Il Garante della Privacy ha applicato una sanzione ridotta a un’associazione non profit coinvolta in un data breach, riconoscendo la natura giuridica non lucrativa dell’ente. Con l’ingiunzione n. 759 del 13 novembre 2024, l’autorità ha imposto una multa di 6 mila euro per violazioni del GDPR, una cifra comunque significativa per organizzazioni con risorse economiche limitate.
Nonostante il GDPR non preveda esplicite semplificazioni per il terzo settore, il Garante ha considerato lo status dell’associazione nella determinazione della sanzione, sottolineando l’importanza di questo fattore nelle memorie difensive. Il provvedimento evidenzia come le associazioni debbano comunque rispettare obblighi complessi, dalla protezione dei dati alla notifica delle violazioni, con il rischio di pesanti sanzioni anche per errori non intenzionali.
La decisione del Garante offre una chiave di lettura per il futuro: gli enti del terzo settore potranno invocare la loro natura non lucrativa e le loro difficoltà finanziarie per ottenere una riduzione delle sanzioni. Tuttavia, resta essenziale adottare misure di sicurezza adeguate per evitare multe che potrebbero risultare insostenibili per molte associazioni.
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