Possiamo risparmiare sull’assicurazione con l’Intelligenza Artificiale?

«Oggi non c’è più nulla di ciò con cui otto anni fa facevamo assicurazioni: tutto è stato superato», racconta George Ottathycal, amministratore delegato di Prima assicurazioni, azienda che ha cambiato completamente il funzionamento dell’insurtech in Italia. 

«Non è facile trasformare i processi e innovare continuamente, ma è un aspetto a cui dedichiamo molto tempo perché continuiamo ad essere una digital company e vogliamo restare al passo dell’innovazione frontiera e di OpenAI», spiega. 

Prima conta su un team di 300 persone, con data analyst e ingegneri che lavorano sullo sviluppo e sulla ricerca dei processi aziendali. Negli ultimi 3 anni l’azienda ha investito 30 milioni di euro: «Prima è entrata nel mercato assicurativo con l’idea che la tecnologia potesse creare di per sé un vantaggio competitivo e siamo rimasti fedeli a questa idea», spiega Ottathycal. 

Sottolinea: «Quando si vedono software come ChatGpt si pensa sempre alla possibilità di automatizzare il servizio clienti, ma questo è solo un piccolo pezzo del mondo assicurativo. Il cuore del prodotto è il modello di pricing ed è lì che la tecnologia, l’intelligenza artificiale e il machine learning possono essere d’aiuto». 

Il futuro non è così lontano

I software di intelligenza artificiale, già oggi «sarebbero potenzialmente capaci di analizzare e passare in rassegna pattern con miliardi di dati che sono a disposizione del sistema, determinando l’effettiva rischiosità dei profili e definendo i prezzi in modo mirato». 

Si tratta di un processo completamente tecnologico, che, come sostiene Ottathycal, «alla fine porta davvero a un vantaggio per i clienti: una tariffa più profilata permette a noi di essere più accurati e di premiare gli automobilisti virtuosi. Più una assicurazione riesce a fare un’analisi del rischio adeguata e meglio riesce a essere competitiva con i prezzi». 

«Il nostro è un business molto data driven», spiega, «e lo spazio di crescita dell’automazione è quasi infinito. Alla fine potrebbe quasi diventare un sistema che si autoalimenta e si autogestisce. Per questo ChatGpt è uno stimolo: tu pensi di aver fatto bene, poi vedi qualcosa di nuovo e capisci di poter fare meglio. Questo ti spinge a impegnarti, perché capisci che il futuro non è così lontano come alcuni pensano». 

Ma Ottathycal non ha intenzione di gestire un’azienda completamente autonoma: «L’elemento umano resta centrale, non solo nella relazione con i clienti. La tecnologia è lo strumento che ci permette di essere più efficienti: tra il 2021 e il 2022 abbiamo raddoppiato la nostra base clienti ed è cresciuto il numero dei sinistri, ma non abbiamo dovuto raddoppiare il numero dei dipendenti perché siamo riusciti a ottimizzare i processi con l’automazione». 

«Se volessimo spingere ancora ci sarebbe bisogno di una mano dal mercato. Gli investitori sono diventati più selettivi, ma a noi va bene questa maggiore attenzione perché abbiamo avuto sempre molta disciplina e la sostenibilità finanziaria da parte del nostro Dna. Siamo cresciuti tanto tenendo il cervello acceso». 


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