Riforma Cartabia: anche i Pronto Soccorso hanno dubbi

Non bastano i problemi di sovraffollamento e quelli collegati all’incolumità e alla sicurezza degli operatori sanitari. Arrivano anche nei pronto soccorso i dubbi sulla riforma della Giustizia di Marta Cartabia.

Quello che più preoccupa le assicurazioni e i camici bianchi della Società italiana di medicina legale sono le valutazioni medico-legali riguardo la procedibilità d’ufficio dei reati contro la persona. Regole che sono state profondamente modificate grazie alla riforma del governo Draghi.

Oggetto di protesta da parte dei camici bianchi sono l’eliminazione della procedibilità d’ufficio per lesioni personali, con malattia compresa tra 20 e 40 giorni e l’estensione a procedibilità a querela per le gravi o gravissime lesioni personali stradali, perseguibili d’ufficio soltanto se le aggravanti specifiche sono ravvisabili.

Uno dei casi più controversi, diretta conseguenza delle nuove regole, è l’obbligo di segnalare all’autorità giudiziaria quando il fatto lesivo che viene rilevato in pronto soccorso viene commesso contro «persona incapace, per età o per infermità».

A causa della sua formulazione, l’interpretazione della norma non è univoca, nemmeno all’interno della scienza giuridica. Da una parte, infatti, il concetto di «capacità di intendere e di volere» potrebbe essere ricollegato al criterio anagrafico, ovvero, se la vittima ha meno di 14 anni.

Dall’altra, come suggeriscono giuristi autorevoli, tale incapacità dovrebbe essere intesa secondo una visione più ampia, includendo anche le situazioni nelle quali una concreta condizione d’incapacità di querelare viene associata sia all’età ma anche a condizioni cliniche contingenti, a causa delle quali si renda opportuno procedere all’azione penale a tutela della vittima.

Per il vicepresidente di Simla, Franco Marozzi, i medici, «quando sono impegnati nella redazione dei documenti da trasmettere eventualmente all’autorità giudiziaria, non possono certo impegnarsi in fini disquisizioni giuridiche, peraltro non di loro stretta competenza».

Dunque, «una scarsa chiarezza delle norme in merito rischia di creare una serie di grossi problemi sia a colleghi, sia ai cittadini, sia all’amministrazione della giustizia. Si rischia che fatti che devono essere denunciati non lo siano, o esattamente il contrario, con conseguenze che possono anche essere molto gravi».

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