Ritratti in udienza: arriva in Italia l’arte durante i processi penali

Anche in Italia le udienze di Corte d’Assise si trasformano in luoghi dove dipingere ritratti dal vivo. Andrea Spinelli, live painter ed illustratore, è il primo a fare questo esperimento in Italia. Ha realizzato, infatti, alcuni disegni durante un processo, usando inchiostro e acquerello su carta, una tecnica pittorica mista.

Nel mondo anglosassone questa non è una novità: i courtroom sketch, infatti, sono gli “schizzi” realizzati durante i momenti più importanti delle udienze nei processi per fatti di sangue. Pennelli, matite e carta rendono meglio l’idea delle emozioni che provano le persone che sono coinvolte nel processo e nei fatti.

Cogliere le emozioni di un processo

Questa iniziativa è stata sostenuta da Ilio Mannucci Pacini, presidente della Corte d’Assise di Milano e da Fabio Roia, presidente facente funzioni del Tribunale.

«Da sette anni mi occupo di ritratti dal vivo, ma di solito per eventi e concerti» ha detto Spinelli. «Questa estate ho avuto l’idea di sperimentare la tecnica in un’aula giudiziaria. Non sapevo che sarei stato il primo in Italia». I lavori di Spinelli sono stati pubblicati anche dal Wall Street Journal.

Spinelli ha assistito al processo di una donna accusata di aver ucciso il marito. «Durante i concerti ci si diverte, anche per il solo fatto di essere lì. In corte d’Assise, invece, si respirano l’ansia e la preoccupazione di tutte le persone coinvolte e il rigore dell’ambiente».

Il distacco, soltanto apparente, dell’atmosfera all’interno di un’aula giudiziaria viene sostituito dall’empatia: «Percepisci come si può sentire un testimone durante una deposizione per fatti gravi. Ho assistito alle crisi di pianto dell’imputata, e alla descrizione che fa il medico legale della morte di una persona. Ho cercato di riportare questo tipo di emozioni nei miei ritratti».

Spinelli è fiducioso che la pratica cominci a diffondersi sempre più in Italia. «Questa è una prima fase di sperimentazione, ma mi piacerebbe portare avanti l’iniziativa e migliorarla, anche tecnicamente, per avere uno stile riconoscibile». In questo modo si potrà rappresentare meglio l’umanità delle persone che vivono un processo sulla propria pelle.

Una pratica diffusa già nel XVI secolo

Alla fine del 2021, Ghislaine Maxwell è stata condannata con l’accusa di traffico sessuale, per aver aiutato l’ex-partner e imprenditore Jeffrey Epstein. Ma non è stata la sua cattiva condotta o il suo stile di vita a diventare virale, bensì uno schizzo dipinto in aula durante il processo. L’immagine fa riflettere su questa particolare forma d’arte che esiste da ben prima della fotografia, ma persiste nonostante l’innovazione fotografica e digitale.

Gli artisti erano presenti nei Tribunali già nel XVI secolo. Un artista inglese sconosciuto, nel 1586, ha disegnato Mary, regina di Scozia, mentre entrava nell’aula del castello di Fatheringay. Al Louvre, invece, è esposta la rappresentazione del processo a Galileo Galilei.

Nell’epoca vittoriana gli illustratori diventarono fondamentali per i media. Secondo i ricercatori della Syracuse University «i giornali e le riviste di notizie vittoriane “inviavano al fronte” degli artisti per fare di nascosto degli schizzi in miniatura dei processi».

Oggi, gli artisti contemporanei vendono le loro bozze anche su commissione giornaliera ai giornali, alle emittenti televisive o ai soggetti stessi. A causa del loro grande valore storico, alcuni schizzi sono stati acquistati (e continuano ad essere acquistati) dagli archivi istituzionali. La Biblioteca del Congresso, ovvero la biblioteca nazionale degli Stati Uniti, conserva accuratamente le raccolte degli sketch effettuati nelle aule di Tribunale statunitensi.

Jane Rosenberg

L’artista che ha disegnato il processo a Ghislaine Maxwell, Jane Rosenberg, afferma che a volte i suoi soggetti offrono dei feedback non richiesti. Per esempio, «John Gotti voleva che il suo doppio mento fosse rimosso. Inoltre, le persone vogliono sempre che vengano aggiunti più capelli».

Rosenberg ha impiegato un po’ di tempo per riuscire a trovare la sua nicchia. Nonostante l’insicurezza di non essere abbastanza veloce, ha costruito un portfolio girando per diversi tribunali, soprattutto disegnando prostitute nel Tribunale notturno.

Quando è riuscita a vendere un suo schizzo alla NBC, ha avuto talmente tanto lavoro da non riuscire a gestirlo.

Solo sketch, niente foto

Per alcuni processi, gli sketch degli artisti fatti in aula sono le uniche immagini che il pubblico abbia mai visto. Infatti, la fotografia nelle aule di tribunale è vietata dal 1935, dopo il circo mediatico che ha interessato il processo per il rapimento del bambino Lindbergh.

Nel 1944 è stata applicata la regola 53 delle norme federali di procedura penale, che vietava di fare fotografie o riprese all’interno di un’aula di tribunale. Rosenberg rivela che: «Da quando sono diventata un artista di aula di tribunale, ho sempre pensato che le telecamere sarebbero arrivate, prima o poi».

Continua: «Nel 1988 hanno approvato un disegno di legge per introdurre le telecamere nei Tribunali di New York. E ho pensato: “ecco fatto, per me è tutto finito”». Ma alla fine non è andata così.

Dal 1991 al 1994, alcune aule dei Tribunali federali hanno sperimentato le riprese con le telecamere. Molti dei processi che riguardavano personaggi famosi sono stati trasmessi in televisione. 150 milioni di persone hanno assistito al verdetto di non colpevolezza di O.J. Simpson.

Tuttavia, molti giudici hanno deciso comunque di vietare le telecamere nelle aule, poiché distraggono e violano la privacy dei presenti. Per questo motivo, i media continuano ad affidarsi agli artisti per entrare in possesso delle rappresentazioni visive dei processi.

Un lavoro difficile

In alcuni tribunali agli artisti non è permesso abbozzare i procedimenti. Alcuni creano gli schizzi a memoria, dopo aver lasciato l’aula.

Nei casi in cui hanno l’autorizzazione a disegnare sul momento, gli artisti devono essere particolarmente veloci: nessuno si mette a posare per loro! Inoltre, le aule sono talmente affollate che gli artisti a malapena riescono a vedere la persona che dovrebbe disegnare.

Se sono fortunati il processo non ha una giuria, e il giudice consente agli artisti di sedere direttamente nel palco riservato alla giuria. La maggior parte delle volte, però, sono seduti nell’area pubblica, insieme a tutti gli altri.

Licenza artistica

Secondo J. Oliver Conroy del Guardian, gli sketch sono meno spaventosi della fotografia. Una foto o un fermo immagine dell’espressione di qualcuno, infatti,  potrebbero essere estrapolate facilmente dal contesto.

Inoltre, gli schizzi hanno anche la licenza artistica: le persone e i fatti possono essere compressi in un unico fotogramma, trasmettendo tutto il dramma e l’atmosfera che si respira in aula, particolari difficili da catturare con la fotografia.

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