Politiche digitali europee

Sviluppo di nuove tecnologie per dare all’Unione Europea un’effettiva sovranità

Quali sono le priorità della digital age che stiamo vivendo? Per quanto riguarda le politiche UE, si guarda anzitutto alla Dichiarazione su “Policy Objectives and Priorities for 2022“. Inoltre, alla Dichiarazione si allega un Documento di lavoro che contiene un elenco di ben 138 proposte legislative, principali e prioritarie. Vediamo assieme lo scenario.

Quali sono le politiche digitali in Italia e Unione Europea rispetto ai dati informatici?

Il Presidente del Parlamento europeo Sassoli firmava il sopracitato documento il 17 dicembre 2021, in accordo a un gruppo di altri organismi. Ovvero:

  • Parlamento;
  • Presidente del Consiglio dell’Unione europea;
  • Primo ministro della Slovenia Janez Janša;
  • Consiglio;
  • Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen;
  • Commissione.

Le numerose proposte legislative in previsione sono suddivise in 6 macro-aree. Di seguito, le elenchiamo:

  1. A European Green Deal”: comprende 41 proposte regolatorie. Di queste, 26 sono già presenti nella analoga dichiarazione del 2021;
  2. A Europe fit for the Digital Age”: raccoglie 19 proposte regolatorie. Tra queste, il Digital Data Act e altre 13 già presentate nel 2021;
  3. An Economy that works for People: contiene 29 proposte delle quali 19 già richiamate nella analoga Dichiarazione del 2021;
  4. A stronger Europe in the World: comprende 17 proposte, delle quali 19 già parti dell’allegato del 2021;
  5. Promoting our European Way of Life: raccoglie 24 proposte regolatorie. Di queste, 18 sono già presenti lo scorso anno;
  6. A New Push for European Democracy: raccoglie 18 proposte delle quali 7 già presenti nella Dichiarazione del 2021.

Analisi della Dichiarazione sulle politiche digitali d’Italia e Unione Europea

Ora, analizzando la Dichiarazione, capiamo alcune cose:

  • La complessità del procedimento legislativo europeo. Questo causa continui ritardi e non consente mai previsioni realistiche nel lungo periodo;
  • Quanto duro è stato l’impatto della pandemia sul procedimento decisionale europeo. Ad esempio, si ricordi il caso Merkel, che si dimetteva senza mettere a pieno frutto il Patto di Aquisgrana;

Inoltre, l’elenco degli impegni che si rinnovano quest’anno così raggruppati risultano evidentemente come un atto politico, più che semplice burocrazia.

A tal proposito, i tre vertici attuali dell’Unione Europea chiariscono che l’UE sta sempre più diventando un’unione di valori. Dunque, una comunità non solo legata alla dimensione economica e al mercato, ma segnata anche da tradizioni e valori comuni.

“A New Push for European Democracy” è il pacchetto di proposte del PNRR che ci illumina sul futuro dell’Unione Europea e la sua identità. Effettivamente, oltre alla condivisione di regole e diritti i Paesi d’Europa condividono sempre più anche una comune base democratica. Poi, nel PNRR si proclama l’obbiettivo di fondare anche un nuovo e più robusto tessuto di partiti politici a dimensione europea.

Italia nel 2022: le priorità alla luce dei nuovi obiettivi sulle politiche digitali dell’UE

Ora, per quanto riguarda lo scenario Italiano:

  • Da un lato, si impegna a contrastare gli effetti della pandemia: quindi, c’è sempre più l’esigenza di reti di trasmissione dei dati e di servizi digitali e moderni. Così come interconnessione a scala globale;
  • Dall’altro, cerca di costruire la democrazia della Digital Age. Effettivamente, nel Recovery Fund c’è una sostanziale parte che riguarda la promozione in ogni Stato dell’Unione dell’amministrazione digitale e la conseguente democrazia dell’Era digitale.

Per rimanere in costante aggiornamento su queste tematiche e novità, segnaliamo di controllare periodicamente:

  • il documento Piano nazionale di ripresa e resilienza – next generation Italia” che il governo Draghi trasmetteva al Parlamento il 25 aprile 2021;
  • Il Portale Italia domani sul sito della Funzione Pubblica. Infatti, esso riporta le opere e i costi del PNRR man mano che questo si sviluppa.

Il totale degli investimenti corrisponde a 222,1 miliardi di euro. E, fanno parte del Piano d’investimento gli ambiti della:

  • Pubblica Amministrazione;
  • Giustizia;
  • Semplificazione normativa;
  • Concorrenza.

Precisamente, così si ripartisce PNRR:

  • 27% del Piano alla digitalizzazione;
  • 40% agli investimenti per il green deal;
  • 10% a investimenti per aumentare la coesione sociale.

Inoltre, si prevedono investimenti nel settore della cultura e del turismo, settori chiave per l’Italia.

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