I lati oscuri della digitalizzazione

Una delle minacce principali dell’era digitale è la criminalità informatica. Una criminalità che, sfruttando le tecnologie informatiche, commette reati come violazioni di copyright, frodi, furti, phishing, diffusione di virus, accessi non autorizzati e molto altro.

Sono attività criminali che hanno un grosso impatto sui sistemi informatici delle aziende, delle istituzioni, dei governi e delle persone, compromettendo la riservatezza, la sicurezza, l’integrità e la disponibilità dei dati e dei sistemi.

Oltre ai danni materiali, la criminalità informatica potrebbe causare danni finanziari, reputazionali, legali, ma anche psicologici.

Aumento dei crimini informatici

Il mondo è sempre più diretto verso il digitale, e aziende e istituzioni cominciano a dipendere sempre di più alla tecnologia, al fine analizzare, raccogliere e archiviare i dati.

A sua volta, questo ha portato ad un aumento dei crimini informatici, che potrebbero essere piccole violazioni così come grandi attacchi su scala globale, capaci di colpire miliardi di persone. Nel 2019, soltanto negli Stati Uniti sono state segnalate ben 1506 violazioni di dati.

Un numero che segna un netto aumento rispetto ai 498 casi che sono stati segnalati nel decennio precedente. Oggi, così come nel prossimo futuro, una delle più grandi sfide che dovremmo affrontare è la complessità del fenomeno della criminalità informatica.

I criminali, infatti, potrebbero trovare infiniti modi per sfruttare le vulnerabilità dei sistemi informatici, e le varie tecniche d’attacco diventeranno man mano sempre più sofisticate.

I costi della criminalità informatica

Il costo medio di una singola violazione di dati, nel 2020, a livello mondiale è costata quasi 4 milioni di dollari. I costi maggiori si sono verificati nel settore sanitario, nel quale qualsiasi violazione è costata 7,13 milioni di dollari.

Leggi anche: Gli attacchi informatici e i danni sulla salute delle persone

Dopo il settore sanitario, i due settori nella top 3 sono quello energetico e quello finanziario. In questi casi ogni violazione ha significato una perdita di 6 milioni di dollari, ovvero 2 milioni di più rispetto alla media globale.

I criminali informatici sono sempre più abili, e le minacce di attacchi digitali continuano a crescere. Le organizzazioni di tutto il mondo, nei prossimi anni, cominceranno a spendere sempre più per tutelare la propria sicurezza informatica.

Secondo Canalys, la spesa globale destinata alla sicurezza informatica nel 2023 aumenterà del 13,2%, arrivando ad un valore complessivo di 223,8 miliardi di dollari.

Le grandi violazioni di dati

La più grande perdita, stando alle stime di Statista, è stata la violazione dei dati del marzo 2020 di Cam4. Violazione che ha permesso l’esposizione di più di 10 miliardi di dati.

La seconda violazione più importante, invece, è stata quella ai danni di Yahoo nel 2013. L’azienda aveva inizialmente parlato di un miliardo di dati esposti. Tuttavia, dopo un’indagine, le stime sono state modificate, arrivando a parlare di 3 miliardi di account violati.

Significativa anche la fuga di dati del 2018 dal database indiano nazionale Aadhaar, che ha permesso l’esposizione di oltre 1 miliardo di informazioni personali e dati sensibili.

Cosa ne pensano gli utenti

Nel 2021, grazie ad un sondaggio condotto online da Statista, il 66% degli utenti di internet partecipanti ha dichiarato di avere delle preoccupazioni nei confronto del furto d’identità. Il 57%, invece, ritiene sufficienti le misure adottate per proteggersi adeguatamente dai criminali informatici.

Il 38%, invece, ha dichiarato di non aver proprio mai pensato che la propria identità sia a rischio di furto: è un valore alto, che rispecchia una situazione preoccupante, conseguenza della poca informazione in merito.

Il 71% degli utenti di Internet ha messo in atto almeno una misura di protezione per le proprie attività online. L’azione più comune è stata la protezione dei minori da parte dei genitori.

I giganti del settore tech (come Google, per esempio) negli ultimi anni sono stati spesso oggetto di preoccupazione in materia di privacy. E la fiducia del pubblico comincia a vacillare.

Per questo motivo, aumentano sempre di più gli ad-blocker, le VPN e l’utilizzo di motori di ricerca che tutelano la nostra privacy.

Leggi anche: DuckDuckGo: l’alternativa a Google che non raccoglie i nostri dati

La criminalità informatica è una preoccupazione e una sfida continua in quest’epoca digitale. Prevenire i crimini informatici sarà un duro lavoro, che richiede la collaborazione di tutti.

La digitalizzazione ha certamente aperto le porte a tante nuove opportunità, ma ha aperto anche un lato oscuro che dovrà essere affrontato con adeguate misure di sicurezza, con la formazione dei dipendenti, con l’aggiornamento delle politiche ma anche con la collaborazione tra vari settori.

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