È arrivato, finalmente, uno strumento in più per conoscere e contrastare la violenza di genere. Il Ministero della Giustizia, dal 1° gennaio 2023 è in grado di rilevare i dati dei procedimenti giudiziari che riguardano la violenza sulle donne.
Verranno realizzate analisi statistiche, pubblicate periodicamente al fine di far emergere evoluzioni e nuove caratteristiche delle condotte criminali.
Età delle vittime, tipo di crimine commesso, modi per metterlo in atto e relazione con l’autore del reato: queste le informazioni che verranno trasmesse al fine di alimentare la banca dati dedicata alla violenza di genere.
Con un intervento sui sistemi informativi dell’area penale, tutti gli uffici giudiziari italiani saranno nelle condizioni di registrare questi dati importanti.
Una nota specifica è stata inviata dal Ministero direttamente agli uffici, per riuscire ad illustrare lo scopo dell’intervento e le modalità operative per inserire i dati. Via Arenula vuole «rilevare le informazioni utili a formulare le risposte più efficaci nella prospettiva della prevenzione dei reati e dell’innalzamento degli standard di tutela delle vittime».
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L’aggiornamento previsto dei sistemi informativi, per alimentare la banca dati relativa alla violenza di genere è completamente in linea con gli obiettivi stabiliti dalla collaborazione tra il Ministero della Giustizia e l’Istituto Nazionale di Statistica.
Le iniziative seguono le misure preventive stabilite dalla Convenzione del Consiglio d’Europa e tutte le ultime norme che riguardano le rilevazioni statistiche sulla violenza di genere, così come previsto dalla legge 53/2022.
La norma in questione ha introdotto l’obbligo per uffici, enti, organismi e alcuni soggetti pubblici e privati di fornire dati e notizie per perseguire il programma statistico nazionale.
Coinvolte tutte le strutture sanitarie pubbliche, in particolar modo le unità operative di pronto soccorso, che dovranno fornire dati e informazioni sulla violenza di genere.
La legge valorizza anche le rilevazioni condotte ogni anno da Istat riguardo i servizi e le prestazioni offerte dalle case rifugio e dai Centri antiviolenza.
Secondo Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, con questa trasmissione è cominciata una nuova fase nella rilevazione di questa tipologia di dati.
«E’ uno strumento molto importante, perché consente di analizzare l’evoluzione della violenza di genere che ha molte sfaccettature e molte declinazioni». Un valore aggiunto, dice Roia, dipende anche dalla tipologia dei dati trasmessi.
«Parliamo di procedimenti giudiziari, quindi di emerso, elemento che ci consente di capire molte cose, ad iniziare dalle caratteristiche sociali della vittima come dell’imputato». Infatti, è il sommerso il grande problema su cui lavorare.
Conclude Roia: «Dalle rilevazioni del 2021/2022 risulta che il 70% delle vittime di violenza di genere sono italiane. Un dato, evidenziato sempre nelle rilevazioni che facciamo ogni anno: per le donne straniere c’è un sommerso che si fa fatica a registrare. Diverse le ragioni delle difficoltà ad essere agganciate dalla rete territoriale: dall’intimidazione da parte dei “clan” familiari, alla lingua che limita la capacità di esprimersi. Questo strumento è comunque un’occasione per avere una fotografia nazionale del fenomeno e non a macchia di leopardo».
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