«Ora buon senso»: Meloni invita Nordio a limitare le esternazioni

Attualmente non esiste ancora il testo della riforma della giustizia. Il premier Meloni, che fatica a gestire i suoi ministri, invita ad una maggior coordinazione con Palazzo Chigi. Il ministro Nordio smentisce ogni dissenso rivendicando «piena sintonia».

Meloni vuole sedare le agitazioni che stanno scuotendo la maggioranza e mostrare che la linea di Palazzo Chigi non va contro quella del Guardasigilli. Nelle prossime ore Meloni vedrà il ministro Nordio per chiarire la situazione che si è creata negli ultimi giorni.

Le opposizioni si stanno scatenando. Per Renzi, Nordio è «l’unico che può cambiare le cose», e secondo lui il ministro «non mollerà». Se mai decidesse di farlo, «il problema non sarà per Nordio, ma per la Meloni».

Nordio smentisce ogni dissenso. L’idea di abbandonare le stanze di via Arenula non gli è mai passata per la testa, e ha rivendicato «piena sintonia» con il premier. Quest’ultima ha infatti confermato tutta la sua stima e il suo sostegno: «Leggo interpretazioni forzate e surreali, ma io lavoro benissimo con lui, siamo sulla stessa linea. Non è vero che lo freno e non ha bisogno di essere blindato, perché è naturalmente blindato dal rapporto che ha con me».

A chi fa notare la divergenza sui temi sensibili come, per esempio, le intercettazioni, Meloni risponde: «Carlo è una persona serissima, qualora avessimo punti di vista diversi non avremmo alcuna difficoltà a trovare una sintesi».

È evidente lo sforzo fatto per ammorbidire i toni. Per il premier, infatti, la priorità è scongiurare che si riaccenda uno scontro tra magistratura e politica, e per questo, dopo aver rinnovato la fiducia e l’apprezzamento nei confronti di Nordio, condividerà con lui la fatica di dover governare insieme ad una squadra di ministri troppo loquaci.

Alfredo Mantovano, sottosegretario del Presidente del Consiglio e magistrato ha detto che «sarebbe meglio non fare troppe dichiarazioni, tanto più che non c’è ancora un testo».

Infatti, in via Arenula non circola ancora alcuna bozza della riforma. Per questo, Meloni, dopo aver concordato i punti chiave del cronoprogramma, chiederà a Carlo Nordio di contenere le esternazioni, rafforzando invece il coordinamento con la presidenza del Consiglio.

Le pressioni, comunque, sono fortissime. Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia, assicura che il partito di Berlusconi non ha intenzione di aprire uno scontro, anche se vorrebbe cambiare l’abuso d’ufficio, la legge Severino e procedere verso la separazione delle carriere.

Ma anche all’opposizione Nordio trova degli alleati. Carlo Calenda, durante la trasmissione l’Aria che tira avverte Meloni: «Nordio non c’entra niente con la cultura di FdI, ha idee coincidenti con le nostre. Se lo bloccano avranno problemi».

Ma il premier non ci pensa proprio a bloccare il Guardasigilli. L’unica cosa che ha intenzione di fare è contenerlo, dato che il governo non è interessato a dichiarare guerra aperta alle toghe.

«Il ministro della Giustizia Nordio attacca i pm antimafia. Firmiamo per cacciarlo»

Nel frattempo, il Fatto Quotidiano ha avviato una petizione su Change.org per cacciare il ministro della Giustizia Nordio. Riportiamo il testo della petizione di seguito:

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato ripetutamente il falso davanti al Parlamento sulle intercettazioni nelle indagini di mafia e corruzione. Ha calunniato i magistrati e le forze dell’ordine sostenendo che usano manipolarne e strumentalizzarne politicamente le trascrizioni. Non contento, ha apertamente polemizzato alla Camera con la Procura di Palermo, “rea” di aver catturato Matteo Messina Denaro e spiegato di averlo fatto proprio grazie alle intercettazioni. Infine ha addirittura invitato i parlamentari a non rendersi “supini dei pm”, che “vedono la mafia dappertutto”.

Le sue dichiarazioni, contraddizioni, giravolte e bugie, per non parlare delle controriforme giudiziarie e (in)costituzionali in parte minacciate e in parte già avviate, fanno di Nordio un personaggio imbarazzante per una parte della sua stessa maggioranza e soprattutto per ogni cittadino onesto: un soggetto che non può restare un minuto di più al vertice del Ministero della Giustizia.

Ci appelliamo ai presidenti della Repubblica e del Consiglio perché lo inducano immediatamente alle dimissioni e alle opposizioni perché presentino nei suoi confronti una mozione di sfiducia individuale.

Il Fatto Quotidiano e i suoi lettori si impegnano fin da ora a raccogliere le firme per un referendum abrogativo, nel caso in cui le controriforme minacciate e avviate da Nordio contro la Giustizia, contrarie alla Costituzione, alle convenzioni internazionali e alla giurisprudenza delle Corti europee, diventassero sciaguratamente leggi dello Stato Italiano.

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