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Legge Ferragni: cambiano le norme in materia di beneficenza

Giovedì 25 gennaio 2024 si terrà il prossimo Consiglio dei ministri, in cui si discuterà della nuova norma riguardante le attività commerciali a scopo benefico, seguendo la scia dei fatti di cronaca che riguardano l’imprenditrice digitale e influencer Chiara Ferragni. Lo annuncia il premier Giorgia Meloni durante un’intervista a Rete4.

Durante la Festa di Fratelli d’Italia, Atreju, Meloni aveva dichiarato: «Gli influencer non sono quelli che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari».

Non è mancata la risposta di Fedez, marito dell’imprenditrice: «La presidente del Consiglio Meloni ha deciso di salire sul palco per parlare delle priorità del Paese. Avrà parlato della disoccupazione, o della Manovra o della pressione fiscale? No, ha deciso di dire “Diffidate dalle persone che lavorano sul web”. Questa è la priorità del nostro presidente del Consiglio».

Secondo Meloni, il caso Ferragni ha fatto venire a galla «un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto, adesso vi si può incappare».

Nello specifico, «sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinata a scopo benefico».

Dunque, sulle confezioni dei prodotti sarà obbligatorio indicare qual è il soggetto destinatario dei fondi, per quali finalità e l’importo destinato alla beneficenza (se già determinato). Se l’importo non è stato predeterminato, bisognerà riportare la quota percentuale del prezzo di vendita, oppure l’importo che verrà destinato alla beneficenza per ogni prodotto.

Su un produttore o un influencer non rispetterà tali disposizioni e verrà sorpreso dall’Antitrust rischierà una multa compresa tra 5.000 e 50.000 euro. L’Autorità, oltre a imporre la sanzione, dovrà informare i consumatori tramite i media.


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Poste Italiane: nuova truffa dei falsi SMS

Attenzione alla nuova campagna di smishing, ovvero messaggi falsi che convincono le persone a condividere informazioni sensibili o scaricare malware, ai danni di Poste Italiane.

La campagna, infatti, «sfrutta nomi e loghi riferibili ai servizi erogati da Poste Italiane» per attirare l’attenzione delle persone e per farle cadere nella trappola dei cybercriminali. Lo rivela l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che spiega come funziona questa truffa.

Le vittime ricevono un messaggio SMS «da un numero con prefisso +63, riferibile allo stato delle Filippine». Il messaggio in questione dice che è impossibile recapitare un pacco, poiché le informazioni di contatto risultano incomplete.

Il trucchetto utilizzato dai criminali spinge gli utenti a fornire questi dati, portandoli «verso una landing page malevola, riportante loghi e riferimenti a Poste Italiane» attraverso il link presente nell’SMS. Dopo essere state reindirizzate alla pagina desiderata, alle vittime viene richiesto di compilare un form con le loro informazioni sensibili, al fine di riprogrammare la “consegna”.

Oltre ad inserire nome, cognome e indirizzo, viene richiesto «l’inserimento dei dati della carta di credito per l’addebito di 0,98 euro come commissione per la fruizione del servizio».

I truffatori, a questo punto, riescono ad accedere a tutte le informazioni sensibili fornite direttamente dalle vittime. Si tratta di un attacco molto comune, che circola anche in altre versioni, come nel caso di email che recitano la mancata consegna da parte di un corriere.

L’ACN, al fine di combattere questa truffa, consiglia agli utenti di «verificare scrupolosamente i mittenti delle comunicazioni ricevute e la relativa attendibilità», prestando molta attenzione ai siti che richiedono l’inserimento di dati bancari.

Fondamentale anche la verifica del numero di telefono: se il prefisso è delle Filippine, molto probabilmente non ci troviamo di fronte ad una comunicazione di Poste Italiane.


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Entra in vigore l’AI Act: ecco cosa cambia in Europa

Nuovo pacchetto antiriciclaggio UE

AI Act

Entra in vigore l’AI Act: ecco cosa cambia in Europa

È finalmente arrivato il testo definitivo dell’AI Act, la prima legge al mondo che affronta il tema dell’intelligenza artificiale. Il testo è composto da 85 articoli e da 9 allegati, e sarà effettivo senza che gli Stati membri lo recepiscano.

L’Ai Act è stato organizzato in una struttura di rischi, suddivisi in minimi, limitati, alti, inaccettabili. Escluse dal regolamento le tecnologie utilizzate per scopi di ricerca e militari.

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Gli utilizzi vietati sono quelli relativi ai sistemi che utilizzano le tecnologie subliminali finalizzati:

  • alla manipolazione dei comportamenti di una singola persona;
  • all’abuso di soggetti fragili e vulnerabili;
  • alla categorizzazione biometrica riferita a dati sensibili;
  • allo scraping (pesca a strascico) online di volti;
  • al riconoscimento delle emozioni a scuola o sul posto di lavoro;
  • al social scoring;
  • alla polizia predittiva.

Il paragrafo d riguarda l’utilizzo di sistemi di riconoscimento biometrico e facciale in tempo reale. L’applicazione è assolutamente proibita, poiché conduce «a risultati marcati da pregiudizi» e provoca «effetti discriminatori», escludendo tre situazioni particolari nelle quali «è necessario raggiungere un sostanziale pubblico interesse, la cui importanza supera i rischi».

I casi in questione sono:

  • ricerca di vittime e persone scomparse;
  • minacce certe alla sicurezza o alla vita delle persone/attacco terroristico;
  • identificazione e localizzazione di presunti autori di determinati reati (presenti nell’allegato IIa).

Tuttavia, in questi casi le forze di polizia dovranno avere prima l’ok di un ente indipendente o di un giudice. Viene garantita anche una procedura d’urgenza, previa richiesta d’autorizzazione entro le 24 ore precedenti.

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Per quanto riguarda i sistemi vietati troviamo quelli ad alto rischio, ovvero quelli che espongono i cittadini ad un rischio significativo per la sicurezza, la salute o per i diritti fondamentali. In questi sistemi rientrano:

  • i sistemi di categorizzazione e di identificazione biometrica o per il riconoscimento delle emozioni;
  • applicativi di sicurezza di infrastrutture critiche;
  • software di formazione/educativi per la valutazione dei risultati di studio, per assegnare corsi e per il controllo degli studenti durante gli esami;
  • algoritmi per la valutazione dei curriculum, per la distribuzione di compiti e impieghi;
  • algoritmi utilizzati dalla PA o da enti privati per la distribuzione di sussidi, per la classificazione delle richieste d’emergenza, per scoprire frodi finanziarie e per stabilire il grado di rischio nel momento in cui si sottoscrive un’assicurazione;
  • algoritmi utilizzati dalle forze dell’ordine e dalle autorità di frontiera per la valutazione dei rischi, per scoprire l’immigrazione illegale e per stabilire pericoli di tipo sanitario.

La Commissione fornirà le linee guida per l’applicazione delle norme sui sistemi ad alto rischio entro 18 mesi dall’entrata in vigore del regolamento. Verrà istituito un database contenente tutti i sistemi ad alto rischio utilizzati nel territorio Ue.

Chi sviluppa questi sistemi di intelligenza artificiale dovrà stabilirne anche sistemi di controllo, gestendo i dati nella maniera più chiara possibile e spiegando da dove provengono le informazioni utilizzate: il tutto, ovviamente, sotto stretto controllo di un essere umano.

Obbligatorio un «bottone di stop o una procedura simile, che consente al sistema di bloccarsi in modo sicuro» nel caso di pericolo imminente.

Per quanto riguarda le intelligenze artificiali per uso generale, come ChatGPT, gli sviluppatori dovranno assicurarsi che i contenuti generati siano riconoscibili in quanto generati da un’IA. Gli utenti, infatti, dovranno sempre essere consapevoli di interagire con un chatbot, soprattutto nel caso dei deepfake, che dovranno contenere un watermark (una filigrana).

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Verrà istituito un Consiglio dell’AI, nel quale dovrà essere presente un esponente per ogni Stato dell’Unione. Tale Consiglio verrà strutturato in due sotto-gruppi: uno si occuperà della sorveglianza del mercato e uno delle notifiche delle autorità.

Inoltre, nell’AI Act viene stabilito che la segnalazione di un incidente riguardante un sistema ad alto rischio deve avvenire entro due giorni dal fatto o dalla consapevolezza di questo: in caso contrario si rischiano multe sino a 35 milioni di euro. Nel caso di utilizzi impropri, le multe saranno pari al 7% del fatturato globale.

Il documento è stato condiviso con gli Stati membri lunedì 22 gennaio 2024, mentre il voto del Comitato dei Rappresentanti Permanenti avverrà il 2 febbraio 2024.


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Nuovo pacchetto antiriciclaggio UE

Garante Privacy: necessarie maggiori tutele nel processo penale

Nuovo pacchetto antiriciclaggio UE

Il Parlamento e il Consiglio UE hanno registrato un «accordo provvisorio» sul nuovo pacchetto di antiriciclaggio, aprendo a nuovi importanti scenari nella lotta contro il riciclaggio del denaro. Per ora siamo di fronte ad un accordo, ma a breve potrebbe diventare legge.

Questo pacchetto è stato appositamente pensato per combattere il riciclaggio del denaro e il finanziamento del terrorismo. Il fine ultimo è l’armonizzazione delle regole in tutto il territorio europeo, introducendo delle misure dettagliate che ostacolano questi comportamenti illeciti.

Le nuove regole fissano una soglia di attenzione a mille euro per quanto riguarda le criptovalute, e introducono una tracciabilità generale per quanto concerne il commercio dei beni di lusso, quali opere d’arte, gioielli, auto, yacht e aerei.

Il pacchetto Ue è destinato a banche, istituzioni finanziarie, gestori patrimoniali, agenzie immobiliari, commercianti, casinò e cripto-asset, che dovranno segnalare tutte le attività sospette. Obbligatoria l’applicazione di misure di due diligence per quanto riguarda le transazioni pari o superiori a 1.000 euro, anche nei portafogli privati.

I soggetti obbligati comprenderanno anche i commercianti di beni di lusso, ovvero chi vende pietre preziose, metalli preziosi, gioielli, auto, yacht, aerei e opere d’arte.

I pagamenti in contanti avranno il limite di 10.000 euro, anche se gli Stati membri avranno la facoltà di stabilire limiti inferiori. Obbligatorio il controllo e l’identificazione del disponente per le transazioni occasionali in contanti comprese tra 3.000 e 10.000 euro.

Il giudice, comunque, sarà fondamentale nella verifica della conformità delle operazioni rispetto ai nuovi standard antiriciclaggio, e nella valutazione circa l’adeguatezza della due diligence adottata dai soggetti obbligati.


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Garante Privacy: necessarie maggiori tutele nel processo penale

Nuovo test IT-Alert 2024

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Garante Privacy: necessarie maggiori tutele nel processo penale

Il Garante Privacy, con il provvedimento del 21/12/2023 ha invitato il Ministero della Giustizia ad intervenire sulla riforma Cartabia per quanto riguarda il processo penale, potenziando la tutela dei dati sensibili degli indagati nei casi in cui si utilizza la videoregistrazione (come nel caso degli interrogatori).

Via Arenula ha chiesto un parere al Garante riguardo uno schema di dl correttivo del dl n. 150/2022. I primi dieci articoli del correttivo inseriscono delle modifiche alle norme del codice penale, del codice di procedura penale e delle leggi speciali, con lo scopo di «rendere gli istituti interessati maggiormente coerenti con i principi e i criteri di delega, anche attraverso un’opera di semplificazione di specifici meccanismi procedimentali e processuali, nonché di risolvere problemi di coordinamento emersi in fase di prima applicazione della riforma».

L’articolo n.11 reca una clausola di invarianza finanziaria.

Secondo il Garante, la disciplina proposta «non presenta profili di criticità sotto il profilo della protezione dati. Tuttavia, proprio per sua natura il decreto correttivo potrebbe prestarsi all’introduzione di un’ulteriore norma di coordinamento, relativa al regime di pubblicità degli atti oggetto di documentazione mediante videoregistrazione».

La riforma della Giustizia Cartabia, affinché vengano rappresentati in maniera più accurata gli atti processuali, aveva ampliato il ricorso alla riproduzione fonografica e audiovisiva come modalità di documentazione. Essa deve affiancarsi al verbale per gli atti del procedimento come modalità preferenziale di documentazione nei confronti dell’interrogatorio di garanzia dell’indagato, in quanto documentazione dell’assunzione dibattimentale dei mezzi di prova.

Un’innovazione simile ha un impatto non indifferente «sul trattamento dei dati personali delle parti e dei terzi a vario titolo coinvolti», esortando in tal modo il Ministero all’introduzione di «un regime speciale di pubblicità degli atti così documentati, tale da bilanciare le esigenze di pubblicità espressione del principio di cui all’art.101, I c. Cost., il diritto alla riservatezza e il principio di minimizzazione dei dati trattati, sancito dall’art. 5, p.1, lett. c del Regolamento».

Il Garante ha manifestato la sua piena disponibilità per analizzare la questione e definire la disciplina.


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Nuovo test IT-Alert 2024

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it alert

Nuovo test IT-Alert 2024

Arrivano i primi test IT-Alert del 2024, il sistema della Protezione Civile di allarme pubblico nazionale che invierà delle notifiche ai cellulari degli italiani.

Le nuove sperimentazioni avverranno tra il 22 e il 26 gennaio 2024. I telefoni riceveranno delle simulazioni di allarme per determinati scenari di rischio nei confronti di rischi specifici in determinati territori.

Il test coinvolgerà 12 Regioni italiane, ovvero Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano, e riguarderà tre scenari di rischio: incidente rilevante in stabilimenti industriali, collasso di grandi dighe e incidente nucleare.

I test rivolti agli incidenti in stabilimenti industriali saranno limitati ad un raggio di 2 km dagli stabilimenti sottoposti alla Direttiva Seveso.

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Di seguito l’elenco dei test IT-Alert:

  • 22/01/2024 alle ore 12:00 test per incidente nucleare in Piemonte (Città metropolitana di Torino);
  • 23/01/2024 alle ore 14:30 test per incidente in stabilimenti industriali in Toscana (TOSCOCHIMICA, Prato (PO) e Campi Bisenzio (FI));
  • 24/01/2024 alle ore 12:00 test per incidente in stabilimenti industriali, in Calabria (BUTANGAS, Montalto Uffugo, Luzzi, Rende, Rose (CS)), Campania (GAROLLA S.R.L., Napoli), Emilia-Romagna (SCAM S.P.A., Modena) e Sardegna (FIAMMA 2000 S.P.A., Serramanna (SU) e Villasor (SU));
  • 25/01/2024 alle ore 12:00:
    1. Test per incidente in stabilimenti industriali in Basilicata (ENI S.P.A., Viggiano, Grumento Nova (PZ)), Friuli-Venezia Giulia (RIR-GALA LOGISTICA S.R.L., Visco, Aiello del Friuli, Palmanova, San Vito al Torre (UD));
    2. Test per collasso di grandi dighe in Campania (comuni nei dintorni della diga di Presenzano) e Provincia Autonoma di Bolzano (comuni nei dintorni della diga di Monguelfo);
  • 26/01/2024 alle ore 12:00:
    1. Test per incidente in stabilimenti industriali in Abruzzo (GPL SODIFA S.R.L., L’Aquila);
    2. Test per collasso di grandi dighe in Sicilia (comuni nei dintorni della diga di Ancipa) e Valle D’Aosta (comuni nei dintorni della diga di Beauregard).

Il test IT-Alert prevede l’invio di una notifica accompagnata da un segnale sonoro a tutti gli smartphone che risultano connessi alle celle delle aree prescelte. Di seguito riportiamo il testo dei messaggi di test:

Incidente rilevante in uno stabilimento industriale

TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente industriale nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente industriale vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

Collasso di una grande diga

TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO il collasso di una diga nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per il collasso di una diga vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

Incidente nucleare

TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente nucleare in un impianto sito in paese estero con potenziali ripercussioni nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente nucleare vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST

Leggi anche: App ufficiale IT-Alert: attenzione alle truffe

Se riceverete il messaggio, non dovrete fare assolutamente nulla, visto che si tratta di un semplice test. Inoltre, IT-Alert non minaccia in alcun modo la privacy, in quanto l’invio della notifica avviene attraverso l’aggancio alle celle telefoniche della zona, e non prevede alcuno scambio di dati attraverso la rete internet.

Per ulteriori informazioni potete visitare il sito ufficiale https://www.it-alert.it/it/ 


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Cassa Forense, Formazione obbligatoria: nuovi corsi gratuiti disponibili online

Cos’ha detto la Cassazione sul saluto romano

corsi online cnf

Cassa Forense, Formazione obbligatoria: nuovi corsi gratuiti disponibili online

Cassa Forense aggiunge nuovi corsi nella piattaforma e-learning (FAD) che permettono l’acquisizione di crediti formativi, ordinari e deontologici, online, gratuitamente e 24 ore su 24. Alla fine sarà possibile ottenere un attestato con i crediti formativi maturati, che corrispondono ad uno per ogni ora di video.

La settimana prossima verrà caricato un nuovo corso, che si compone di 10 incontri della durata di un’ora. I legali, in relazione al Dlgs 231/2001, potranno accedere al corso attraverso Piattaforme Web – FAD. Il corso online segue quello avvenuto in presenza nell’Auditorium di Cassa Forense.

Tra i vari argomenti trattati troviamo:

  • La mappatura dei rischi;
  • L’individuazione dei presìdi;
  • La formazione ex Dlgs 231/2001;
  • La predisposizione di un Modello Organizzativo Preventivo.

Dallo scorso 16 dicembre, invece, sono presenti i corsi “Comunicazione, Contatti Cassa, Polizza e Convenzioni” e “Neo iscritti Cassa e Donne Avvocato“. Ricordiamo che nel corso degli ultimi tre mesi dello scorso anno i corsi forniti da Cassa Forense sono stati seguiti da più di 20.000 avvocati.

Da dicembre 2023, infatti, il Consiglio Nazionale Forense ha la responsabilità circa l’obbligo formativo degli avvocati. Ogni iscritto dovrà adempiere l’obbligo formativo conseguendo almeno 15 crediti formativi, e il 2024 non verrà conteggiato come triennio formativo

Questi crediti potranno essere conseguiti in modalità FAD: il sistema vi chiederà se siete iscritti o meno alla piattaforma. Se siete iscritti, verrete rimandati alla home page per effettuare l’accesso, se non siete iscritti, dovrete inserire il codice meccanografico e il CF per verificare l’iscrizione alla Cassa. Successivamente riceverete le credenziali per accedere alla piattaforma.


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Cos’ha detto la Cassazione sul saluto romano

Corte di giustizia UE: le ferie non godute devono essere pagate

Cos’ha detto la Cassazione sul saluto romano

Giovedì 18 gennaio 2024 la Corte di Cassazione ha annullato la condanna emessa dalla Corte d’appello di Milano del 2022 a carico di otto persone, che, durante una commemorazione, hanno fatto il saluto fascista.

I fatti sono avvenuti a Milano il 29 aprile 2016, durante una commemorazione dedicata a Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, ucciso da militanti di sinistra nel 1975.

Durante la commemorazione, otto persone sono state accusate di violazione della legge Mancino per aver fatto il saluto fascista. La legge Mancino, oltre a vietare la creazione di organizzazioni ispirate a questi valori, punisce chiunque diffonda «in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

Secondo la Cassazione, il saluto romano viola la legge soltanto se accompagnato ad un «concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito [fascista]». La sentenza si inserisce in una recente discussione in merito alla recente commemorazione avvenuta a Roma in memoria della strage di Acca Larenzia, in cui decine di persone hanno fatto il saluto romano.

Da ormai molti anni il 29 aprile alcuni militanti di estrema destra organizzano cortei per ricordare Ramelli. Spesso, nel corso di queste commemorazioni, alcuni fanno il saluto romano in onore delle persone uccise.

Nello specifico, gli 8 indagati nel 2020 erano stati assolti in primo grado, per poi essere condannati a due mesi di reclusione nel 2022 dalla Corte d’appello di Milano. Inoltre, erano stati condannati anche al pagamento di una multa da 200 euro.

Giovedì è stato fatto ricorso in Cassazione, che ha annullato la sentenza della Corte d’appello, stabilendo la necessità di svolgere un processo d’appello bis, per chiarire «se dai fatti accertati sia conseguita la sussistenza del concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista».

La Cassazione in questo caso si è riferita alla legge Scelba, che introdusse nel 1952 il reato di apologia del fascismo e proibisce anche l’organizzazione di manifestazioni fasciste. Tuttavia, nel 1958 la Corte Costituzionale ha stabilito che tali manifestazioni erano vietate soltanto se propedeutiche alla ricostruzione del partito fascista.

Secondo il legale di due degli otto imputati, il saluto romano non è reato se avviene nel corso di una commemorazione, mentre per l’accusa rientra nei reati previsti dalla legge Mancino, visto che siamo di fronte ad un «pericolo concreto per l’ordine pubblico».


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Se, prima di dare le dimissioni, un lavoratore non ha fruito di tutti i giorni di ferie annuali retribuite, avrà diritto ad un’indennità di tipo finanziario.

Questo è quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Ue. Per limitare questo diritto, inoltre, gli Stati membri non potranno giustificare una decisione simile per motivi connessi al contenimento della spesa pubblica.

La sentenza si riferisce ad un funzionario del comune di Copertino (Lecce), che, dopo essersi volontariamente dimesso per il prepensionamento, aveva richiesto il riconoscimento ad un’indennità sostitutiva per quanto riguarda le ferie annuali non godute, corrispondenti a 79 giorni.

Il Comune, invece, riteneva che il funzionario fosse ben consapevole dell’obbligo di prendere i giorni mancanti di congedo prima delle dimissioni, e che inoltre non avrebbe potuto monetizzarli.

Secondo la legge italiana i lavoratori pubblici non hanno diritto al pagamento delle ore di ferie non utilizzate. La monetizzazione potrebbe avvenire soltanto nei casi in cui il congedo non è stato preso per motivi importanti quali la malattia.

I giudici di Lussemburgo confermano che il diritto europeo va contro la normativa italiana che vieta il versamento al lavoratore di un’indennità finanziaria relativa ai giorni di ferie non goduti nel caso in cui il lavoratore dia le dimissioni.

La Corte ricorda, inoltre, come la sostituzione di un’indennità finanziaria non potrà dipendere da motivazioni economiche, come il contenimento della spesa pubblica.


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Oggigiorno, su Internet sembra essere molto difficile mantenere l’anonimato. Tuttavia, con un paio di escamotage, è possibile nascondere la propria identità online.

Prima di tutto, è consigliato bloccare i tracker invisibili, così come gli annunci che tracciano gli utenti. Gli inserzionisti, tuttavia, potrebbero utilizzare anche la tecnica del fingerprinting, un metodo che si serve delle impostazioni del browser per la profilazione.

Se siete curiosi di scoprire in che modo il browser che utilizzate vi tiene sotto controllo, potreste utilizzare lo strumento Cover Your Tracks, che esegue velocemente un test sul vostro sistema.

Ci sono alcune estensioni che bloccano i tracker su Chrome, ovvero Privacy Badger e Ghostery.

Non dimentichiamoci che anche i tracker presenti nelle app mobili sono in grado di raccogliere dati sulle vostre attività online. Chi utilizza Android dovrebbe accedere al Centro per gli annunci di Google, disattivando gli annunci personalizzati cliccando su off.

È possibile anche cancellare l’ID pubblicità accedendo a Impostazioni – Privacy – Annunci e cliccando su “Elimina ID pubblicità”.  Su iOs, invece, si deve accedere a Impostazioni – Privacy – Sicurezza – Tracciamento e disattivare “Richiesta tracciamento attività”.

Alcuni siti o servizi raccolgono più dati rispetto ad altri. Per limitare la vostra esposizione online potreste scegliere servizi che non raccolgono le vostre informazioni grazie alla crittografia end-to-end, che rende difficile far vedere alle aziende tali dati.

Un’app per la messaggistica che raccoglie poche informazioni è Signal. Nessuno al di fuori del mittente e del destinatario può visualizzare il contenuto dei vostri messaggi grazie alla crittografia end-to-end

Attenzione anche alla scelta della mail: Tuta e Proton, per esempio, hanno la crittografia end-to-end gratuita.

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Meno cose si condividono online, meno si risulta identificabili. Prestate molta attenzione, quindi, a quello che pubblicate online, soprattutto per quanto riguarda le informazioni che potrebbero identificare voi e le persone che vi circondano, oltre a quelle che potrebbero risalire alla vostra posizione.

Se state cercando di cancellare le vostre tracce su internet, procedete con la rimozione delle vostre informazioni personali dai risultati di Google, così come i vecchi post sui social e tutti gli account inutilizzati.

L’anonimato online è difficile da creare e da mantenere, ma utilizzando alcuni accorgimenti non sarà difficile riuscire nell’impresa!


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