Infortuni mortali sul lavoro: il CdA risponde penalmente per la sicurezza

La Corte di Cassazione ha confermato che i membri del Consiglio di amministrazione (CdA) di un’azienda sono penalmente responsabili per la morte di un lavoratore se risultano violazioni delle norme antinfortunistiche, anche quando esistono deleghe specifiche di gestione. La sentenza n. 40682 del 6 novembre 2024 ha infatti stabilito che le deleghe non esonerano i vertici dalla responsabilità per incidenti causati da mancanze strutturali nella sicurezza.

Il caso concreto

B.O., dipendente della società P… s.p.a., è deceduto durante il lavoro, travolto da una lastra prefabbricata di cemento armato installata da P… COSTRUZIONI s.p.a. L’incidente è stato causato da gravi difetti di produzione e montaggio, con errori nell’ancoraggio e nei bulloni di fissaggio non conformi al progetto. In fase di costruzione, Pi.M., addetto ai controlli di P…, aveva rilevato i difetti e tentato di correggerli, ma in modo insufficiente e non conforme agli standard di sicurezza.

Procedimento giudiziario

La Corte d’Appello di Milano ha ritenuto responsabili i membri del CdA di P… COSTRUZIONI s.p.a., tra cui il presidente P.G. e altri due consiglieri, per omicidio colposo. Gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la presenza di deleghe operative avrebbe dovuto esonerarli dalla responsabilità. Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto il ricorso, ribadendo che il CdA non può delegare in modo completo la responsabilità della sicurezza e rimane garante dell’osservanza delle norme antinfortunistiche nell’ambito aziendale.


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Strutture esterne fisse per il commercio: necessario il permesso di costruire

La Corte di Cassazione ha stabilito che le strutture esterne fisse e chiuse realizzate per esigenze permanenti di attività commerciali non rientrano tra gli interventi di “edilizia libera”. La sentenza n. 39596 del 28 ottobre 2024 afferma che tali opere non possono essere considerate “pergotende” poiché ampliano stabilmente lo spazio commerciale interno e non soddisfano esigenze temporanee.

Il caso concreto

R.F.L. e R.M., rappresentanti della “R. F… S.r.l. Società Agricola”, avevano installato una struttura di 15,36 mq dietro il loro chiosco di fiori a Marsala, con pilastri di ferro, copertura a falda e teli plastificati. Lo spazio era destinato al deposito e al lavoro su fiori e piante per evitare sole e intemperie, vista l’insufficienza dell’area interna del chiosco. Tuttavia, l’opera è stata realizzata senza permesso di costruire e senza autorizzazione regionale, in un’area classificata come zona sismica.

Il procedimento giudiziario

Il Tribunale di Marsala ha condannato i rappresentanti legali della società a due mesi di arresto e a un’ammenda di 8.000 euro ciascuno per reati previsti dal Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. n. 380/2001). La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la condanna, rigettando l’appello degli imputati, che hanno successivamente presentato ricorso in Cassazione. La Corte Suprema ha confermato che, trattandosi di una struttura fissa e non temporanea, era necessario il permesso edilizio.


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Comuni in allarme per i tagli: protesta bipartisan dei sindaci italiani

I sindaci italiani si trovano in difficoltà a causa dei nuovi tagli previsti per gli Enti locali dalla legge di bilancio. L’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) ha presentato emendamenti al Parlamento, segnalando che, a partire dal 2024, i Comuni saranno soggetti a tagli di 300 milioni di euro annui per il 2024-2025 e di 200 milioni per il periodo 2026-2028. Inoltre, sono previste riduzioni dei fondi per investimenti nelle opere pubbliche, con tagli tra il 20% e il 30%. Anche le assunzioni a tempo indeterminato subiranno limitazioni, con un turnover ridotto al 75% per i Comuni con oltre 20 dipendenti.

La protesta: una questione senza colore politico

Sindaci di diverse appartenenze politiche esprimono preoccupazione per l’impatto di questi tagli. Mario Conte, sindaco leghista di Treviso e presidente dell’Anci Veneto, ha denunciato il blocco del turnover, sottolineando come i sindaci già si trovino a coprire carenze di personale. “Tagliare ulteriormente significa mettere a rischio i servizi ai cittadini,” ha affermato Conte, aggiungendo che senza altre fonti di entrate, sarà costretto a ridurre la qualità dei servizi comunali, dal mantenimento delle strade alla pulizia degli spazi pubblici.

Anche Alessandro Canelli, sindaco leghista di Novara, ha espresso forte opposizione, evidenziando che i Comuni hanno già ridotto la propria spesa pubblica dal 2011, passando dall’8,2% al 6,5% della spesa totale nazionale. Un’ulteriore riduzione metterebbe in crisi molte amministrazioni locali, già in difficoltà finanziarie.

L’impatto sulle fasce più deboli della popolazione

Sergio Giordani, sindaco di Padova sostenuto dal centrosinistra, ha messo in guardia sugli effetti sociali della manovra, affermando che “senza modifiche, dovremo tagliare servizi essenziali per i cittadini,” come l’assistenza domiciliare per gli anziani, i servizi per le persone disabili, la manutenzione di parchi e scuole, e le attività culturali e sportive. Giordani ha aggiunto che i tagli colpiranno soprattutto i Comuni più virtuosi e le fasce più deboli della popolazione.


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Giudici di pace, AIGA: “Organico scoperto per il 70%, più magistrati e “decreti ingiuntivi” emessi da avvocati per sgravare gli uffici”

“Il sistema degli uffici dei Giudici di Pace è quasi al collasso: soltanto il 33 per cento dei giudici previsti è in servizio, con una scopertura del 70 per cento. Una situazione drammatica sia per il presente che per il futuro, in vista dell’aumento delle competenze per i Giudici di pace previsto nel 2025. Per questo, AIGA chiede nuovamente che, oltre all’implementazione della pianta organica dei magistrati, venga data la possibilità agli avvocati di emettere direttamente “decreti ingiuntivi”, accogliendo le proposte di legge “Stefani” e “D’Orso” che mirano proprio a trasferire alla professione forense l’emissione delle ingiunzioni di pagamento, alleggerendo notevolmente il carico di lavoro dei Giudici di pace”.

Lo ha affermato Carlo Foglieni, presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA), durante la manifestazione “Prima le idee – Ritorno al futuro: partecipare, proporre e condividere”, che si è tenuta a Trani.

Durante il suo intervento, Foglieni ha toccato vari temi di attualità: “AIGA ha già espresso contrarietà alla proposta normativa che prevede l’estinzione del processo in caso di mancato o parziale pagamento del contributo unificato, chiedendo di stralciare tale norma dalla Legge di Bilancio 2025”.

Inoltre, ha manifestato il sostegno di AIGA alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, ritenendola “l’ultimo passo verso un’effettiva realizzazione del giusto processo”. 

Foglieni ha anche sottolineato l’importanza dei numerosi interventi del governo in materia di giustizia, pur evidenziando come le continue modifiche normative, spesso scoordinate tra loro, rischiano di complicare ancor di più lo svolgimento della professione forense e di valutare appieno l’effettivo impatto delle riforme sul sistema giustizia”. Per il presidente AIGA, il lavoro va portato avanti “sulla scia di quanto fatto sinora, con l’associazione che ha mantenuto rapporti di interlocuzione costante con il Parlamento, collaborando attivamente con il governo con proposte che mirano a migliorare il sistema giustizia attraverso una visione più strutturata e coerente”, ha aggiunto Foglieni.


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Iva non versata: nessun reato se il cliente non paga le fatture

Con la riforma fiscale del 2024, la Corte di Cassazione introduce una novità importante per le imprese italiane. Non è più considerato reato il mancato versamento dell’Iva se il manager non ha incassato le fatture a causa dell’inadempienza del cliente. La responsabilità del debito con l’Erario, in questo caso, non ricade sul manager che non può rispondere per il mancato pagamento del cliente.

Questo cambio di rotta è stato sancito dalla terza sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 41238 dell’11 novembre 2024, che ha accolto il ricorso di un manager precedentemente condannato per omesso versamento Iva.


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Omicidio Giulia Tramontano: chiesto l’ergastolo per Impagnatiello, sentenza attesa il 25 novembre

Durante la requisitoria del processo a Milano, la procuratrice aggiunta Letizia Mannella ha chiesto l’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno per Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi. L’accusa ha sottolineato la premeditazione e la crudeltà del delitto, evidenziando le 37 coltellate e la volontà di far scomparire la vittima e il figlio.

La difesa, tuttavia, ha negato la premeditazione, sostenendo che le ricerche su veleno per topi fossero rivolte al feto e non alla madre, e che l’omicidio sia stato un atto impulsivo seguito alla scoperta del tradimento. La sentenza è attesa il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.


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Il Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2024: nuove deleghe, riforma fiscale e lotta alle dipendenze

Conferite nuove responsabilità al Ministro Foti, approvata la revisione IRPEF e IRES, e destinate risorse dell’otto per mille alla prevenzione delle dipendenze.

Controlli nelle mense scolastiche: irregolarità in una su quattro, sanzioni e sequestri

Con l’inizio dell’anno scolastico, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha avviato un’intensa campagna di ispezioni nelle mense scolastiche, rilevando irregolarità in quasi una su quattro. Su oltre 700 mense controllate in tutta Italia, 170 presentavano problemi, principalmente igienico-strutturali e autorizzativi, con sanzioni per un totale di 130mila euro e sequestri di alimenti non tracciabili o scaduti.

Tra i casi più gravi, a Treviso è stato sequestrato un centro educativo per l’infanzia privo di autorizzazioni e a Pescara un asilo nido ha dovuto sospendere la somministrazione di alimenti per carenze igieniche. A Caserta, un fornitore è stato denunciato per frode nelle pubbliche forniture. Le indagini continueranno per tutto l’anno scolastico.


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Strage di Piazza Fontana, addio a Licia Pinelli, vedova dell’anarchico ingiustamente accusato

È scomparsa a 96 anni a Milano Licia Pinelli, vedova dell’anarchico Giuseppe Pinelli, ingiustamente accusato per la strage di Piazza Fontana. Nata a Senigallia nel 1928, Licia si trasferì a Milano da piccola, dove visse fino alla fine. Moglie di Pino dal 1955, dedicò la sua vita alla ricerca della verità sulla sua morte, ricordata come la “18/a vittima innocente” di Piazza Fontana.

La sezione Barona di Milano dell’ANPI ha dato notizia della sua scomparsa, definendola una donna di “dignità, coerenza e coraggio”. Nel 2009, incontrò la vedova del commissario Calabresi al Quirinale e nel 2015 fu nominata Commendatore al Merito della Repubblica.


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La sezione immigrazione del Tribunale civile di Roma ha sospeso la convalida dei trattenimenti di sette migranti, originari di Egitto e Bangladesh, già trasferiti in Albania nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Gjader. Alla luce del nuovo decreto “Paesi sicuri”, i giudici hanno richiesto un parere alla Corte di giustizia europea, sollevando dubbi sulla compatibilità del decreto con le normative dell’UE. Luciana Sangiovanni, presidente della Sezione per i diritti della persona e immigrazione, ha sottolineato che il giudice ha il dovere di verificare l’applicazione corretta del diritto dell’Unione, prevalente sulla legge nazionale.

La decisione ha sollevato critiche politiche. Il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha dichiarato che “alcuni magistrati stanno cercando di imporre una linea politica al governo,” mentre Matteo Salvini ha definito la sentenza “politica”, sostenendo che mina la sicurezza dei cittadini italiani.

Intanto, il Viminale ha annunciato che si costituirà davanti alla Corte di giustizia UE per sostenere la propria posizione. I sette migranti saranno riportati in Italia e trasferiti in Puglia per l’esame delle domande d’asilo.


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“A distanza di un anno il dolore è ancora vivo ed è uno stato d’animo che si fa ancora più acuto ogni volta che la cronaca ci mette di fronte a un nuovo caso di femminicidio, quando una donna viene uccisa o anche solo maltrattata in nome di un malinteso e innaturale senso di proprietà, di un’incapacità di porsi di fronte alla parità di genere. Ma l’orrenda dinamica dell’omicidio di Giulia Cecchettin ha segnato la vita stessa della nostra comunità come pochi altri, ha tracciato una linea di demarcazione nella consapevolezza sociale oltre la quale nessuno, di fronte a certe situazioni, può più far finta di non vedere, di non sapere. In questo anniversario rinnovo l’abbraccio del Veneto a papà Gino, alla sorella e al fratello, partecipando al loro inesauribile dolore”, ha detto del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, scritte ieri ricordando Giulia Cecchettin, a un anno dalla scomparsa.

Ventidue anni, laureanda di Vigonovo, Padova, Giulia è morta cinque giorni prima della laurea in Ingegneria Biomedica per mano di Filippo Turetta, l’11 novembre 2023. Il suo corpo senza vita sarà ritrovato solo una settimana più tardi, in una scarpata vicino al lago di Barcis, a circa cento chilometri da casa.

“Ho conservato un ricordo vivo dell’intervento del papà al funerale, sono rimasto colpito dal fatto che tanto dolore non impedisse di lasciare spazio ai propositi di dare un senso all’esecrazione suscitata da una simile tragedia, di cogliere un messaggio da cui la società possa crescere e maturare – aggiunge Zaia – Oggi come ieri mi sento al suo fianco. Mentre la giustizia sta facendo il suo corso riguardo le specifiche responsabilità in un avvenimento così tanto efferato e triste, grazie a papà Gino ha preso corpo la Fondazione Giulia Cecchettin che ha tra i suoi propositi il potenziamento del ruolo educativo di scuola e famiglie ai fini di un radicale cambiamento culturale. Un grande messaggio perché nessuno può sottrarsi all’interrogativo sul perché nella nostra comunità possano accadere simili tragedie. È l’unico modo per capire che tra gli uomini c’è ancora chi non trova modo di affermare una superiorità se non nella convinzione che le donne sono inferiori. Un nuovo passo a livello culturale può solo venire con l’impegno di tutti e lo dobbiamo a Giulia e alle tante come lei”.


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