Un disegno di legge per istituire due Albi Speciali per laureati e praticanti

Nel marzo del 2020, su 470.000 professionisti che hanno deciso di richiedere il bonus da 600 euro, 140.00 erano avvocati. Parliamo di più della metà degli iscritti alla Cassa. Partendo da queste premesse, il senatore di FI Zanettin , con il suo DL 179 intende modificare la legge n.247 del 31 dicembre 2012.

Tale proposta prevede la riforma dell’esame e l’istituzione di due sbocchi professionali intermedi rispetto al conseguimento del titolo di avvocato. In particolar modo, si vorrebbe istituire un albo speciale degli ausiliari, nel quale i laureati in giurisprudenza potranno svolgere un’attività qualificata e retribuita, sotto la supervisione e la guida di un avvocato.

Leggiamo nel DL: «L’iscrizione all’albo speciale degli ausiliari può essere chiesta al consiglio dell’ordine da chi, in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza conseguito a seguito di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni, ha un rapporto di lavoro subordinato con un soggetto esercente la professione legale, in forma personale, associata o societaria».

Con lo scopo di valorizzare il praticantato, e a condizione che vengano superate le verifiche intermedie, verrà istituito un ulteriore albo speciale dei consulenti legali. Spiega Zanettin: «Si tratta di una figura professionale intermedia fra l’ausiliario e l’avvocato», e per accedervi bisogna avere un rapporto di lavoro subordinato con un soggetto che esercita la professione.

Lo scopo è quello di «tutelare coloro che intendano operare nell’ambito giudiziario come professionisti retribuiti, ma che, valutando anche la situazione del mercato, non intendano avviare un proprio studio legale».

Il testo interviene sull’esame di Stato mediante l’introduzione di una prova preselettiva unica nazionale. Per chi supera tale prova, si prevede l’inizio dell’esame vero e proprio che verrà suddiviso in una prova scritta e una prova orale.

Nella prova selettiva ci saranno cento quesiti a risposta multipla. Per superarla si dovrà conseguire il punteggio minimo che corrisponde a 70 risposte corrette.

Nella prova scritta è prevista la redazione di un atto giudiziario. Il candidato potrà scegliere fra diritto privato, penale e amministrativo. Si svolgerà senza l’ausilio dei codici commentati. La prova orale, invece, oltre all’illustrazione della prova scritta, prevederà cinque diverse materie, tra le quali ne troviamo una di natura procedurale.

Tra le materie obbligatorie, oltre all’ordinamento e alla deontologia forense, troviamo diritto dell’UE, diritto costituzionale e i principi di organizzazione e gestione di uno Studio o Ufficio legale. Dunque, sarà necessario conoscere regolamenti, procedure, codici di condotta, disposizioni di legge, norme sulla riservatezza dei dati personali, di previdenza e antiriciclaggio.

Alla prova orale sono ammessi i candidati che hanno raggiunto un punteggio di 35 punti, con un voto non inferiore a 6 dalla parte di ogni componente della commissione. Saranno giudicati idonei i candidati con punteggio minimo di 150 punti e non inferiore a 30 punti per ogni materia.

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