Nordio: Venezia è la sede più sofferente di tutto il Paese

«Ce la metteremo tutta per venire incontro a Venezia e per risolvere i problemi della sede giudiziaria più singolare e sofferente d’Italia». Queste le parole del neo-ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha deciso di visitare il palazzo di giustizia lagunare, per discutere dei gravi problemi che affliggono gli uffici giudiziari della regione Veneto.

Ad attenderlo c’erano Salvatore Laganà, presidente del Tribunale, Federico Prato, procuratore generale, Domenico Taglialatela, presidente della Corte d’appello e Federica Santinon, presidente dell’Ordine degli avvocati.

Ipotesi reclutamento regionale dei magistrati

Il ministro Nordio ha dichiarato che il ministero sta già lavorando per trovare altre soluzioni alla carenza di personale di cancelleria e di magistrati. Verrà presa in considerazione anche la possibilità di utilizzare la Legge speciale per Venezia al fine di trovare specifici meccanismi di intervento.

Afferma Nordio durante l’incontro pubblico con gli uffici giudiziari di Venezia: «Per la criticità legata ai trasferimenti dei magistrati e del personale in altre regioni, l’idea di un reclutamento a livello regionale potrebbe essere proficua per farli rimanere in sede».

«Vi sono difficoltà di carattere normativo e costituzionale che cercheremo di affrontare. La possibilità di applicare la Legge speciale per Venezia è un problema che non era mai venuto in mente, nemmeno a me, per un reclutamento più sollecito, e ci penseremo».

Venezia è la sede più sofferente di tutto il Paese

«La mia visita non è soltanto un tributo emotivo a un luogo dove ho esordito, ma è il riconoscimento che la sede di Venezia è la più sofferente e disagiata dell’intero Paese, con tratti così specifici che erano ampiamente noti».

Prosegue il ministro della Giustizia: «Forse sono il primo ministro che provenga dalla magistratura con l’esercizio della Procura, per di più in questa città. Ci sono i problemi di giustizia penale e quelli di Venezia, da quelli più banali come il trasporto dei fascicoli per via acquea, che ha sorpreso la mia amica Marta Cartabia, rimasta allucinata perché non aveva la più pallida idea di come funzionasse. Io un’idea ce l’ho, non è pallida ma è consolidata».

La visita prosegue a Treviso 

La visita del ministro Nordio prosegue al Tribunale di Treviso. «Mi è arrivata una cartolina verde per una raccomandata, in cui mi si avvisava di essere stato eletto alla Camera. Ore di lavoro per una lettera. Perché una notifica ottocentesca?».

«A noi interessa ora far funzionare la giustizia in modo efficiente, la lentezza dei nostri processi ci costa un 2% di Pil, significa 40 miliardi all’anno. A Treviso le condizioni sono intollerabili, il Veneto è più in sofferenza degli altri».

Prosegue: «Il Veneto non ha mai avuto un ministro della giustizia, tantomeno un magistrato. Purtroppo troppe volte i precedenti governi hanno volato troppo alto. Per me c’è un eccesso di burocrazie intollerabile».

La questione migranti

A Treviso il ministro Nordio si pronuncia anche sulla questione migranti: «La selezione dei migranti non è fatta in base ai loro interessi ma a quelli degli scafisti che li portano. I poveri tra i poveri, vecchi, malati e moribondi, rimangono lì. Quelli che vengono in Italia possono permettersi di pagare dai 2 ai 5 mila euro a queste organizzazioni che li trasportano».

«Noi li prendiamo», prosegue, «non perché siamo buoni ma perché siamo rassegnati. Per quanto riguarda la gestione dei migranti il trattato di Dublino è chiarissimo: la gestione deve essere fatta dallo Stato di primo accesso. Se una nave straniera in acque internazionali accoglie dei migranti, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave».

La vera soluzione «sta nell’accordarci con gli amici della Ue, che proprio secondo il trattato di Dublino chi viene soccorso in acque internazionali approda nello stato di bandiera della nave, e deve essere gestito da quello Stato. Curato dal porto più vicino, se necessario, ma poi portato nel territorio nello Stato di primo approdo. Sarebbe bene in ambito internazionale invocare questi accordi di Dublino, non accordi politici di nuova costruzione».

Ribadisce il Ministro che «il comandante di una nave può celebrare matrimoni a bordo, ricevere testamento: è un pubblico ufficiale. Chi accoglie il migrante lo fa nel suo Stato, che è quello della bandiera della nave. Non c’è altra soluzione dal punto di vista giuridico».

Il reato di abuso di ufficio

Conclude Nordio con il tempo del reato di abuso di ufficio, che secondo il Ministro è «richiesta dai sindaci soprattutto di sinistra, e quindi penso che daremo loro ascolto».

La visita di Nordio «non è soltanto un tributo emotivo a un luogo dove ho esordito, ma è il riconoscimento che la sede di Venezia è la più sofferente e disagiata dell’intero Paese».

Nelle prossime settimane seguirà un incontro più operativo e tecnico dei rappresentati della struttura ministeriale con le figure ai vertici degli Uffici giudiziari.

Nel frattempo a Teramo

Nel frattempo a Teramo si sono riuniti tutti i soggetti interessati alla Riforma Cartabia: Giudici, Procuratori della Repubblica, Avvocati, Camere Penali e Università.

Incontro necessario, leggiamo nel documento di chiamata a raccolta del tribunale, in quanto ci troviamo di fronte ad una riforma che «introdurrà rilevantissime modifiche al sistema processualpenalistico, oltre a quella penale».

Spiega Antonio Lessiani, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Teramo: «E’ un cambio epocale, che contiene aspetti complicati. Sono stati realizzati dei gruppi di lavoro con i magistrati per approfondire materia e linee guida».

La volontà è quella di mettere in atto una prassi virtuosa, che passa dalla citazione in giudizio alla giustizia riparativa, dalla transizione digitale alle sentenze di proscioglimento. Continua Lessiani: «Teramo vuole farsi trovare pronta: l’efficienza del processo, trovare prassi condivise e il modo di applicarle. La Riforma c’è, ora si tratta di applicarla: gli operatori del diritto devono farsi trovare preparati».

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