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Spesa tech in crescita per professionisti ma avvocati in fondo alla classifica

Balzo in avanti per l’adozione di tecnologie digitali da parte di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, con un aumento del 7% nel 2023 rispetto all’anno precedente. La spesa complessiva ha raggiunto quasi 1,9 miliardi di euro, con previsioni di ulteriore crescita nel 2024.

Tra le categorie, a investire di più sono gli studi multidisciplinari, con una media di 25.100 euro, seguiti da consulenti del lavoro (12.900 euro) e commercialisti (12.100 euro). Gli avvocati si posizionano invece in fondo alla classifica, con una spesa media di 9.500 euro.

“È necessario un intervento rapido per adeguare modelli organizzativi, relazionali e di business ai nuovi paradigmi e generare valore per i clienti”, ha commentato Andrea Rorato, responsabile dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale.

I dati, provenienti dalla ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, sottolineano la crescente importanza dell’innovazione tecnologica per il successo delle professioni liberali. In un contesto in continua evoluzione, l’adozione di strumenti digitali è fondamentale per rimanere competitivi e offrire servizi di qualità ai clienti.

L’analisi evidenzia però anche divari significativi tra le diverse categorie professionali. Per colmare questi divari e sfruttare appieno le potenzialità dell’innovazione, sarà necessario un impegno da parte di tutti gli attori coinvolti, dagli studi professionali alle istituzioni.

 


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La Corte Costituzionale stabilisce il gratuito patrocinio per la liquidazione controllata senza attivo

La procedura di liquidazione controllata, come già la liquidazione giudiziale, può beneficiare del gratuito patrocinio se il giudice delegato attesta la mancanza di attivo per le spese.

Con la sentenza n. 121 del 2024, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme del Testo Unico sulle Spese di Giustizia che escludevano la procedura di liquidazione controllata da tale beneficio.

La Consulta ha stabilito che la disparità di trattamento tra le due procedure, entrambe volte alla liquidazione del patrimonio del debitore e al soddisfacimento dei creditori, era irragionevole e violava il principio di uguaglianza.

In sostanza, la Corte ha affermato che anche le imprese in liquidazione controllata che non hanno risorse per pagare un avvocato devono avere la possibilità di difendersi in giudizio.

Per ottenere il gratuito patrocinio, il liquidatore della procedura dovrà presentare una richiesta al giudice delegato, il quale dovrà accertare l’assenza di attivo.

 


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Camere penali: “Ridotte ulteriormente le ‘infrastrutture’ del giudizio in Cassazione”

Nelle pieghe di un “decreto infrastrutture” un ulteriore tentativo di marginalizzazione del ruolo dell’avvocato col conseguente ridimensionamento del diritto di difesa. Il documento della Giunta e dell’Osservatorio Cassazione delle Camere Penali.

Il Governo interviene con una normativa d’urgenza sulle regole che disciplinano l’udienza davanti alla Corte di Cassazione. Secondo le peggiori tradizioni del nostro legislatore, questa disciplina è collocata in coda ad un “Decreto infrastrutture” e dunque alla regolamentazione delle concessioni autostradali, al rafforzamento della fondazione lirico sinfonica del Petruzzelli, al sostegno delle imprese italiane nel continente africano, ed altre disposizioni totalmente estranee al processo penale: qualcosa che richiama alla memoria la riforma del Testo Unico sugli stupefacenti inserita, con un evidente eccesso di delega, all’interno di un decreto legislativo avente ad oggetto le Olimpiadi Invernali.

L’articolo 11 del Decreto legge, intitolato Modifiche al codice di procedura penale per l’efficienza del procedimento penale, già condizionato da un contesto normativo totalmente disomogeneo, sembra sostituire con una efficienza in termini puramente quantitativi la necessaria qualità della giurisdizione, sovrapponendo ai connotati tipici della funzione nomofilattica della Corte di Legittimità e ad una necessaria risposta in termini di giustizia un profilo di efficientizzazione puramente meccanico.

La camera di consiglio, senza la partecipazione delle parti, è diventata la regola generale, fatta salva la possibilità di chiedere la trattazione orale; i termini, venticinque o quindici giorni liberi prima dell’udienza, a seconda che sia pubblica o camerale, diventano di fatto sfuggenti e quasi impraticabili, poiché l’avviso di fissazione deve essere notificato, rispettivamente, trenta o venti giorni prima dell’udienza. Sempre in ossequio all’efficienza, meno al diritto di difesa, i termini sono stati tutti sensibilmente ridotti, da quelli per la notifica a cascata per la proposizione di motivi nuovi e memorie. La formula innovata dell’art. 611 c.p.p. vi impatta sensibilmente e sul rito camerale riduce a dieci giorni antecedenti quelli per presentare motivi nuovi e memorie ed a soli tre quelli per le repliche: tempi pericolosamente ridottissimi per consentire un adeguato esercizio del diritto di difesa soprattutto se correlati alla previsione del periodo aggiunto al comma quinto dell’art. 611 c.p.p. che, si ribadisce, indica in “almeno venti giorni” la notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza camerale.

Il quadro si inserisce nella cornice tratteggiata da un decreto emanato in perfetta coincidenza con lo spirare – proprio a fine giugno – della disciplina emergenziale che per le udienze camerali postulava la notifica della requisitoria scritta cui opporre memorie di replica e che – allo stato – il difensore dovrà autonomamente procurarsi, con una inevitabile dilatazione dei tempi.

Siamo, pertanto, di fronte ad un ulteriore tentativo di marginalizzazione del ruolo dell’avvocato col conseguente ridimensionamento del diritto di difesa, dimenticando che l’art. 24 Costituzione è finalizzato a garantire l’effettività della tutela dei diritti del cittadino, e deve pertanto in ogni caso trovare la sua massima espansione, non potendo essere mai recessivo neppure di fronte alla carenza di risorse strutturali ed umane. Non potendosi mai immaginare che l’intervento in udienza del difensore possa essere valutato come una limitazione e non come un incremento della qualità della decisione ed un vantaggio per la stessa giurisdizione.

La Giunta

L’Osservatorio Cassazione

 


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Bozzoli condannato e latitante, Caiazza: “Eppure si rispetti la regola dell’imputato libero”

Una caccia all’uomo è in corso in tutta Italia e all’estero per rintracciare Giacomo Bozzoli, condannato per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli, l’imprenditore 52enne titolare delle fonderie Bozzoli, scomparso l’8 ottobre 2015. Nonostante due condanne all’ergastolo in primo e secondo grado, Bozzoli è rimasto in libertà durante il lungo iter processuale. Tuttavia, dopo la conferma definitiva della sentenza da parte della Corte di Cassazione due giorni fa, l’uomo è sparito nel nulla.

Il 39enne, sposato e padre di un bambino, si è sempre dichiarato innocente, ma le prove raccolte dalla procura e confermate dai giudici in tutti i gradi di giudizio non hanno lasciato dubbi sulla sua colpevolezza.
Secondo le ricostruzioni, Giacomo avrebbe ucciso lo zio gettandolo in un forno della fonderia. Questa teoria, che ha scioccato l’opinione pubblica, è stata suffragata da indagini dettagliate e confermata dalle sentenze di tribunale. Tuttavia, nonostante le gravi accuse e le successive condanne, Bozzoli ha goduto della libertà fino alla conferma definitiva della sentenza.

L’avvocato Giandomenico Caiazza ha commentato la situazione sottolineando un punto fondamentale di civiltà giuridica:

“Una latitanza disperata e senza alcuna plausibile prospettiva di successo non faccia perdere di vista il punto della questione. La regola basilare di civiltà, salvo motivate eccezioni, è che i processi penali, soprattutto quando durano anni, debbano svolgersi con l’imputato libero. Tutta la mia ammirazione per quei magistrati che hanno saputo e voluto rispettare quella regola.”

 


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Nuove misure urgenti in ambito penitenziario e giudiziario: approvato il decreto-legge

Roma, 4 luglio 2024 – Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha approvato un decreto-legge che introduce una serie di misure urgenti in materia penitenziaria, giustizia civile e penale, e di personale del Ministero della Giustizia. Queste norme sono state progettate per affrontare criticità persistenti e migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e penitenziario italiano.

Sicurezza e Efficienza negli Istituti Penitenziari

Tra i principali interventi, il decreto prevede l’assunzione di mille unità di personale del Corpo della polizia penitenziaria. Inoltre, saranno scorse le graduatorie per l’assunzione di vice-ispettori e vice-commissari della polizia penitenziaria, al fine di rafforzare la sicurezza e l’operatività degli istituti di pena.

Miglioramento del Funzionamento degli Istituti di Pena

Per garantire un miglior funzionamento degli istituti di pena, è previsto un incremento del personale operante in ambito penitenziario e minorile. Questa misura mira a ottimizzare la gestione delle strutture detentive e a migliorare le condizioni lavorative del personale.

Reinserimento Sociale dei Detenuti

Un aspetto centrale del decreto riguarda il reinserimento sociale dei detenuti. Sarà istituito un elenco delle strutture residenziali idonee ad accogliere e reinserire nella società coloro che hanno i requisiti per accedere alle misure penali di comunità, ma che non dispongono di un domicilio idoneo e sono in condizioni socio-economiche precarie.

Introduzione di Nuove Fattispecie di Reato

Il decreto introduce una nuova fattispecie di reato per chiarire definitivamente la punibilità delle condotte di peculato per distrazione da parte di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio. Questo intervento mira a eliminare le incertezze interpretative in materia.

Procedure Esecutive nei Confronti degli Stati Esteri

Sono state eliminate le incertezze interpretative relative alle procedure esecutive nei confronti degli Stati esteri, garantendo maggiore chiarezza e efficienza nei procedimenti.

Razionalizzazione dei Benefici e Trattamenti per i Detenuti

Il decreto razionalizza i benefici e le regole di trattamento applicabili ai detenuti, con particolare riferimento ai colloqui telefonici e alla liberazione anticipata. Queste modifiche intendono migliorare la gestione dei detenuti e favorire un loro più efficace reinserimento sociale.

Funzioni del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo

Per assicurare l’effettività delle funzioni di impulso e coordinamento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, sono stati rafforzati i poteri di avocazione del procuratore generale presso la corte d’appello.

Differimento del Tribunale per Minori e Famiglie

Il termine per l’entrata in vigore del tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie è stato differito, permettendo così l’adozione degli interventi necessari per la sua effettiva operatività.

Dettagli Operativi sul Reinserimento dei Detenuti

In materia di reinserimento, il pubblico ministero dovrà indicare espressamente nell’ordine di esecuzione della pena le detrazioni previste dalle norme sulla liberazione anticipata. Questo per rendere chiaro al detenuto il termine finale della pena in caso di ottenimento di tutte le detrazioni.

Inoltre, il magistrato di sorveglianza sarà obbligato ad accertare d’ufficio la sussistenza dei presupposti necessari per la concessione di benefici come la semilibertà, l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare.

 


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Nel periodo dal 2021 al 2023, ben 155 avvocati su 890 iscritti all’Ordine degli avvocati di Palmi hanno deciso di cancellarsi dall’albo. Questo trend preoccupante non risparmia neanche i professionisti con oltre quindici anni di esperienza.

Angelo Rossi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palmi, ha analizzato le cause di questa emorragia professionale, individuando tre motivi principali:

  1. Situazione economica sfavorevole: Molti avvocati lasciano la professione a causa della difficile situazione economica. I clienti, anche quando necessitano dei servizi legali, sono meno propensi a rivolgersi agli avvocati o cercano prestazioni a costi ridotti.
  2. Aumento delle spese: Le spese per mantenere uno studio legale sono aumentate significativamente. Gli avvocati devono affrontare i costi delle iscrizioni e dei contributi alla Cassa Forense, oltre alle spese vive per la gestione dello studio.
  3. Concorrenza dei concorsi pubblici: L’accesso ai concorsi pubblici offre una via d’uscita attraente per molti, soprattutto giovani, che vedono nel posto fisso una possibilità di indipendenza economica immediata e sicura.

Secondo Rossi, questa crisi non è limitata al territorio di Palmi, ma è diffusa a livello nazionale. Il basso reddito, l’aumento delle spese e la prospettiva del posto fisso stanno rendendo la carriera sempre meno sostenibile per molti professionisti.


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Cassa Forense: 2,5 milioni per facilitare l’accesso al credito degli avvocati

Cassa Forense ha annunciato un’importante iniziativa per supportare i suoi iscritti, stanziando 2,5 milioni di euro a favore della Sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI. Questo fondo, gestito da Mediocredito Centrale (MCC), mira a facilitare l’accesso al credito per avvocati e società tra avvocati, riducendo le tradizionali barriere attraverso la concessione di garanzie pubbliche.

Dal 28 giugno 2023, il Fondo di garanzia ha esteso la sua operatività grazie all’attivazione delle Sottosezioni Professionisti, finanziate con 5,4 milioni di euro da sette casse professionali aderenti all’Associazione degli Enti Previdenziali Privati (ADEPP). Queste sottosezioni offrono coperture del fondo fino al 90% per la riassicurazione e fino all’80% per la garanzia diretta sui finanziamenti.

Come Fare Domanda

Gli avvocati iscritti a Cassa Forense, individualmente o in forma associata, compresi i pensionati attivi, possono beneficiare di questi finanziamenti. Anche le società tra avvocati e tra professionisti (Sta e Stp) possono accedere, a condizione che tutti i soci siano avvocati. Gli interessati devono essere in regola con gli adempimenti contributivi e di iscrizione presso Cassa Forense e presentare un’attestazione richiedibile online tramite il sito dell’ente.

Nuove Opportunità dal 2024

Dal 24 giugno 2024, in base alla circolare 11/2024 del Fondo PMI, sono entrati in vigore nuovi limiti e modifiche alle condizioni di intervento delle Sottosezioni, tra cui quella CIPAG. Queste modifiche ampliano ulteriormente i finanziamenti disponibili, semplificando l’accesso al credito per le piccole e medie imprese e i professionisti, sostenendo così la crescita e l’innovazione nel settore legale.


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Roma, 3 luglio 2024 – Il Consiglio nazionale forense ha confermato con la sentenza n. 52/2024 la sospensione per sei mesi dall’esercizio della professione per un avvocato che non ha partecipato a diverse udienze in qualità di difensore di fiducia e non ha adempiuto all’obbligo formativo continuo.

La Corte ha respinto il ricorso dell’avvocato, che aveva sostenuto di non aver arrecato alcun pregiudizio ai propri assistiti e di non aver agito con dolo o negligenza. Inoltre, l’avvocato aveva addotto come giustificazione per il mancato aggiornamento professionale l’impegno di assistenza alla madre anziana e malata.

Tuttavia, la Corte ha precisato che la mancata partecipazione alle udienze da parte del difensore è un comportamento deontologicamente scorretto, anche in assenza di conseguenze negative per il cliente. Inoltre, per integrare un illecito disciplinare è sufficiente la volontarietà dell’azione, non essendo necessaria la prova del dolo o della colpa. Infine, la Corte ha chiarito che l’obbligo formativo è inderogabile e che le eventuali difficoltà personali del professionista non possono essere considerate una giustificazione per il mancato assolvimento dello stesso.


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Cassa Forense ha deciso di stanziare 2,5 milioni di euro per la Sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI, gestito dal MCC (Mediocredito Centrale). Tale iniziativa punta a semplificare l’accesso al credito in favore di avvocati e società tra avvocati, mediante concessione di garanzie pubbliche.

Il Fondo di garanzia dal 28 giugno 2023 ha attivato le Sottosezioni Professionisti, finanziate con 5,4 milioni di euro da 7 casse professionali dell’ADEPP. Tali sottosezioni hanno lo scopo di aumentare le coperture del fondo per la riassicurazione sino al 90% e sino all’80%, invece, per la garanzia diretta delle operazioni finanziarie.

Tutte queste novità sono state introdotte a seguito delle modifiche della Convenzione MIMIT-FED-CDP. In particolar modo, viene integrato l’art.5 con il comma 11.

Gli iscritti alla Cassa potranno usufruire di tali benefici: è sufficiente essere in regola con gli adempimenti contributivi e presentare un’attestazione (per richiederla basta accedere al sito della Cassa).


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Roma, 2 luglio 2024 – Presto pronta la piattaforma referendum, per la raccolta delle sottoscrizioni digitali dei cittadini delle proposte di legge di iniziativa popolare, i referendum abrogativi o costituzionali.

Ottenuto il parere del garante per la protezione dei dati personali, la Direzione Generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia è pronta a verificare la funzionalità del sistema informatico con degli specifici test, che riproducano tutte le fasi della raccolta delle sottoscrizioni.

Le prove, realizzate insieme al personale della corte di Cassazione, dovrebbero concludersi entro 2 settimane.

Sarà poi un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del titolare della Giustizia, ad attestare l’operatività della piattaforma.


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