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Identità digitale, manca poco allo switch off

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha certamente dato impulso alla digitalizzazione. Questo è vero per le aziende, per la pubblica amministrazione e anche per i comuni cittadini, molti dei quali hanno attivato un’identità digitale.

I dati Agid raccontano che gli SPID rilasciati a fine 2020 sono quasi 15.500.000. Un anno prima erano quasi 5.500.000.
A questi si aggiungono più di 18.000.000 di CIE, le nuove carte di identità elettroniche.

E l’identità digitale è uno dei temi al centro dei programmi delle istituzioni.

Il Decreto Semplificazioni ha infatti ha modificato il Codice dell’Amministrazione Digitale e introdotto lo “switch off”, il termine entro il quale la PA dovrà permettere l’accesso ai suoi servizi solo attraverso SPID e CIE. La data da segnare sul calendario è il 28 febbraio 2021.

Da marzo, dunque, la PA non rilascerà né rinnoverà le credenziali secondo le vecchie modalità. Quelle attualmente attive rimarranno valore fino alla loro scadenza e non oltre il 30 settembre 2021.

COS’È L’IDENTITÀ DIGITALE

Infocert definisce l’identità digitale come

“l’insieme dei dati e delle informazioni, o attributi, che definiscono il Titolare e costituiscono la rappresentazione virtuale dell’identità reale utilizzabile durante interazioni elettroniche con persone o sistemi informatici.

Nella pratica, l’Identità Digitale è una chiave unica di accesso (autenticazione) a tutti i servizi pubblici e a quelli delle aziende private che intendono usufruire di questo sistema diffuso di riconoscimento”.

I riferimenti normativi sono molteplici.

Per SPID vale l’Art. 64 del Codice dell’Amministrazione Digitale“Sistema pubblico per la gestione delle identità digitali e modalità di accesso ai servizi erogati in rete dalle pubbliche amministrazioni“. Per la CIE, l’elenco completo è reperibile alla pagina dedicata nel sito del Ministero dell’Interno.

LA SITUAZIONE DELLA PA

Le PA devono dunque attivare l’autenticazione tramite i due sistemi. Per SPID, il referente è Agid; per la CIE, l’Istituto Poligrafico e la Zecca dello Stato.

Secondo i dati di ForumPA del 2015, le amministrazioni pubbliche italiane sono circa 55.000. Al momento quelle che hanno attivato SPID sono solo 5700.

La PA ha dei benefici nell’utilizzare i due sistemi. Infatti, non dovrà più occuparsi della gestione delle autenticazioni che, invece, passerà al Ministero degli Interni e agli IDP (Identity Provider), liberandosi anche dei rischi connessi a eventuali data breach.

VANTAGGI PER IL CITTADINO

Perché utilizzare SPID e CIE?

Le difficoltà che stiamo incontrando a causa della pandemia COVID ci stanno insegnando il valore delle tecnologie e delle procedure da remoto.

La digitalizzazione di molti servizi pubblici è un dato di fatto, ormai. Ma se per ogni servizio dovessimo continuare ad avere credenziali specifiche (nome utente, password, totem) e dovessimo scaricare le rispettive app di accesso, ci troveremmo in difficoltà. Inoltre, il rischio di smarrire le credenziali o condividerle involontariamente ci esporrebbe a rischi legati alla nostra privacy.
Con SPID e CIE abbiamo due sistemi di autenticazione validi per tutti i servizi della PA. Questo si traduce in una maggiore facilità di utilizzo e in livelli più alti di sicurezza.

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