L’importanza della tutela dei minori online

Pur essendo dei nativi digitali, bambini e adolescenti faticano a comprendere a fondo tutti i rischi del mondo del web, in particolar modo dei social media. È necessario, dunque, dar seguito alle norme europee ed internazionali, quali la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (la Convenzione di New York), la nostra Costituzione e il GDPR.

Il GDPR e i minori

Il GDPR si riferisce espressamente ai minori, sia per quanto riguarda il linguaggio e la trasparenza delle informazioni, sia alle condizioni di consenso e di liceità del trattamento. Il legittimo interesse del titolare del trattamento dovrà essere valutato come base giuridica, ma non devono prevalere gli interessi, i diritti o le libertà fondamentali se di mezzo c’è un minore.

Nel difficile bilanciamento degli interessi che entrano in gioco per quanto riguarda tutto ciò che è legato alla protezione dei dati personali (ma anche alle Intelligenze Artificiali), la normativa europea e il GDPR ribadiscono i principi di liceità, trasparenza, proporzionalità e correttezza.

Il GDPR permette alle persone di avere totale controllo sui propri dati, affinché abbiano consapevolezza sul valore di questi dati. Purtroppo «le persone e i più piccoli in particolare hanno una percezione modesta del valore dei propri dati e della propria identità personale e talvolta considerano l’intera disciplina della materia come un inutile e rinunciabile orpello o ostacolo burocratico».

Il manifesto di Pietrarsa

Il recente Manifesto di Pietrarsa vuole essere una sorta di «stazione di partenza» per tutte quelle iniziative a favore della consapevolezza della protezione dei dati. L’incipit del Manifesto si riferisce ad un’evidenza di tipo sociale: il nostro modello di vita risulta sempre più condizionato dagli algoritmi e dell’IA.

Dunque, è fondamentale la consapevolezza degli utenti, che dovranno assolutamente metabolizzare il valore della propria immagine ma soprattutto dei propri dati.

Alcune piattaforme non rispettano il GDPR

Ciò a cui si aspira è offrire una protezione specifica ai minori per quanto riguarda i loro dati personali. Infatti, potrebbero essere poco consapevoli dei rischi e delle conseguenze, nonché dei loro diritti per quanto riguarda il trattamento dei dati personali.

La maggior parte degli adolescenti tra i 10 e gli 11 anni possiede e utilizza uno smartphone. L’esordio nel mondo dei social, infatti, avviene proprio nella fascia under 10, nonostante sia prevista un’età minima per accedere ai social.

Capita, infatti, che molte piattaforme non rispettino l’articolo 8 del GDPR, che stabilisce un’età minima di 16 anni, lasciando comunque la possibilità agli Stati di stabilire un’età inferiore che non scenda sotto il limite di 13 anni. Escludendo, ovviamente, i casi dove c’è il consenso esplicito rilasciato dai genitori.

Da una trasparenza formale ad una effettiva

Le iniziative previste dal Manifesto puntano a rendere più trasparenti, comprensibili ed accessibili le informative sul trattamento dei dati personali, passando da una trasparenza formale ad una effettiva. Puntano ad accrescere il livello di consapevolezza delle persone riguardo il valore dei loro dati mediante attività didattiche, informative e promozionali.

Gli aderenti (tra cui troviamo anche Google) intraprenderanno azioni concrete, in grado di produrre dei risultati quantificabili nei seguenti ambiti:

  • trasparenza – le informative sul trattamento dei dati personali devono essere comprensibili, accessibili, trasparenti ed efficaci nella loro semplicità incisiva. L’obiettivo è quello di passare da una trasparenza formale ad una effettiva, investendo risorse e creatività al fine di perseguire i propri obiettivi;
  • consapevolezza – ovvero, realizzare e progettare delle iniziative promozionali, giochi a premi, campagne di informazione, spettacoli teatrali, rubriche di attualità, programmi radiofonici e televisivi, giochi, videogiochi e cortometraggi che vadano ad accrescere la consapevolezza delle persone per quanto riguarda il valore dei dati personali;
  • educazione –  fondamentale l’organizzazione e la progettazione di percorsi di formazione, anche online, così come la pubblicazione di contenuti educativi finalizzati a fornire a bambini ed anziani strumenti utili all’utilizzo consapevole dei servizi digitali.

Il Manifesto, in sintesi, vorrebbe favorire l’educazione di 5 milioni di bambini per quanto riguarda la consapevolezza e la protezione dei loro dati. Chiede a coloro che hanno aderito, e a quelli che aderiranno, un impegno totale negli obiettivi prefissati; ma anche risultati quantificabili.

Le iniziative verranno rese note mediante il sito istituzionale del Manifesto di Pietrarsa.

Necessaria una campagna di massa

Il Garante ha invitato anche il nuovo Governo a prendere in considerazione con molta attenzione il tema. Sarà altrettanto necessario educare anche i genitori ai rischi e all’importanza del tener sotto controllo lo spazio virtuale dei figli con maggior attenzione.

Non si può rimandare per sempre la promozione di una campagna di massa per educare al valore dei dati personali e alla diffusione delle buone norme in grado di accrescere il grado di trasparenza effettiva che viene garantita alle persone.

Non dobbiamo dimenticare che spesso gli algoritmi sono costruiti proprio in modo tale da far vedere agli utenti le cose che potrebbero interessare loro, e non tutto quello che c’è da vedere. Questo potrebbe compromettere molto lo sviluppo armonioso della loro coscienza.

L’importanza della protezione dei dati personali

In Italia il 23% dei bambini tra i 9 e gli 11 anni e il 63% dei preadolescenti tra i 12 e i 14 anni visitano tutti i giorni un social network. La percentuale aumenta sino al 79% per i ragazzi tra i 15 e i 16 anni.

Chiaramente la pandemia ha accelerato l’utilizzo della comunicazione a distanza. Ma la digitalizzazione porta con sé molti rischi, soprattutto per i più piccoli, che potrebbero soffrire delle peggiori conseguenze.

La protezione dei dati personali è parte integrante della tutela dei minori. I dati personali identificano o rendono identificabile una persona fisica. Dunque, sono uno strumento essenziale, poiché la loro conoscenza favorisce reati come, per esempio, l’adescamento.

Impedire che un minore venga identificato protegge la sua immagine e ostacola la circolazione delle sue informazioni personali. Si crea, in tal modo, un filtro tra il minore e tutti i pericoli che nasconde il web.

Non dobbiamo trascurare nemmeno l’impatto che potrebbe avere la circolazione di dati personali sulla psiche, sulla dignità e sulla qualità di vita.

 

MANIFESTO DI PIETRARSA

 

Viviamo nella società dei dati sempre più fortemente condizionata dagli algoritmi e dall’intelligenza artificiale.

I dati – personali e non – sono protagonisti delle nostre vite nella dimensione personale, professionale, commerciale, culturale e politica.

Specie nella dimensione digitale i nostri dati sono proiezioni della nostra identità personale.

In ambito pubblico e privato, un numero crescente di decisioni che ci riguardano e che hanno un impatto sempre più significativo sulle nostre vite dipende dai nostri dati personali.

I nostri dati personali consentono a un numero crescente di soggetti pubblici e privati di conoscerci sempre meglio e, questa conoscenza, se utilizzata nel modo sbagliato, può influenzare decisioni negoziali e politiche. I nostri dati personali generano un enorme valore economico sui mercati globali e, se utilizzati a scopi politici, potrebbero mettere a rischio i processi democratici.

La disciplina europea sulla protezione dei dati personali attribuisce, salvo eccezioni, alle persone il controllo assoluto sui propri dati personali.

Presupposti necessari di tale controllo sono un’adeguata consapevolezza sul valore dei propri dati personali e sui diritti dei quali si dispone e un’adeguata trasparenza da parte di chi tratta tali dati.

Le persone e i più piccoli in particolare hanno una percezione modesta del valore dei propri dati e della propria identità personale e talvolta considerano l’intera disciplina della materia come un inutile e rinunciabile orpello o ostacolo burocratico.

Tutti i soggetti interessati, in ambito pubblico e privato, dovrebbero impegnarsi per accrescere il più possibile il livello di trasparenza dei trattamenti dei dati, così da garantire alle persone quell’effettiva conoscenza delle caratteristiche essenziali dei trattamenti che consentirebbe loro di esercitare un controllo effettivo sui propri dati personali.

L’uso di espedienti diversi legati al disegno delle interfacce e alla user experience può talvolta influenzare la libera scelta delle persone in relazione al trattamento dei loro dati personali.

Tale stato di cose rischia di compromettere, specie nella società degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, i diritti e le libertà fondamentali sui quali si fonda la nostra democrazia.

Per scongiurare tale rischio è indispensabile e improcrastinabile la promozione di una campagna di massa di educazione al valore dei dati personali e la diffusione di best practice capaci di accrescere il livello di trasparenza effettiva garantita alle persone, a cominciare dai bambini.

IN QUESTO CONTESTO GLI ADERENTI SI IMPEGNANO A PROMUOVERE AZIONI CONCRETE, CAPACI DI PRODURRE RISULTATI MISURABILI E QUANTIFICABILI NELLE SEGUENTI DIREZIONI:

[1] TRASPARENZA Rendere le informative sul trattamento dei dati personali trasparenti, accessibili, comprensibili, efficaci nella semplicità e incisività del linguaggio utilizzato così come nella forma, nei canali e nei mezzi utilizzati nel proporle agli interessati. L’obiettivo delle azioni rientranti in questa linea direttrice dovrebbe essere quello di passare da una trasparenza formale a una trasparenza effettiva, investendo per tale finalità risorse e creatività analoghe a quelle investite nelle attività di comunicazione e informazione strumentali al perseguimento dei propri obiettivi.

[2] CONSAPEVOLEZZA Progettare e realizzare iniziative promozionali, campagne di informazione, operazioni e giochi a premi, rubriche di attualità, spettacoli teatrali, programmi televisivi e radiofonici così come produrre giochi, videogiochi, cortometraggi e ogni altro genere di analoga attività volta ad accrescere il livello di consapevolezza delle persone in relazione al valore dei dati personali nella loro vita.

[3] EDUCAZIONE Progettare e organizzare percorsi di formazione, anche a distanza, o pubblicare contenuti educativi volti a fornire ai non addetti ai lavori, in particolare ai soggetti vulnerabili come bambini e anziani, nozioni di base in relazione al valore dei dati personali, all’utilizzo consapevole dei dispositivi e dei servizi digitali, ai loro diritti e alle forme e agli strumenti utili a esercitarli e proteggerli.

E SI IMPEGNANO ALTRESÌ A promuovere le predette attività attraverso il sito istituzionale del Manifesto di Pietrarsa, a misurare e a condividere i principali risultati conseguiti attraverso lo stesso sito.

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