Redazione 28 Aprile 2025

Smart working e sicurezza: cambia la prevenzione, nasce una responsabilità condivisa

Il lessico del lavoro è cambiato. Espressioni come smart working, lavoro agile e workation sono ormai parte della quotidianità professionale. Se da un lato queste modalità offrono libertà e flessibilità, dall’altro pongono interrogativi concreti su come garantire sicurezza e benessere psicofisico fuori dalle tradizionali mura aziendali.

A preoccupare di più è proprio l’impatto sulla salute mentale. La reperibilità continua, le comunicazioni digitali senza orari e l’isolamento sociale possono generare stress e disagio psicologico. Molte imprese hanno iniziato a correre ai ripari con corsi di gestione dello stress, iniziative di supporto psicologico e momenti di confronto collettivo.

Ma la vera sfida riguarda la prevenzione. Se il posto di lavoro non è più fisso ma si sposta tra casa, spazi di coworking e località di vacanza, come si gestiscono i rischi? Chi ha la responsabilità di assicurare condizioni adeguate? E quali strumenti servono per farlo?

Il fenomeno del workation, che combina lavoro e vacanza, rappresenta bene questa nuova realtà. Sempre più persone decidono di lavorare da luoghi di villeggiatura, mentre le aziende — attratte dall’idea di personale più motivato e produttivo — iniziano ad autorizzarlo. Tuttavia, le problematiche non mancano: connessioni internet instabili, spazi non pensati per il lavoro, scarsa ergonomia, confusione tra vita privata e attività professionale.

In questo scenario in continua evoluzione, le aziende devono aggiornare le loro strategie di prevenzione. Anche senza norme rigide e univoche, è indispensabile fornire linee guida su come allestire le postazioni, organizzare il tempo e tutelare la salute, sia fisica che mentale. Centrale diventa il dialogo costante tra impresa e lavoratore, sfruttando le potenzialità degli strumenti digitali.

La cultura della sicurezza, dunque, non può più essere un insieme di regole imposte dall’alto, ma deve trasformarsi in un patto condiviso. Servono policy chiare su rischi, responsabilità e strumenti a disposizione, oltre alla promozione di un clima aziendale basato su fiducia, collaborazione e corresponsabilità.

In un contesto professionale sempre più digitale e fluido, la sicurezza non è più solo questione di luoghi fisici, ma di persone. Ogni lavoratore, ovunque si trovi, deve sapere come tutelare sé stesso e a chi rivolgersi in caso di difficoltà. Solo così sarà possibile coniugare libertà lavorativa e protezione, benessere personale e produttività.


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