto le dimissioni immediate del sottosegretario. Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) ha parlato di “frasi prive di umanità”, accusando Delmastro di promuovere un messaggio vicino alla tortura. Anche Michela Di Biase (Pd) ha attaccato, invitando Giorgia Meloni a chiarire se simili affermazioni siano compatibili con il suo governo, mentre Riccardo Magi (Più Europa) ha evocato “parole degne di un regime sudamericano”.

Non si è fatta attendere la replica di Fratelli d’Italia. Giovanni Donzelli ha definito le critiche “polemiche surreali” tese a indebolire la lotta alla mafia. “Siamo orgogliosi di non lasciare tregua ai mafiosi al 41 bis”, ha dichiarato il deputato.

Anche l’Associazione Nazionale Partigiani (ANPI) ha preso posizione, accusando Delmastro di atteggiamenti “sadici” e invocandone le dimissioni.

Nel frattempo, la Camera Penale di Cosenza ha pubblicato una dura nota, che riportiamo integralmente, sottolineando il contrasto tra le priorità dichiarate dal sottosegretario e i gravi problemi logistici del sistema giudiziario locale. Gli avvocati hanno invitato Delmastro a dimettersi, definendo le sue parole lontane dai principi costituzionali e incompatibili con il suo ruolo istituzionale.

Sottosegretario Delmastro, ritorni libero di dire ciò che pensa, senza farcene vergognare. Si dimetta!

Signor Sottosegretario Delmastro, sicuramente rettificherà quel suo incivile pensiero, che ha reso pubblico nel corso della recente presentazione della nuova auto della polizia penitenziaria: la sua gioia nel “far sapere ai cittadini come noi trattiamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato”.

Ma, prima che lo faccia, le rivolgiamo alcune riflessioni.

Il circondario giudiziario di Cosenza, come a sua conoscenza, è, di fatto, privo del Palazzo di Giustizia cittadino, in cui non possono celebrarsi udienze che riguardano maxiprocessi perché “non avrebbe aule protette”.

Per questo motivo, cancellieri, giudici, pubblici ministeri e avvocati, in una sorta di nomadismo giudiziario senza precedenti, sono costretti, con cadenza settimanale, a migrare verso le più disparate sedi giudiziarie calabresi: dapprima Lamezia Terme e, da poco, Castrovillari.

Ritenevamo scontato il suo intervento quale esponente del Dicastero della Giustizia, se non per la tutela del corretto esercizio della giurisdizione quanto meno per la enorme quantità di denaro pubblico speso per tale migrazione di uffici giudiziari. Nulla.

Invece, leggiamo del suo tempestivo “inno alla repressione”, reso da Uomo dello Stato che ha giurato sui 139 articoli della Carta costituzionale.

Signor Sottosegretario Delmastro, quando gli uomini dello Stato assumono atteggiamenti distanti dalla Costituzione creano un insanabile corto circuito. Ne prenda atto e colga l’occasione di apparire, oltre che essere, Uomo dello Stato: non senta più il peso di rappresentarci e si disfi del “fardello” della responsabilità della rappresentanza istituzionale; ritornerà libero di dire ciò che pensa, senza che noi tutti dobbiamo vergognarcene.

Camera penale di Cosenza


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 “Pieno sostegno da parte dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) alla proposta emendativa dell’onorevole Davide Faraone alla Legge di Bilancio 2025, che prevede l’istituzione di un Fondo di Sostegno per i Compensi dei Praticanti Avvocati presso il ministero della Giustizia, con una dotazione iniziale di 240 milioni di euro per il 2025. Il fondo consentirebbe di erogare un contributo mensile di 400 euro per ogni praticante iscritto al registro, aggiuntivo (e non sostitutivo) dei compensi e rimborsi riconosciuti ai sensi della Legge Professionale e del Codice Deontologico”. Lo afferma Carlo Foglieni, presidente AIGA.

“Se approvata – spiega Foglieni – questa misura sarebbe un importante passo avanti per garantire una prima forma di riconoscimento economico ai giovani laureati che si affacciano alla professione forense, in linea con i principi del Codice Deontologico”.

AIGA ribadisce l’importanza di “valorizzare il percorso formativo dei praticanti, affinché possano svolgere il tirocinio professionale in condizioni di maggiore equità e sostenibilità economica. A tal fine, oltre all’istituzione del fondo praticanti, riteniamo fondamentale il coinvolgimento anche delle Regioni affinché pubblichino bandi per il riconoscimento di contributi per tirocini obbligatori e non delle professioni ordinistiche, nonché inserire nella nuova legge professionale il vecchio patrocinio abilitativo, così da consentire al praticante di percepire un “compenso extra” e, al contempo, di responsabilizzarlo”. 

Per Foglieni, l’iniziativa dell’onorevole Davide Faraone “va dunque nella giusta direzione più volte auspicata dalla nostra Associazione, rappresentando l’accoglimento delle istanze formulate in questi anni ed una prima possibile risposta concreta alle difficoltà che molti giovani futuri avvocati affrontano nel loro percorso professionale”.


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Oltre alla cessione di Chrome, il Dipartimento potrebbe chiedere interventi su Android e sulle tecnologie legate all’intelligenza artificiale, stando a quanto riferisce il New York Post. Al momento, però, le autorità statunitensi non hanno commentato ufficialmente le notizie.

Google, tramite la vicepresidente agli affari legali Lee-Anne Mulholland, ha criticato le possibili misure definendole parte di un “programma radicale” che andrebbe “ben oltre le questioni legali” e che, secondo l’azienda, finirebbe per penalizzare i consumatori.


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Sanzione preventiva

La revoca della patente, prevista dall’articolo 186, comma 2-bis del Codice della Strada, mantiene una natura prevalentemente preventiva, mirata a garantire la sicurezza stradale, anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 68 del 2021. Secondo la Cassazione, il giudice dell’esecuzione ha correttamente confermato la revoca, distinguendola dalla sospensione condizionale della pena che non può estendersi a questa sanzione accessoria.

Funzioni diverse

La Corte ha escluso una parificazione tra sanzioni penali e amministrative: mentre le prime mirano principalmente a punire, le seconde, pur potendo avere connotazioni punitive, si focalizzano su finalità preventive. Anche se, in alcuni casi, le sanzioni amministrative risultano persino più severe, la loro esecuzione non prevede istituti come la condizionale, sottolineando la diversità strutturale tra i due ambiti normativi.


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Il centrosinistra trionfa in Emilia-Romagna e Umbria: Pd protagonista, flop per Lega e M5S

Il centrosinistra a guida Pd torna a vincere le Regionali, conquistando l’Emilia-Romagna e riconquistando l’Umbria, strappata alla Lega dopo cinque anni.

In Emilia-Romagna, ferita dalle recenti alluvioni, il successo ha il volto di Michele de Pascale, 39 anni, ex sindaco dem di Ravenna, che ha ottenuto il 56,7% dei voti contro il 40,07% di Elena Ugolini, candidata civica del centrodestra. De Pascale succede a Stefano Bonaccini, dimessosi dopo l’elezione all’Europarlamento, e ha basato parte della sua campagna sul sostegno alle zone colpite dalle calamità.

In Umbria, dopo un serrato testa a testa, la spunta Stefania Proietti, sindaca di Assisi, che ha raccolto il 51,17% delle preferenze contro il 46,14% della governatrice uscente, Donatella Tesei. Proietti, candidata non senza polemiche interne, ha prevalso nonostante le sue posizioni divisive su temi etici.

Astensionismo record

Le elezioni sono state segnate da un calo drastico dell’affluenza: in Emilia-Romagna ha votato solo il 46,42% degli aventi diritto (rispetto al 67,67% del 2020), mentre in Umbria il dato si è fermato al 52,3% (64,69% nel 2019).

Pd protagonista, M5S e Lega in crisi

Il Pd si conferma grande vincitore, primo partito in entrambe le regioni: 42,94% in Emilia-Romagna e 30,35% in Umbria. Male invece il Movimento 5 Stelle, che raccoglie un misero 4,73% in Umbria e addirittura 3,6% in Emilia-Romagna.

Per la Lega è una disfatta: il partito di Salvini crolla al 5,3% in Emilia-Romagna e al 7,7% in Umbria, lontano dai fasti del 30% di qualche anno fa. Fratelli d’Italia, pur in calo, tiene meglio, ottenendo il 23,8% in Emilia-Romagna e sfiorando il 20% in Umbria.


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