Regolamento sugli uffici dell’avvocatura dello Stato

Il 17 dicembre 2021 Gazzetta Ufficiale pubblica il Dpr 29 ottobre 2021, n. 214, “Regolamento recante norme per l’organizzazione e il funzionamento degli uffici dell’Avvocatura dello Stato”. Principalmente, il provvedimento chiarisce che l’Avvocatura dello Stato è ordinata secondo alcuni criteri. Vediamoli assieme.

Avvocatura dello Stato: cos’è e come funziona, ecco i suoi compiti da regolamento

Innanzitutto, ricordiamo che l’Avvocatura dello Stato si identifica come quell’organo che si occupa della tutela e rappresentanza dello Stato. È previsto dall’ordinamento giuridico italiano al fine di risolvere le controversie legali avverso le controparti.

Come chiarisce il provvedimento, l’Avvocatura dello Stato è ordinata secondo i seguenti criteri:

  • Articolazione degli uffici per eseguire funzioni in maniera omogenea;
  • Collegamento e coordinamento delle attività degli uffici rispettando così il principio di collaborazione. In tal modo, si valorizzerà la comunicazione interna ed esterna e l’interconnessione mediante sistemi informatici e statistici pubblici;
  • Trasparenza attraverso una specifica struttura che informerà cittadini e amministrazioni. Per ciascun procedimento si attribuisce ad un unico ufficio la responsabilità complessiva dello stesso;
  • Armonizzazione degli orari di servizio e di apertura degli uffici. In luce alle esigenze di funzionamento degli uffici giurisdizionali e con gli orari delle amministrazioni pubbliche dei Paesi e delle Istituzioni dell’Unione europea.

Ora, specifichiamo che toccherà al Segretario generale adottare ogni anno le migliori direttive da seguire. Inoltre, egli sarà anche titolare dell’informazione e della comunicazione istituzionale, attraverso l’Ufficio stampa. Infine, egli si può avvalere della collaborazione di avvocati e procuratori dello Stato fiduciariamente scelti per svolgere le sue funzioni.

 

 

Attribuzioni dei dirigenti per l’Avvocatura dello Stato, ora coordinata da regolamento

A questo punto, quali saranno le attribuzioni dei dirigenti?

L’articolo 7 chiarisce che i dirigenti esercitano i compiti e assumono le responsabilità previsti dal decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. In particolare, essi:

  • Formulano proposte ed esprimono pareri al Segretario generale e, in sede locale, all’Avvocato distrettuale;
  • Curano l’attuazione dei progetti e delle gestioni ad essi assegnati dal Segretario generale. Nel farlo, adottano i relativi atti e provvedimenti amministrativi ed esercitano i poteri di spesa e di acquisizione delle entrate delegati dal Segretario generale nell’ambito delle sue direttive e, in sede locale, di quelle dell’Avvocato distrettuale;
  • Svolgono tutti gli altri compiti che Segretario generale delega loro;
  • Dirigonocoordinano e controllano l’attività degli uffici ad essi affidati e dei responsabili dei procedimenti amministrativi. In caso di inerzia, esercitano i poteri sostitutivi ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lett. d), del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
  • Provvedono alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali del proprio ufficio;
  • Effettuano la valutazione del personale da assegnare agli uffici ad essi affidati. Questo nel rispetto del principio del merito e ai fini della progressione economica e tra le aree. Inoltre, della corresponsione di indennità e premi incentivanti;
  • Forniscono le risposte ai rilievi degli organi di controllo sugli atti di propria competenza.

Essi sono responsabili del risultato dell’attività svolta dagli uffici ai quali sono preposti:

  • Attuazione delle direttive che il Segretario generale (o l’Avvocato distrettuale in sede locale) impartisce loro;
  • Gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali ad essi assegnate;
  • Entro il 31 marzo di ogni anno presentano al Segretario generale (in sede locale anche all’Avvocato distrettuale) una relazione complessiva sull’attività dell’anno precedente.

Il valore dell’Avvocatura dello Stato per la transizione digitale dell’amministrazione: cosa dice il Regolamento

A questo punto, su accordo del Segretario generale l’Avvocato generale nomina il responsabile per la transizione digitale. Questa avviene tra gli avvocati dello Stato dotati di specifiche competenze ed esperienze professionaliL’incarico dura al massimo cinque anni ed è rinnovabile non più di una volta.

Dunque, toccherà a questa figura curare i rapporti con le autorità e le amministrazioni che hanno competenze in ambito informatico. A tal proposito, si fa riferimento ai processi giurisdizionali telematici, e si definisce la strategia per l’assolvimento dei compiti di cui al dl 7 marzo 2005, n. 82.

Infine, si istituisce il “Servizio studi e formazione professionale”.  In tal modo, si consente all’Avvocatura dello Stato di dotarsi di una struttura che monitori l’evoluzione normativa e giurisprudenziale. Inoltre, questa fornirà agli avvocati e ai procuratori dello Stato gli strumenti necessari a svolgere l’attività professionale.

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Occhiali Smart, specchio società digitale: rischi

Occhiali Smart e rischi nella raccolta dati

Si raccoglieranno dati anche sui tempi e sul tipo di reazione che il nostro cervello da in base agli stimoli

Quali sono i rischi degli occhiali smart con cui fare stories per i social media e molto altro

dati raccolti dalla multinazionale simbolo degli occhiali da sole Ray-Ban sulle stories dei propri utenti sono estremamente sensibili. Infatti, essi concernono il meccanismo decisionale e il funzionamento del nostro cervello. Dunque, è giusto lasciare i dati in mano alle aziende private, il cui solo scopo è il proprio profitto? O servono piuttosto misure per il benessere collettivo?

Cosa sono i Ray-Ban stories e quali i pericoli in cui l’utente incorre nella società digitale

Innanzitutto, i Ray-Ban Stories sono gli occhiali frutto della collaborazione tra Facebook e EssilorLuxottica. Il risultato è una maggiore osmosi fra il nostro corpo, la nostra quotidianità e la tecnologia. A tal proposito, potrebbe sembrare indifferente filmare con una video camera, un telefonino o con un paio di occhiali. In realtà, la differenza è sostanziale.

Il segreto dell’innovazione sta nel fatto che l’immagine di ciò che ci circonda arriva al cervello dai nostri occhi. Infatti, essi generano impulsi neurali consentendoci così di adottare delle decisioni.

In questo modo, Facebook avrà la possibilità non solo di raccogliere informazioni su ciò che ci circonda, ma anche sui tempi e il tipo di reazione del nostro cervello in base agli stimoli sensoriali che riceve. Comunque, in parte Facebook è già in grado di farlo con i contenuti che ci propone sui suoi social network.

Tuttavia, nel caso dei Ray-Ban Stories Facebook avrebbe accesso a una tipologia di dati ben più dettagliati circa le nostre preferenze poiché sarebbe in grado di capire come utilizziamo il nostro sistema visivo per compiere azioni o adottare decisioni.

Talvolta, assumiamo senza sapere un atteggiamento diverso, aperto o chiuso, a seconda delle immagini che vediamo. Indossando i Ray-Ban stories, si consentirà a Facebook di raccogliere questo tipo di dati, talvolta sconosciuti anche a noi stessi. Effettivamente, non conosciamo approfonditamente il funzionamento del nostro cervello.

 

 

La privacy a rischio nella società digitale con gli innovativi occhiali smart Ray-Ban Stories

Indubbiamente, sorgono subito domande rispetto alla fine che farà la nostra privacy, già costantemente a rischio. Non a caso, Facebook ed EssilorLuxottica dedicano una pagina al trattamento dei dati personali per l’utilizzo della loro nuova invenzione.

In merito, Facebook afferma che i dati raccolti non si incroceranno con quelli del suo social network, né saranno utilizzati per fini commerciali. Invece, si sfrutteranno solo per sviluppare i prodotti e i servizi offerti.

Tuttavia, l’impresa americana avrà sicuramente accesso a tutti i nostri contenuti e le interazioni vocali che avremo con gli occhiali. In quest’ultimo caso, Facebook accederà anche alle voci delle persone che ci circondano in quel momento. Ad esempio, anche dei nostri famigliari, amici o colleghi.

Dunque, Facebook utilizzerà i nostri dati per sviluppare nuovi prodotti. Considerando qualità e sensibilità dei dati personali che Facebook raccoglie, si arriverà ben presto a prodotti basati su sistemi di intelligenza artificiale dotati di un crescente grado di autonomia. Perciò, ci si chiede quali saranno i rischi e l’impatto di tali nuove innovazioni sulla società.

Le normative europee in merito ai rischi dei nuovi occhiali smart nella società digitale

La Commissione e il Parlamento europeo intervengono già per armonizzare le regole in materia di intelligenza artificiale (IA). L’obiettivo è di garantire che vi sia un livello adeguato di gestione delle tipologie di rischi connessi all’utilizzo dei prodotti su sistemi di IA. Inoltre, per delineare un quadro riguardante gli aspetti etici dell’IA.

In particolare, per quanto riguarda la questione etica, il Parlamento europeo ha proposto un regolamento sui principi etici per:

  • Sviluppo;
  • Diffusione;
  • Utilizzo dell’intelligenza artificiale, della robotica e delle tecnologie correlate.

Tale regolamento si basa su alcuni principi, fra i quali:

  • Approccio umanistico e antropocentrico dello sviluppo tecnologico;
  • Presenza di garanzie e mezzi di ricorso contro le distorsioni e le discriminazioni;
  • Rispetto della vita privata;
  • Restrizioni all’utilizzo del riconoscimento biometrico.

Tali principi sono importanti per garantire che le future innovazioni non ledano i diritti fondamentali, i principi e i valori sociali ed economici della nostra società. In particolare, è fondamentale che tali innovazioni:

  • rispettino la dignità umana;
  • l’autonomia e l’autodeterminazione dell’individuo;
  • impediscano danni;
  • promuovano l’equità, l’inclusione e la trasparenza;
  • eliminino le distorsioni e le discriminazioni.

Le soluzioni per prevenire il declino umano in favore della tecnologia intelligente e digitale

Pertanto, vale la pena chiedersi se sia giusto lasciare questo compito solo ad alcuni privati. Indubbiamente, le aziende private contribuiscono notevolmente a trainare lo sviluppo tecnologico. Inoltre, sono il motore di tutte le rivoluzioni industriali.

Tuttavia, la quarta rivoluzione industriale è differente. Potenzialmente, è in grado di favorire lo sviluppo di robot capaci di agire come essere umani. Quindi, il cambiamento sarebbe radicale e la tecnologia questa volta ci sostituirà o sarà comunque parte imprescindibile della nostra vita quotidiana.

Dunque, quali potrebbero essere le soluzioni per prevenire il declino umano? Innanzitutto, si potrebbe aprire un dialogo politico fra pubblico e privato e discutere un orientamento comune sul tipo di società auspicabile in futuro. Ad esempio, si potrebbe progettare il lavoro del futuro per evitare licenziamenti di massa e sulle innovazioni più importanti da sviluppare.

 

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Spese università sono ordinarie, sentenza Cassazione

Tali spese, per uno studente universitario non sono eccezionali o imprevedibili: al contrario, sono quantificabili in anticipo

Cassazione: le spese dell’università dei figli sono prevedibili e quindi ordinarie

Con l’ordinanza n. 34100/2021 la Cassazione si esprime nei confronti delle spese universitarie. Queste ultime si identificano come ordinarie in quanto sono prevedibili e quantificabili in anticipo. Pertanto, mancano i requisiti di imponderabilità e imprevedibilità e non possono qualificarsi come straordinarie.

Quote universitarie: straordinarie oppure ordinarie? Ecco le caratteristiche distintive della giurisprudenza

Se le spese universitarie si riconoscono come ordinarie, quali sono le caratteristiche che le contraddistinguono e le definiscono tali? Come detto, le spese ordinarie sono prevedibili e quantificabili in anticipo, come accade appunto per i pagamenti universitari.

Invece, per quanto riguarda le spese straordinarie, esse sono tali per:

  • Rilevanza;
  • Imprevedibilità;
  • Imponderabilità.

Inoltre, esse esulano dall’ordinario regime di vita dei figli. Dunque, tali spese non sono incluse nell’assegno di mantenimento.

 

 

A tal proposito, la giurisprudenza fa distinzione tra:

a) Esborsi per soddisfare i bisogni ordinari del figlio. Questi hanno come caratteristiche la certezza e la prevedibilità, anche a distanza di tempo. Tali spese sono integrative dell’assegno di mantenimento. Inoltre, si fondano sul titolo giudiziale che contiene la condanna alla corresponsione del contributo al mantenimento. Infine, per la loro refusione è sufficiente l’allegazione.

b) Spese straordinarie in senso stretto. Esse sono imprevedibili e rilevanti nel loro ammontare. Inoltre, sono in grado di recidere ogni legame con i caratteri di ordinarietà dell’assegno di contributo al mantenimento. Infine, per la loro azionabilità occorre l’esercizio di un’autonoma azione di accertamento. Infatti, non è sufficiente il titolo giudiziale.

Pertanto, nel caso di specie il giudice di merito sbaglia nel:

“escludere puramente e semplicemente le spese per l’istruzione universitaria del figlio dalle spese ordinarie senza che ne siano evidenziati i caratteri imprevedibilità ed imponderabilità che contribuiscono ad includerle nelle spese straordinarie”.

Quali sono le spese ordinarie dei genitori per i figli? Sentenza Cassazione

In via sostanziale, per quanto riguarda le spese straordinarie sostenute dai genitori per il mantenimento del figlio, occorre distinguere tra:

a) Esborsi che sono destinati ai bisogni ordinari del figlio. Si sa che questi saranno certi nel loro costante e prevedibile ripetersi anche lungo intervalli temporali più o meno lunghi. A questi si integra l’assegno di mantenimento forfettizzato dal giudice; oppure, consensualmente determinato dai genitori. Inoltre, si possono azionare in forza del titolo originario di condanna, che si adotta in materia di esercizio della responsabilità in sede di:

  • Separazione;
  • Scioglimento;
  • Cessazione degli effetti civili;
  • Annullamento;
  • Nullità del matrimonio (ovvero, all’esito di procedimenti relativi ai figli al di fuori del matrimonio, previa un’allegazione che consenta, con operazione aritmetica, di preservare del titolo stesso i caratteri della certezza, liquidità ed esigibilità);

b) Spese imprevedibili e rilevanti nel loro ammontare. Esse sono in grado di recidere ogni legame con i caratteri di ordinarietà dell’assegno di contributo al mantenimento. Inoltre, richiedono per la loro azionabilità l’esercizio di un’autonoma azione di accertamento. In esso convergono: il rispetto del principio dell’adeguatezza della posta alle esigenze del figlio; la proporzione del contributo alle condizioni economico-patrimoniali del genitore onerato.

La sentenza della Corte di Cassazione in merito all’ordinarietà delle spese universitarie dei figli

Dunque, la Corte di Cassazione interviene con l’ordinanza in commento sul tema delle spese straordinarie. Con essa ribadisce la necessità di distinguere tra gli esborsi relativi alle necessità ordinarie dei figli e le spese straordinarie in senso stretto.

Mentre i primi esulano dall’importo dell’assegno ordinario di mantenimento, i secondi sono esborsi imprevedibili, imponderabili ed economicamente rilevanti. Essi si concordano con l’altro genitore e richiedono, per la loro azionabilità, l’esercizio di un’autonoma azione di accertamento.

Nel caso in questione, il ricorrente si duole che il giudice di merito abbia considerato come spese straordinarie le tasse universitarie, le rette e i libri di testo. Tali spese, per uno studente universitario non sono eccezionali o imprevedibili: al contrario, quantificabili in anticipo.

Di conseguenza, la Corte ritiene fondata la censura.

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È legge il decreto fiscale legge di bilancio 2022, novità su ecobonus e riscossione

429 sono i voti a favore alla Camera, che dà fiducia al Governo sull’approvazione del disegno di legge di conversione del decreto 21 ottobre 2021, n. 146. Tale decreto riguarda le “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili“, già approvato dal Senato. Il testo subisce alcune modifiche rispetto alla versione originaria, ma oggi è legge.

Entrata in vigore del decreto fiscale 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 ottobre

Le modifiche al testo della Manovra 2022 prevedono alcune interessanti novità su ecobonuscongedi parentali a causa Covid; fondi per i lavoratori separati e divorziati; regole più attente per contrastare il lavoro in nero e altri interventi in materia fiscale. Ora, vediamo insieme le novità.

Legge Fiscale, Ecobonus: incentivi per acquistare auto green e altri fondi per i trasporti pubblici

L’ecobonus è uno dei temi maggiormente d’interesse di questo decreto legge, data l’importanza che si dà oggigiorno all’ambiente. A tal proposito, si stanziano 100 milioni di euro col Fondo per incentivare l’acquisito o l’affitto di auto nuove e con un minore impatto sull’ambiente. Quindi, a basse emissioni di Co2.

In particolare, tale incentivo riguarda l’acquisito di auto:

  • Elettriche;
  • ibride non plug in di piccole e medie dimensioni;
  • veicoli commerciali;
  • vetture usate.

Inoltre, di questi 100 milioni:

  • 65 si riservano per agli acquisti, anche in locazione finanziaria, di autoveicoli con emissioni comprese nella fascia 0-60 grammi di CO2 per chilometro;
  • 20 per l’acquisto, anche in locazione finanziaria, di veicoli commerciali di categoria N1. Sia che siano nuovi di fabbrica o autoveicoli speciali di categoria M1 nuovi di fabbrica. Inoltre, 15 milioni di questi si dedicano solo per i mezzi esclusivamente elettrici;
  • 10 per l’acquisto, anche in locazione finanziaria, di autoveicoli con emissioni comprese nella fascia 61-135 grammi di CO2 per chilometro;
  • 5 milioni vanno poi ai contributi di cui all’art. 73-quinquies, comma 2, lettera d),del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, (convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106).

Infine, ulteriori fondi sono da destinare nel 2022 alle ferrovie e al trasporto pubblico di massa, col fine di accrescerli e renderli più sicuri. A questi si vanno ad aggiungere altri fondi anche per potenziare la componente aeronavale del Corpo delle capitanerie di porto.

Novità in materia fiscale nel 2022: rottamazione-ter, saldo e stralcio

Le novità di maggiore interesse in ambito fiscale riguardano la rimodulazione dei termini per pagare le rate della definizione agevolata rottamazione-ter e del saldo e stralcio. Dunque, si ha tempo fino al 9 dicembre 2021 per pagare le rate da corrispondere nel 2020 e nel 2021. Così, si evita il rischio d’incorrere nell’inefficacia della definizione.

Inoltre, si estende il termine per l’adempimento dell’obbligo che viene portato a 180 giorni. Invece, per quanto riguarda quelle rateizzazioni di somme iscritte a ruolo all’inizio delle sospensioni dovute al Covid-19, si prevede la decadenza solo se non si pagano 18 rate, anche non consecutive. Inoltre, si ha tempo fino al 31 gennaio 2022 per versare senza sanzioni e interessi l’IRAP non versata o sospesa per errata applicazione delle disposizioni.

Poi, il versamento dell’imposta municipale propria sulle piattaforme marine (IMPI) dovrà avvenire in un’unica soluzione: ovvero, entro il 16 dicembre e direttamente allo Stato, che poi provvederà a ripartirlo tra i comuni aventi diritto. Si rileva anche l’esenzione dalla Tari per alcuni immobili indicati nel Trattato fra la Santa Sede e l’Italia, simbolo dello Stato Pontificio.

Infine, se i componenti dello stesso nucleo familiare stabiliscono la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, (stesso Comune o Comuni diversi), l’agevolazione IMU per l’abitazione principale e le relative pertinenze sarà valida solo in relazione a uno degli immobili.

Termini per versamenti, imposta di bollo e contributi previdenziali

Ora, vediamo assieme altre novità d’intervento in materia fiscale.

  1. Innanzitutto, cambiano i termini per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi Inail in favore di:
  2. federazioni sportive nazionali;
  3. enti di promozione sportiva;
  4. associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche che risiedono sul territorio dello Stato.

Invece, per quanto riguarda i crediti d’imposta, si riservano per le imprese che svolgono attività teatrali e spettacoli dal vivo, da utilizzare solo in compensazione.

  • Poi, si rinvia al 1° gennaio 2023 l’obbligo per i soggetti che devono inviare i dati al Sistema tessera sanitaria, di memorizzare e trasmettere telematicamente i dati che si riferiscono ai corrispettivi giornalieri. Inoltre, per gli stessi si proroga al 2022 il divieto della fatturazione elettronica per l’elaborazione della dichiarazione precompilata.
  • Per quanto riguarda i commercianti, si rinvia l’obbligo di memorizzare e trasmettere telematicamente i dati giornalieri con strumenti evoluti al 1° gennaio 2023.
  • Cambiano le regole sulla liquidazione dell’imposta di bollo virtuale per:

–  Poste Italiane;

– banche;

– società d’intermediazione;

– capogruppo di gruppi bancari e di gestione del risparmio.

Le novità in ambito lavorativo dalla legge del decreto fiscale entrata in vigore

Al lavoro viene dedicato il capo II del provvedimento, dall’art. 7 bis fino all’art. 12 quinquies che contiene “Misure urgenti in materia di lavoro“. Tra le altre cose, prevede anche agevolazioni per i datori di lavoro e imprese che impieghino soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico.

Ecco le novità in sintesi:

  • Proroga integrazione salariale: Per alcuni settori economici c’è la possibilità di beneficiare di un periodo ulteriore d’interventi d’integrazione salariale causa Covid. Vale dal 1° ottobre al 31 dicembre 2021, per un periodo massimo di 13 settimane;
  • Congedo parentale a causa della pandemia Covid-19: ricordiamo cheè possibile richiederlo dal 22 ottobre 2021 fino al 31 dicembre 2021 per i genitori con figli minori di anni 14, conviventi e senza limiti di età se disabili. Il congedo si riserva per il lavoratore dipendente pubblico e privato e l’autonomo iscritto solo alla gestione separata Inps;
  • Fondo per lavoratori separati o divorziati: vale se a causa della crisi economica data dalla pandemia, non si riesce a versare regolarmente l’assegno di mantenimento. In questo caso, lo Stato provvede riconoscendo un importo massimo di 800 euro al mese. Questo nel caso in cui il genitore obbligato al mantenimento ha perso il lavoro, lo ha sospeso o lo ha ridotto;
  • Sicurezza sul posto di lavoro: Si hanno modifiche al testo principe in materia di sicurezza sul lavoro, come da decreto legislativo n. 81/2008. Quindi, ci sarà maggiore coordinamento tra i soggetti della vigilanza e si faranno rispettare le norme sulla sicurezza e rafforzamento della banca dati Inail, per una maggiore condivisione delle informazioni.
  • Regole più attente per contrastare il lavoro in nero: Si provvede a rafforzare l’Ispettorato Nazionale del lavoro in materia di sicurezza e salute. In che modo? Innanzitutto, si doterà di una nuova strumentazione informatica, così da rendere più rapidi ed efficaci i controlli, ma anche di provvedere a nuovo personale. Inoltre, si prevede la sospensione dell’attività per l’imprenditore che ha un 10% di personale in nero o inquadrato come autonomo occasionale.

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nel giorno 21/12/2021, a partire dalle ore 15:30.

Il servizio di ricerca tramite il Sistema SIUS Avvocati non sarà pertanto disponibile il 21/12/2021 dalle ore 15:30

fino al termine delle attività, presumibilmente entro le ore 17:00.

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In regime di scarsità, le professioni tecniche stanno vivendo un momento di auge. Di conseguenza, i costi si elevano sino ad essere insostenibili per le aziende medio piccole. La storica tendenza ad inseguire il proverbiale “posto fisso” si scontra con la diversa attitudine che solitamente contraddistingue i tecnici.

Infatti, essi hanno piuttosto una mentalità innovativa e poliedrica, frutto di quella educazione e forma mentis tipiche della società statunitense. Ovvero, portano a prediligere un approccio al lavoro più flessibile, ma maggiormente remunerativo. Ora, tale flessibilità sarà possibile solo con previsioni economiche, normative e organizzative che permettano di fidelizzare il personale con competenze tecniche.

D’altro canto, alcuni aspetti tecnici devono essere portati nel bagaglio culturale anche di professioni umanistiche, giuridiche, mediche e così via. Così, si consente a tutti di muoversi adeguatamente nel mondo cibernetico ormai attuale.

Ad oggi, l’Italia necessita di molti esperti cyber e serve anche una maggiore consapevolezza della tecnica informatica. L’ACN è perfettamente consapevole di questa e delle altre sfide che dovrà affrontare e si sta già muovendo nella creazione di professionalità.

Ora, si emana il decreto per le risorse umane e strumentali e si lavora ai regolamenti per consentire alla struttura di immettere personale. Inoltre, si cerca di dare atto al trasferimento di competenze e responsabilità. Ad esempio, quelle relative al Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN).

 

 

CVCN e l’acquisizione di nuove tecnologie per la Cybersicurezza italiana

Ora, diamo uno sguardo al combinato disposto della legge sulla Golden Power e della legge sul Perimetro Nazionale di Cyber SecurityInnanzitutto, esso prevede che qualsiasi operatore pubblico e privato che intenda acquisire tecnologie extra UE per applicazioni 5G, debba informare l’Autorità. In tal modo, si effettuerà un’eventuale verifica da parte del CVCN nei confronti del prodotto in acquisizione.

Infatti, l’Art. 3 comma 1, DPR 5 febbraio 2021, n. 54 recita:

“I soggetti inclusi nel perimetro, prima dell’avvio delle procedure di affidamento di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), del decreto-legge, anche nel caso in cui tali procedure siano espletate attraverso le centrali di committenza, ne danno comunicazione al CVCN o ai CV.

Invece, l’art. 3 comma 1, D.L. 21 settembre 2019, n, 105, (modificato dall’art. 16, comma 9, lettera c, del D.L. 14 giugno 2021, n. 82 e convertito con modificazioni dalla L. 4 agosto 2021, n. 109), recita:

“I soggetti che intendono procedere all’acquisizione, a qualsiasi titolo, di beni, servizi e componenti di cui all’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, sono obbligati ad effettuare la comunicazione di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), per lo svolgimento delle verifiche di sicurezza da parte del CVCN sulla base delle procedure, modalità e termini previsti dal regolamento di attuazione.”

Tutto questo decorre dall’entrata in operatività del CVCN o dal 30 giugno 2022. Il CVCN sta elaborando uno schema per le valutazioni, probabilmente basato sugli standard esistenti, soprattutto relativi ai Common Criteria (CC) e all’ITSEC.

In ogni caso, si auspica anche che l’attuale normativa del codice degli appalti per la PA si riformi. In tal modo, si eviterà che il criterio dirimente per gli acquisti sia costituito unicamente dal conseguire il massimo ribasso. Inoltre, tale metodo si deve integrare con valutazioni tecniche ed economiche che consentano di reperire soluzioni valide a livello del rapporto costi-benefici.

Sicurezza Cibernetica: l’OCSI e i Common Criteria nel processo di evoluzione tecnologica del Paese

Al momento, si attende di conoscere come opererà l’Organismo di Certificazione per la sicurezza Informatica (OCSI) riguardo ai Common Criteria. Inoltre, l’attesa si estende anche alla ricezione delle proposte di ENISA riguardo al nuovo schema certificativo europeo. Questo è stato annunciato dal Cyber Security Act ed è in fase di elaborazione tra la DG Connect e ENISA.

Probabilmente, l’OCSI resterà operativo e si interfaccerà con l’Europa per le certificazioni europee. Indubbiamente, sarebbe utile che mantenesse attiva la certificazione CC sui livelli bassi dello standard, per gli apparati commerciali che non trattano materiale classificato. Effettivamente, l’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo ad avere un organismo di certificazione standard, riconosciuto da tutti i Paesi, grazie agli accordi di mutua ratificazione.

Dal suo canto, l’Europa elabora schemi di certificazione di prodotto in ambito Cybersecurity, sia generici che specifici. In particolare, su:

  • 5G;
  • Automotive;
  • Criptovalute;
  • IoT e OT.

IoT e OT sono la frontiera del nuovo mondo, assieme alla quantum technology. Difatti, non si tratta solo di innovazione, ma di diffusione. Le innovazioni sono già avviate e ora si stanno diffondendo a macchia d’olio nella vita quotidiana di ognuno. Per la prima volta nella storia dell’universo il processo di digitalizzazione del nostro pianeta ha inizio.

 

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Interruzione dei servizi informatici del settore civile, del Portale dei Servizi Telematici e del Portale del Processo Penale Telematico.

Per attività di manutenzione evolutiva programmata si procederà all’interruzione dei sistemi civili al servizio di tutti gli Uffici giudiziari dei distretti di Corte di Appello dell’intero territorio nazionale, nonché del Portale dei Servizi Telematici, incluso il Portale del Processo Penale Telematico, e del Portale delle Procedure Concorsuali con le seguenti modalità temporali:

Dalle ore 19:00 di venerdì 17 dicembre sino alle ore 08:00 di lunedì 20 dicembre c.a.,
salvo conclusione anticipata delle operazioni

 

Durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico del settore civile da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi.

Non sarà invece possibile consultare in linea i fascicoli degli uffici dei distretti coinvolti dal fermo dei sistemi.

Si rammenta che l’attività di manutenzione del Portale dei Servizi Telematici renderà indisponibili tutti i servizi informatici ivi esposti e, in particolare:

  • l’aggiornamento (anche da fuori ufficio) della consolle del magistrato;
  • il deposito telematico di atti e provvedimenti da parte dei magistrati;
  • tutte le funzionalità del portale dei servizi telematici;
  • tutte le funzioni di consultazione da parte dei soggetti abilitati esterni;
  • i pagamenti telematici compreso il pagamento del contributo di pubblicazione di un’inserzione sul Portale delle Vendite;
  • l’accesso al Portale Deposito atti Penali per il deposito con modalità telematica di atti penali;
  • l’accesso al Portale di consultazione dei SIUS distrettuali per Avvocati;
  • l’accesso agli avvisi degli atti penali depositati in cancelleria.
Edifici digitali, serve il bollino blu

Edifici digitali, serve il bollino blu

Alla segnalazione certificata bisognerà allegare anche l’attestazione di “edificio predisposto alla banda ultra larga”, rilasciata da un tecnico abilitato

Decreto sugli edifici d’innovazione tecnologica come da Codice europeo delle comunicazioni elettroniche

Dal 1° gennaio 2022 servirà un bollino blu di conformità digitale per gli edifici. A stabilirlo è idecreto legislativo 207 dell’8 novembre 2021, n. 207, in vigore dal 24 dicembre 2021. Vediamo insieme nel dettaglio cosa prevede questa novità.

Le novità del provvedimento sugli edifici digitali: banda larga e bollino blu di certificazione

Il provvedimento sugli edifici digital ha come titolo «attuazione della direttiva (UE) 2018/1972, che istituisce il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche». Esso riscrive le disposizioni relative a:

  • procedure amministrative;
  • tutela della concorrenza;
  • salvaguardia dei diritti degli utenti.

Inoltre, la direttiva ha il compito di valutare distinti profili, trattati dal Testo Unico per l’edilizia (Dpr 380/2001).

 

 

In particolare, sono due le più importanti novità attive a partire dal prossimo 1° gennaio 2022. Ovvero:

  1. Per le nuove costruzioni e gli interventi su edifici esistenti si prevede il permesso di costruire: in questi casi ricorre l’obbligo di equipaggiamento digitale. Inoltre, per effetto del d.lgs. 207/2021, l’adempimento di tali obblighi deve essere attestato dall’etichetta necessaria di “edificio predisposto alla banda ultra larga”. Questo sarà certificato da un tecnico abilitato per tali impianti;
  2. Inoltre, il dl si occupa anche degli edifici già digitalmente equipaggiati in conformità rispetto all’articolo 135-bis. Tali edifici devono aver presentato la domanda di autorizzazione edilizia prima del 1° gennaio 2022. In questo caso, si prevede che possano beneficiare, ai fini della cessione dell’affitto o della vendita dell’immobile; dell’etichetta volontaria e non vincolante di “edificio predisposto alla banda ultra larga”, sempre con la certificazione di un tecnico abilitato.

Modifiche al testo unico per l’edilizia

Inoltre, Il decreto legislativo 207/2021 modifica anche l’articolo 24 del testo Unico per l’edilizia riguardo l’agibilità degli edifici. In particolare, viene integrata la lista delle condizioni della segnalazione certificata di agibilità: oltre alle condizioni di:

  • sicurezza;
  • igiene;
  • salubrità;
  • risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati;

…si deve sommare la certificazione dell’avvenuto rispetto degli obblighi di infrastrutturazione digitale.

Come conseguenza, alla segnalazione certificata bisognerà allegare anche l’attestazione di “edificio predisposto alla banda ultra larga”, rilasciata da un tecnico abilitato.

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Green Pass e mobilità internazionale, problematiche

Green Pass e mobilità internazionale, problematiche

È possibile viaggiare all’estero in sicurezza con la Certificazione Verde Covid-19?

Nonostante ci si sia adoperati per consentire che il Green Pass favorisse viaggi internazionali sicuri e agevoli, c’è ancora strada da fare. Difatti, restano ancora aperte questioni importanti, come la differenza tra Paesi nella governance dei processi di emissione e convalida delle certificazioni. I dubbi sono rispetto ad affidabilità e sulle garanzie di protezione dei dati.

Certificato Green Pass e analisi delle esperienze a livello globale con le rispettive problematiche

Sebbene il Digital Covid Certificate (DCC) dell’UE sia il più avanzato e completo al mondo, l’analisi delle esperienze a livello globale evidenzia la mancanza di una vera armonizzazione. Questo si verifica non solo tra Paesi extra-europei e tra questi e l’Europa. Infatti, lo si nota anche per certi aspetti nell’ambito di un progetto comune come quello dell’Unione Europea.

Effettivamente, le regole d’ingresso sul proprio territorio differiscono da ciascun Paese membro dell’Unione. Ad esempio, spetta al singolo Stato, la scelta di ammettere i certificati di vaccinazione relativi a vaccini non autorizzati dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e di stabilire la durata di validità del certificato.

 

 

Le problematiche da risolvere per una certificazione valida a livello internazionale

Tra le questioni importanti da analizzare e risolvere in materia di mobilità internazionale sicura ci sono:

1) l’accettazione universale del processo di emissione e verifica dei certificati e conseguente affidabilità del contenuto;

2) garanzie di privacy e sicurezza riguardo le informazioni personali riportate nei certificati, anche con riferimento a tecnologie più o meno sicure, e aspetti etici.

L’accettazione universale del processo di emissione e verifica per i viaggi all’estero

L’affidabilità dei certificati varia molto tra Paesi del mondo. Tale dato si correla ai diversi tipi di vaccini e test diagnostici, oltre che ai diversi enti o professionisti che rilasciano i certificati di vaccinazione. Inoltre, ci sono incongruenze anche a proposito di durata della validità di un certificato.

Ad esempio, in Europa la governance dei processi di emissione e verifica dei certificati è nella maggioranza del Ministero della Salute, come Autorità pubblica nazionale responsabile. Tuttavia, malgrado lo sforzo di creare un certificato verde digitale basato su un formato unicocondiviso e interoperabile, diversi Stati membri differiscono per:

  • durata della vaccinazione,
  • scadenza dei test diagnostici,
  • tempo trascorso dalla guarigione dall’infezione.

Peraltro, tutte caratteristiche che continuano a subire variazioni interne dettate da scelte politiche nazionali. Questo anche a scapito dall’evidenza scientifica e dall’andamento epidemiologico della pandemia a livello sovra-nazionale.

Inoltre, manca un allineamento tra Stati membri sul processo di verifica dei certificati provenienti dai Paesi extra-UE. Difatti, ogni Stato membro ha una propria App di verifica e non vi è ancora un’armonizzazione delle regole per valutare la conformità di ciascun certificato non-UE. Inoltre, Paesi extra-UE i cui certificati siano accettati dal gateway europeo, non necessariamente riconoscono e ammettono certificati provenienti dai Paesi dell’UE, e viceversa.

A questo proposito, poiché il regolamento UE consente ai singoli Stati membri di applicare le proprie regole per i vaccini non approvati dall’EMA, si hanno incoerenti situazioni. Ad esempio, che alcuni Paesi come Belgio e Germania autorizzano i cittadini stranieri ad entrare anche quando abbiano ricevuto vaccini non approvati dall’UE, mentre altri Paesi, come Italia e Francia, non lo permettono.

Garanzie di privacy e sicurezza sulle informazioni personali nei certificati per la mobilità internazionale

A questo proposito, un certificato verde digitale universalmente accettato non è ancora stato sviluppato. Difatti, alcuni Paesi del mondo (gli USA ad esempio) ritengono che i requisiti richiesti per dare prova dell’avvenuta vaccinazione possano violare le leggi sulla privacy.

D’altra parte, l’assenza di un identificatore univoco come il QRCode utilizzato in Europa, renderebbe i certificati facili bersagli della contraffazione. Ciononostante l’European Union Agency for Cybersecurity (ENISA) e la Commissione Europea rassicurino circa l’assenza di violazioni del sistema del gateway europeo.

Inoltre, si pongono poi problemi etici in quei Paesi in cui non vi sia una copertura sanitaria universale. Infatti, un passaporto di immunità pone implicitamente limitazioni sociali e civili a coloro che non hanno possibilità economiche per sottoporsi a vaccinazione o test. Un esempio fra tutti è l’Israele, dove si sono revocate le limitazioni di accesso a luoghi ed eventi pubblici legati al certificato verde.

In sintesi, da questa breve panoramica emerge come la meta di una mobilità globale, sicura e libera durante la pandemia, sia ancora lontana.

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Parità uomo-donna: ecco il Bonus aziende

Il Bonus verrà riconosciuto nel 2022 alle aziende private in possesso della certificazione di parità

Uguaglianza salariale tra generi col bonus per le aziende: cos’è la certificazione di parità

Dal 1° gennaio 2022 i datori di lavoro che otterranno la certificazione di parità potranno ottenere un bonus di esonero contributivo. Difatti, la legge n. 162 del 5 novembre 2021 modifica alcune disposizioni del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna). Ora, prevede altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo.

Esonero contributivo col bonus aziende, ora parità di stipendio tra uomo e donna

Dunque, la novità più importante e interessante della detta legge è l’istituzione della certificazione della parità di genere. Questa permette alle imprese che la ricevono di beneficiare di un esonero contributivo. Tuttavia, la legge estende l’obbligo di:

  • redazione del rapporto sulla situazione del personale alle imprese che occupano più di 50 lavoratori (al posto delle precedenti 100 unità);
  • ridefinisce la nozione di discriminazione diretta e indiretta sempre in ambito lavorativo.

 

 

Tale certificazione attesta

“le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità.”

I punti da definire della certificazione di parità per le aziende

Ciononostante, la certificazione di parità contiene alcuni punti ancora oscuri. Dunque, spetterà al Presidente del Consiglio dei Ministri ridefinirla, con l’emanazione di uno più decreti. Questo si auspica su proposta di:

  • Ministro delegato per le pari opportunità;
  • del lavoro e delle politiche sociali;
  • dello sviluppo economico.

Di seguito, gli aspetti ancora da definire della certificazione di parità:

  1. Innanzitutto, i parametri minimi per poter ottenere la certificazione della parità di genere da parte delle aziende pubbliche e private che occupano fino a 50 dipendenti o più, con particolare riferimento a:
  2. la retribuzione corrisposta;
  3. alle opportunità di fare carriera;
  4. alla possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro (anche in riferimento alle lavoratrici in stato di gravidanza.
  5. Poi, le modalità con cui acquisire e monitorare i dati trasmessi dai datori di lavoro, resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

Inoltre, come coinvolgere le seguenti rappresentanze al fine di controllare il rispetto dei citati parametri? Ci riferiamo alle seguenti rappresentanze:

  • sindacali aziendali;
  • le consigliere e i consiglieri di parità delle Regioni,
  • Infine, i modi e le forme con cui la certificazione della parità di genere dovrà essere resa pubblica.

Bonus di parità salariale uomo-donna per le aziende private nel 2022

Il Bonus verrà riconosciuto nel 2022 alle aziende private in possesso della certificazione di parità. Ovviamente, questo sarà possibile nel limite dei fondi stanziati pari a 50 milioni di euro. Bonus che consisterà in un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore. Fermo restando l’aliquota di computo per le prestazioni pensionistiche.

Comunque, tale Bonus non potrà superare l’1% di quanto dovuto e sempre nel limite dei 50.000 euro annui per ogni azienda. Tale importo sarà riparametrato e calcolato su base mensile con decreto di:

  • Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
  • (di concerto) Ministro dell’economia e delle finanze;
  • Ministro delegato per le pari opportunità.

Questo provvedimento dovrà adottarsi entro il 31 gennaio 2022 e dovrà rispettare il tetto dei 50 milioni di euro.

Quindi, per le aziende private che sono in possesso della certificazione alla data del 31 dicembre dell’anno precedente, il possesso della certificazione rappresenterà un requisito importante. Infatti, consentirà il riconoscimento di un punteggio premiale per ottenere fondi europei nazionali e regionali e aiuti di Stato.

Invece, le amministrazioni pubbliche potranno indicare in che modo il possesso della certificazione di parità di genere sarà preso in considerazione ai fini della valutazione dell’offerta.

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