Corte d’Appello di Venezia: avvio della consultazione telematica dei fascicoli penali

Venezia, 9 agosto 2024 – La Corte d’Appello di Venezia ha annunciato l’implementazione di un nuovo servizio telematico volto a migliorare l’accesso ai fascicoli penali di appello. Questo progetto sperimentale, realizzato da Servicematica, rappresenta un passo significativo verso la digitalizzazione dei processi giudiziari, permettendo una consultazione più rapida e agevole degli atti processuali.

A partire da oggi, gli avvocati coinvolti nei procedimenti penali con udienza fissata per il mese di settembre 2024 potrebbero ricevere delle comunicazioni via email dall’indirizzo “comunicazioni.portalegiustizia@servicematica.net“. Queste email informeranno della possibilità di accedere al portale “https://giustizia.info/” per consultare il fascicolo relativo al procedimento identificato con il numero RG xxxx/aaaa.

Il nuovo servizio consente agli avvocati, in qualità di parti del fascicolo, di consultare telematicamente i documenti contenuti nel fascicolo di appello e, ove previsto, di procedere al caricamento della ricevuta di pagamento dei diritti di copia. Si prevede che il sistema sarà pienamente operativo dal 2 settembre 2024. Tuttavia, si segnala che, nella fase transitoria attuale, il personale delle cancellerie è impegnato nel caricamento dei documenti nei fascicoli all’interno del portale.

Una nota ufficiale sarà diramata al termine del caricamento dei fascicoli, fornendo ulteriori dettagli e confermando la piena operatività del sistema. Questo nuovo strumento rappresenta un’importante innovazione nel sistema giudiziario, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e l’accessibilità della giustizia.

Avviso sul sito Corte d’Appello di Venezia al link: https://ca-venezia.giustizia.it/it/paginadettaglio.page?contentId=CTM14572&modelId=55


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Incendio istituto Barcellona Pozzo di Gotto, DAP: maschere disponibili in istituto

Roma, 9 agosto 2024 – Con riferimento a notizie di stampa relative a un incendio sviluppatosi ieri sera nella Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria informa che, contrariamente a quanto riportato nella nota di un sindacato di Polizia Penitenziaria, presso l’istituto messinese risultano regolarmente in dotazione dieci maschere antigas, tutte disponibili nel reparto.

D’altronde a seguito dei sempre più ricorrenti episodi di incendi verificatisi in occasione di proteste da parte della popolazione detenuta, quello delle dotazioni di maschere protettive è un tema ricorrente nelle riunioni e nelle interlocuzioni del Dipartimento con provveditori regionali e direttori d’istituto. In questo senso i vertici del Dap sono più volte intervenuti con specifiche disposizioni e richiedendo l’introduzione nei corsi per i nuovi agenti di Polizia Penitenziaria di uno specifico addestramento in proposito, ottenendo precisi riscontri sulla presenza e la disponibilità delle maschere nei reparti.

Sui medesimi temi – conclude la nota del Dap – tali riunioni e interlocuzioni sono state estese anche alle Organizzazioni sindacali del Corpo.


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Google perde la causa antitrust: “Violate le leggi sul monopolio nella ricerca online”

Un giudice federale degli Stati Uniti ha stabilito che Google ha agito illegalmente per mantenere il suo monopolio nel settore delle ricerche online, violando le leggi antitrust. La decisione rappresenta una significativa vittoria per le autorità regolatorie americane e potrebbe avere ripercussioni profonde sul modo in cui i colossi del tech conducono i loro affari.

La sentenza segue un processo di dieci settimane, durante il quale il Dipartimento di Giustizia e diversi stati americani hanno accusato Google di aver consolidato il proprio predominio pagando miliardi di dollari ad aziende come Apple e Samsung. Questi pagamenti, secondo l’accusa, garantivano che Google fosse il motore di ricerca predefinito sui loro dispositivi, bloccando così la concorrenza e mantenendo il controllo di circa il 90% del mercato della ricerca su Internet.

“Google è un monopolista”

“Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio”, ha dichiarato il giudice nella sua sentenza di 286 pagine. Questo verdetto rappresenta la prima decisione antitrust dell’era moderna di internet contro un gigante tecnologico e potrebbe influenzare altre cause simili contro aziende come Apple, Amazon e Meta (proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp).

La sentenza, tuttavia, non include ancora misure correttive. Sarà lo stesso giudice Mehta a decidere quali rimedi imporre, con la possibilità di costringere Google a modificare il proprio modo di operare o addirittura a vendere parte delle sue attività. Tra le accuse, il giudice ha riconosciuto che Google ha penalizzato anche Microsoft nel mercato degli annunci pubblicitari visualizzati accanto ai risultati di ricerca, rafforzando ulteriormente la sua posizione dominante.

La reazione di Google e la prospettiva di un appello

Mountain View non ha tardato a reagire, annunciando immediatamente l’intenzione di ricorrere in appello contro la sentenza. L’azienda si è difesa affermando di aver vinto la sfida “perché era migliore”, respingendo le accuse di aver ostacolato la concorrenza in modo illegittimo. Tuttavia, la testimonianza del CEO di Microsoft durante il processo ha evidenziato preoccupazioni per il crescente potere di Google, definendo il suo rapporto con Apple come “oligopolistico” e avvertendo che, senza interventi, Google potrebbe dominare anche nella corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.


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Nordio visita il centro clinico di Regina Coeli: “Garantita sicurezza sanitaria dei detenuti”

 Il Ministro della Giustizia ha visitato nei giorni scorsi il centro clinico del carcere romano di Regina Coeli, recentemente potenziato a maggio 2024 grazie ai fondi dall’assessorato regionale del Lazio. Ad accompagnarlo il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, il Provveditore del Lazio, Maurizio Veneziano, e il direttore reggente dell’istituto penitenziario, Antonella Rasola.

Il centro clinico di Regina Coeli ogni anno eroga 80mila prestazioni sanitarie, fra cui gastro e colonscopie, attività infermieristica generale, interventi chirurgici di tipo ambulatoriale e ortopedico. Nel centro sono presenti due sale operatorie, una chirurgica e una per esami gastrointestinali.

La struttura sanitaria, che offre anche tirocini a infermieri dell’Università Cattolica, impiega oltre cento professionisti fra infermieri e medici, distribuiti nelle otto sezioni, tutte dotate di un’infermeria. Recentemente sono stati attivati i servizi di telecardiologia e teleradiologia con il Santo Spirito.

“Questa struttura clinica rappresenta un centro di eccellenza nel panorama carcerario italiano. Gli interventi migliorativi realizzati recentemente consentono di garantire la sicurezza sanitaria dei detenuti attraverso prestazioni sanitarie, cure mediche e ambulatoriali appropriate. L’attivitá di assistenza consente di abbattere le liste di attesa nelle strutture sanitarie esterne, evitando anche l’impiego di personale di Polizia penitenziaria nelle operazioni di traduzione presso ospedali esterni” ha dichiarato il Ministro Nordio.


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Discriminata per aver chiesto congedo parentale: architetta vince la causa contro il Comune di Monte Argentario

Il Tribunale del Lavoro di Grosseto ha condannato il Comune di Monte Argentario a risarcire con circa 30 mila euro un’architetta molisana, il cui contratto di lavoro era stato annullato dopo aver chiesto un congedo parentale di 20 giorni per prendersi cura del figlio di tre mesi.

L’architetta, vincitrice di un concorso come istruttrice direttrice tecnica, si è vista negare il diritto all’assunzione subito dopo aver richiesto il congedo per motivi familiari. Il marito, infatti, era impegnato ad assistere il padre in fin di vita a Bologna, rendendo necessario il suo temporaneo ritiro dall’attività lavorativa.

La motivazione fornita dal capo del personale del Comune ha fatto discutere: “Non si sarebbe proceduto all’assunzione di donne in stato di maternità poiché, per effetto dei permessi e dei congedi legati a tale condizione, il Comune si sarebbe trovato in una situazione di difficoltà organizzativa”.

Il giudice del lavoro ha dato invece pienamente ragione alla donna, definendo l’accaduto come un “comportamento discriminatorio di genere”. La sentenza non solo ha imposto un risarcimento significativo per danni patrimoniali e morali, ma ha anche lanciato un chiaro messaggio a tutte le amministrazioni pubbliche e ai datori di lavoro: la maternità non può e non deve essere un ostacolo alla carriera professionale.


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Abuso custodia cautelare, Caiazza: “Basta con il pericolo di reiterazione del reato usato in modo strumentale”

Duro intervento dell’avvocato penalista Giandomenico Caiazza, già presidente dell’Unione Camere Penali (UNCP), contro l’uso eccessivo e, a suo dire, strumentale della custodia cautelare in Italia. L’avvocato ha espresso il suo sostegno alla recente iniziativa del Parlamento, che ha impegnato il Governo a rivedere la normativa sull’applicazione della misura cautelare, lodando in particolare l’operato di Enrico Costa.

Caiazza ha puntato il dito contro quella che definisce una vera e propria prassi abusiva nell’utilizzo del “pericolo di reiterazione del reato” come giustificazione per la custodia cautelare. “In Italia – ha affermato Caiazza – questo principio viene sfruttato in modo eccessivo, come dimostra il caso dell’ex Presidente di Regione Giovanni Toti. Costui, ancora solo indagato, è stato privato della libertà personale sulla base di un presunto rischio di reiterazione del reato, legato al fatto che continuava a proclamarsi innocente”.

Secondo Caiazza, il GIP e poi il Tribunale del Riesame avrebbero dedotto tale pericolo esclusivamente dalla mancata consapevolezza da parte dell’indagato della gravità del reato ascritto. “È gravissimo – ha proseguito l’avvocato – che il sistema giudiziario arrivi a privare della libertà un individuo sulla base di un simile presupposto, che pone a rischio la libertà di tutti i cittadini”.

L’avvocato non ha risparmiato critiche neanche a quella che ha definito “la reazione manettara e giustizialista” suscitata dalla decisione del Parlamento di intervenire su questa problematica. “Invece di riflettere sull’enorme pericolo che un simile principio comporta per la nostra libertà, si è scesi in piazza per sostenere la legittimità di questo abuso”, ha dichiarato con forza Caiazza.

“Ed ora – conclude – ci si meraviglia che il Parlamento, seppure molto blandamente, impegni il Governo a ragionare su come prevenire abusi di una simile, eclatante gravità?”.


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Riforma fiscale: nel dl novità su imposte di registro, successioni e donazioni

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo che, in attuazione della legge delega sulla riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111), introduce disposizioni per la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA.

Anche in considerazione dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari, rispetto all’approvazione preliminare, il testo riporta delle novità.

  • Tassazione trust – In relazione all’ipotesi in cui il disponente o il trustee versino il tributo al momento del conferimento dei beni o dell’apertura della successione (e l’imposta sia quindi determinata con riferimento al valore dei beni al momento del conferimento e al rapporto esistente tra disponente e beneficiano), si prevede l’applicazione dell’aliquota più elevata, senza tener conto delle franchigie, ogni qualvolta “non sia possibile determinare la categoria di beneficiari”. La locuzione “categoria dei beneficiari” intende chiarire che, al momento del conferimento dei beni ovvero dell’apertura della successione, deve risultare individuata la classe di parenti o affini per i quali la tassazione – aliquota e franchigia – è omogenea.

Inoltre, si fissa nella misura del 4,5 per cento il saggio degli interessi relativi alle somme dovute dal contribuente in seguito alla rettifica e liquidazione della maggior imposta.

  • Dichiarazione integrativa a favore – Si estende la facoltà di integrare la dichiarazione integrativa a favore del dichiarante, per correggere errori od omissioni, come già previsto per le imposte sui redditi, l’IRAP e l’IVA, anche all’imposta di bollo e all’imposta sostitutiva sulle operazioni relative a finanziamenti a medio e lungo termine.
  • Svincolo somme per eredi fino a 26 anni di età – Si prevede che le banche, gli intermediari finanziari e le società e gli enti che emettono azioni, obbligazioni, cartelle, certificati ed altri titoli di qualsiasi specie, anche prima della presentazione della dichiarazione di successione, consentono, in presenza di beni immobili nell’asse ereditario e nei limiti delle somme dovute per il versamento delle imposte catastali, ipotecarie e di bollo, lo svincolo delle attività cadute in successione quando a richiederlo sia l’unico erede di età anagrafica non superiore a 26 anni.
  • Ridefinizione coefficienti rendite vitalizie imposta di registro – Si prevede che anche per le rendite vitalizie soggette all’imposta di registro (oltre che a quelle soggette all’imposta sulle successioni e donazioni), laddove il tasso di interesse legale risulti uguale o inferiore allo 0,1 per cento, si assumono i coefficienti previsti dal decreto MEF n. 302 del 30 dicembre 2015.

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Giustizia, online il bando per l’assunzione di mille autisti

Roma, 8 agosto 2024 – Mille nuovi autisti assunti per tutto il territorio nazionale. A prevederlo è il bando pubblicato ieri sulla piattaforma InPA, riservata al reclutamento nelle Pubbliche Amministrazioni, per l’assunzione a tempo indeterminato di 1.000 Conducenti di automezzi (Area Assistenti, già seconda area funzionale seconda).

Le domande di partecipazione dovranno essere inoltrate in vita telematica tramite il portale informatico, con termine di scadenza fissato al 25 settembre 2024.


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Emergenza carceri, le proposte del Garante nazionale dei detenuti. Nordio: “Ma no amnistia mascherata”

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il Garante nazionale dei detenuti, Maurizio D’Ettore, hanno ricevuto ieri mattina in via Arenula una delegazione dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale.

 L’incontro è stata l’occasione per fare il punto sul sistema carcerario. I Garanti hanno sottoposto al Ministro alcune richieste in materia di contrasto al sovraffollamento carcerario, prevenzione dei suicidi e, in generale, sulla condizione carceraria, sottolineando l’esigenza di intervenire con un aumento dei turni d’aria, più telefonate e colloqui familiari, maggiori investimenti sull’area penale esterna, incremento dei fondi già stanziati da via Arenula sul sostegno psicologico.

Per il ministro Nordio si è trattato “di un incontro proficuo, un’occasione di confronto costruttivo durante il quale abbiamo confermato la volontà di mantenere alta l’attenzione, come dimostrato in questo anno e mezzo di governo, durante il quale, solo nel 2024, sono stati stanziati 10,5 milioni di euro aggiuntivi – più che triplicato il budget previsto in bilancio di euro 4,4 milioni – per uno stanziamento totale di euro 14,9 mln, di cui 9,5 mln per gli psicologi ed 1 mln per i mediatori culturali, destinati ad aumentare il numero dei professionisti psicologi negli istituti penitenziari, in modo da migliorare la qualità dei percorsi di trattamento dei detenuti e colmando per la prima volta nella storia le piante organiche di queste figure“.

Siamo consapevoli – ha dichiarato Nordio – che tutto questo non basta ad alleviare la condizione carceraria ma siamo contrari a qualunque forma di scarcerazione lineare o amnistia mascherata perché rappresenterebbero una resa dello Stato, con conseguenze, fra l’altro, negative in termini di recidiva confermate dalle statistiche“.

Quello che si può fare è sicuramente intervenire sulla carcerazione preventiva, ha spiegato il Guardasigilli: “ad oggi contiamo circa un 20% di detenuti in attesa di giudizio e questo è inaccettabile per chi come noi ritiene la presunzione d’innocenza un valore assoluto così come deve essere la certezza della pena, una volta ricevuta la condanna definitiva. Proprio per questo con le riforme promosse dal governo abbiamo introdotto, ad esempio, l’interrogatorio di garanzia prima dell’arresto e l’istituzione del tribunale collegiale per la conferma del provvedimento di detenzione. Si tratta di iniziative che avranno certamente un effetto deflattivo sul numero di persone incarcerate“.

Quanto al tema delicato dei detenuti tossicodipendenti Nordio ha ricordato che con il Dl Carceri è prevista l’istituzione presso il Ministero della giustizia di un elenco delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale dei detenuti adulti. “Stiamo sottoscrivendo accordi con le Regioni perché il contributo delle organizzazioni locali, che hanno strutture e strumenti idonee sia dal punto di vista sanitario che per la sicurezza dei detenuti, è fondamentale per consentire l’esecuzione esterna della pena”, ha concluso il Ministro.


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Nordio incontra Meloni: “Soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario”

Roma, 8 agosto 2024 – Si è tenuta ieri pomeriggio a Palazzo Chigi una riunione presieduta dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presenza del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Oggetto dell’incontro, fare il punto sul sistema carcerario che rappresenta un tema molto sensibile per il Governo.

Ho prospettato al Presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario. Su questo tema chiederò un incontro al Presidente della Repubblica, che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo. Del pari proporrò al Consiglio Superiore della Magistratura di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del Ministero agili e veloci procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza“, ha dichiarato il Ministro Nordio.

Circa l’elevato numero di detenuti stranieri, il Ministro Nordio ha confermato “l’impegno a moltiplicare gli sforzi per rendere operativi in tempi celeri gli accordi con gli Stati interessati, al fine di garantire l’esecuzione della pena nei Paesi d’origine”.

Auspico che l’opposizione, invece di polemizzare su posizioni sedimentate nei decenni, possa collaborare fattivamente per rendere più veloce questo percorso che riguarda, sia a livello normativo che organizzativo, la modifica della custodia cautelare necessaria per evitare la carcerazione ingiustificata, ma soprattutto per affermare la detenzione differenziata dei tossicodipendenti presso le comunità di recupero“, ha concluso il Ministro.


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