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Negli Stati Uniti comincia il processo contro Google

Negli Stati Uniti comincia il processo contro Google; la big tech, infatti, è stata accusata dal governo USA di abuso di posizione dominante per quanto riguarda le ricerche online.

Il processo è molto importante, sia da un punto di vista pratico che simbolico. Infatti, questo è il primo processo antitrust avviato dal governo americano contro una big tech dai tempi del processo contro Microsoft del 1998, che apportò grandissimi cambiamenti nel settore.

Il processo avverrà a Washington ed è probabile che duri molti mesi. Il dipartimento di Giustizia sostiene che Google abbia abusato della propria posizione di monopolio nel settore delle ricerche online, al fine di danneggiare la concorrenza e di eliminare completamente innovazioni che avrebbero potuto favorire i consumatori.

In America non è illegale il monopolio di un settore dell’economia; tuttavia, secondo il dipartimento di Giustizia, Google avrebbe infranto la legge per ottenere e mantenere il monopolio.

Per Google, invece, tali accuse sono infondate: se l’azienda domina il settore, a suo dire, è perché offre un prodotto migliore, che viene preferito dalla maggior parte degli utenti. Per accedere alla concorrenza, sempre secondo Google, bastano pochi clic: dunque, non ci sarebbe alcun obbligo per l’utilizzo di un prodotto al posto di un altro.

Attualmente, Google detiene circa l’80% del mercato mondiale delle ricerche online.

Il caso sollevato dal dipartimento di Giustizia focalizza l’attenzione in un ambito limitato, e riguarda il fatto che Google, ogni anno, paghi miliardi di dollari ad un’altra big tech, Apple, per essere il motore di ricerca di default presente su tutti gli iPhone e gli iPad.

Dunque, ogni volta che un utente fa una ricerca online sul proprio iPhone, la fa automaticamente su Google. Negli USA gli iPhone sono molto più utilizzati rispetto all’Europa, ovvero da circa la metà della popolazione.

Google ha degli accordi economici molti simili anche con fondazione Mozilla, gestore di Firefox, e possiede il sistema operativo Android. Dunque, la maggior parte delle persone in tutto il mondo, se deve fare una ricerca online, utilizza Google.

Ebbene, per il Dipartimento Giustizia, tali accordi sarebbero illegali, poiché schiacciano la concorrenza utilizzando la gran disponibilità economica per evitare che prodotti simili possano emergere. Per Google, invece, non c’è nulla di illegale.

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Il caso verrà giudicato da un giudice, senza una giuria. Non è ben chiaro che cosa potrebbe succedere se l’accusa vince, visto che il dipartimento di Giustizia non ha ancora esplicitato le misure che ha intenzione di mettere in pratica in quel caso.

Il processo contro Google potrebbe comportare un grossissimo impatto anche su tutto il resto dell’industria. Si tratta, come detto in precedenza, del processo più rilevante nei confronti di un’azienda tech americana, dai tempi del 1998, ovvero quando si tenne il processo contro Microsoft.

All’epoca, Microsoft era l’azienda tech più importante di tutto il settore, e ricevette l’accusa di utilizzare delle pratiche illegali per la creazione di un monopolio e per la promozione di Internet Explorer ai danni della concorrenza.

Il processo contro Microsoft si concluse con un patteggiamento, e l’azienda dovette fare molte concessioni ed essere meno aggressiva nei confronti della concorrenza sul mercato. Secondo Bill Gates, allora capo di Microsoft, e secondo gli analisti, il ritiro dell’azienda dal mercato aprì le porte ad una nuova generazione di giovani aziende: Google, per esempio, nacque nel 1998.

Non è chiaro, comunque, se il processo intentato contro Google avrà lo stesso risultato. Per alcuni esperti legali, il processo potrebbe essere un modo per testare quanto siano efficaci le leggi antitrust americane, introdotte verso la fine dell’800, e che oggi potrebbero non essere più così adatte per gestire dei casi complessi come quelli relativi alle big tech.

L’importanza del processo si vede anche dalle risorse utilizzate dalle parti: per esempio, il dipartimento Giustizia prepara il caso da 3 anni, mentre Google ha speso milioni di dollari per la difesa.


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