Cina: Umani Digitali come impiegati modello

Sognate impiegati modello, che non protestano, non fanno valere i loro diritti con vertenze sindacali e non chiedono aumenti di stipendio? Beh, basta andare in Cina, dove esiste già un nuovo mercato che sta registrando una crescita rapida.

Per assumere un impiegato modello “di base”, bastano soltanto 2.700 euro all’anno: parliamo di umani digitali, particolari avatar che sono stati creati con intelligenze artificiali e tecnologie avanzate.

Gli impiegati avatar parlano, cantano e interagiscono con altri utenti nelle chat o in diretta streaming.

Pechino capitale mondiale dei digital human

Il fenomeno dei digital human piace parecchio alle aziende cinesi, tant’è che Baidu, gigante tecnologico e principale motore di ricerca cinese, offre già da qualche anno questa tipologia di servizio, diventando una specie di agenzia interinale virtuale.

Nell’ultimo anno, il numero di richieste per questi avatar è duplicato. I prezzi, invece, sono scesi. Gli umani digitali in 2d sono quelli più economici, mentre per quelli tridimensionali e interattivi i prezzi potrebbero arrivare a circa 14.000 euro all’anno.

Il successo di questa tipologia di mercato in Cina dipende in gran parte dalla spinta del governo. Pechino, infatti, punta a diventare la capitale mondiale del mercato dei digital human. Qualche mese fa è stato anche annunciato un piano per sviluppare il settore, con lo scopo di generare un giro d’affari di 50 miliardi di Yuan, ovvero 7 miliardi di dollari entro l’anno 2025.

Pechino vuole favorire la creazione di una o più aziende dominanti nel settore. Nel 2020, a livello globale, il mercato dei digital human valeva 10 miliardi. Secondo alcune stime, il giro d’affari globale, nel 2030, potrebbe superare i 500 miliardi.

Fenomeni come la cantante virtuale Luo Tianyi, sviluppato da Bilibili (importante sito web cinese di condivisione video), o in generale le numerose figure virtuali che hanno una propria personalità muovono il mercato di oggi, addirittura di più rispetto ad una persona in carne ed ossa.

Steven Ma, vice presidente di Tencent (Spa che fornisce servizi d’intrattenimento, mass media, internet e cellulari) lo scorso anno ha organizzato una conferenza alla quale ha partecipato esclusivamente il suo doppio digitale.

Il suo avatar è stato sviluppato dalla stessa Tencent, che ha inoltre creato anche un cantante virtuale e una commentatrice sportiva digitale, che offre telecronache principalmente per persone sorde attraverso il linguaggio dei segni.

Intersezione tra fisico e digitale

Non dobbiamo, però, confondere gli umani digitali con gli influencer virtuali – fenomeno conosciuto anche in Occidente, ma semplice sottogruppo dei digital human cinesi.

Spiega Fabrizio Perrone, fondatore di Buzzoole: «Qui da noi gli influencer virtuali vanno ancora per la maggiore, ma non si possono considerare ancora persone virtuali. Si tratta di personaggi realizzati principalmente in post-produzione, ma che non possono fare live streaming o partecipare ad eventi».

«Le aziende», continua Perrone, «stanno capendo sempre di più che devono presidiare l’intersezione tra fisico e digitale, e che le strategie per farlo non possono essere banalmente quelle applicate ai social media: è il brand stesso che deve diventare un creator. I “brand human” virtuali sono un’opportunità in questo senso».

In Occidente e in Italia la domanda è bassa, anche perché utilizzare dei personaggi virtuali così avanzati è impegnativo e costoso. 2Watch, agenzia co-fondata sempre da Perrone, sta attualmente lavorando ad una soluzione avanzata per semplificare questo processo.

«Grazie a tecnologie avanzate di motion capture, alla connessione 5G e all’intelligenza artificiale, la nostra offerta permetterà ai brand di dare consistenza alla propria offerta virtuale, anche per eventi live o in streaming».

Reali prospettive futuristiche

Anche se il mercato italiano e quello europeo sono ancora lontani da quello cinese, l’avvento delle intelligenze artificiali sempre più complesse e avanzate renderanno inevitabile l’avvento del mercato dei digital human anche da noi.

Conclude Perrone: «Stiamo vivendo un nuovo momento d’oro dell’Intelligenza Artificiale, ma a differenza del passato oggi vediamo risultati concreti. Parliamo ancora di prospettive futuristiche, ma grazie alla IA si potranno raggiungere presto risultati ancora impensabili. Ad esempio con personaggi in CGI che interagiscono in diretta live, senza bisogno di un attore in carne ed ossa e della motion capture dietro le quinte».

Curiosità

In Giappone ci sono molte persone che si definiscono “fictosessuali”, ovvero che hanno una relazione virtuale. Una di queste persone è il signor Akihiko Kondo, cha a 38 anni ha deciso di sposare il suo amore virtuale, la cantante manga Hatsune Miku, che esiste sotto forma di ologramma.

Tutto questo è possibile grazie ad un dispositivo chiamato Gatebox, che rende viva la cantante. Hatsune è una Vocaloid, una cantante virtuale, ed è una vera star in Giappone. È talmente famosa che anche Lady Gaga l’ha ospitata sul palco.

Kondo, dopo aver capito che le relazioni umane non facevano per lui, ha deciso di sposare un ologramma. L’unione corrisponde ad un contratto, non valido dal punto di vista legale, emesso da Gatebox. Al matrimonio hanno partecipato soltanto le persone che Kondo ha conosciuto su internet: della sua famiglia non c’è stata traccia.

Negli anni 90, Kondo si sarebbe definito come un “Otaku”, ovvero un individuo isolato dalla società, che si rinchiude in casa e vive in un mondo irreale, fantastico. Ma anche se Kondo vive nel mondo dell’immaginazione, il suo sentimento, a quanto pare, è reale.

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