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Le false aste immobiliari sul web

La guardia di finanza ha arrestato due persone e sequestrato 100mila euro

Dati falsi su fantomatiche aste immobiliari venivano utilizzati per truffare le persone. Poi, una volta incassata la caparra, sparivano. Per questo, lo scorso 1° dicembre, i militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Milano assieme ai poliziotti del compartimento di polizia postale e delle comunicazioni della Lombardia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contro due indagati. I reati: truffa pluriaggravata, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento e auto-riciclaggio.

Gli investimenti in criptovalute e la truffa delle false aste immobiliari

Erano due, gli autori di reiterate truffe perpetrate ai danni di ignari cittadini mediante false aste immobiliari e mobiliari. Secondo quanto comunicato dalla guardia di finanza in una nota, i due creavano domini web e indirizzi di posta elettronica fraudolenti, grazie ai quali attiravano le vittime. Queste ultime venivano poi richiamate in studi legali inesistenti, impiegando documentazione artefatta riportante i nominativi di magistrati effettivamente in servizio.

 

 

Allora, attivavano ed intestavano falsamente varie utenze telefoniche e aprivano conti correnti a nome di persone ignare presso banche on line nazionali ed estere. Quindi, conquistata la fiducia delle persone da truffare, i due si facevano consegnare le caparre per gli affari promessi (case o automobili) e sparivano. Infine, i proventi della truffa venivano dirottati verso conti correnti accesi presso una banca tedesca e intestati ad un noto exchanger in cripto valute statunitense. In questo modo, si integrava altresì il reato di auto-riciclaggio.

Ora, l’arresto -disposto dal gip Stefania Donadeo- è arrivato su delega della procura della Repubblica di Milano. Per altro, uno degli arrestati è anche destinatario di un decreto di sequestro preventivo su beni e disponibilità per un ammontare di 100mila euro. E, in effetti, per lui sono state necessarie alcune perquisizioni con l’ausilio dei finanzieri di Udine e Campobasso.

 

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