sciopero penalisti

Avvocati penalisti: tre giorni di sciopero

Previsti tre giorni di sciopero per i penalisti italiani. L’Unione delle Camere penali ha deciso uno stop per il 7, l’8 e il 9 febbraio, «a fronte dell’assoluta inerzia dell’esecutivo e del ministero della Giustizia» nei confronti delle questioni affrontate nel corso degli ultimi mesi.

Ci si riferisce, in particolare, all’ultimo pacchetto sicurezza, alla richiesta di soppressione delle «norme inique che inammissibilmente il potere di impugnazione del difensore» e all’assenza di soluzioni per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri, un «fenomeno non più tollerabile e per il quale è oramai indispensabile un cambio di rotta radicale».

I penalisti italiani, nonostante abbiano preso atto «di importanti segnali di attenzione del governo verso quelli che sono da sempre obiettivi propugnati dall’Unione delle Camere penali italiane», sottolineano come «se da un lato si afferma di voler contenere l’abuso dello strumento intercettativo, dall’altro si è provveduto ad un abnorme ed irragionevole allargamento del suo utilizzo».

I penalisti hanno richiesto che «il governo adotti con urgenza misure tecniche immediate al fine di rimediare all’ingravescente fenomeno del sovraffollamento delle carceri anche attraverso l’adozione di provvedimenti di clemenza generalizzata quali l’amnistia e l’indulto e di porre in campo ogni energia ed ogni risorsa al fine di affrontare con efficacia il terribile fenomeno dei suicidi».

«Devono porsi», inoltre, «le premesse per un cambio di rotta radicale e per un intervento ampio ed organico che recuperi la finalità rieducativa delle pene, che escluda la centralità del carcere».

Per quanto riguarda il pacchetto sicurezza, secondo i penalisti «rivela una matrice securitaria sostanzialmente populista e profondamente illiberale caratterizzata da un irragionevole rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi e ai danni dei soggetti più deboli, distinguendosi per l’introduzione di un’iniqua scala valoriale, in relazione alla quale taluni beni risultano meritevoli di maggior tutela rispetto ad altri di eguale natura, in violazione dei principi di eguaglianza e proporzionalità».

Per concludere, dichiara il presidente Francesco Petrelli: «Non possiamo che plaudire alle iniziative nel segno del garantismo ma spingiamo il legislatore ad affrontare una riforma organica più coraggiosa del processo penale che deve essere al più presto restituito al suo originario modello accusatorio».


LEGGI ANCHE:

Apple cambia le regole: possibile installare app store alternativi

Modello Italia: un’IA Made in Italy

apple app store alternativi

Apple cambia le regole: possibile installare app store alternativi

Apple ha annunciato una grandissima novità per quanto riguarda iPhone, che a partire dal prossimo aggiornamento consentirà l’installazione anche di app store alternativi rispetto a quello ufficiale Apple.

Il cambiamento riguarderà soltanto i paesi UE. Apple, infatti, ha attuato questo cambiamento in seguito alla nuova normativa europea che regola internet, il DMA (Digital Markets Act). Il colosso statunitense aveva tempo sino a 6 marzo 2024 per conformarsi alle nuove disposizioni.

La novità verrà introdotta a partire dal rilascio della versione beta del nuovo sistema operativo (iOS 17.4). Con l’aggiornamento, dunque, sarà possibile avere un altro app store dal quale scaricare app rispetto a quello Apple.

In termini tecnici questo si chiama sideloading, ed è una pratica già possibile su Android. Apple specifica che qualsiasi sviluppatore sarà in grado di creare un’alternativa all’app store ufficiale: basterà rispettare determinati parametri e criteri per la protezione della sicurezza e della privacy degli utenti.

Dagli altri app store sarà possibile scaricare qualsiasi tipo di app, anche quelle non presenti nello store ufficiale poiché non rispettano le linee guida stabilite da Apple. Sarà possibile, inoltre, impostare un app store alternativo predefinito.

Inoltre, gli sviluppatori avranno la possibilità di modificare le modalità di acquisto dei contenuti a pagamento nelle app. Attualmente è consentito utilizzare soltanto il sistema predefinito dell’azienda, ma grazie al nuovo aggiornamento gli sviluppatori potranno inserire delle alternative.

Non ci saranno commissioni sulle app che vengono installate attraverso store differenti rispetto a quello ufficiale, anche se dopo il primo milione di installazioni di un’app gli sviluppatori saranno tenuti al pagamento di una tassa di 50 centesimi ad ogni installazione, chiamata CTF (Core Technology Fee).


LEGGI ANCHE:

Modello Italia: un’IA Made in Italy

Pec obbligatoria per tutti? Ecco la proposta di Gratteri

modello italia chatgpt

Modello Italia: un’IA Made in Italy

Il 24 gennaio 2024, Uljan Sharka, imprenditore italiano di origine albanese, ha annunciato la nascita di una nuova intelligenza artificiale, Modello Italia. Si tratta di una ChatGpt italiana, che dovrebbe essere rilasciata entro l’estate: «Il nostro obiettivo è che quando si parla dell’intelligenza artificiale si pensi alla Ferrari dell’AI».

Modello Italia, come ChatGpt, sarà un’intelligenza artificiale generativa, ma riceverà l’addestramento in lingua italiana, e non soltanto in inglese. In questo modo dovrebbero venire eliminati tutti i bias e i pregiudizi presenti nella cultura anglofona.

Sharka, fondatore di iGenius, ha sottolineato come Modello Italia verrà sviluppata con l’aiuto del supercomputer Leonardo, il sesto più potente in tutto il mondo. Questa IA tutta italiana dovrebbe rappresentare un grandissimo supporto per aziende, PA e startup.

Commenta Sharka: «C’è già stato un approfondito dialogo con le istituzioni e abbiamo ricevuto un feedback molto positivo. Anzi, ci aspettiamo da parte loro un’adozione del progetto».

Prosegue: «Credo che l’Italia possa diventare un leader naturale nella corsa all’AI. Non siamo mai riusciti a entrare nella corsa dello sviluppo tecnologico in generale, quando è partita si erano già formati i colossi americani, ma ora siamo alla fine di quel ciclo e l’intelligenza artificiale segna l’inizio di un nuovo mondo. Abbiamo la possibilità di creare nuovi leader per definire il futuro dell’economia globale. Se il mercato dell’AI valeva 100 miliardi di dollari nel 2022 e 200 nel 2023, le stime prevedono che raggiungerà diversi trilioni entro il 2030. E farà crescere le economie di tutto il mondo. È una rivoluzione industriale».

Modello Italia sarà completamente open-source. L’IA verrà addestrata attraverso trilioni di token per poter competere con la top ten della IA mondiali. Spiega Sharka: «Vogliamo rappresentare un Rinascimento digitale, un approccio tutto italiano con l’uomo al centro. Molti modelli partono dalla grande quantità di dati e dall’architettura tecnologica, lasciando fuori le conseguenze e gli impatti descritti molto bene nell’AI Act, che toccano i diritti umani».

Con Modello Italia «siamo partiti dall’uomo, dalla lingua e da un grande lavoro nel selezionare i dataset e le informazioni che verranno tokenizzate per creare il primo large language model italiano, garantendo la sovranità dei dati e della proprietà intellettuale. Avere già le indicazioni dell’AI Act ci ha permesso di sviluppare Modello Italia rispettandone le linee guida. La grande rivoluzione sarà la possibilità di utilizzare la tecnologia anche in modalità offline: gli utenti potranno fare un download totale del sistema nel proprio device, senza mandare i dati fuori dal proprio dispositivo».


LEGGI ANCHE:

Pec obbligatoria per tutti? Ecco la proposta di Gratteri

Legge Ferragni: cambiano le norme in materia di beneficenza

gratteri pec

Pec obbligatoria per tutti? Ecco la proposta di Gratteri

Il procuratore del Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, durante un’audizione sull’efficienza del processo penale alla Commissione giustizia della Camera, ha dichiarato: «Se è vero che il ricorso alla giustizia riparativa è previsto in altri ordinamenti, in Italia è difficile da praticare».

«Abbiamo bisogno di strumenti normativi adeguati e proporzionati al territoio in cui andiamo ad operare», aggiunge.

Parlando della previsione della perseguibilità a querela di determinati reati, Gratteri dichiara: «Molto spesso si tratta di reati odiosi sia per le modalità che per la qualità delle persone offese, e sono reati spia di situazioni più gravi. Immaginiamo il reato di lesioni, il vicino che picchia il contadino, il mafiosetto che vessa… lasciare la parte offesa da sola, con questo peso? Non lo farei. Noi magistrati siamo pagati per rendere più vivibile il territorio».

Inoltre, Gratteri si è soffermato sulla velocizzazione dei processi, in particolar modo sul telematico penale. Se il sistema informatico non risulta fatto bene, potrebbe «diventare pericoloso», e «ci stiamo preoccupando poco della sicurezza».

Per il magistrato riunire tutte le intercettazioni in un server unico «è pericoloso», poiché gli hacker potrebbero intromettersi.

Al fine di velocizzare le notifiche, Gratteri ripropone la necessità di estendere l’obbligo a tutti i cittadini della PEC, affinché le forze dell’ordine non risultino sovraccaricate.

Per quanto riguarda il civile, invece, Gratteri pensa che «la gente non fa più le cause perché è scoraggiata, il sistema è farraginoso», e spera che avvengano le riforme discusse e necessarie.

Hai bisogno di una PEC?

Vieni a trovarci in Via Trieste 158/C (Ve) oppure

visita il nostro store!


LEGGI ANCHE:

Legge Ferragni: cambiano le norme in materia di beneficenza

Poste Italiane: nuova truffa dei falsi SMS

legge ferragni

Legge Ferragni: cambiano le norme in materia di beneficenza

Giovedì 25 gennaio 2024 si terrà il prossimo Consiglio dei ministri, in cui si discuterà della nuova norma riguardante le attività commerciali a scopo benefico, seguendo la scia dei fatti di cronaca che riguardano l’imprenditrice digitale e influencer Chiara Ferragni. Lo annuncia il premier Giorgia Meloni durante un’intervista a Rete4.

Durante la Festa di Fratelli d’Italia, Atreju, Meloni aveva dichiarato: «Gli influencer non sono quelli che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari».

Non è mancata la risposta di Fedez, marito dell’imprenditrice: «La presidente del Consiglio Meloni ha deciso di salire sul palco per parlare delle priorità del Paese. Avrà parlato della disoccupazione, o della Manovra o della pressione fiscale? No, ha deciso di dire “Diffidate dalle persone che lavorano sul web”. Questa è la priorità del nostro presidente del Consiglio».

Secondo Meloni, il caso Ferragni ha fatto venire a galla «un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto, adesso vi si può incappare».

Nello specifico, «sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinata a scopo benefico».

Dunque, sulle confezioni dei prodotti sarà obbligatorio indicare qual è il soggetto destinatario dei fondi, per quali finalità e l’importo destinato alla beneficenza (se già determinato). Se l’importo non è stato predeterminato, bisognerà riportare la quota percentuale del prezzo di vendita, oppure l’importo che verrà destinato alla beneficenza per ogni prodotto.

Su un produttore o un influencer non rispetterà tali disposizioni e verrà sorpreso dall’Antitrust rischierà una multa compresa tra 5.000 e 50.000 euro. L’Autorità, oltre a imporre la sanzione, dovrà informare i consumatori tramite i media.


LEGGI ANCHE:

Poste Italiane: nuova truffa dei falsi SMS

Entra in vigore l’AI Act: ecco cosa cambia in Europa

truffa poste italiane

Poste Italiane: nuova truffa dei falsi SMS

Attenzione alla nuova campagna di smishing, ovvero messaggi falsi che convincono le persone a condividere informazioni sensibili o scaricare malware, ai danni di Poste Italiane.

La campagna, infatti, «sfrutta nomi e loghi riferibili ai servizi erogati da Poste Italiane» per attirare l’attenzione delle persone e per farle cadere nella trappola dei cybercriminali. Lo rivela l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che spiega come funziona questa truffa.

Le vittime ricevono un messaggio SMS «da un numero con prefisso +63, riferibile allo stato delle Filippine». Il messaggio in questione dice che è impossibile recapitare un pacco, poiché le informazioni di contatto risultano incomplete.

Il trucchetto utilizzato dai criminali spinge gli utenti a fornire questi dati, portandoli «verso una landing page malevola, riportante loghi e riferimenti a Poste Italiane» attraverso il link presente nell’SMS. Dopo essere state reindirizzate alla pagina desiderata, alle vittime viene richiesto di compilare un form con le loro informazioni sensibili, al fine di riprogrammare la “consegna”.

Oltre ad inserire nome, cognome e indirizzo, viene richiesto «l’inserimento dei dati della carta di credito per l’addebito di 0,98 euro come commissione per la fruizione del servizio».

I truffatori, a questo punto, riescono ad accedere a tutte le informazioni sensibili fornite direttamente dalle vittime. Si tratta di un attacco molto comune, che circola anche in altre versioni, come nel caso di email che recitano la mancata consegna da parte di un corriere.

L’ACN, al fine di combattere questa truffa, consiglia agli utenti di «verificare scrupolosamente i mittenti delle comunicazioni ricevute e la relativa attendibilità», prestando molta attenzione ai siti che richiedono l’inserimento di dati bancari.

Fondamentale anche la verifica del numero di telefono: se il prefisso è delle Filippine, molto probabilmente non ci troviamo di fronte ad una comunicazione di Poste Italiane.


LEGGI ANCHE:

Entra in vigore l’AI Act: ecco cosa cambia in Europa

Nuovo pacchetto antiriciclaggio UE

AI Act

Entra in vigore l’AI Act: ecco cosa cambia in Europa

È finalmente arrivato il testo definitivo dell’AI Act, la prima legge al mondo che affronta il tema dell’intelligenza artificiale. Il testo è composto da 85 articoli e da 9 allegati, e sarà effettivo senza che gli Stati membri lo recepiscano.

L’Ai Act è stato organizzato in una struttura di rischi, suddivisi in minimi, limitati, alti, inaccettabili. Escluse dal regolamento le tecnologie utilizzate per scopi di ricerca e militari.

Leggi anche: AI Act: la prima legge che regolamenta le intelligenze artificiali

Gli utilizzi vietati sono quelli relativi ai sistemi che utilizzano le tecnologie subliminali finalizzati:

  • alla manipolazione dei comportamenti di una singola persona;
  • all’abuso di soggetti fragili e vulnerabili;
  • alla categorizzazione biometrica riferita a dati sensibili;
  • allo scraping (pesca a strascico) online di volti;
  • al riconoscimento delle emozioni a scuola o sul posto di lavoro;
  • al social scoring;
  • alla polizia predittiva.

Il paragrafo d riguarda l’utilizzo di sistemi di riconoscimento biometrico e facciale in tempo reale. L’applicazione è assolutamente proibita, poiché conduce «a risultati marcati da pregiudizi» e provoca «effetti discriminatori», escludendo tre situazioni particolari nelle quali «è necessario raggiungere un sostanziale pubblico interesse, la cui importanza supera i rischi».

I casi in questione sono:

  • ricerca di vittime e persone scomparse;
  • minacce certe alla sicurezza o alla vita delle persone/attacco terroristico;
  • identificazione e localizzazione di presunti autori di determinati reati (presenti nell’allegato IIa).

Tuttavia, in questi casi le forze di polizia dovranno avere prima l’ok di un ente indipendente o di un giudice. Viene garantita anche una procedura d’urgenza, previa richiesta d’autorizzazione entro le 24 ore precedenti.

Leggi anche: Ai Act: nuove sfide per gli avvocati

Per quanto riguarda i sistemi vietati troviamo quelli ad alto rischio, ovvero quelli che espongono i cittadini ad un rischio significativo per la sicurezza, la salute o per i diritti fondamentali. In questi sistemi rientrano:

  • i sistemi di categorizzazione e di identificazione biometrica o per il riconoscimento delle emozioni;
  • applicativi di sicurezza di infrastrutture critiche;
  • software di formazione/educativi per la valutazione dei risultati di studio, per assegnare corsi e per il controllo degli studenti durante gli esami;
  • algoritmi per la valutazione dei curriculum, per la distribuzione di compiti e impieghi;
  • algoritmi utilizzati dalla PA o da enti privati per la distribuzione di sussidi, per la classificazione delle richieste d’emergenza, per scoprire frodi finanziarie e per stabilire il grado di rischio nel momento in cui si sottoscrive un’assicurazione;
  • algoritmi utilizzati dalle forze dell’ordine e dalle autorità di frontiera per la valutazione dei rischi, per scoprire l’immigrazione illegale e per stabilire pericoli di tipo sanitario.

La Commissione fornirà le linee guida per l’applicazione delle norme sui sistemi ad alto rischio entro 18 mesi dall’entrata in vigore del regolamento. Verrà istituito un database contenente tutti i sistemi ad alto rischio utilizzati nel territorio Ue.

Chi sviluppa questi sistemi di intelligenza artificiale dovrà stabilirne anche sistemi di controllo, gestendo i dati nella maniera più chiara possibile e spiegando da dove provengono le informazioni utilizzate: il tutto, ovviamente, sotto stretto controllo di un essere umano.

Obbligatorio un «bottone di stop o una procedura simile, che consente al sistema di bloccarsi in modo sicuro» nel caso di pericolo imminente.

Per quanto riguarda le intelligenze artificiali per uso generale, come ChatGPT, gli sviluppatori dovranno assicurarsi che i contenuti generati siano riconoscibili in quanto generati da un’IA. Gli utenti, infatti, dovranno sempre essere consapevoli di interagire con un chatbot, soprattutto nel caso dei deepfake, che dovranno contenere un watermark (una filigrana).

Leggi anche: Se Keanu Reeves ti chiede 20mila euro, probabilmente è un Deepfake

Verrà istituito un Consiglio dell’AI, nel quale dovrà essere presente un esponente per ogni Stato dell’Unione. Tale Consiglio verrà strutturato in due sotto-gruppi: uno si occuperà della sorveglianza del mercato e uno delle notifiche delle autorità.

Inoltre, nell’AI Act viene stabilito che la segnalazione di un incidente riguardante un sistema ad alto rischio deve avvenire entro due giorni dal fatto o dalla consapevolezza di questo: in caso contrario si rischiano multe sino a 35 milioni di euro. Nel caso di utilizzi impropri, le multe saranno pari al 7% del fatturato globale.

Il documento è stato condiviso con gli Stati membri lunedì 22 gennaio 2024, mentre il voto del Comitato dei Rappresentanti Permanenti avverrà il 2 febbraio 2024.


LEGGI ANCHE:

Nuovo pacchetto antiriciclaggio UE

Garante Privacy: necessarie maggiori tutele nel processo penale

Nuovo pacchetto antiriciclaggio UE

Il Parlamento e il Consiglio UE hanno registrato un «accordo provvisorio» sul nuovo pacchetto di antiriciclaggio, aprendo a nuovi importanti scenari nella lotta contro il riciclaggio del denaro. Per ora siamo di fronte ad un accordo, ma a breve potrebbe diventare legge.

Questo pacchetto è stato appositamente pensato per combattere il riciclaggio del denaro e il finanziamento del terrorismo. Il fine ultimo è l’armonizzazione delle regole in tutto il territorio europeo, introducendo delle misure dettagliate che ostacolano questi comportamenti illeciti.

Le nuove regole fissano una soglia di attenzione a mille euro per quanto riguarda le criptovalute, e introducono una tracciabilità generale per quanto concerne il commercio dei beni di lusso, quali opere d’arte, gioielli, auto, yacht e aerei.

Il pacchetto Ue è destinato a banche, istituzioni finanziarie, gestori patrimoniali, agenzie immobiliari, commercianti, casinò e cripto-asset, che dovranno segnalare tutte le attività sospette. Obbligatoria l’applicazione di misure di due diligence per quanto riguarda le transazioni pari o superiori a 1.000 euro, anche nei portafogli privati.

I soggetti obbligati comprenderanno anche i commercianti di beni di lusso, ovvero chi vende pietre preziose, metalli preziosi, gioielli, auto, yacht, aerei e opere d’arte.

I pagamenti in contanti avranno il limite di 10.000 euro, anche se gli Stati membri avranno la facoltà di stabilire limiti inferiori. Obbligatorio il controllo e l’identificazione del disponente per le transazioni occasionali in contanti comprese tra 3.000 e 10.000 euro.

Il giudice, comunque, sarà fondamentale nella verifica della conformità delle operazioni rispetto ai nuovi standard antiriciclaggio, e nella valutazione circa l’adeguatezza della due diligence adottata dai soggetti obbligati.


LEGGI ANCHE:

Garante Privacy: necessarie maggiori tutele nel processo penale

Nuovo test IT-Alert 2024

garante privacy riforma cartabia

Garante Privacy: necessarie maggiori tutele nel processo penale

Il Garante Privacy, con il provvedimento del 21/12/2023 ha invitato il Ministero della Giustizia ad intervenire sulla riforma Cartabia per quanto riguarda il processo penale, potenziando la tutela dei dati sensibili degli indagati nei casi in cui si utilizza la videoregistrazione (come nel caso degli interrogatori).

Via Arenula ha chiesto un parere al Garante riguardo uno schema di dl correttivo del dl n. 150/2022. I primi dieci articoli del correttivo inseriscono delle modifiche alle norme del codice penale, del codice di procedura penale e delle leggi speciali, con lo scopo di «rendere gli istituti interessati maggiormente coerenti con i principi e i criteri di delega, anche attraverso un’opera di semplificazione di specifici meccanismi procedimentali e processuali, nonché di risolvere problemi di coordinamento emersi in fase di prima applicazione della riforma».

L’articolo n.11 reca una clausola di invarianza finanziaria.

Secondo il Garante, la disciplina proposta «non presenta profili di criticità sotto il profilo della protezione dati. Tuttavia, proprio per sua natura il decreto correttivo potrebbe prestarsi all’introduzione di un’ulteriore norma di coordinamento, relativa al regime di pubblicità degli atti oggetto di documentazione mediante videoregistrazione».

La riforma della Giustizia Cartabia, affinché vengano rappresentati in maniera più accurata gli atti processuali, aveva ampliato il ricorso alla riproduzione fonografica e audiovisiva come modalità di documentazione. Essa deve affiancarsi al verbale per gli atti del procedimento come modalità preferenziale di documentazione nei confronti dell’interrogatorio di garanzia dell’indagato, in quanto documentazione dell’assunzione dibattimentale dei mezzi di prova.

Un’innovazione simile ha un impatto non indifferente «sul trattamento dei dati personali delle parti e dei terzi a vario titolo coinvolti», esortando in tal modo il Ministero all’introduzione di «un regime speciale di pubblicità degli atti così documentati, tale da bilanciare le esigenze di pubblicità espressione del principio di cui all’art.101, I c. Cost., il diritto alla riservatezza e il principio di minimizzazione dei dati trattati, sancito dall’art. 5, p.1, lett. c del Regolamento».

Il Garante ha manifestato la sua piena disponibilità per analizzare la questione e definire la disciplina.


LEGGI ANCHE:

Nuovo test IT-Alert 2024

Cassa Forense, Formazione obbligatoria: nuovi corsi gratuiti disponibili online

it alert

Nuovo test IT-Alert 2024

Arrivano i primi test IT-Alert del 2024, il sistema della Protezione Civile di allarme pubblico nazionale che invierà delle notifiche ai cellulari degli italiani.

Le nuove sperimentazioni avverranno tra il 22 e il 26 gennaio 2024. I telefoni riceveranno delle simulazioni di allarme per determinati scenari di rischio nei confronti di rischi specifici in determinati territori.

Il test coinvolgerà 12 Regioni italiane, ovvero Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano, e riguarderà tre scenari di rischio: incidente rilevante in stabilimenti industriali, collasso di grandi dighe e incidente nucleare.

I test rivolti agli incidenti in stabilimenti industriali saranno limitati ad un raggio di 2 km dagli stabilimenti sottoposti alla Direttiva Seveso.

Leggi anche: IT-alert: il primo test regionale del sistema di allarme pubblico

Di seguito l’elenco dei test IT-Alert:

  • 22/01/2024 alle ore 12:00 test per incidente nucleare in Piemonte (Città metropolitana di Torino);
  • 23/01/2024 alle ore 14:30 test per incidente in stabilimenti industriali in Toscana (TOSCOCHIMICA, Prato (PO) e Campi Bisenzio (FI));
  • 24/01/2024 alle ore 12:00 test per incidente in stabilimenti industriali, in Calabria (BUTANGAS, Montalto Uffugo, Luzzi, Rende, Rose (CS)), Campania (GAROLLA S.R.L., Napoli), Emilia-Romagna (SCAM S.P.A., Modena) e Sardegna (FIAMMA 2000 S.P.A., Serramanna (SU) e Villasor (SU));
  • 25/01/2024 alle ore 12:00:
    1. Test per incidente in stabilimenti industriali in Basilicata (ENI S.P.A., Viggiano, Grumento Nova (PZ)), Friuli-Venezia Giulia (RIR-GALA LOGISTICA S.R.L., Visco, Aiello del Friuli, Palmanova, San Vito al Torre (UD));
    2. Test per collasso di grandi dighe in Campania (comuni nei dintorni della diga di Presenzano) e Provincia Autonoma di Bolzano (comuni nei dintorni della diga di Monguelfo);
  • 26/01/2024 alle ore 12:00:
    1. Test per incidente in stabilimenti industriali in Abruzzo (GPL SODIFA S.R.L., L’Aquila);
    2. Test per collasso di grandi dighe in Sicilia (comuni nei dintorni della diga di Ancipa) e Valle D’Aosta (comuni nei dintorni della diga di Beauregard).

Il test IT-Alert prevede l’invio di una notifica accompagnata da un segnale sonoro a tutti gli smartphone che risultano connessi alle celle delle aree prescelte. Di seguito riportiamo il testo dei messaggi di test:

Incidente rilevante in uno stabilimento industriale

TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente industriale nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente industriale vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

Collasso di una grande diga

TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO il collasso di una diga nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per il collasso di una diga vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

Incidente nucleare

TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente nucleare in un impianto sito in paese estero con potenziali ripercussioni nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente nucleare vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

Leggi anche: App ufficiale IT-Alert: attenzione alle truffe

Se riceverete il messaggio, non dovrete fare assolutamente nulla, visto che si tratta di un semplice test. Inoltre, IT-Alert non minaccia in alcun modo la privacy, in quanto l’invio della notifica avviene attraverso l’aggancio alle celle telefoniche della zona, e non prevede alcuno scambio di dati attraverso la rete internet.

Per ulteriori informazioni potete visitare il sito ufficiale https://www.it-alert.it/it/ 


LEGGI ANCHE:

Cassa Forense, Formazione obbligatoria: nuovi corsi gratuiti disponibili online

Cos’ha detto la Cassazione sul saluto romano

Servicematica

Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Agid
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto