Delmastro: “Pubblicato bando 3246 nuovi agenti per rafforzare sicurezza”

“Con la pubblicazione del bando per 3246 nuovi allievi agenti della Polizia Penitenziaria, diamo un segnale forte e concreto. Questo Governo investe sulla sicurezza del Paese e sul potenziamento di un Corpo che svolge un ruolo fondamentale per la giustizia italiana.

Il bando prevede: 1947 posti riservati ai volontari che prestano o hanno prestato servizio nelle Forze Armate e 1299 posti aperti a tutti i cittadini italiani.

L’obiettivo che ci poniamo è quello di avviare i corsi entro dicembre 2025 al fine di garantire l’entrata in servizio tra aprile e maggio 2026, una volta concluso l’iter formativo del 185° corso che a breve inizierà la formazione prevista.

Il Governo Meloni continua a mantenere le promesse: più sicurezza, più lavoro, più futuro.”

È quanto dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, Sottosegretario di Stato alla Giustizia.


LEGGI ANCHE

Nordio: «Giustizia più efficiente per un’Italia più competitiva»

Il ministro illustra i pilastri della riforma costituzionale: separazione delle carriere, digitalizzazione e certezza del diritto. Obiettivo: rafforzare la terzietà dei giudici e attrarre investimenti…

Attacco a procuratrice Musti, Nordio: “Magistrata di altissima levatura, gesto ignobile”

A pochi giorni dalla sentenza su Askatasuna il documento diffuso dal N-Pci (nuovo Partito comunista italiano) contro il procuratore generale della Corte di Appello di…

facciata di un palazzo

Assemblee condominiali: no alla convocazione WhatsApp, SMS, mail o in cassetta postale

Il mancato rispetto dell’articolo 66 delle disposizioni di attuazione del codice civile comporta l’annullabilità delle delibere assembleari, rendendo nulla qualsiasi decisione presa in un'assemblea convocata…

Ricorso inammissibile per errore PEC: la protesta dei penalisti

La decisione della prima sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 47557/2024, ha suscitato indignazione tra i penalisti. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato a una presunta casella PEC “sbagliata”, basandosi su un’erronea interpretazione normativa.

La denuncia dell’UCPI
In una nota, l’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI) ha espresso incredulità verso la decisione, evidenziando che il provvedimento istitutivo del 9 novembre 2020, aggiornato il 16 giugno 2021, attribuiva alle PEC solo una funzione generica per il deposito degli atti, senza specificare una destinazione vincolante per il tipo di documento.

L’UCPI sottolinea che eventuali suddivisioni interne delle caselle PEC sono frutto di provvedimenti organizzativi adottati dai capi degli uffici giudiziari, privi di forza normativa e dunque non vincolanti. Pertanto, una loro inosservanza non può giustificare la grave conseguenza di dichiarare inammissibile un ricorso.

Un pericoloso precedente
La giunta dell’UCPI ha messo in luce l’incoerenza rispetto a precedenti pronunce, anche della stessa sezione della Cassazione, dove erano stati ritenuti validi depositi inviati a caselle genericamente attribuite agli uffici giudiziari, senza penalizzare errori formali del tutto irrilevanti per il diritto di difesa.

L’appello dei penalisti
L’UCPI ha ribadito la necessità di garantire uniformità nell’applicazione delle norme del processo penale telematico, a tutela dei diritti fondamentali della persona e del ruolo dell’avvocato difensore. “Non possiamo accettare – si legge nella nota – che il diritto alle impugnazioni venga compromesso da formalismi procedurali che non hanno alcuna giustificazione sostanziale”.

Un invito al ripensamento
I penalisti auspicano che questa sentenza rimanga un episodio isolato e che sia trovata una soluzione per mitigarne gli effetti negativi. “La transizione al processo penale telematico deve essere accompagnata da regole chiare e applicate in modo uniforme, evitando che indebiti formalismi ledano i diritti di difesa”, conclude l’UCPI.


LEGGI ANCHE

immagine di sciopero

Sciopero nazionale degli avvocati penalisti, oggi manifestazione nazionale a Roma

Emergenza carceraria: l’Unione delle Camere Penali Italiane incrocia le braccia Con una delibera del 2 marzo 2024, la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane (Ucpi)…

X nel mirino della Francia: aperta un’indagine per ingerenze straniere. Musk contrattacca: “Attacco politico ai nostri diritti”

L’algoritmo della piattaforma di Elon Musk sotto accusa per presunta manipolazione a fini di propaganda. Parigi apre un’inchiesta giudiziaria, X denuncia una caccia alle streghe.…

I nuovi signori del potere: quando i miliardi delle Big Tech plasmano la politica

Da Musk a Zuckerberg, da Bezos a Thiel: i tecnocapitalisti travalicano i confini dell’economia per occupare lo spazio della politica, influenzando regole, immaginari e perfino…

Consulta, nuova fumata nera: elezione dei giudici ancora bloccata

La tredicesima seduta comune del Parlamento per eleggere quattro giudici costituzionali si è conclusa con un altro nulla di fatto. Dalle urne di Montecitorio sono emerse 377 schede bianche, seguite da 15 nulle e 9 voti dispersi, mentre la maggioranza richiesta dei tre quinti dell’assemblea – pari a 363 voti – rimane lontana.

La prossima convocazione, che sarà decisa dalla conferenza dei capigruppo in mattinata, rappresenta un momento cruciale: la Corte Costituzionale deve infatti essere al completo entro lunedì, giorno in cui è chiamata a riunirsi in camera di consiglio per decidere sull’ammissibilità dei referendum, tra cui quello sull’Autonomia.

La corsa contro il tempo
L’iter per la nomina è complesso e i tempi strettissimi. Dopo l’elezione, i nuovi giudici devono essere sottoposti alla verifica di requisiti e incompatibilità, prestare giuramento davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e assumere ufficialmente le loro funzioni. Mettere insieme tutti i tasselli entro lunedì appare sempre più una sfida ardua.

Nonostante le difficoltà, Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, si mostra ottimista: “Il problema è il quarto nome, da concordare con l’opposizione, che non è una forza unica. La maggioranza ha già trovato l’intesa al proprio interno. Questa settimana si chiude”.

Il nodo dei nomi
Il rebus delle candidature si trascina da mesi. La maggioranza ha proposto Francesco Saverio Marini, costituzionalista e consigliere giuridico di Palazzo Chigi, mentre l’opposizione sostiene Massimo Luciani, altro costituzionalista di rilievo. Il secondo nome della maggioranza, spettante a Forza Italia, oscilla tra Pierantonio Zanettin e Francesco Paolo Sisto, ma non si esclude un profilo tecnico come Andrea Di Porto, Gabriella Palmieri Sandulli o Valeria Mastroiacovo.

Il quarto giudice, una figura super partes condivisa tra maggioranza e opposizione, resta il vero scoglio. La premier Giorgia Meloni, in conferenza stampa, aveva dichiarato che la presenza di quattro giudici da eleggere con il medesimo quorum “potrebbe agevolare l’intesa con le opposizioni”. Tuttavia, le trattative non sembrano ancora vicine a una conclusione.

Speranze e incertezze
Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, mantiene un tono fiducioso: “Serve un nome di alto profilo condiviso con le opposizioni, ma la situazione si sbloccherà”.

Con le elezioni che si avvicinano al quattordicesimo scrutinio per un giudice e al quinto per tre, la politica corre contro il tempo per evitare un pericoloso vuoto istituzionale nella Corte Costituzionale.


LEGGI ANCHE

Indipendenza e integrità degli avvocati: la Corte UE dice no agli investitori finanziari nelle società legali

Con la sentenza C-295/23, i giudici europei ribadiscono che solo i legali possono essere soci di società di avvocati, a tutela dell'interesse generale e dei…

Phishing e home banking: se il cliente è incauto, la banca non paga

Il Tribunale di Bari rigetta la richiesta di risarcimento di un correntista vittima di truffa online: decisivo il mancato avviso alla banca della disattivazione del…

Sostituire il difensore assente? Potrebbe ledere il diritto di difesa

Sostituire il difensore assente? Potrebbe ledere il diritto di difesa

Cosa succede se un avvocato non riesce a partecipare all’udienza camerale perché non è in grado di collegarsi telematicamente? Può essere sostituito? Se sì, viene…

Terzo mandato, lo strappo di Zaia: “Il Veneto prima del centrodestra”

Luca Zaia, presidente del Veneto, rompe gli indugi e alza la voce contro il governo e il centrodestra sulla questione del terzo mandato. “È inaccettabile bloccare i mandati di amministratori eletti dal popolo, accusandoli di creare centri di potere, quando la lezione viene da chi siede in Parlamento da decenni”, ha dichiarato durante un punto stampa a Palazzo Balbi, a Venezia. Zaia critica duramente l’impugnazione da parte del Consiglio dei ministri della legge campana sul terzo mandato, vedendola come un attacco indiretto alla sua stessa possibilità di ricandidarsi.

“Prima il Veneto, poi la Lega, infine il centrodestra”
Con parole decise, Zaia ha ribadito la sua gerarchia di priorità: “La mia priorità è il Veneto e i veneti. Fu io a coniare ‘prima il Veneto’. Poi viene la Lega, a cui devo tutto. Infine, il centrodestra”. Nonostante ciò, il governatore si è detto disposto a collaborare, pur sottolineando che “se qualcuno dice che questa regione non è stata governata bene, le strade si separano”.

Speranza e tensioni
Zaia ha ancora dieci mesi di mandato, che definisce “un’era glaciale in politica”, auspicando una soluzione favorevole al terzo mandato. Ma avverte: “È impensabile che arrivi qualcuno dall’alto e dica: ‘Sono io il candidato’. Questo creerebbe tensioni che il centrodestra non può permettersi”.

Le reazioni degli alleati
Le dichiarazioni del presidente hanno scosso il centrodestra. Fratelli d’Italia, attraverso il coordinatore regionale Luca De Carlo, ha replicato duramente: “La norma sul terzo mandato non riguarda singoli casi. Sceglieremo il miglior profilo per rappresentare i veneti”. Anche Forza Italia ha avanzato il nome di Flavio Tosi come possibile candidato, mentre la Lega punta a difendere la posizione di Zaia. “Vorremmo che Zaia potesse continuare, ma bisogna trovare un equilibrio nella coalizione”, ha dichiarato Riccardo Molinari, capogruppo leghista alla Camera.

Con le elezioni regionali del 2025 all’orizzonte, la questione del Veneto si conferma come uno degli snodi più delicati per il centrodestra.


LEGGI ANCHE

Impugnazione dell’ avviso bonario di pagamento del contributo unificato: legittimo o no?

Impugnazione dell’avviso bonario di pagamento del contributo unificato: legittimo o no?

Dopo aver depositato un ricorso ex art. 700 c.p.c., contenente una richiesta di risarcimento danni il cui valore era però risultato maggiore rispetto a quanto…

magistrati e social Servicematica

Magistrati e social media, le linee guida del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa

Esiste un vademecum, la “Delibera sull’uso dei mezzi di comunicazione elettronica e dei social media da parte dei magistrati amministrativi“, che spiega a questi ultimi…

COVID-19 e il reato di epidemia omissiva

COVID-19 e il reato di epidemia omissiva

Paolo Piras, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Sassari, ha pubblicato sul sito Sistema Penale un interessante articolo sulla possibile configurabilità dell’epidemia omissiva,…

Processo penale telematico, il 3 febbraio webinar della Scuola Superiore della Magistratura

Roma, 14 gennaio 2025 – “Nell’ottica della leale collaborazione istituzionale, dopo un incontro con i vertici del Ministero della Giustizia, la Scuola Superiore della Magistratura ha prontamente organizzato un webinar per il 3 febbraio.

Il corso si propone di approfondire gli aspetti teorici e pratici del nuovo ambiente digitale del processo penale alla luce del recente decreto ministeriale 27 dicembre 2024, n. 206. Oggetto del corso la ricostruzione della normativa, anche transitoria, che governa la trasformazione digitale del rito; l’illustrazione della funzionalità di maggiore interesse di APP, l’applicativo che gestisce telematicamente i flussi di lavoro e gli interscambi informativi e documentali bidirezionali tra gli attori interni del procedimento; la considerazione delle principali ricadute della riforma sull’organizzazione degli uffici giudiziari e sulle concrete modalità di lavoro dei magistrati e di esercizio della giurisdizione; una prima analisi giuridica dei vizi degli atti e, in generale, delle conseguenze connesse all’inosservanza delle norme poste a presidio del nuovo assetto processuale”. Così una nota ufficiale del Ministero.

“Sono grato alla Scuola Superiore della Magistratura per aver condiviso l’obiettivo ed aver prontamente organizzato il corso”, commenta il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Auspico la partecipazione da remoto del maggior numero di magistrati, sì da poter offrire loro adeguato supporto alla formazione”, conclude il Guardasigilli.


LEGGI ANCHE

Fabbriche, magazzini e uffici semi vuoti: tra feste e ponti si lavora al rallentatore

Rispetto al 2024, quest’anno lavoriamo 2 giorni in meno: questo riduce il nostro Pil di 12 miliardi. Importo pari ai danni che potremmo subire dall’applicazione…

Foto di team

Nasce l’Unione Sportiva Forense Italiana: lo sport che unisce

Un grande successo per il Congresso Costituente dell’Unione Sportiva Forense Italiana (USFI), l’associazione di promozione sociale che si pone l’obiettivo di diffondere la pratica sportiva…

Smart contract, minaccia per gli avvocati od opportunità?

Smart contract, minaccia per gli avvocati od opportunità?

Cosa sono gli smart contract, o contratti intelligenti? Segneranno davvero la fine degli avvocati, come qualcuno insinua? Non proprio. COSA SONO GLI SMART CONTRACT In…

Separazione delle carriere: una riforma tra opportunità e rischi, parla Violante

La discussione sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri si colloca al centro di un acceso dibattito politico e giuridico. Secondo Luciano Violante, in un’intervista al Corriere della sera di oggi, l’obiettivo della riforma non riguarda semplicemente l’amministrazione della giustizia, ma rappresenta un tentativo di riequilibrare i rapporti tra politica e magistratura. Tuttavia, la soluzione proposta comporta significativi rischi per le libertà dei cittadini.

Rischi di una nuova “corporazione giudiziaria”
La creazione di un Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) separato per i pubblici ministeri, distinto da quello dei giudici, potrebbe dar vita a una nuova corporazione giudiziaria autogestita e priva di controlli, una sorta di “superpolizia” con ampi poteri d’ingerenza nella vita privata e pubblica. Violante sottolinea come tale modello, sconosciuto ai paesi civili, possa minacciare diritti fondamentali come la reputazione, la privacy e la libertà personale.

Il confronto con Francia e Germania
Nel dibattito parlamentare si è spesso fatto riferimento ai modelli di Francia e Germania, dove le carriere sono separate. Tuttavia, in questi paesi i pubblici ministeri dipendono dal ministro della Giustizia e l’azione penale è discrezionale. Inoltre, il passaggio tra le funzioni di giudice e pm è considerato un valore aggiunto, diversamente da quanto previsto in Italia, dove sarebbe vietato.

Il rischio del “policentrismo anarchico”
Un altro aspetto critico riguarda l’assenza di vincoli gerarchici nelle Procure, che potrebbe portare a un policentrismo anarchico. “Avremmo 1.500 pm titolari della politica criminale del Paese, con modalità operative diverse da caso a caso,” avverte Violante. La recente circolare del CSM, che propone una gestione assembleare delle Procure, già solleva preoccupazioni per la parità di trattamento dei cittadini.

Riflessioni sul referendum
Violante invita a un ripensamento anche in vista di una possibile campagna referendaria, sottolineando il rischio che i cittadini non si esprimano su una legge, ma “pro o contro la magistratura”. Questo scenario potrebbe trasformare la giustizia in un campo di conflitto politico, con conseguenze difficilmente prevedibili.


LEGGI ANCHE

Quishing: la nuova truffa digitale che viaggia nei QR Code

Attenzione ai codici QR falsificati: il “Quishing” è il nuovo volto del phishing. Scansionare un codice può sembrare innocuo, ma può costarti l'accesso ai dati…

Pensioni: le donne percepiscono il 30% in meno rispetto agli uomini

Ci sono più pensionate donne rispetto agli uomini. 779.791 è il numero delle nuove pensioni erogate nel corso del 2022 dall’Inps, tra cui troviamo 437.596…

Giustizia riparativa: la Cassazione apre all’impugnazione del diniego di accesso ai programmi

Un recente orientamento chiarisce i limiti e le possibilità di ricorso

Processo penale telematico, Delmastro: “La situazione non è così apocalittica”

ROMA – La riforma costituzionale per separare le carriere dei magistrati alimenta un acceso dibattito, con il viceministro della Giustizia Andrea Delmastro (Fratelli d’Italia) che risponde alle critiche sollevate dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia. “Pensavo che i processi alle intenzioni fossero estinti con l’Unione Sovietica, ma forse mi sbagliavo”, attacca Delmastro, contestando l’idea che la riforma voglia indebolire l’autonomia della magistratura.

Secondo il viceministro, la proposta rafforza la rappresentatività, introducendo due Consigli Superiori separati per giudici e pubblici ministeri, garantendo al contempo la terzietà del giudice. “Sfido i magistrati a trovare un’altra categoria di lavoratori che si lamenti del raddoppio dei propri organi rappresentativi”, sottolinea.

Le preoccupazioni sul sorteggio e il ruolo delle correnti
Santalucia aveva sollevato dubbi sul rischio che i pm, separati dai giudici, potessero essere assoggettati alla politica. Ma Delmastro respinge al mittente queste accuse, sostenendo che “la Costituzione tutela l’autonomia dei pm e la riforma prevede un doppio Csm”.

Più incisivo, però, il passaggio sul sorteggio dei componenti del Csm, definito da Santalucia un rischio per l’indipendenza. “Il sorteggio è la soluzione meno imperfetta – replica Delmastro –. Permetterà ai giudici di lavorare senza condizionamenti, debellando la degenerazione delle correnti che tanto male ha fatto all’onorabilità della magistratura”.

Responsabilità civile dei magistrati e riforma tecnologica
Il viceministro si dice favorevole all’introduzione della responsabilità civile dei magistrati, pur con le dovute cautele: “Chi sbaglia paga, ma bisogna evitare che si paralizzi la loro azione per paura di agire”.

Altro nodo critico è il processo penale telematico, che in molte sedi è tornato al cartaceo. “La situazione non è così apocalittica – rassicura Delmastro –. Nelle prossime ore ci saranno correzioni e corsi di aggiornamento organizzati dalla Scuola superiore di magistratura”.

Per ora, però, l’App del ministero resta un cantiere aperto: “Le prime settimane di cambiamento sono sempre traumatiche, ma la scommessa sarà persa solo se tra tre mesi saremo ancora in difficoltà”.


LEGGI ANCHE

Foglieni che parla dal palco

Pacchetto sicurezza, Foglieni (AIGA): “Ricorso a diritto penale sia extrema ratio”

Il Presidente dell'Associazione ha inviato alla Commissione Giustizia del Senato le proprie osservazioni al Ddl AS-1236, cd. Pacchetto Sicurezza, evidenziando i profili di maggior criticità…

Nuovo Codice della Strada: multe triplicate e obbligo di alcolock

«Nel prossimo Cdm, il 18 settembre, porteremo la stesura definitiva del disegno di legge sulla sicurezza stradale, il nuovo Codice della Strada, che prevede prevenzione,…

L’istanza di rinvio per legittimo impedimento deve essere tempestiva

L’istanza di rinvio per legittimo impedimento deve essere tempestiva

Cassazione: ok alla richiesta di rinvio d’udienza per legittimo impedimento via PEC, purché lo si faccia tempestivamente Il Tribunale condanna un imputato straniero per resistenza…

Sicurezza, il governo lavora a uno “scudo” per le forze dell’ordine

ROMA — Dopo le aggressioni alle forze dell’ordine a Roma e Bologna, il governo accelera su un nuovo provvedimento per tutelare gli agenti in servizio. Si parla di una norma destinata a modificare il codice di procedura penale, introducendo una fattispecie che eviterebbe ai magistrati di iscrivere automaticamente nel registro degli indagati agenti coinvolti in ipotesi di reato, laddove vi siano prove evidenti a discolpa.

L’obiettivo è garantire massima protezione alle forze dell’ordine, riducendo i tempi delle indagini e limitando le ripercussioni sul piano personale e professionale, come la sospensione dal servizio e dallo stipendio.

Un percorso alternativo per le indagini

Secondo il piano in discussione, il magistrato inquirente potrebbe verificare i fatti senza procedere immediatamente all’iscrizione nel registro degli indagati, demandando il caso alle corti d’appello in presenza di prove evidenti. Questa opzione, comunque, rimarrebbe a discrezione del pubblico ministero, che manterrebbe il potere di procedere qualora emergessero elementi incriminanti durante le indagini.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano stanno lavorando in queste ore per definire i dettagli del provvedimento, che potrebbe essere presentato sotto forma di decreto o come emendamento a un disegno di legge già in discussione.

La priorità del governo: proteggere chi serve il Paese

L’encomio conferito venerdì scorso dal ministro della Difesa Guido Crosetto al maresciallo Luciano Masini, indagato per eccesso di legittima difesa, è stato il preludio a una stretta. Gli episodi di violenza contro gli agenti hanno spinto Palazzo Chigi a intervenire con urgenza per rafforzare la tutela delle forze dell’ordine.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato l’importanza del provvedimento: “Tutti condividono l’urgenza di definire un quadro normativo che includa tutele aggiuntive per chi indossa la divisa, oltre all’innalzamento delle pene per reati violenti”.

Iter parlamentare e prospettive

Il testo dovrà passare dal Consiglio dei Ministri, ma vista la complessità della materia, difficilmente sarà discusso nella riunione odierna. Intanto, il disegno di legge sulla sicurezza, che include oltre 20 nuovi reati, prosegue il suo iter nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato.

La maggioranza punta a una rapida approvazione, ma l’inserimento di nuove norme in questo contesto potrebbe riaprire tensioni politiche. Tuttavia, il governo sembra determinato a procedere per garantire maggiore serenità e operatività alle forze dell’ordine.


LEGGI ANCHE

Cassazione: Sì a separazione e divorzio insieme

D’ora in poi, grazie alla Riforma della Giustizia Cartabia, sarà possibile avere separazione e divorzio insieme. Con la sentenza 28727 del 16 ottobre 2023, la…

nordio organici magistrati

Nordio: “Colmeremo gli organici dei magistrati”

Durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi di Padova, avvenuta il 9 febbraio 2024 nell’Aula Magna di Palazzo del Bo, era presente il Guardasigilli Nordio,…

Emergenza carceri, nella settimana di Pasqua AIGA in visita ai detenuti di 76 strutture penitenziarie italiane

Da lunedì 14 a venerdì 18 aprile, delegazioni dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati accederanno in 76 strutture penitenziarie, tra istituti per adulti e per minorenni, diffuse…

Consulta, oggi il voto in Parlamento: vertice di maggioranza per sbloccare lo stallo

Oggi alle 13 il Parlamento si riunirà in seduta comune per eleggere i quattro giudici mancanti della Corte Costituzionale. La nomina, ferma da mesi, è arrivata alla tredicesima convocazione, con la maggioranza e le opposizioni impegnate in un serrato confronto per superare l’impasse.

La premier Giorgia Meloni, nella conferenza stampa della scorsa settimana, aveva espresso ottimismo, sottolineando che il rinnovo di quattro giudici con lo stesso quorum di tre quinti (363 voti) potrebbe favorire un’intesa tra le parti.

I candidati in campo

La maggioranza propone Francesco Saverio Marini, costituzionalista vicino a Palazzo Chigi e protagonista della riforma sul premierato, mentre il Partito Democratico punta su Massimo Luciani, professore di diritto pubblico alla Sapienza. Per il secondo nome di centrodestra, però, Forza Italia deve ancora decidere tra il senatore Pierantonio Zanettin e il viceministro Francesco Paolo Sisto. In alternativa, si valutano figure tecniche come Andrea Di Porto, Gabriella Palmieri Sandulli o Valeria Mastroiacovo.

Resta poi da definire il quarto candidato, un profilo super partes condiviso tra maggioranza e opposizione.

Tensioni e vertici in vista del voto

I leader del centrodestra si sono riuniti ieri a Palazzo Chigi per discutere la strategia, affrontando anche temi come il ddl sicurezza. Antonio Tajani, vicepremier e coordinatore di Forza Italia, ha dichiarato: “Siamo pronti a votare, ma serve un accordo con le opposizioni su un nome di alto profilo”.

Sul fronte opposto, il Partito Democratico si riunirà alle 11.30 per confermare il sostegno a Massimo Luciani, candidato che sembra mettere d’accordo il gruppo parlamentare guidato da Elly Schlein.

Prospettive e scenari

Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di eleggere oggi almeno Marini e Luciani, così da consentire la loro partecipazione alla camera di consiglio della Consulta di lunedì prossimo, quando verranno giudicati i referendum su autonomia differenziata, cittadinanza e Jobs Act.

Se non si raggiungesse un accordo complessivo, il Parlamento potrebbe essere riconvocato già giovedì, lasciando altre 48 ore per definire un’intesa. L’obiettivo comune rimane quello di completare la Corte Costituzionale, evitando ulteriori stalli che rischiano di minare il funzionamento di uno degli organi chiave della Repubblica.


LEGGI ANCHE

Imprese del Sud pronte alla sfida digitale: cresce la voglia di investire in tecnologie 4.0

Un’indagine Unioncamere–Tagliacarne rivela che nel Mezzogiorno la propensione all’innovazione supera la media nazionale. Robotica, simulazione e cyber security tra le priorità

In Italia più revisori legali che in tutta la UE

Revisori legali numerosi in Italia rispetto al resto dell’UE, ma con pochi incarichi Ci sono più di 122mila revisori legali in Italia che tuttavia nel 67% dei casi risulta inattivo. Dunque,…

pegasus servicematica

Intercettazioni di Stato, cos’è Pegasus

Siamo certi che abbiate sentito parlare di Pegasus, il software di spionaggio usato per controllare giornalisti, manager, attivisti e anche capi di stato. Ma cos’è?…

TikTok, la Cina valuta la vendita a Musk per evitare il bando negli USA

Il governo cinese potrebbe cedere le attività americane di TikTok a Elon Musk per evitare il divieto della piattaforma negli Stati Uniti. Lo rivela un’indiscrezione di Bloomberg News. Questa mossa sarebbe tra le soluzioni d’emergenza che Pechino sta considerando, mentre la Corte Suprema si prepara a decidere se confermare la legge che obbliga ByteDance, società madre di TikTok, a cedere le sue operazioni americane entro il 19 gennaio.

Secondo il rapporto, i funzionari cinesi preferirebbero mantenere il controllo di TikTok attraverso ByteDance, ma la pressione legale americana potrebbe lasciare poche alternative. Durante un’udienza del 10 gennaio, i giudici della Corte hanno fatto intendere di essere propensi a confermare la normativa, aumentando le probabilità di un bando effettivo.

Perché Musk?

Fonti vicine al dossier riportano che l’idea di coinvolgere Musk nasce dal suo stretto legame con Donald Trump e dal supporto finanziario alla sua rielezione. L’imprenditore di Tesla, che ha dichiarato la sua contrarietà al bando di TikTok, potrebbe sfruttare l’acquisizione per potenziare X (precedentemente Twitter) e la sua nuova società di intelligenza artificiale, xAI, grazie ai dati generati dall’app.

Nonostante le speculazioni, non è ancora chiaro se Musk, ByteDance o TikTok abbiano avviato colloqui ufficiali sui termini di un eventuale accordo.

Alternative cinesi in crescita

Nel frattempo, gli utenti americani stanno già esplorando altre piattaforme cinesi. Xiaohongshu e Lemon8, entrambe legate a ByteDance, hanno raggiunto il vertice delle classifiche di download per iPhone negli Stati Uniti. Xiaohongshu, popolare tra le comunità cinesi all’estero, e Lemon8, lanciata nel 2020, stanno guadagnando terreno come potenziali sostituti di TikTok.

Con oltre 170 milioni di utenti americani attivi, TikTok è diventato un terreno di battaglia geopolitico, dove interessi economici e strategici si intrecciano. La prossima decisione della Corte Suprema potrebbe segnare una svolta per il futuro dell’app e per il panorama tecnologico globale.


LEGGI ANCHE

Formazione per gli avvocati: novità per il 2021

Formazione per gli avvocati: novità per il 2021

Con la Delibera n. 310 del 18 dicembre 2020 il CNF ha delineato un nuovo percorso per l’obbligo di formazione per gli avvocati durante il…

test psicoattitudinali magistrati

Via libera ai test psicoattitudinali per i magistrati

La Commissione Giustizia del Senato ha approvato il parere presentato da Pierantonio Zanettin, introducendo i test psicoattitudinali per gli aspiranti magistrati. Nel parere di Zanettin…

Nuovo contratto integrativo della giustizia, rinvio della trattativa al 28 novembre

A favore della bozza ministeriale si schierano CGIL e UIL, nettamente contrari UNSA, CISL, FLP, USB e CONFINTESA che insiste con lo sciopero del prossimo…

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Acn
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto