Che noia, che barba, che noia il legalese!

La necessità di scrivere più chiaramente il diritto, le norme di legge e gli atti dei processi si avverte da secoli. Nonostante ciò, il legal design si è sviluppato soltanto negli ultimi 10 anni.

Quanti di noi leggono tutte le condizioni generali di un contratto nel momento in cui ci si iscrive ad un nuovo social, o in generale ad un servizio online? Probabilmente quasi nessuno. Si tratta, infatti, di documenti veramente troppo difficili da leggere – ma non è che sia qualcosa di volutamente ricercato?

Ritrovarsi di fronte ad un documento del genere, che sembra impedirci di trovare una risposta, crea una gran frustrazione. Il nostro cervello predilige le cose semplici; infatti, gli esseri umani hanno una soglia dell’attenzione pari a 8 secondi. Quella dei pesci rossi, invece, è di 9 secondi.

La situazione peggiora se applichiamo questa frustrazione ai testi legislativi, pieni di una strana lingua incomprensibile ai più: il legalese. Ed è qui che entra in gioco il concetto di legal design, il perfetto punto d’incontro tra diritto, tecnologia e design.

L’idea si deve alla giurista Margaret Hagan e alla designer Stefania Passera. Per il momento non c’è una definizione unica e condivisa, ma lo scopo è preciso: creare dei prodotti capaci di apportare benefici concreti e misurabili. E per farlo, bisogna assolutamente semplificare la comunicazione.

Per cominciare questa operazione di semplificazione, dobbiamo privilegiare il punto di vista del destinatario, che diventerà il nostro punto di partenza. Ci dobbiamo concentrare sull’essenziale, sul legame tra forma e contenuto, e sui prototipi che precedono il prodotto finale.

Ci troviamo nel mondo dell’estetica, della bellezza che sviluppa la conoscenza, in quanto predispone alla lettura, alla comprensione, catturando la curiosità e l’attenzione.

Il nostro cervello elabora in maniera differente le immagini e il testo: le prime, infatti, vengono memorizzate 60.000 volte più velocemente rispetto ad un testo. Sfruttarle significa abbracciare la semplicità e la comprensibilità, creando un senso di fiducia e di credibilità.

Il legal design migliora la nostra reputazione, facendoci guadagnare un gran vantaggio sulla concorrenza. E se proprio vogliamo dirla tutta, potrebbe rappresentare un tassello verso la conoscenza collettiva della legge e del diritto e verso una maggior tutela dei propri diritti e dei propri interessi.

Ma per farlo, dobbiamo assolutamente affrontare un cambio di paradigma. Siete pronti a scoprire con noi i segreti del Legal Design?


LEGGI ANCHE:

Legal Design: comunicare concetti complessi in maniera semplice

Il Legal Design per rendere l’informazione legale più fruibile

Legal Design: comunicare concetti complessi in maniera semplice

Con Legal Design non intendiamo un trattamento estetico dei testi legali. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio metodo di redazione di comunicazioni legali che potrebbe metterci al riparo da sanzioni a causa della poca chiarezza da parte delle autorità di controllo.

Ma prima di comprendere che cos’è il Legal Design, capiamo che cosa non è.

Che cosa non è il Legal Design

Nell’immaginario comune è una tecnica strettamente legata all’utilizzo di icone, immagini ed elementi visivi. Ma il Legal Design non è l’aggiunta di un’immagine di copertina in un contratto, o l’inserimento di illustrazioni tra una clausola e l’altra. Soprattutto se tali immagini non sono pertinenti a ciò che è contenuto nel documento e che non ne chiariscono il contenuto.

L’obiettivo del Legal Design non è la progettazione di documenti che sono appaganti dal punto di vista estetico. Certo, questo potrebbe essere uno degli effetti, ma non è assolutamente il fine.

Che cos’è

Stiamo parlando di una metodologia multidisciplinare e “human-centered”, che utilizza gli strumenti del design per la creazione di servizi legali, documenti legali e per la comunicazione di concetti giuridici complessi in modo semplice ed efficace.

Nata a Standford, la disciplina ha il fine di rendere il processo legale orientato al cliente. È l’utente a trovarsi al centro della comunicazione giuridica, come consumatore finale di norme, obblighi di legge e sentenze.

Dunque, l’obiettivo principale del Legal Design è rendere un concetto immediato e comprensibile, utilizzando principi e strumenti del design. Si interviene soltanto alla fine sul layout del documento, sul linguaggio e sulla componente visiva.

Perché utilizzare il Legal Design

Il Legal Design lavora molto sulla semplificazione del testo, che può avvenire attraverso l’utilizzo di icone e diagrammi, che rendono il messaggio fluido e immediato.

Immagini, diagrammi e flussi possono essere utilizzati per la rappresentazione delle norme e dei vari provvedimenti legislativi (le cosiddette “visual law”). Oppure, processi giuridici molto complessi possono essere tradotti in testi e immagini.

Ma perché dovremmo utilizzare il design all’interno del mondo legale? Dal punto di vista accademico e della ricerca, il Legal Design crea un miglior accesso alla giustizia, grazie alla semplificazione (ma non alla banalizzazione) di concetti giuridici complessi, favorendone la divulgazione.

Quali sono i vantaggi

Miglior comunicazione delle informazioni

Con il Legal design si possono creare dei documenti semplici da leggere, che comunicano informazioni legali complesse. Un’efficace comunicazione delle varie informazioni legali migliora il rapporto con i dipartimenti interni, diminuendo le richieste di chiarimenti e la necessità di followup.

Migliora i processi interni

Nella stesura delle procedure interne questa tecnica semplifica l’accesso alle varie informazioni, garantendone l’applicazione. Per esempio, pensiamo alle varie procedure in ambito di privacy e compliance, dove le informazioni devono essere sempre disponibili e comprensibili per tutti.

Le attività da svolgere in caso di violazione dei dati personali sono lunghe e complesse, e sono scritte in “legalese”, con una fruibilità che si limita al dipartimento legale. La “legal visualisation”, invece, consente una fruizione in maniera diretta da parte di tutte le funzioni interessate, riducendo anche il rischio che vengano messe in pratica delle azioni sbagliate (che potrebbero comportare sanzioni).

Migliora la compliance normativa

All’interno del sistema legislativo troviamo più volte un invito finalizzato alla chiarezza e alla trasparenza nei confronti degli utenti finali e dei consumatori. Troviamo due esempi nel Codice del Consumo e nel GDPR, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali.

Il Codice del Consumo raccomanda che le clausole che ci sono nei contratti rivolti al consumatore debbano essere redatte «in modo chiaro e comprensibile». L’Art. 12 del GDPR, per quanto riguarda la privacy, prevede che le informazioni che devono essere fornite agli interessati (l’informativa sulla privacy), debbano essere comprensibili e accessibili, adottando un linguaggio semplice e chiaro.

Le informazioni devono essere fornite insieme ad icone standardizzate, per fornire in maniera intelligibile e leggibile una visione generale del trattamento previsto. Il Legal Design diviene uno strumento di conformità normativa, per ridurre il rischio di sanzioni da parte delle varie autorità di controllo.

Uno degli esempi più immediati per comprendere che cos’è il legal design è la segnaletica stradale: ogni segnale è immediato, univoco, sintetico e leggibile da tutti.

I principi del Legal Design

Margaret Hagan, una delle “madri” del Legal Design, ha teorizzato ben sei principi che possiamo riassumere così:

Principio n.1: responsabilizzare gli utenti dei servizi legali

La maggior parte delle persone vorrebbe maggiori input e supervisione del processo. Vorrebbero un rapporto di collaborazione con il proprio avvocato. Il Legal Design aiuta a comprendere che cosa sta succedendo e a trovare la strategia più corretta per affrontare la situazione. Proprio per questi motivi è importante fornire agli utenti strumenti per comprendere il sistema legale.

Principio n.2: l’informazione legale è un viaggio finalizzato alla responsabilizzazione dei viaggiatori

È importante mostrare ad una persona come funziona il sistema, passo dopo passo. Bisognerebbe far finta di trovarsi in un gioco da tavolo, dove sono chiari i vari percorsi e i punti di inizio e di arrivo. Utilizzare la metafora del viaggio aiuta a far comprendere all’utente cosa succede, dove si sta andando e i vari ruoli assunti.

Principio n.3: è importante che ci sia collaborazione tra il cliente e l’avvocato

Gli avvocati, in passato, si consideravano come “adulti” e i clienti come “bambini”, nascondendo loro dettagli importanti. Tuttavia, secondo vari studi e ricerche, le persone vorrebbero essere più partecipi nella propria difesa. Vorrebbero comprendere le opzioni e le strategie per supervisionare il lavoro del proprio avvocato.

Principio n.4: è importante fornire il quadro generale della situazione

In questo modo, le persone comprendono il contesto e i motivi per cui si sta lavorando in un determinato modo.

Principio n.5: comunica in modo semplice, e comunica l’essenziale 

Le persone vorrebbero conoscere la strategia migliore per la loro situazione, ma ricorda di non scaricare tutte le scelte sull’utente finale.

Principio n.6: le persone dovrebbero personalizzare la propria esperienza

Non a tutti piace ricevere le informazioni nello stesso identico modo. Qualcuno è più visivo, ad altri piace leggere: nel Legal Design le informazioni sono rese disponibili in diverse modalità, tenendo conto di tutti i tipi di utenza. Poster, documenti, brochure, siti Web, report, social, WhatsApp, e così via: raggiungi i tuoi target e presenta i tuoi contenuti nel formato più adeguato.

——————————–

LEGGI ANCHE:

Facebook può sospendere gli account degli utenti no-vax?

Chi c’è veramente dietro agli attacchi informatici alle nostre aziende di energia?

legal design servicematica

Il Legal Design per rendere l’informazione legale più fruibile

Se la legge è uguale per tutti, non si può dire che sia anche chiara per tutti.
Sfortunatamente, norme, atti, contratti e altri documenti legali sono quasi sempre incomprensibili soprattutto (ma non solo) ai non professionisti.

Il Legal Design vuole risolvere questa difficoltà.

COS’È IL LEGAL DESIGN

La Legal Design Alliance definisce così il Legal Design:

“un approccio interdisciplinare incentrato sull’uomo, volto a prevenire o risolvere il problema legale. Questo approccio dà la priorità al punto di vista degli utenti della legge – non solo avvocati e giudici, ma anche cittadini, consumatori, aziende, ecc.”.

Il suo obiettivo è semplificare la comunicazione legale, rendere i contenuti subito fruibili, immediatamente comprensibili, senza passare per una dispendiosa decodifica.

NON SOLO LINGUAGGIO

Questo approccio va ben oltre il semplice alleggerimento linguistico, con l’abbandono del “legalese” a favore di un linguaggio più immediato.

Infatti, il Legal Design lavora anche sulla struttura del documento. Non si tratta solo di scegliere un’impaginazione o un font che facilitino la lettura, ma anche di eliminare tutte le informazioni di contorno ambigue o prive di valore, i dettagli che distraggono, gli elementi che affaticano, per non complicare l’esperienza del destinatario.

Inoltre, il Legal Design contempla anche l’uso di altri media che non siano il testo scritto, come le infografiche, per aumentare la comprensibilità dell’informazione che si vuole trasmettere.

Il Legal Design non è qualcosa di lontano e confinato a certi ambienti. In questo anno e mezzo di pandemia tutti noi ne abbiamo visto diversi esempi: basti pensare a tutte le schede informative che, testualmente e tramite immagini, ci hanno presentato il contenuto dei diversi DPCM, spiegandoci cosa potessimo o non potessimo fare.

LA PERSONA AL CENTRO

Il punto cardine del Legal Design è mettere al centro il destinatario dell’informazione e il suo bisogno reale, cioè ottenere una risposta a una domanda o la soluzione a un problema: a chi si rivolge quel documento? Quali sono il linguaggio e il media migliore per comunicare con lui? Cosa desidera ottenere?

Modulare la comunicazione in base a questi aspetti, rendere l’informazione chiara e accessibile, permette di generare fiducia nel destinatario, che è la base di qualsiasi relazione umana, anche professionale.

AVVOCATI E LEGAL DESIGN

Vale la pena ricordare il Decreto n.37 dell’8 marzo 2018, che ha modificato il D.M. 55/2014 relativo alla determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi degli avvocati.

All’art. 1, comma 1-bis, il decreto contempla un aumento dei compensi dell’avvocato nel caso in cui “gli atti depositati con modalità telematiche sono redatti con tecniche informatiche idonee ad agevolarne la consultazione, la fruizione e, in particolare, quando esse consentono la ricerca testuale all’interno dell’atto e dei documenti allegati, nonché la navigazione all’interno dell’atto”.

In sostanza, ciò che viene chiesto e premiato è proprio di facilitare l’esperienza d’uso da parte del Giudice che deve visionare gli atti.
Come si può intuire, la maggiore fruibilità non passa per una semplificazione del lessico — trattandosi di un destinatario con competenze tecniche — ma attraverso tutti quegli espedienti che possono velocizzare, alleggerire, rendere più immediata la lettura: dai link ipertestuali alle tabelle, fino ad elementi grafici più elaborati.

Rendi il tuo studio legale più digitale e sicuro con i prodotti Servicematica.
——–

LEGGI ANCHE:

Perché la giustizia è rappresentata bendata?

Avvocati e rischio riciclaggio: UE propone sorveglianza sulla professione

Servicematica

Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Agid
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto