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Avvocati e psicologia: qual è il legame?

Gli avvocati sono soltanto esperti di diritto? In realtà, potrebbero essere inconsapevolmente anche psicologi! Alcuni professionisti legali, con l’esperienza, riescono a comprendere sempre meglio le personalità dei clienti. Alcuni diventano anche capaci di esercitare un certo tipo di influenza sulla persona che hanno di fronte.

Vediamo qual è il rapporto tra avvocati e psicologia

Il metodo di studio degli avvocati

Nei corsi di giurisprudenza la psicologia non viene quasi menzionata. In alcuni Atenei si studia un po’ di economia, in altri c’è la possibilità di approcciarsi alla criminologia – ma soltanto in maniera opzionale.

Come si spiega, allora, il fatto che la psicologia sia una delle qualità maggiormente acquisite dagli studenti di legge? Semplice, grazie al loro metodo di studio! Nel corso dei cinque anni di università le materie affrontate sono molte, e spesso vengono rese più comprensibili grazie all’aiuto di case history.

Uno studente di giurisprudenza ha un metodo di studio completamente differente rispetto a quello delle altre facoltà. Deve sapere utilizzare al meglio la logica e la memoria per interpretare al meglio tutte le cose che gli passano tra le mani.

L’interpretazione

L’interpretazione, per uno studente di giurisprudenza, serve per evitare di imparare a memoria tutto il codice civile, oppure per orientarsi al meglio nel mondo della legge italiana ed estrapolare il senso di una norma.

La psicologia interpreta i comportamenti e le conseguenze dell’agire umano. Si osserva attentamente il modus operandi di una persona e si cerca di rispondere alla domanda delle domande: “Perché?”.

Nel penale, il comportamento della persona è fondamentale per almeno due motivi: per la capacità di intendere e volere, che spesso ribalta l’esito di una sentenza, e per riuscire ad individuare il movente. Un avvocato che lavora nel penale deve avere decisamente molta dimestichezza con la psicologia umana.

L’avvocato ha capacità psicologiche, ma non è uno psicologo

L’avvocato ha certamente delle capacità psicologiche, ma non si sostituisce agli esperti abilitati nell’esercizio di tale professione. Non fingerà mai di essere uno psicologo e non firmerà mai alcun tipo di perizia.

Un avvocato si serve della psicologia per lavorare al meglio, evitando anche problemi e fraintendimenti con i clienti. Diventa psicologo tutte le volte che ha a che fare con un avversario o con un cliente, interpretando al meglio le esigenze di quest’ultimo.

Non vuole semplicemente assecondare le richieste di chi vuole vincere a tutti i costi una causa, ma aiutare le persone a comprendere che cosa vogliono veramente.

Gli avvocati hanno poteri magici?

Molti clienti pensano di trovarsi di fronte a supereroi con poteri magici in grado di risolvere qualsiasi problema. L’avvocato, tuttavia, deve certamente essere di parte, ma deve anche aiutare a definire correttamente gli obiettivi da raggiungere.

Per fare questa operazione, deve calarsi nei panni dello psicologo, per aiutare il cliente a scegliere l’obiettivo migliore. Ecco, è proprio questo il punto che spinge le persone a dare dell’incapace all’avvocato!

Spesso, infatti, quando una persona non si sente dire ciò che vuole sentirsi dire, finisce per maltrattare il legale.

Psicologia o manipolazione?

Un avvocato deve essere capace di scegliere le parole più giuste quando entra in relazione con un potenziale cliente. L’ars oratoria non è cosa da tutti, ma qualsiasi professionista deve saper parlare e consigliare con sensibilità e delicatezza.

Un avvocato è un buon psicologo anche nel momento in cui ha a che fare con i suoi avversari. Per ottenere l’adempimento dell’obbligazione si utilizzano delle espressioni per far leva sulla psiche dell’avversario.

Non si tratta di minacce, ma di piccoli escamotage ammessi dalla legge. Tuttavia, bisogna sempre tenere a mente che il confine con la minaccia è sottile.

Psicologia loves giurisprudenza (e viceversa)

La psicologia non può prescindere dalla giurisprudenza. Viceversa, la giurisprudenza non può esistere senza psicologia. La professione dell’avvocato si basa su alcuni principi che possono essere messi in pratica soltanto se si è anche dei buoni psicologi.

Secondo il Codice Deontologico Forense, l’avvocato deve seguire attentamente una serie di doveri, in particolar modo nel momento in cui si instaura un rapporto di assistenza con il cliente. I doveri si traducono in fedeltà, fiducia, lealtà, diligenza e correttezza.

Se uno di questi doveri viene meno, l’avvocato dovrà risponderne davanti al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, che deciderà la sanzione disciplinare più appropriata.

Fedeltà e fiducia

Tra tutti i doveri che sono stati menzionati, fedeltà e fiducia meritano particolare attenzione.

Secondo il Codice, il dovere di fedeltà richiede il fedele adempimento al mandato, svolgendo l’attività nel pieno interesse del cliente. Mentre nel caso del dovere di fiducia, il codice deontologico non lo definisce in maniera precisa: dobbiamo affidarci al vocabolario di italiano.

La fiducia è una valutazione positiva verso un’altra persona, che si traduce in atteggiamenti di sicurezza e stima. Quando una persona infonde fiducia suscita anche un senso di tranquillità – e capacità di risolvere determinate situazioni.

Quando un avvocato instaura un rapporto di fedeltà e fiducia con il proprio cliente, dimostra di essere all’altezza del mandato. La fiducia è propedeutica alla fedeltà, e l’una non può prescindere dall’altra.

Il metodo migliore per infondere fiducia nelle persone è essere il più trasparente possibile. Aggiungiamo anche un pizzico di ottimismo da infondere al cliente, ed il gioco è fatto!

Psicologia giuridica

La psicologia giuridica, ovvero la scienza che studia gli aspetti psicologici di coloro che si ritrovano coinvolti in un processo è tutta un’altra storia.

Di solito, si ricorre alla psicologia giuridica quando si richiede l’inabilitazione o l’interdizione di un soggetto riguardo le disposizioni patrimoniali. Oppure, quando si richiede una perizia tecnica in grado di stabilire la capacità di un soggetto in alcune circostanze.

Nel campo civile, la psicologia giuridica interviene quando si ha a che fare con i minori e quando si parla di danni morali. Il danno morale può essere spiegato soltanto se si riesce a focalizzare l’entità delle emozioni e dei sentimenti negativi che prova la vittima. Il risarcimento, infatti, dovrà essere proporzionale e legittimo all’offesa ricevuta.

Nel penale, invece, la psicologia giuridica ha maggior valenza. Può incidere molto sull’esito di una sentenza, poiché il riconoscimento di una malattia psichica può ribaltare la decisione finale.

Insomma, gli avvocati non sono soltanto esperti di diritto, ma sono anche inconsapevolmente psicologi.

E tu, che legame hai con la psicologia? Faccelo sapere nei commenti!

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